PENSIERI AD ALTA VOCE

di Bruno Lo Duca Coordinatore Socialismo XXI Piemonte |

Ciao compagni e compagne, mi scuso se comunico con voi in questo modo, ma sento di dover dire qualcosa e questo mezzo mi aiuta a farlo. Premetto che le mie conoscenze e le notizie che attingo giorno per giorno sono infinitamente insufficienti per un’analisi approfondita della situazione internazionale, come altri invece potrebbe fare con ragione e raziocinio. Che siamo tutti di fronte a una vera tragedia non ho neppure bisogno di sottolinearlo; che si debba fare ogni sforzo per aiutare gli ucraini a salvare la pelle, anche fornendo ospitalità nel nostro Paese, non c’è dubbio.              

Che li si debba aiutare con sanzioni pesanti contro la Russia e altro ancora mi sembra giusto e logico; non si può certo confondere l’aggressore con l’aggredito e nulla lo giustifica per un intervento militare evidentemente pensato e organizzato da tempo. E qui sta la mia prima sciocca domanda “gli analisti del giorno dopo li sentiamo tutti, ma quelli del giorno prima ci sono ancora, dove sono finiti, parlano, dicono o dicevano cose importanti, venivano ascoltati o no?”. Sono stralunato al solo pensiero che NESSUNO sapesse o avesse capito o anche solo intuito; non è questo il compito che mi aspetto dagli analisti e dai servizi segreti e neppure dai loro governanti.                                                                                                         

Lo sostenevo pubblicamente anche 5 anni fa, commemorando la ricorrenza del 4 novembre; a maggior ragione lo sostengo oggi con le notevoli possibilità attuali di avere per tempo le notizie che contano. Giuste o sbagliate che fossero state le azioni e le reazioni nel 2014 nella regione del Donbass, secondo voi era logico o no aspettarsi che qualcosa di poco simpatico potesse succedere negli anni a venire?                                         

E i famosi Accordi di Minsk prevedevano clausole così importanti che non sono state rispettate, neppure con la dovuta mediazione “occidentale? Noi non abbiamo certo trattato vicende similari in Alto Adige con questo stile e sicuramente per questo “ne siamo usciti vivi”, dopo un periodo di significativa paura per gli attentati dinamitardi subiti. Ma si sa: dall’altra parte dell’Europa siamo nei Balcani e i Balcani hanno insegnato sempre storie complicate e molto negative. Per questo il disegno di Putin mi è parso chiaro fin dal primo giorno dei cosiddetti “colloqui bilaterali farsa”: è un dittatore (non l’ho mai dubitato), orfano della potenza dell’Urss, che comanda un “paesone spaesato” nel quale le libertà non sono mai state all’ordine del giorno.                               

Ancor più perché questo “paesone” non se la sta passando tanto bene, eppure non ha ancora la forza che serve per ribellarsi e, forse, non l’avrà mai (spero tanto di sbagliarmi). Perciò mi sento certo che le scusanti addotte non costituiscono la realtà vera per una decisione così grave, ma aiutano solo Putin a continuare nel suo disegno antistorico e criminale. Ciò detto mi ha turbato alquanto il senso del discorso del Presidente ucraino con il Congresso americano e con il Parlamento tedesco, che ci viene proposto dai giornali con questa frase: “A ogni bomba sull’Ucraina si alza un muro con la UE”.

Mi chiedo se ci creda davvero, perché – se così fosse – sarebbe una concezione molto grave, che ci porterebbe tutti dritti verso la terza guerra mondiale: una soluzione del tutto impensabile e fuori luogo! Però – sempre i giornali dicono – pare che “qualche Paese europeo” cominci a pensare a fornire un aiuto militare ben più sostanzioso e presente sul terreno dello scontro e che lo abbia annunciato senza sentire alcun bisogno di concordare una simile gravissima decisione con chicchessia.                                                                   

E questa è una prima considerazione personale che mi sconforta decisamente, soprattutto se provo a rifare i conti con i Paesi esteuropei che stanno così tanto a fatica dentro “i valori” dell’UE, anche se mungono soldi a palate ogni giorno. Possibile mai che stia girando un disegno ancora più pesante sul finale – quale che sarà – di questa ignobile guerra? Lo dico anche perché sapere che sul terreno dello scontro – già piuttosto popolato da gente, a dir poco, strana – starebbero arrivando mercenari di lunga esperienza, ceceni pochissimo raccomandabili e quant’altro di peggio queste situazioni sono in grado di sollecitare, non mi rasserena affatto.

Non sarebbe soltanto un’ulteriore carneficina, ma la fine di ogni barlume di speranza di farla finita e di mettersi davvero attorno a un tavolo per decidere qualcosa di concreto e di utile per entrambi i contendenti. Non mi assale il dubbio su chi ha acceso la miccia, ma quello di non riuscire a capire le scommesse che si stanno facendo sul futuro di tutti noi, che mi sembrano davvero troppe. Per concludere: penso che già oggi noi siamo investiti da queste incredibili vicende e che dovremmo trattarle come prioritarie nel nostro programma, altrimenti ne resteremo definitivamente travolti.