LA FONDAZIONE NENNI PER LIVORNO 2018

Care/i compagne/i,

Nel farvi gli auguri vorrei fornire uno spunto di riflessione al vostro convegno che riguarda il periodo immediatamente successivo alla scissione di Livorno, che è l’oggetto del vostro seminario. Una fase storica, quella del 1922-1923, molto delicata per il nostro Paese ma anche per il Partito socialista che subisce un’altra scissione e che rischia, con il congresso del 1923, di scomparire. In questa fase emerge rapidamente la figura e lo spessore del giovane faentino Pietro Nenni che nel 1920 aveva lasciato il Partito Repubblicano per abbracciare il socialismo.

Nell’ottobre del 1922 l’ala riformista di Turati, Treves e Matteotti veniva espulsa dal partito e costituiva il Partito Socialista Unitario (PSU). Il 26 ottobre del 1922 una delegazione socialista composta da Serrati, direttore dell’Avanti!, Maffi, Romita e Garuccio, si recò a Mosca; in quell’occasione si concordò un progetto di fusione tra il PSI e il PCd’I. Il nuovo partito avrebbe dovuto chiamarsi Partito comunista unificato d’Italia.

Negli organi dirigenti la maggioranza sarebbe comunista e l’Avanti! diretto da Gramsci. Per Nenni questa scelta rappresentava la liquidazione del partito e costituì con Arturo Vella un Comitato di difesa per “l’autonomia socialista”, per tutelare un Partito che alle elezioni del 1919 aveva preso oltre il 32% (divenendo la prima forza del Paese), che aveva 200.000 iscritti e il proprio giornale vendeva 400.000 copie. Nacque così un violento contrasto con Serrati che da Mosca ordinò di sbarazzarsi di Nenni. Il 3 gennaio del 1923 Nenni motivò la propria posizione in un lungo articolo sull’Avanti!: “Il Partito deve essere interrogato subito, sul solo punto che interessa: la fusione immediata […] a mezzo di referendum”. Lasciarlo nel marasma delle ultime settimane, “vuol dire assassinarlo”. Conclude lapidario: “Una bandiera non si getta in un canto come cosa inutile. Si può anche ammainare, ma con onore, con dignità”. Interviene, pesantemente, anche l’Internazionale Comunista: “Noi insistiamo”, si legge in un suo dispaccio del 18 gennaio, “sull’allontanamento di Nenni, e che la sua opera nociva venga smascherata come disorganizzatrice del movimento proletario”. Ma né la Direzione, né l’Avanti! obbedirono: in realtà il partito era contro la fusione. Pietro Nenni ebbe un ruolo chiave durante il congresso socialista di Milano del 15–17 aprile 1923 e le sue tesi autonomiste trionfarono su quelle fusioniste di Serrati. Di fatto salvò il Partito socialista da quella che sembrava un’inevitabile evaporazione. Per tale ruolo assunto Nenni entrò nella Direzione del partito e venne nominato Direttore dell’Avanti!.

Pochi spunti che spero possano essere utili al vostro dibattito.

Nell’augurarvi buon lavoro, vi porto gli affettuosi saluti del Presidente della Fondazione Nenni Giorgio Benvenuto.

Antonio Tedesco  Segretario Generale Fondazione Nenni