IL LABOUR DI CORBYN DOVE FANNO IL CONGRESSO VERO

EM.MA in corsivo

Il congresso del partito laburista britannico, svoltosi in questi giorni a Liverpool, si è concluso approvando la relazione di Geremy Corbyn. Il quale ha proposto una piattaforma politico-programmatica in cui si sostiene che il capitalismo liberista è responsabile della grave crisi economica e sociale che ha attraversato il mondo dal 2008 in poi ed è un capitalismo che contrasta radicalmente con gli interessi e le esigenze del Regno Unito. E, quindi, Corbyn ha proposto un’alternativa che consiste in una politica di riforme radicali nell’economia e nella vita sociale che richiama gli ideali del socialismo.

Innanzitutto vorrei dire, a chi in Italia milita o ha militato nel Pd, che quello del Labour è un congresso vero, si svolge ogni anno, con delegati eletti dagli iscritti che in questi anni sono cresciuti con una larga partecipazione dei giovani e dove si votano le mozioni congressuali. Questa è la democrazia di un partito. Il Pd, invece, non fa congressi veri e gli iscritti, pochini, non contano niente. Infatti ormai sono i capicordata che posseggono pacchi e pacchetti di tessere fasulle da utilizzare quando occorre.

I laburisti a Liverpool hanno approvato democraticamente un programma di riforme che, come ho detto, fanno riferimento agli ideali del socialismo. Sul Corriere della Sera, che ha mosso continuamente pesanti e spesso immotivate critiche a Corbyn, oggi il corrispondente Luigi Ippolito, dopo aver elencato le riforme proposte da Corbyn (consegnare ai lavoratori delle grandi aziene il 10% delle azioni, fare sedere i rappresentanti degli operai nei consigli di amministrazione, nazionalizzare le ferrovie, le poste e le industrie energetiche) annota: “Idee queste (di Corbyn) che, stando ai sondaggi, trovano il consenso della maggioranza dei cittadini”. Quindi, il leader laburista esprime oggi esigenze e problemi che interessano la gran parte del popolo britannico. Il corrispondente de La Repubblica, Enrico Francheschini, a sua volta osserva che Corbyn “ha proposto una narrazione convincente”. E, tra l’altro, sottolinea che “se non sarà la sinistra ad offrire una soluzione radicale alla crescita del razzismo e della xenofobia, alla crisi della democrazia, saranno altri a riempire il gap con la politica dell’odio e della divisione”.
Nessuno, più di noi in Italia, sa per averlo vissuto, quando sia vera questa constatazione.