Scritto da Aldo Giannuli. Postato in Le analisi, Politica interna
La destra europea, in tutte le sue espressioni, appare all’attacco ed unita, mentre la sinistra procede in ordine sparso ed è in ripiegamento: cosa succede?
La destra nelle società moderne è sempre viva. La sinistra deve sempre rinascere. La destra è un elemento costitutivo della realtà esistente nella società. La sinistra è una manifestazione della volontà di gruppi e di forze della società per un cambio dell’esistente. La destra è sempre unita perché tutela l’esistente. La sinistra è divisa perché diverse sono le visioni per la costruzione di un futuro. Per la destra l’elemento unificante è nelle cose. Per la sinistra l’unità è ricerca e mediazione al suo interno. La forza attuale della destra è nella incapacità della sinistra a trovare il baricentro di una nuova costruzione delle comunità nazionali e sovranazionali.
E’ Renzi l’omologo di Berlusconi a sinistra?
Tra Renzi e Berlusconi vi sono molti punti in comune. Tutti e due ritengono che siano superate le grandi culture che condizionarono il conflitto sociale e politico nella costruzione delle democrazie moderne.
Tutti e due ritengono:
1)-che il potere sia indivisibile e quindi unificabile sotto una guida illuminata;
2)-che le istituzioni rappresentative debbano essere funzionali all’esercizio del potere esecutivo;
3)-che le disuguaglianze sociali siano attenuate dalla carità pubblica.
La differenza tra Berlusconi e Renzi, riguarda invece la diversità delle platee a cui si rivolgono. Berlusconi parla al moderatismo di massa; Renzi, invece, guarda alle tradizionali forze popolari approfittando della stanchezza generata in loro, dalle grandi paure per l’incerto futuro.
Paradossalmente Berlusconi è un conservatore con venature liberaldemocratiche, mentre Renzi, come il suo recente riferimento dimostra, è simile a de Maistre, massone monarchico, cattolico reazionario, negatore di ogni Costituzione dello Stato moderno e avversario dichiarato della Rivoluzione francese.
Come valuti i rischi connessi al recente referendum in Veneto e Lombardia?
Per valutare i rischi di questi Referendum bisogna tenere d’occhio l’evoluzione/involuzione del sistema politico.
Se la degenerazione istituzionale in atto dovesse proseguire, è fatale che l’autonomismo degeneri in secessionismo.
Che differenze ed analogie vedi fra la crisi del sistema politico del 1992-93 e quella attuale?
La differenza tra il ’92 e il ’93 è notevole. Venticinque anni fa il sistema istituzionale politico era intaccato e non era imploso.
Dopo venticinque anni di accettazione passiva da parte dei partiti residuali della 1° Repubblica e dei partiti novisti di una falsa rivoluzione moralistica, il sistema democratico-parlamentare si è disfatto. La discussione e le votazioni sulla legge elettorale in corso, non segnano la fine del parlamentarismo democratico, ma provocano nella opinione pubblica una pericolosa convinzione: il Parlamento è un Ente inutile.
dal Blog di Aldo Giannuli
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.