Caro Enrico,
non sottovaluto l’importanza del documento approvato in Piemonte, ma debbo osservare che mi sembra tardivo ed inefficace vista la piega assunta dal partito e in particolare da Nencini dopo il 4 marzo.
L’aver consentito di accettare finte dimissioni presentate più che altro ad una riunione di amici (poiché non era quella la sede per decidere il futuro del segretario, ma il consiglio nazionale dove, oltre che discutere le ragioni del disastro elettorale del psi e della sinistra in generale, si sarebbe dovuto decidere sia sulla permanenza del segretario, sia sulle azioni politiche da compiere) ha consentito a Nencini di stracciare lo statuto del partito e di svolgere funzioni tipiche di un commissario politico.
Appare in tutta evidenza l’assoluta irrilevanza che Nencini attribuisce al malessere esistente in varie zone del partito, continuando imperterrito a perseguire un disegno, l’alleanza repubblicana, che oltre a ricordare strade già note, sostanzialmente destinate al tentativo di garantire la sua personale sopravvivenza, è sbagliata poiché verrà individuata come forma di autodifesa delle nomenclature perdenti.
Se il PSI non si fosse rassegnato alla guida di Nencini, avrebbe dovuto, con altri protagonisti, porre il problema del socialismo in Italia e in Europa riflettendo sugli errori commessi seguendo terze vie che altro non sono state se non un neoliberismo progressita che ha fatto smarrire le ragioni del socialsmo dempocratico e su questa base aprire il confronto con tutta la sinistra.
Mentre in Piemonte avete approvato il documento che cortesemente mi hai inviato, Nencini ha diffuso un suo comunicato vocale con cui indica il percorso che seguirà.
A me sembra che il partito viva nella più assoluta confusione politica ed organizzativa dove ciascuno fa ciò che crede alla ricerca di una improbabile salvezza personale. In questo modo non si può davvero pensare che si possano creare le condizioni per uno sforzo comune.
Troppe ambiguità, non servono a risolvere i problemi del partito e men che meno ad avviare il confronto politico necessario a valutare il grado di convergenza utile per ricostruire una comunità socialista aperta a chiunque senta viva la necessità di restituire all’Italia una forza che abbia a fondamento principi e cultura solidi condizione indispensabile per superare aggregazioni confuse che finora hanno avuto breve vita e non sempre virtuosa.
Temo caro Enrico, e spero di sbagliare, che il destino del psi sia segnato, ma non lo è quello del socialismo che giorno dopo giorno vedo essere invocato persino da altre formazioni politiche, anche se ad oggi non hanno avuto fino in fondo il coraggio di compiere la scelta conseguente.
Noi proveremo a mantenere in vita questa prospettiva anche se il psi ha rinunciato a volerla perseguire.
Un sincero fraterno abbraccio,
Aldo Potenza
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Ordine del giorno approvato dal Direttivo regionale Piemonte
Con il varo del nuovo Governo si è chiusa una fase politica lunga e travagliata, una sconfitta per il centro-sinistra ed un arretramento del peso parlamentare dei socialisti. Comincia per noi un doveroso cammino di riflessione, di impegno e di riorganizzazione. Riflessione sulle ragioni più generali che hanno portato il populismo al Governo e sulle difficoltà che affrontano i riformisti in Italia e in Europa a governare i processi dell’economia nel mondo globalizzato. È mancata sicuramente in Italia, una capacità di cogliere i problemi delle fasce sociali più in difficoltà, ma anche del ceto medio, per ragioni molteplici, non ultima la crisi economica più generale e la riduzione degli interventi di sostegno, determinati dalla necessità di contenere un deficit che tendeva ad andare fuori controllo.
Un Europa sordida ed egoismi nazionali hanno enfatizzato il fenomeno epocale dell’immigrazione clandestina, reso più acuto dalle crisi di alcuni Stati nazionali in disfacimento. Tutto ciò ha aumentato disistima verso le forze politiche di governo ed anche dell’opposizione tradizionale, dando spazio al non voto ed ai qualunquismi e populismi che hanno portato con l’aiuto di alcune proposte programmatiche fortemente elettoralistiche e di difficile attuazione, ad accrescere l’area del consenso su forze che hanno alimentato irresponsabilmente miraggi e politiche taumaturgiche di soluzione dei problemi. Si pone quindi urgentemente l’iniziativa per difendere in Italia la tradizione socialista e riorganizzarla, per contribuire alla sfida che in ogni caso la necessità del cambiamento mette in atto sul terreno delle scelte economiche, sociali e istituzionali.
Il nostro Partito deve continuare a promuovere il rinnovamento nei suoi quadri direttivi, ma anche contribuire alle cesure delle divisioni che devono stare alle nostre spalle; deve, inoltre, aprirsi alla convergenza di movimenti di altre culture politiche democratiche, che possono concorrere alla creazione di un nuovo soggetto riformista in grado di determinare un’adeguata azione di contrasto alle derive contemporanee e sia capace di varare un nuovo progetto di società inclusiva e più giusta, che sappia riconoscere disagi, meriti e sia in grado di predisporre risposte adeguate, anche sul piano dello sviluppo economico. In questo senso promuoviamo un invito e un appello ai compagni che hanno dato vita in questi anni ad associazioni e movimenti diversi dal PSI, pur tuttavia mantenendo una coerente identità socialista. Segnatamente ci rivolgiamo ai compagni di area socialista e di socialisti in movimento ed altri ancora, affinché si riaggreghino con noi per contribuire a un’azione di riflessione, impegno e rilancio del Partito Socialista Italiano per le sfide politiche ed elettorali che ci attendono in modo da contribuire ad una nuova lotta nell’interesse generale della Sinistra Italiana e del Paese.
Per aprirsi al più alto confronto libero e democratico si ritiene che il PSI, sin d’ora, debba impegnarsi a convocare, dopo un approfondito dibattito, con chi intenderà parteciparvi, un Congresso straordinario di ricostruzione, in grado di mettere la comunità socialista in condizione di affrontare efficacemente le difficili sfide che verranno. In una fase in cui i processi politici tendono a ridurre gli spazi di democrazia e di dialettica tra le diverse posizioni in campo, oscurando percorsi decisionali e flussi di finanziamento di varia natura, alla politica si pone urgentemente il problema dell’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, per la regolamentazione per legge dei Partiti e per la definizione della loro organizzazione interna, in senso democratico, in un momento in cui sta accadendo di tutto. In questo senso si chiede che il PSI si faccia promotore di un’iniziativa nazionale nei territori e in Parlamento da parte della sua rappresentanza, per garantire all’Italia Partiti democratici, processi decisionali trasparenti e flussi finanziari chiari e legali. Per avere istituzioni pubbliche democratiche è indispensabile avere Partiti democratici al loro interno.
Approvato dal Direttivo Regionale del Piemonte del PSI il 17.06.2018
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.