UNITA’ E AUTONOMIA: COSA CI INSEGNO’ RICCARDO LOMBARDI?

di Christian Vannozzi |

Spesso ci si interroga sull’attuale politica italiana e quanto ci sia di sinistra nel PD o di socialista in Forza Italia, forse poco, sempre meno, in quanto Forza Italia, anche come collocazione a livello Europeo e Internazionale si presenta fortemente con i Conservatori Liberali, seguendo la tradizione dei Popolari Europei, dei Tory britannici e soprattutto del partito repubblicano statunitense, di cui Silvio Berlusconi è grande estimatore, e un PD che si avvicina sempre più, anche a livello economico, ai liberali Whig inglesi e al Partito Democratico degli Stati Uniti. Nella Penisola manca in pratica, ormai, un partito socialdemocratico, che si possa presentare come alternativa ai due partiti liberali sopra citati e alle destre populiste e nazionaliste.

Riunire le varie formazioni politiche e associazioni socialiste appare però impresa ardua, in quanto sono ormai sparpagliate in varie galassie partitiche, nonostante la ricostituzione del PSI nel 2007, senza contare tutti coloro che hanno deciso di aderire nei vari partiti che si sono considerati eredi delle tradizioni socialiste democratiche, ovvero Forza Italia e i DS, Democratici di Sinistra ormai diventati Partito Democratico. Purtroppo la polarizzazione della politica italiana in quella che viene chiamata la Seconda Repubblica, e lo scandalo di Tangentopoli che si è abbattuto come un uragano quasi esclusivamente sul PSI e sul suo segretario Bettino Craxi, ha allontanato notevolmente gli italiani dall’ideale socialdemocratico, visto ancora, a distanza di decenni, come causa della crisi economica di fine secolo, anche se a guidare il Paese negli anni ’90 furono dei personaggi che socialisti non erano, ovvero Silvio Berlusconi, a capo di una coalizione di centro destra che comprendeva anche Alleanza Nazionale, e Romano Prodi, personaggio che navigava in orbita DC, con un interregno attorno al 2000 firmato Massimo D’Alema, dirigente del Partito Comunista che prese poi il nome di PDS e DS.

In pratica il PSI si è sobbarcato i peccati di fine secolo di altri personaggi politici, che spesso non hanno mancato di dare le colpe di tutto alla Prima Repubblica, vista come il marcio e come lo Stato della corruzione.

In un’ottica del genere, e con un PSI che deve tornare a essere un vero Partito Socialista, partito dei lavoratori intesi come coloro che vivono del proprio lavoro, non solo operai, ma anche impiegati, insegnanti, negozianti, agricoltori e allevatori, professionisti, non può che venire in mente Riccardo Lombardi, un uomo, un socialista, un patriota, che è sempre stato coerente con se stesso e con gli ideali socialdemocratici che ha difeso fin da quando militava giovanissimo nei cristiano sociali,e poi in Giustizia e Libertà, prima di approdare in un PSI che era ancorato al Partito Comunista, soluzione non gradita dal buon Riccardo che vedeva questo tipo di alleanza non funzionale e degenerativa. Cosa che si mostrò ben presto, anche se le linea di Nenni all’epoca suscitava più consensi.

Neanche la nuova alleanza politica, con le forze cattoliche e centriste, erano congeniali per il compagno Lombardi, perché anche nel Centro-Sinistra si snaturava il partito, specialmente in campo sociale e civile, in quanto i democristiani non erano ben propensi alle battaglia per diritti civili come il divorzio e l’aborto, due conquiste che hanno liberato le donne da una schiavitù che le attanagliava dai tempi biblici, mentre il partito liberale e la destra DC non permetteva aiuti concreti alle fasce lavoratrici ed era ostile a nazionalizzazioni di servizi essenziali.

Tutto questo mise il compagno Lombardi sempre in secondo piano rispetto agli altri dirigenti del partito, specialmente con l’avvento di Bettino Craxi, politico carismatico che oscurò ancora di più Lombardi e i Lombardiani, che rappresentavano l’anima di Sinistra del partito, quella parte che chiedeva ancora una volta l’autonomia dei socialisti nei confronti delle altre forze politiche, e la convergenza solo su parte del programma, e non in toto come una sorta di patta d’acciaio hitleriano, dove si rimane scottati più del dovuto.

Oggigiorno quindi, con le elezioni regionali imminenti in tre regioni chiave della Penisola, come la Toscana, il Veneto e la Campania, nonché in diversi comuni, si notano alleanze partitiche dei socialisti con esponenti di fazioni non di certo consone agli ideali non solo Lombardiani, ma anche Pertiniani, Nenniani e specialmente Matteottiani, tutto per la necessità locale di potersi alleare con qualcuno in modo da poter avere rappresentanti nelle istituzioni, ma a che prezzo?

Oggi più che mai, forse, noi socialisti dovremmo ricordare per l’appunto Riccardo Lombardi!