ULTIMO, MA NON ULTIMO..

Robert Owen è il primo e il più significativo tra i socialisti utopisti. Comincia a lavorare a dieci anni come commesso di negozio a Londra; nel 1789 apre una piccola industria tessile. Il successo di questa gli permette di acquistare dieci anni dopo, nel 1799, le filande di New Lanark in Scozia.

La sua mentalità è strettamente legata alla sua esperienza di dipendente prima, e di capitano d’industria poi; si rende conto che il modello di self-made man teorizzato dagli economisti è un’astrazione, in quanto le condizioni ambientali non possono non influenzare gli individui: l’ambiente quindi deve essere costruito a servizio dell’uomo, prima di pensare a qualsiasi vantaggio economico, individuale e collettivo.

Owen sperimenta questa sua idea nella gestione delle filande di New Lanark, iniziata simbolicamente il 1° gennaio del 1800. Queste diventano una fabbrica modello grazie all’introduzione di nuovi macchinari, buoni salari, abitazioni salubri e alla costruzione presso la fabbrica un asilo infantile, il primo in tutta l’Inghilterra; una parte dei profitti industriali viene destinata al miglioramento delle condizioni di vita degli operai. Egli istituisce inoltre nel 1816 un singolare centro di servizio, chiamato Istituzione per la Formazione del Carattere.

Ciò non impedisce comunque a Owen di realizzare forti guadagni, consentendogli di affrontare con successo le proteste dei soci, che nel 1813 vengono sostituiti da persone di maggiore apertura mentale, tra cui il filosofo Jeremy Bentham. Nella prima metà dell’Ottocento l’officina di New Lanark diviene famosa, tanto da attirare visitatori da tutto il mondo.

Il successo economico della sua impresa, negli stessi anni in cui l’Inghilterra è attraversata da una grave crisi economica e la disoccupazione raggiunge livelli preoccupanti, convince Owen a proporre una generalizzazione della sua proposta. Elabora quindi nel secondo decennio del secolo un modello di convivenza ideale: un villaggio per una comunità ristretta, che lavori collettivamente in campagna ed in officina, e sia autosufficiente, avendo al suo interno tutti i servizi necessari. Owen espone per la prima volta questo piano nel 1817 in un rapporto ad una Commissione d’inchiesta sulla legge dei poveri (R. Owen, Report to the Committee for the Relief of the Manufacturing Poor, 1817); in seguito difende la sua proposta su vari giornali e la sviluppa con maggiore ampiezza in un rapporto alle autorità della contea di Lanark del 1820 (R. Owen, Report to the County of Lanark, 1820).

L’analisi della società capitalistica da parte di Owen è incentrata sul tentativo di cogliere le ragioni della disoccupazione: queste vengono individuate nel mancato assorbimento della produzione da parte del mercato. La mancanza di domanda è dovuta, secondo Owen, all’impossibilità per i lavoratori di entrare nell’area dei consumatori. Il capitale cerca di porre rimedio a questa crisi abbassando i costi, e quindi ricorrendo al lavoro delle macchine o abbassando i salari, ma ciò non fa che peggiorare la situazione.

Per sanare la situazione deve dunque succedere una di queste tre cose:

  1. l’uso dell’energia meccanica deve essere fortemente diminuito;
  2. milioni di esseri umani devono morire di fame, per permettere l’attuale livello produttivo;
  3. bisogna trovare un’occupazione vantaggiosa per i poveri e i disoccupati, a cui il lavoro meccanico deve essere subordinato, invece di essere indirizzato, come ora accade, a sostituirlo.

Owen dimostra che la terza alternativa è la sola possibile; per combattere la disoccupazione bisogna dunque promuovere profondi cambiamenti nella società esistente, che portino a pianificare sia la produzione che la distribuzione; è preferibile inoltre passare dalla concorrenza e dall’iniziativa individuale all’organizzazione comunitaria della produzione.

A tutti vanno concesse condizioni ambientali favorevoli ed equilibrate, inclusa tra queste la possibilità di un’istruzione scolastica di base; accanto al nuovo assetto sociale viene anche elaborato un nuovo tipo di insediamento finalizzato a favorire la vita associata ed a regolare la produzione.

