COSTITUZIONE ED ASSETTI ISTITUZIONALI

COSTITUZIONE E ASSETTI ISTITUZIONALI

PREMESSA:

Con il NO espresso al referendum confermativo non si è voluto escludere la necessità di un aggiornamento della nostra Costituzione, ma si è voluto sconfiggere un disegno che modificava in senso oligarchico la nostra Costituzione, che in verità ha subito diverse manomissioni senza un disegno organico che ne ispirasse le modifiche.

I socialisti ebbero il merito di capire, inascoltati, che era necessario un aggiornamento della Costituzione e proposero “La Grande Riforma”.

Dopo il 1989 si concluse un capitolo della storia mondiale ed europea. La Costituzione, nata nell’immediato dopo guerra, appare sempre meno rispondente sia alla nuova realtà economico-sociale, sia alla evoluzione compiuta dalla UE, sia alle trasformazioni politiche che sono intervenute.

La necessità di un ripensamento generale delle nostre Istituzioni appare in tutta evidenza.

Finora o è prevalso il conservatorismo dettato dalla paura del cambiamento, o si è posta l’attenzione alla mera questione della governabilità. Oggi, anche alla luce delle continue forzature compiute rispetto alla lettera della Costituzione, appare drammaticamente urgente l’approvazione DELLA COSTITUENTE A BASE RIGOROSAMENTE PROPORZIONALE, per avviare un ripensamento dell’intero impianto costituzionale.

Ogni ritardo rischia di lasciare spazio a soluzioni pasticciate dall’orientamento autoritario o oligarchico con l’illusione che il problema sia la governabilità alla quale si dovrebbe sacrificare la rappresentanza e quote sempre più ampie di democrazia partecipata.

Si propone che l’idea FEDERALISTA non vada accantonata, ma rivalutata in un quadro complessivo delle funzioni delle Istituzioni rappresentative.

Nella ipotesi di revisione Costituzionale appare opportuno considerare la riduzione dei Parlamentari sia alla Camera che al Senato.

Si propone un intervento che consenta un iter legislativo più snello a decreti e leggi e una legge elettorale proporzionale con uno sbarramento del 3% insieme alla sfiducia costruttiva.

Appare necessario valutare l’opportunità di superare i vecchi confini delle regioni affrontando la questione delle macroregioni, magari attraverso referendum che coinvolgano i cittadini interessati.

Sia nel caso di un diverso assetto delle Regioni, sia che nulla venga cambiato è indispensabile, nel primo caso rivalutare il ruolo amministrativo delle Province, nel secondo occorre ridefinirne il ruolo, anche alla luce della esperienza compiuta dalle associazioni dei comuni.

Particolare sostegno è necessario offrire alla fusione volontaria dei comuni.

E’ indispensabile rivalutare il ruolo dei Consigli comunali e regionali ridotti a ratificare o poco più le decisioni delle rispettive Giunte.

Particolare impegno è necessario affinché sia approvata una legge per l’attuazione dell’art 49 della Costituzione imponendo che sia garantita la partecipazione democratica degli iscritti alla attività del partito, la rigorosa incompatibilità dei responsabili di partito a ricoprire cariche istituzionali e la definizione di uno statuto delle minoranze. Inoltre la esclusione, per chi non rispetta le disposizioni della legge, da ogni forma di finanziamento pubblico all’attività del partito e dei suoi rappresentanti.

L’art. 81 della Costituzione sul pareggio di bilancio deve essere riferito alle sole spese correnti.

A questo proposito si ricorda che il testo dell’art.81 della Costituzione stabilisce che “Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali”

Per quanto riguarda gli investimenti, invece, si possono seguire due strade:

  • ogni anno si risparmia qualcosa per poterlo investire nel momento in cui i fondi accantonati sono sufficienti a fare l’investimento;

  • ci si indebita e si fanno da subito gli investimenti necessari; con i frutti generati dagli investimenti fatti si ripagano interessi e quote capitali degli investimenti fatti.

Non è chi non veda da subito tre elementi:

  • l’investimento a debito è fatto molti anni prima di quello fatto accantonando i necessari fondi;

  • l’investimento fatto deve essere supportato nei progetti e nell’attuazione da una redditività sociale (aumento del PIL) verificabile e testabile in modo continuo, tale da giustificare l’investimento stesso e la sua sopportabilità finanziaria;

  • esiste una solidarietà generazionale nei tempi dei sacrifici connessi all’accantonamento dei fondi ed al godimento dei frutti dell’investimwnto fatto; nel primo caso la generazione A farebbe i sacrifici e la generazione B ne godrebbe i frutti; nel secondo caso sacrifici e godimento dei frutti gravano e beneficiano i cittadini senza discriminazioni generazionali.

Questo obiettivo, condiviso dalla maggioranza degli economisti, serve ad uscire da una miope politica di austerity, responsabilizzare le gestioni dei singoli paesi, avviare una metodologia di accountability responsabilizzante, introdurre in europa una filosofia programmatoria oggi deludente.

Deve essere inoltre preambolo ad una funzione dell’Europa quale organo programmatore degli interventi finalizzati alla convergenza dei fondamentali economici dei vari paesi membri.

PER RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO italiano in mani estere si propone quanto segue:

Gli immobili in possesso dello Stato potrebbero essere conferiti ad un fondo gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti al fine di vendere le quote del fondo in cambio di titoli privilegiati da collocare sul mercato sotto la parità (90/95 su 100) (come per le obbligazioni) garantendo agli acquirenti la restituzione del valore nominale più gli interessi del 3% annuo.

L’operazione dovrebbe essere dedicata ai risparmiatori italiani.

In tal modo oltre ad abbattere il debito pubblico si riporterebbe una quota consistente del debito nelle mani degli italiani.