di Renato Costanzo Gatti Socialismo XXI Lazio |

 

Tra le misure previste dal PNRR appare alla missione 2.3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, la voce “Efficientamento energetico e sismico edilizia residenziale privata e pubblica” con uno stanziamento di 18.51 miliardi di €, più 6.2 miliardi di stanziamenti previsti dalla legge di bilancio.

Lo scopo principale è quello dell’efficientamento energetico e sismico, ma importante è il sottostante scopo di rilancio del settore edile che, con il suo indotto, può generare o recuperare PIL e posti di lavoro.

Lo strumento utilizzato per raggiungere gli scopi elencati, è quello di un bonus pari al 110% della spesa sostenuta per interventi previsti in determinati elenchi, da avvalorare da autorità esterne e che comportino un salto positivo di due posizioni nella situazione di efficienza energetica dell’edificio.

Il bonus è godibile in 5 anni come detrazione fiscale oppure è cedibile all’impresa che ha eseguito i lavori o cedibile alle banche.

I lavori vanno entro il 30 giugno 2022 (dicembre 2022 per gli IACP).

EFFICIENTAMENTO ENERGETICO E SIMICO

Il risparmio di emissioni causate dagli interventi di riqualificazione energetica è un obiettivo importante stante la rilevanza delle emissioni degli edifici residenziali. Gli obiettivi riguardano la riduzione degli eccessi di emissione di CO2 del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2050. Sono previsti cappotti termici, utilizzo di celle fotovoltaiche, caldaie di tipo avanzato, impianti di ricarica per veicoli elettrici.

IMPATTO SUI CONTI PUBBLICI

Ufficio Parlamentare Di Bilancio

Il rapporto sulla programmazione 2020 dell’Ufficio parlamentare di bilancio dedica un paragrafo al tema dell’ecobonus; secondo la relazione tecnica la misura avrà un impatto finanziario sui conti pubblici pari a circa 11.8 miliardi di euro distribuiti nel periodo 2020-2033 al netto degli effetti indotti positivi di gettito pari a circa 460 milioni.

Il rapporto denuncia, inoltre, il rischio “che pone a carico dello Stato un onere persino superiore al costo degli interventi, riduce sensibilmente il conflitto di interessi tra fornitore e acquirente sul costo degli interventi agevolati. Entrambe le parti avranno infatti convenienza a massimizzare la spesa fino a raggiungere l’importo massimo agevolabile”.

Studio Della Luiss Business School

Uno studio di Luiss Business School e Openeconomics, rilanciato il 10 marzo dal Dipe (Dipartimento politica economica) di Palazzo Chigi, torna sulla controversa questione dell’impatto sui conti pubblici del Superbonus. Con risultati sorprendenti: «Nel decennio l’impatto netto attualizzato del provvedimento sul disavanzo pubblico sarebbe negativo per 811 milioni di euro». Vediamo come lo studio arriva a questo risultato. Considerato nel triennio 2020-2022 un investimento edilizio di 8,75 miliardi (viene qui ripresa la stima Cresme-Camera deputati) si calcola un valore aggiunto del Paese pari a 16,64 miliardi, utilizzando i moltiplicatori derivanti dal modello computazionale di equilibrio economico generale (Compatible General Equilibrium Model) basato sulla matrice di contabilità sociale (Social Accounting Matrix) italiana aggiornata al 2020. Si valutano così gli effetti della spesa edilizia sugli altri settori. L’analisi considera anche l’effetto dell’incremento di valore del patrimonio abitativo e dei risparmi energetici e anche delle conseguenze sul sistema finanziario derivanti dalla possibilità di cessione del credito di imposta.

Ai 16,64 miliardi si potrebbero aggiungere 1,91 miliardi di effetto prodotto nell’economia sommersa. Inoltre è calcolato un incremento di valore aggiunto di 13,71 miliardi (e 1,35 nell’economia sommersa) per gli otto anni successivi alla fine delle detrazioni.

Il calcolo del valore aggiunto è decisivo perché su quello si calcola il gettito aggiuntivo di imposte, che sarebbe di 3,94 miliardi, nel periodo 2020-22. L’incremento di gettito negli otto anni successivi è calcolato in 3,58 miliardi che andrebbero ad attenuare gli 8,33 miliardi di riduzione di gettito derivante dalle detrazioni, con saldo netto negativo nel 2023-30 di 4,75 miliardi.

“Nel decenni, l’impatto netto attualizzato del provvedimento sul disavanzo pubblico sarebbe negativo per 811 milioni di euro”.

Il Sole 24 0re Del 14/3/2021 A Firma Santilli

In questo articolo i risultati sono rovesciati, infatti si legge:” Attualizzando questi valori, il saldo sarebbe positivo nei dieci anni per 811 milioni.” L’entusiasmo del quotidiano della Confindustria pare sospetto di bonus-dipendenza, malattia che sta colpendo questa stagione politica.

Mie Osservazioni

Resta il dubbio quali lavori sarebbero generati dopo il biennio di vigenza della agevolazione e se essa fosse dovuta all’effetto dell’incremento di valore del patrimonio abitativo e dei risparmi energetici e anche delle conseguenze sul sistema finanziario derivanti dalla possibilità di cessione del credito di imposta, ci si interroga su quale gettito fiscale possa essere generato da tali voci.

Pare evidente che un bonus del 110% sia ingiustificabile e che una sua riduzione al 100% avrebbe avuto lo stesso benefico impatto riducendo però a zero l’impatto negativo sulle finanze statali, almeno nella versione LUISS

LA CEDIBILITA’ DEL BONUS

Molto interessante è la prevista cedibilità del bonus che apre una finestra sull’argomento Moneta Fiscale, smentendo posizioni prese in precedenza da autorità monetarie e statali.

Infatti, la cedibilità del bonus altro non è che la possibilità di circolazione (anche se limitata al beneficiario nei suoi rapporti con i fornitori e/o le banche, e al fornitore con le banche) non comporta una contabilizzazione dei bonus come debito dello stato, rimandando questo effetto al momento della detrazione dalle imposte pagabili da parte dei cessionari.

Viene così a cadere la più pesante critica fatta e cioè del fatto che la Moneta Fiscale debba essere considerata come debito dello stato fin dal momento dell’emissione e non al momento del suo utilizzo. Da notare infine che se la cedibilità del bonus non fosse limitata così come lo è, essi potrebbero circolare per i cinque anni di esistenza, contribuendo a generare PIL e gettito.