VERTICE DI BRUXELLES, NON E’ PIU’ TEMPO DI MEDIAZIONI E RINVII

di Carmelo Cedrone – Ufficio di Presidenza Socialismo XXI |

Forse, come ha detto Delors giorni fa, è arrivata l’ora di smettere di pensare all’Unione Europea come ad un sogno, ma di svegliarsi e considerarla una realtà, dura e difficile da realizzare. 

Serve fegato e ironia, per evitare l’innalzamento della pressione, dopo l’ennesimo fallimento del vertice europeo. Parlo della pressione sanguigna, non di quella del gas, che, per precauzione, Putin sta già chiudendo. Solo le anime candide, degne di grande rispetto, erano convinte del contrario. Parlo del gas, naturalmente. Erano anche convinte che la Russia non avrebbe invaso l’Ucraina e che, se lo ha fatto, è solo colpa nostra, degli americani o della Nato. Putin non c’entra. Queste anime però sono un po’ meno candide delle altre. Pontificano dai salotti di casa e televisivi, senza proporre un’alternativa alla guerra, né dicono come arrivare alla pace. Forse ritengono che sia un problema degli ucraini, non loro. Chissà se la difesa della libertà degli ucraini invece è anche un problema nostro o meno. Io sono convinto di sì, come l’Ue, perché si tratta di un territorio del “continente europeo” che si è liberato dall’Urss.

Oppure bisogna seguire la logica delle aree di influenza? Perché è difficile pensare che si possa convincere la Russia, la Cina, o altri Paesi totalitari a rispettare i diritti umani, la libertà e la democrazia. Principi che loro combattono, né si possono obbligare a farlo con le armi. Bisognerebbe farlo con altri strumenti, a monte. Ad esempio attraverso accordi commerciali che li condizionano al rispetto di alcuni diritti ed arginando la loro ingerenza nei nostri paesi per destabilizzarli. Ricercare una forma di rispetto e di convivenza reciproca, anche se in questo caso bisogna essere in due a volerlo e non bastano le buone intenzioni. Spesso vengono disattese.