DA LIVORNO A RIMINI

di [avatar user=”Aldo Potenza” size=”thumbnail” align=”left” /] Aldo Potenza

Il 24 marzo di quest’anno a Livorno dopo aver indicato le ragioni del declino in Italia e in Europa, delle forze socialiste, abbiamo individuato un percorso per ricostruire una autorevole presenza socialista nel nostro Paese.
Come più volte ricordato, non intendiamo lavorare solo per ricomporre la famiglia tradizionalmente socialista, ma vogliamo promuovere le condizioni affinché alle idee socialiste possano avvicinarsi anche coloro che hanno compiuto altre scelte e sopratutto le nuove generazioni.

Per raggiungere questo obiettivo abbiamo programmato, come stabilito alla conclusione dell’incontro a Livorno, una Conferenza programmatica a Rimini.
A tal fine, con l’aiuto di diversi compagni, sono state elaborate diverse schede con l’obiettivo di animare una discussione e un confronto su ciò che riteniamo utile:

Per rianimare il progetto europeo oggi in grave crisi.

Per aggiornare gli assetti istituzionali del nostro Paese.

Per affrontare le nuove sfide dell’economia con particolare attenzione al lavoro.

Per aver un fisco più equo e favorire la redistribuzione della ricchezza.

Per una diversa legislazione del lavoro.

Per promuovere una nuova politica in favore del meridione.

Per difendere la sanità pubblica.

Alla Garbatella a Roma, poi a Budrio (BO), adesso a Napoli, oltre a discutere su ciò che proponiamo, intendiamo sollecitare l’impegno perché in ogni regione possano sorgere nuclei organizzati capaci di allargare la partecipazione al progetto su cui stiamo lavorando.
L’obiettivo è di preparare una grande partecipazione alla Conferenza di Rimini che approssimativamente sarà organizzata per la seconda quindicina del mese di gennaio 2019.

La politica italiana è in grande fermento. L’elettorato italiano è molto mobile ed instabile. Chi mai avrebbe immaginato che il PD in pochissimo tempo avrebbe dilapidato il successo conseguito alle europee?
Oggi c’è un governo, ma manca una credibile opposizione. La sinistra italiana è stata trascinata nel disastro dal PD e nessuna forza politica nata da quel partito ed in opposizione ad esso ha convinto l’elettorato.
Sappiamo benissimo quanto sia difficile ricostruire una forza di stampo socialista nel clima politico odierno dove si sono diffusi elementi culturali negativi come l’edonismo, l’individualismo, l’egoismo sociale, l’avversione verso la politica, ovvero il contrario della cultura politica socialista democratica che si riconosce nei valori comunitari, solidaristici e nella democrazia partecipata.

Sappiamo anche che chi oggi utilizza il simbolo che racconta una storia gloriosa del socialismo italiano, ha offerto di se una immagine pessima fatta di rinuncia della politica e della autonomia per ricercare alleanze spurie con l’unico scopo di garantire la sopravvivenza di un piccolo gruppo oligarchico che in definitiva si è poi ridotto al solo segretario del partito.

Ma tutto ciò rafforza la nostra determinazione a lavorare per riaffermare quei valori su cui si fonda il socialismo democratico perché siamo convinti che siano utili all’Italia e ad una Europa che voglia superare la crisi democratica e di consenso che l’attraversa.
L’incontro odierno coincide con l’annuncio delle decisioni politiche assunte a base del DEF. Ci sembra quindi doveroso avanzare qualche osservazione al riguardo.
In linea di principio non riteniamo sia giusto condannare il ricorso all’indebitamento, ma ciò che ci preoccupa è l’aumento della spesa corrente a cui non fa riscontro una vigorosa azione in favore dello sviluppo.

In altre parole ciò che non ci convince è la destinazione delle risorse.
Inoltre dei 40 miliardi della manovra 27 sono in deficit e 13 da ricercare tramite tagli alla spesa pubblica.
Ovviamente in mancanza sia di precise indicazioni su come verrà garantito il reddito di cittadinanza sia di come verranno ricercati nel bilancio i 17 miliardi mancati, non è possibile valutare l’efficacia delle misure annunciate.
Ciò che possiamo osservare è che la manovra non appare convincente sul terreno dello sviluppo e dell’incremento dell’occupazione.