Il modello fisico proposto da Owen nel 1817 (R. Owen, Report to the Committee for the Relief of the Manufacturing Poor, 1817) consiste in un insediamento di circa 1.200 persone, circondato da 1.000-1.500 acri di terreno. La pianta del villaggio è costituita da una grande unità edilizia quadrilatera, diviso al suo interno in settori dagli edifici pubblici (cucina pubblica, depositi, scuola e biblioteca). Tre lati del quadrilatero perimetrale sono destinati alle case, il quarto ai dormitori per tutti i bambini che eccedano i due per famiglia, o che abbiano più di tre anni. All’esterno del quadrilatero orti e giardini, circondati da strade e «al di là di questi, abbastanza distanti per essere schermati da una zona alberata, sorgeranno i laboratori e le industrie». Il piano viene ulteriormente illustrato nel 1820 (R. Owen, Report to the County of Lanark, 1820). Questa proposta di Owen è il primo piano urbanistico moderno sviluppato in ogni sua parte, dalle premesse politico-economiche al programma edilizio e al preventivo finanziario.

Quanto alla realizzazione effettiva di queste proposte, Owen sostiene che esse possano interessare i singoli imprenditori, le società industriali, ma anche le stesse autorità pubbliche. Egli quindi si impegna in un’assidua opera di propaganda, presentando le sue proposte a tutti i grandi personaggi del suo tempo: al futuro zar Nicola I in visita a New Lanark, a Napoleone I confinato all’isola d’Elba, all’imperatore di Russia Alessandro I durante il congresso di Aquisgrana, oltre che ai governanti del suo paese. Ma il mancato successo dei suoi tentativi lo convince a tentare di persona.

Al corrente delle esperienze già condotte negli Stati Uniti, decide di fondare una comunità cooperativa in America. Nel 1825 acquista da una setta protestante un terreno di 30.000 acri nell’Indiana, per 190.000 dollari. Il villaggio viene ribattezzato New Harmony. Owen vi attira molti uomini di cultura americani ed un gruppo di scienziati e di educatori, fra cui William Maclure. Tuttavia ben presto si aprono dissidi e contrasti nella gestione, dovuti in parte all’intransigenza di Owen, che sfociano nella secessione di individui e gruppi dissidenti tra cui Maclure, che fonda una sua comunità autonoma chiamata Macluria. Owen abbandona quindi la colonia nel 1828, lasciandone la direzione ai figli. Contemporaneamente vedono il fallimento anche le iniziative prese da seguaci di Owen a Orbiston in Scozia (nel 1826), ed a Ralahine in Irlanda (nel 1831).

Tornato in patria, impoverito, Owen si avvicina al vero pubblico delle sue teorie, la classe operaia e le nascenti organizzazioni sindacali, si dedicò all’organizzazione delle Trade Unions, cercando di promuoverne l’unificazione a livello nazionale e in seguito fu organizzatore di cooperative di consumo fra i lavoratori. Per queste sue iniziative nel campo dell’associazionismo e del sindacalismo, più che per le sue teorie socialiste, Owen fu di fondamentale importanza nella storia del movimento operaio brittanico. Così viene descritto da Friedrich Engels, in L’evoluzione del socialismo dall’utopia alla scienza (1880): “Apparve allora come riformatore un industriale ventinovenne, un uomo dal carattere di fanciullo, semplice sino al sublime e ad un tempo dirigente nato come pochi. Robert Owen aveva fatta sua la dottrina dei materialisti dell’illuminismo, secondo la quale il carattere dell’uomo è, da una parte, il prodotto dell’organizzazione in cui nasce e, dall’altra, delle circostanze che lo circondano durante la sua vita e specialmente durante il periodo del suo sviluppo.” Ed aggiunse: “Ogni movimento sociale ed ogni reale progresso in Inghilterra da parte dei lavoratori è legato al nome di Robert Owen.”

In seguito a ciò le sue idee vengono definitivamente messe al bando. Anche per questi motivi Owen si dedica principalmente all’organizzazione del movimento cooperativista (Grand National Consolidated Trades Union), ed in questa prospettiva tornerà in seguito a proporre associazioni comunitarie modello: una comunità owenita funziona dal 1939 al 1946 a Queenswood nell’Hampshire, ma si dissolve per i contrasti sorti tra operai e finanziatori del progetto. Secondo Leonardo Benevolo: “Owen è per vari aspetti il più importante degli utopisti dell’800, anche se non è il più fortunato; le sue qualità personali, l’amore per il prossimo, la confidenza con le macchine e il mondo industriale gli permettono di veder chiaro in molti problemi sociali ed urbanistica, là dove gli occhi dei contemporanei sono velati da teorie convenzionali. La sua illimitata fiducia nell’educazione e nella persuasione, rende difficili i suoi contatti con il resto del mondo, e provoca il fallimento di tutte le sue iniziative concrete, dopo New Lanark”.