A tutti i comunisti e agli ex comunisti, ma dico, volete morire democristiani pur di non approdare al “socialismo”?
Nulla avviene per caso, quando và in crisi un pensiero politico succede di tutto, scompaiono ideali, passioni, entusiasmi, ed emergono guerre fraticide, divisioni, e chi più ne ha più ne metta.
Vengono meno gli elementi dello stare insieme e spesso perché si privilegiano gli interessi personali, più che quelli generali. Saltano partiti, si beccano batoste elettorali, aumenta la sfiducia. L’ultima in ordine di tempo dovrebbe farli contorcere, invece nulla, il “perdente” continua a “perdere” e a sperare su un improbabile futuro 40%, che rimane nei sogni, portando a sbattere e disintegrarsi quel che resta del PD.
La sinistra storica non ha più ragione di esistere, sono cambiate le realtà, il mondo del lavoro, la politica, i partiti, l’economia, siamo entrati in un mondo globalizzato, siamo in un nuovo secolo.
Bisogna compiere uno sforzo: modernizzarsi su un progetto nuovo, nuove visioni, nuove prospettive. Se oggi fosse in vita Enrico Berlinguer avrebbe avuto la forza di rinnovarsi. Invocarlo oggi per la Sua passata stagione politica non ha senso, è superata anch’essa. Così come non è invocando Andreotti, Fanfani, o Forlani che si risolverebbe la questione. Forse, forse, ci potrebbe aiutare una nuova rielaborazione riformatrice: la 4^ Via del Socialismo Riformista Italiano.
E’ obbligo degli intellettuali di sinistra ripensarsi, ripensare il lavoro, l’economia, lo Stato, la politica, i partiti, le masse. Ripensarsi, ripensare, in termini di nuove idee, nuove visioni delle comunità amministrate, programmi nuovi, alternativi, che contrastino i privilegi di casta e gli interessi ad personam, corruzioni, mal governo, ingiustizie sociali. Le misure sono colme!
E’ necessario costruire una “nuova” e “solare” comunità politica, basata su nuovi valori etici e morali e con molta laicità di visioni. Non è facile, perché la sinistra è progressista “per definizione” e conservatrice per azione”per modus operandi”…..
Ci vorrebbe un “campo largo socialista“, che attualmente non c’è. Bisognerebbe costruirlo, vincendo tutte le resistenze che alcuni possono avere verso la desinenza”socialista”, che invece è piena e ricca di valori politici e sociali . Ma non lo si costruisce con i “sempre giovani vecchi tromboni”, ma con un movimento di giovani socialisti, democratici, laici, riformisti e progressisti, su una piattaforma politica capace di svuotare i populismi ed offrire soluzioni.
Le questioni del momento, l’età pensionabile e le pensioni, per risparmiare 148miliardi di euro in spesa sociale scendono in campo le più disparate forze liberiste e tutte a voler comprimere la spesa sociale, non capendo che queste questioni si affrontano creando nuovi posti di lavoro, e ponendo il lavoro al primo posto come elemento di libertà.
Come socialisti dobbiamo dirlo fortemente, ci dobbiamo differenziare, tornare nella mischia politica e non aver paura di stare dalla parte del lavoro, dell’equilibrio del Welfare State, soprattutto dalla parte dei “bisogni”.
In questi ultimi anni, fra le tante crisi, non è da farsi sfuggire la crisi politica che ha investito tutte le forze della sinistra, sia sul piano politico-strategico che di consenso. Crisi politica che, con l’azione di governo centrale e periferico, ha alimentato populismi e destre-xenofobe. Crisi generata da cause congiunturali, malgoverno, corruzione e malaffare, assenza di figure politiche e di leadership all’altezza delle situazioni.
Se non si comprende che la crisi elettorale e culturale della sinistra deve passare necessariamente da una “nuova formazione politica movimentista“, si perderà ulteriore tempo e si regalerà la vittoria alle destre per incapacità a rinnovarsi. Il Rinnovarsi o Perire và rivolto a tutto il mondo socialista ed a tutte le forze della sinistra.
Vogliamo porci , tutte/i indistintamente, la domanda: E’ tempo di una sinistra socialista?
Certamente sì!
Nel secolo scorso la caratterizzazione predominante della sinistra fu comunista, in maniera sostanziale fu alimentata e sospinta dal partito comunista. I socialisti italiani invece furono fortemente avversati. Perché convinti che la sinistra o è socialista o non è sinistra.
Tutto il mondo comunista, per tutto il novecento, ha ostacolato in tutti i modi l’idea dei socialisti che la sinistra dovesse essere socialista. La storia però ne ha decretato la giustezza dell’intuizione socialista, la giustezza delle scelte di rottura e di condanna dei regimi dispotici, la giustezza di stare dalla parte dei sistemi democratici prima e socialdemocratici poi.
A tutti i comunisti\e ed agli ex comunisti\e, ma dico, volete morire democristiani/e?
Il Pd è diventato una buona “ex democrazia cristiana“, quasi tutti i big Renzi (andreottiano), Boschi (fanfaniana), Fraceschini (forlaniano), Gentiloni (rutelliano) l’area fondatrice quasi tutta ex Pci é fuoriuscita, il PD é in caduta libera elettorale, si attesta su percentuali “davvero inimmaginabili” fino all’anno scorso.
Causa prima “la guida a destra”, e il 4 dicembre scorso, data che ha rotto l’incantesimo renziano (e meno male!).
Quando avvengono le bocciature referendarie su temi Costituzionali, che diventano storiche, inesorabilmente si trasformano in sconfitte emorragiche difficili da emostatizzare. I consensi e i voti escono per perdita di fiducia, e una volta usciti non rientreranno più.
Oggi, si intravede una nuova via a base della sinistra, tutta l’area progressista e riformista dovrà capire che la sinistra o sarà socialista o non sarà sinistra! Nella peggiore delle ipotesi potrebbe non contare molto, fare testimonianza, ma il socialismo esisterà sempre. Si rifarà più in là. Qualche breve periodo di “purgatorio, lontani dal potere“, non farebbe male, se non altro per riprendere l’abitudine alla lotta.
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.