X Congresso – Firenze 19-22 settembre 1908
Il gruppo riformista riprende la direzione del partito, grazie all’accordo con una parte dell’ala massimalista e all’appoggio dei dirigenti della CGdL. Viene approvata a maggioranza una mozione dei riformisti in cui si sottolinea l’incompatibilità dei principi del Psi con la teoria e la pratica del sindacalismo rivoluzionario. La mozione delinea inoltre il programma minimo con cui il Psi intende affrontare la prossima legislatura: tra i punti qualificanti vi sono provvedimenti di legislazione del lavoro, l’abolizione del dazio sul grano, l’introduzione dell’imposta progressiva, la riduzione del servizio militare, l’opposizione a un eventuale aumento delle spese militari, l’estensione e laicizzazione della scuola elementare. Gaetano Salvemini nel suo intervento critica il sostanziale disinteresse mostrato dal Psi nei confronti della questione meridionale e propone il suffragio universale come strumento fondamentale per la modificazione della condizione politica del Sud. Criticata da Filippo Turati, la richiesta di Salvemini non sarà inserita tra le proposte centrali del programma socialista.
Il X congresso del PSI istituì la figura del segretario politico, eletto dalla Direzione, dirigente e rappresentante del partito.
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