SOCIALISTI IN MOVIMENTO A LIVORNO

di Angelo Sollazzo

Vi è una nuova categoria dei comportamenti politici post-elettorali: le dimissioni per finta.
Il terremoto elettorale del 4 Marzo ha lasciato sul terreno morti e feriti gravi.Tra questi la sinistra italiana e quello che restava del partito di Nencini. A pochi giorni dal voto assistiamo alla partita delle beffe, sul chi ha perso di più, su chi deve assumersi le responsabilità, su chi è titolato a ricostruire la casa distrutta. Con tali presupposti la sinistra non verrà mai ricostruita e, se chi ne porta la responsabilità più grande non fa un passo indietro, allora è proprio la fine.
Socialisti in Movimento non hanno mai aderito a Liberi ed Uguali e chi lo ha fatto stato solo a titolo personale.

Ben due riunioni nazionali avevano confermato la tesi che pur riconoscendo apprezzabile il tentativo di ricostruire a sinistra un soggetto politico fuori dal PD, la scelta di non inserire una quarta gamba di chiara matrice socialista e il conseguente atteggiamento di chiusura verso i socialisti , ci aveva portato a estraniarci da tale progetto, pur consentendo ai propri militanti di candidarsi in tale contenitore.

Siamo stati facili profeti, LeU supera a malapena il 3%, nella composizione delle liste ci si preoccupa solo a salvaguardare il proprio ceto politico. Dopo la catastrofe elettorale Grasso neanche pensa a prendere in considerazione un proprio passo indietro. Idem per Bersani, noto portatore di jella, Boldrini etc.

Stessa sorte per Fratoianni che fa finta di dimettersi, e per Civati che è stato il più penalizzato di tutti. Insomma LeU e morto, ma bisogna avvisare la famiglia. Con gli stessi personaggi responsabili della pesante sconfitta non si ricostruisce nulla. Socialisti in Movimento non hanno nulla a che spartire con tali persone. Di Renzi abbiamo parlato e scritto abbondantemente e credo sia interesse del PD impedirgli di continuare a parlare con tracotanza ed arroganza, pena la sparizione totale del partito.

Veniamo a Nencini ed al listone “Insieme”. Erano stati annunciati sfracelli. Il 3% era dietro l’angolo, Prodi che pontificava e raccoglieva messi di consensi. Alla fine si otteneva il peggiore risultato della storia socialista italiana. Nencini si dimetteva per finta, lasciando tutti nello sconforto, dieci anni di catastrofi non gli sono bastati. Siamo al ridicolo.

Per tutti questi motivi l’ultima riunione di Socialisti in Movimento ha rimarcato la propria adesione a Livorno 2018, ha sottolineato la grave situazione interna del PSI, ed ha assunto la determinazione a tentare, con i “compagni di Livorno”, di rimettere in campo un soggetto politico di chiara ispirazione socialista, autonomo ed identitario, con nuovi dirigenti, giovani e preparati, il cui obbiettivo deve essere l’affermazione degli ideali e valori socialisti e non la ricerca spasmodica di un seggio o di un incarico.

Questo e solo questo deve essere il ruolo che i tutti i compagni, che nel passato hanno avuto posizioni di primo livello, devono perseguire.
Diversamente saremo morti anche noi e le famiglie sono stati già avvisate.