MA IL PRICE CAP E’ LA VERA SOLUZIONE?

di Renato Costanzo Gatti – Socialismo XXI Lazio |

Il Price Cap Dinamico non pone un limite massimo al prezzo del gas, piuttosto introduce un “corridoio” entro il quale il prezzo può oscillare con una valore centrale dato da un indice per il prezzo del gas.
Dato un indice del prezzo del gas (attualmente il TTF della borsa di Amsterdam) si determina una banda di oscillazione con un prezzo minimo e uno massimo all’interno della quale i provider di energia possono commercializzare il gas ai consumatori finali.

Da prontobolletta.

Ora, di questa proposta, vanno evidenziati tre punti:

● Prendere come riferimento per l’indicizzazione il prezzo determinato dal TTF di Amsterdam rende il sistema succube della speculazione che domina quel mercato. In tal modo non si vede proprio come il sistema possa opporsi a prezzi spropositati. Se su quel mercato domina la speculazione e le scommesse dei futures è altamente errato, e non si capisce come l’Europa abbia potuto compiere un simile errore se non per una ideologica adorazione del mercato. Se in questi giorni il prezzo del gas sta scendendo, non è certo per l’accordo trovato in Europa; la vera ragione sta nel clima eccezionalmente temperato che ritarda l’accensione dei riscaldamenti e mantiene bassa la domanda di gas.

● Non si capisce perché non si è messo un tetto ma una fascia, proibendo in tal modo che i provider acquistino il gas non solo quando il prezzo eccede la banda ma anche quando il prezzo fosse al di sotto della banda.

● Il terzo e fondamentale punto di debolezza di questo sistema consiste nel fatto che Gazprom, come peraltro ha già fatto, potrebbe negare la vendita di gas a quei provider che sottoscrivessero l’accettazione del sistema. Il sistema si applicherebbe solo al gas russo e non si vede perché Gazprom dovrebbe accettare senza reagire un prezzo impostogli da fonti non mercatistiche. Il sistema si presenta con una logica bellica, con tutte le caratteristiche di una guerra combattuta senza armi. Ma c’è anche un’altra contraddizione che non è chiarita. Tutti i paesi hanno dei contratti a lungo termine con un prezzo contrattualmente stabilito, se questo prezzo fosse fuori banda il paese che rifiutasse di acquistare gas da Gazprom sarebbe contrattualmente in difetto applicandosi la clausola del take-or-pay, vale a dire che il paese sarebbe obbligato a pagare il gas anche se non lo prende.

E’ necessario, a mio parere, dismettere immediatamente il TTF di Amsterdam come punto di indicizzazione, come peraltro era prima della svolta liberista della Commissione, e cessare di adottare il Marginal Price System come metodo di calcolo.

Sarebbe invece auspicabile il rafforzamento contrattuale dell’Europa creando un ente europeo cui fossero girati tutti i contratti a lungo termine stipulati da tutti i paesi della EU, e dando a questo ente unico un potere monopsonista mettendolo in grado di reperire la materia prima ai prezzi migliori rivolgendosi a tutti i paesi produttori di gas e mettendo gli stessi in efficace concorrenza. L’ente poi rivenderebbe il gas ai singoli paesi facendo una media ponderata del prezzo del gas acquistato o in base ai contratti a lungo termine o agli acquisti spot effettuati da posizione di forza.

Questo sistema rendendo uguale il prezzo del gas per tutti i paesi europei eviterebbe che si creassero situazioni di distorsione nella competizione del mercato dovuta al differente costo del gas.