OGGI INSORGEVA GENOVA: NON DIMENTICARE MAI

di Franco Astengo |

Il 30 Giugno 1960 Genova scendeva in piazza e in piazza della Vittoria “u brichettu” Sandro Pertini spiegò che era necessario respingere il tentativo fascista di svolgere il proprio congresso nella città medaglia d’oro della Resistenza: seguirono giorni di grande tensione e mobilitazione popolare in tutto il Paese, con una forte repressione poliziesca: vi furono 5 morti a Reggio Emilia, a Roma i carabinieri a cavallo caricarono i partecipanti a una manifestazione antifascista a Porta San Paolo ferendo deputati comunisti e socialisti, vi furono altri morti a Palermo e a Catania.

Alla fine di quei giorni convulsi la democrazia vinse e il governo Tambroni fondato sull’alleanza tra democristiani e fascisti fu costretto alle dimissioni e si aprì, per il nostro Paese, una pagina nuova.

Oggi nel momento in cui all’interno del partito di maggioranza relativa come ha lucidamente denunciato Liliana Segre si elevano inni al fascismo e si fa professione di antisemitismo non dobbiamo dimenticare quegli episodi .

Siamo davanti al frutto di vent’anni di sistemi elettorali fondati sul “maggioritario”, della distruzione dei partiti politici e dei corpi intermedi, dello svilimento di ruolo del Parlamento, di una feroce gestione del ciclo da parte del neo-capitalismo globalizzato in un vero e proprio delirio di finanziarizzazione, in conclusione del quale le condizioni materiali di vita dei ceti popolari, il complesso dei diritti sociali, il mondo del lavoro hanno subito colpi durissimi.

Mentre ormai la politica è fatta di costruzione del consenso in precedenza all’espressione di contenuti, al punto da assomigliare molto a come si muoveva la macchina della propaganda del ventennio e si pensa di costruire il “Partito Unico della Nazione” si sta realizzando, attraverso le riforme costituzionali una vera e propria svolta.

A partire dalla raccolta di firme per il referendum sull’autonomia differenziata serve subito la messa in campo di una forte opposizione sociale e politica, non può – sotto questo aspetto – essere perso altro tempo: la sinistra di alternativa e di opposizione deve ritrovare subito una propria identità e una propria autonoma capacità d’iniziativa: l’esempio del Luglio ’60 allora non dovrà essere, in questa occasione, un semplice richiamo al passato ma un modello cui richiamarsi.

Occorre creare le condizioni per una forte tensione sociale cui collegare una altrettanto decisa prospettiva politica.

Occorre un’opposizione consapevole del fatto che, anche adesso, prima di tutto è in gioco la democrazia.