CONSIDERAZIONI IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI JOHN LOCKE

di Giustino Languasco – Coordinatore Socialismo XXI Liguria |

«Per ben intendere il potere politico e derivarlo dalla sua origine, si deve considerare in quale stato si trovino naturalmente tutti gli uomini, e questo è uno stato di perfetta libertà di regolare le proprie azioni e disporre dei propri possessi e delle proprie persone come si crede meglio, entro i limiti della legge di natura, senza chiedere permesso o dipendere dalla volontà di nessun altro. È anche uno stato di eguaglianza, in cui ogni potere e ogni giurisdizione è reciproca, nessuno avendone più di un altro, poiché non vi è nulla di più evidente di questo, che creature della stessa specie e dello stesso grado, nate, senza distinzione, agli stessi vantaggi della natura, e all’uso delle stesse facoltà, debbano anche essere eguali fra di loro, senza subordinazione o soggezione, a meno che il signore e padrone di esse tutte non ne abbia, con manifesta dichiarazione del suo volere, posta sopra le altre, e conferitole, con chiara ed evidente designazione, un diritto incontestabile al dominio e alla sovranità.»

Ho voluto premettere questa considerazione di John Locke sullo “stato di natura” iniziale alla narrazione di come è andata il 3 novembre scorso la presentazione del libro del prof. Baldini a cura di “Societa’ aperta” ed “Ethos” le due associazioni sponsor della iniziativa, di cui la prima non ha nulla a che vedere con la omonima lista elettorale Lauretti. Peraltro l’ing. Lauretti è “anche” filosofo ed era presente tra il pubblico e ha partecioato al dibattito seguente, con una domanda pertinente rivolta ai relatori. Ma non era tra i responsabili organizzativi di esso. Pura omonimia , ripeto.

Il prof Manti infatti ha una sua collocazione di prestigio a livello nazionale nel campo della bioetica in cui sviluppa i suoi studi e le sue pubblicazioni accademiche, che lo pone al di fuori e lontano dalla bagarre e dalla competizione elettorale imperiese e sopra le contingenze polemiche della stessa. Se ha simpatie politiche personali, esse vanno al Socialismo liberale del fratelli Rosselli e ai suoi amici di gioventu’ impegnati ancora oggi nelle idealita’ socialiste e provenienti dall’antico ” movimento dei lavoratori per il socialismo”: legami di stima, simpatia ed affetto molto dovuti a un pregresso di esperienze di vita.

Il prof Manti ha poi anche un lungo trascorso di insegnante nei licei, e ha in Imperia estimatori attenti del suo lavoro accademico, fra gli ex colleghi ( fra cui lo scrivente) che erano presenti in numero significativo alla iniziativa.

E’ stato un bell’incontro, sintetico il giusto, coi tempi giusti , nonostante la data e l’ora non ideali vista la contemporaneita’ di Oliooliva e il vento furibondo, nonche’ le maledette scomode sedie ottagonali della sala convegni della biblioteca, ideazione di qualche stramaledetto architetto d’arredo, e la notoria non buona acustica della rimbombante sala.

ll prof Baldini e il prof. Manti avvicendandosi nella presentazione del libro, hanno con buona retorica chiarito appunto che la lettura di Locke e dei suoi ideali contendenti Hobbes e Stuart Mill, parte di necessita’ da un ” apriori” differente proprio relativo allo ” stato di natura” dell’uomo. Sono state dette dai relatori parecchie cose interessanti, sulla scaturigine e genesi dei moderni concetti di liberta’, proprieta’, diritto alla difesa di tali diritti naturali e al riconoscimento sociale degli stessi, nonche’ al governo e alla sovranita’ per diritto divino o volonta’ popolare.

I temi del dibattito di fine ‘600 e prodromi del successivo secolo dei lumi, con le contese fra Rousseau e Voltaire, con quest’ultimo che si dichiarava allievo di Locke.

Originale e di rilievo la notazione che per Locke la proprieta’ e’ quasi una naturale estensione del lavoro dell’uomo, concetto assai concepibile in una sociata’ ancora fondamentalmente retta da una economia a grazia preindustriale : come tale e’ vissuta e concepita come suo diritto naturale. Cosi come importante la distinzione fra diritto naturale alla liberta’ ” ristretto”, come tale non negoziabile o scambiabile contrattualisticamente, ed “allargato” con connotazioni legate al contesto sociale in cui va declinato e rientrante dunque nella sfera della negoziabilira’ politica.

E’ infatti da questi insegnamenti che deriva, unico nel suo genere, il motto distintivo dei mizraimiti ” felicita’ per tutti gli esseri” e che figura in tutti i documenti del Rito: non solo per gli umani, culmine dell’onda di vita evolutiva attuale, ma anche per i non umani, animali, piante e anche il mondo minerale. Un ideale che possiamo a ragione chiamare ” edenico” e da’ nonostante tutto grande fiducia nella sorte evolutiva spirituale di cio’ che e’. Di questo e’ tracci, ed e’ stato ricordato dai relatori in chiusura dell’evento, in un appassionato, quanto poco ricordato, dibattito del Seicento e che ha interessato anche Jhon Locke.

Di mio , sperando di beccare dai due severi relatori almeno la sufficienza alla sintesi fatta delle loro esposizioni, aggiungo che il primo aspetto , quello della proprietaa’ derivante dal lavoro, pone Locke all’interno della ” religione del dovere” tipica della speculazione massonica sul lavoro , e il secondo , quella della liberta’ “allargata” lo colloca nel filone della ” sociabilita’ associativa” appassionatamente affrontata e dibattuta in quel tempo, ed anche prima, dalle Logge Massoniche di tutta Europa.

Da dove , infine, sottolineo, traggono tutti questi filosofi il loro ” apriori” sullo Stato di Natura umano se non dagli insegnamenti tradizionali massonici , pur di ” schole” contrapposte, che venivano tramandati dai ” riti” praticati nel mondo massonico pre costituzionale antecedente la Gran Loggia di Londra del 1717?

Questo, che do’ all’amico il prof. Manti, e al prof. Baldinim come pulce nell’orecchio, qualora un domani volesse avventurarsi alla ricerca di queste fonti, posso testimoniarlo personalmente per tradizione pervenutami in differenti momenti almeno da due di queste “schole”: lo scozzese primitivo, non quello francese che ne e’ un tardo derivato, che puo’ avere come aggancio il “Teachimg Kilwinning scroll” tuttora conservato dalla Loggia di Kilwinning nelle isole Orcadi: quello scozzese di Francia “old steward” culminante negli insegnamenti di Dom Martinez de Pasqually e quello Mizraimita di Adam uomo rosso.