NON C’E’ PIU’ TEMPO DA PERDERE

di Tibet |

La vittoria nelle Primarie aperte a tutti (un’originalità curiosa, a dire il vero per una associazione come un partito), di Elly Schlein alla Segreteria del PD ha colto molti addetti ai lavori di sorpresa. Gli iscritti avevano fatto, in maggioranza, una scelta differente. Il più moderato Stefano Bonaccini è senz’altro riconducibile alla tipologia tradizionale di Segretario del PD, proveniente dalle due anime che hanno costituito il partito nel 2007, la post comunista e la cattolico democratica.

Elly Schlein è una “liberal”, nel vero senso del termine. Ed ora la scommessa sarà comprendere come i suoi propositi, che, ancora espressi in modo generico, in linea di principio in termini di giustizia sociale, lotta alla crisi climatica e alle diseguaglianze e a tutela del lavoro, non possono che essere condivisi dai Socialisti, senza casa o sparsi nelle micro formazioni collocate a sinistra del PD.

Art. 1, la sua componente ampiamente maggioritaria, ha scelto di partecipare al processo costituente per dare vita ad un partito del Lavoro, di contenuti eco socialisti. Insomma, cosa ben diversa dal PD, che, nel corso degli anni, si è trovato molto più sinergico a scelte neo liberiste piuttosto che socialiste, sempre più distante dagli elettori.

Mi permetto di nutrire seri dubbi sulla riuscita di una mutazione genetica del PD in senso socialista. Tant’è che alla fine ci si “accontenta” di Elly Schlein, che è uscita dal Pd, proveniente da Possibile ed ora rientrata dentro il partito per guidarlo.

Già.  Fino a novembre Elly Schlein si pronunciava in maniera determinata sulla necessità di costituire un soggetto autenticamente eco socialista in questo paese. Ma, come entrata in campagna per le Primarie, la parola “socialista”, condannata alla damnazio memoriae in primo luogo dai calcinacci del muro di Berlino (ma noi non c’entravamo nulla con l’Orso sovietico, almeno dal 1956), poi dalla crisi giustizialista della Prima Repubblica che, nel cancellare tutti i partiti protagonisti dal dopo guerra, offrì la stura per la liquidazione dei principali  asset pubblici a partire dal 1992, cessa di essere presente nel vocabolario di Elly.

Perché rischierebbe di divenire urticante con la parte centrista del Partito, che ha ben liquidato il Socialismo come se fosse un vecchio arnese della storia al pari del giacobinismo. (Principio paradossalmente condiviso dalle intenzioni del Terzo Polo che vorrebbe far confluire la tradizione del Socialismo liberale in quella liberal democratica o cattolico liberale. Insomma, facendola definitivamente affogare nei fatti concreti dove Churchill e i fratelli Rosselli si danno la mano…) Quel corpaccione che ha condizionato la politica del partito senza mezzi termini, autocelebrandosi e raccogliendo alla fine la fuga inesorabile di oltre 5 milioni di elettori, venderà cara la pelle, statene certi.

Dunque, il nuovo PD sarà presumibilmente liberal, ma di certo non socialista.

Fatta l’analisi, occorre valutarne le conseguenze nel medio periodo. E, di certo, la capacità attrattiva di Elly, che sposta il partito verso un movimentismo che Pietro Nenni presumibilmente avrebbe trovato molto somigliante al ribellismo massimalista dei primi decenni del secolo ventesimo, con le dovute proporzioni s’intende, funge da sirena soprattutto nel mondo dell’astensionismo di sinistra, nei 5 Stelle e nelle micro formazioni che si trovano nell’intercapedine e fra 5 Stelle e PD. Insomma, un’area che rischia di essere erosa proprio dalla Schlein, proprio perché divisa. Magari fra un anno o due Elly avrà riportato il partito al 25 per cento, ma avrà il deserto alla sua sinistra. Condannata come miglior fiore di una opposizione permanente, sì, ma ad esserlo a vita.

Socialismo XXI, in questi cinque anni di attività ha posto le premesse, attraverso il Tavolo di Concertazione, mutuato dal metodo dell’Epinay francese, per la costituzione in Italia di un autentico partito eco socialista. Il 25 marzo, torneremo ad incontrarci proprio con tutti quei soggetti che pensano che questa necessità sia ineludibile, in primo luogo per il nostro paese.

Il tempo stringe. I dubbiosi riflettano. Potranno certo salire sul carro del Perdente (vincitore a sinistra, ma non nel paese, s’intende) oppure rischiare un lento inesorabile prosciugamento fino a divenire frazioni elettorali sempre più vicine allo zero. Dall’opposizione è facile non sbagliare e le divisioni gioveranno alle capacità attrattive della Schlein.

Non c’è più tempo da perdere!