Nelle Foto: in basso a sinistra Mario Tanassi, al centro Pietro Nenni, seduto a destra Giacomo Brodolini
DOCUMENTO CONCLUSIVO VOTATO ALL’UNANIMITÀ
30 Ottobre 1966
Il XXXVII Congresso del PSI sancisce l’unificazione del PSI col PSDI e con gli altri gruppi aderenti alla Costituente Socialista. Ratifica la Carta ideologica e politica, lo statuto e le norme transitorie predisposte dal Comitato paritetico per l’unificazione, prendendo atto del dissenso della minoranza su tali documenti. Raccogliendo l’eredità ideale dei propri martiri, dei combattenti per la libertà e il socialismo, di tutti i militanti che durante lunghi anni, dalla lotta contro il fascismo alla Liberazione, ad oggi, si sono battuti con abnegazione, generosità e coraggio, il Congresso fa appello a tutti i lavoratori, a tutti i democratici amanti del progresso, perché stringendosi attorno al Partito unificato, imprimano una spinta vigorosa al processo di trasformazione e di rinnovamento dello Stato e della società nazionale, per la conquista democratica del socialismo.
* Partito Socialista Italiano, Il XXXVII Congresso e l’unificazione socialista, Ed. La Squilla, Bologna, 1976, p. 134.
Riunione della Costituente Socialista (Roma, 30 ottobre 1966).
CARTA DELL’UNIFICAZIONE SOCIALISTA APPROVATA AL TERMINE DEI LAVORI
1. Il Partito Socialista che sorge dalla unificazione del PSI e del PSDI prende posto nell’azione politica come una forza nuova al servizio dei lavoratori e della vita civile della nazione e per dare risposta e soluzione ai problemi nuovi della società e dello Stato. Il Partito (PSI-PSDI unificati) continua la tradizione del Movimento Socialista Italiano organizzatosi in Partito fino dal Congresso di Genova del 1892. Esso ne raccoglie, come proprio patrimonio, le esperienze dottrinarie, a cominciare da quella fondamentale del marxismo, e le esperienze politiche maturate in tre quarti di secolo di lotte di classe sempre dure e sovente sanguinose. Nella linea di fedeltà a tale tradizione esso vive e si sviluppa nel continuo adeguamento della dottrina e dell’azione all’evoluzione dei tempi e dei rapporti sociali, caratterizzati dall’incidenza sempre maggiore dei lavoratori nella vita democratica del Paese. Il Partito non richiede ai suoi militanti la adesione ad un credo filosofico o religioso ed accoglie, con pari diritto di cittadinanza, tutte le correnti di pensiero che accettano i principi etici e i postulati politici e sociali ispirati agli ideali di giustizia, di eguaglianza e di pace che il Partito pone a fondamento del proprio programma Il Partito ha il fine di creare una società liberata dalle contraddizioni e dalle coercizioni derivanti dalla divisione in classi prodotta dal sistema capitalistico e nella quale il libero sviluppo di ciascuno sia la condizione del libero sviluppo di tutti. La dimensione delle forze produttive dell’età contemporanea, la nascita della moderna civiltà industriale di massa, le immense possibilità aperte dalle nuove conquiste del genere umano, pongono in forme sempre più complesse i problemi della libertà e della condizione umana del lavoratore.
Il Partito, mentre dà, giorno per giorno, la propria risposta a questi problemi con l’azione incisivamente riformatrice, non smarrisce mai il senso della propria ispirazione originaria fondata sui valori perenni della libertà. Il socialismo è inseparabile dalla democrazia e dalla libertà, da tutte le libertà, politiche civili e religiose, tra loro strettamente solidali e indivisibili, e come esse non può essere realizzato che nella libertà e con la democrazia, così la democrazia non può essere attuata integralmente se non col socialismo. L’esperienza storica insegna, e con particolare eloquenza nel nostro Paese, che tendenze alla involuzione autoritaria e dittatoriale sono sempre presenti nel regime capitalistico, mantiene come suo tratto caratteristico lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, causa di antiche e nuove forme di alienazione della persona umana e di comprensione della sua libertà. La storia dell’ultimo mezzo secolo insegna inoltre che le rivoluzioni proletarie, che pure hanno portato alla abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e di scambio, degenerano in dispotismo di partito e di Stato quando venga soffocato il soffio della vita libera e democratica individuale e collettiva.
2. Il Partito promuove l’organizzazione politica dei lavoratori e dei cittadini facendosi interprete delle esigenze di autonomia e di progresso del popolo lavoratore e rifiutando di attribuirsi prerogative di egemonia, di guida carismatica, di tutela paternalistica. Il Partito conduce la lotta contro il sistema capitalista e le ideologie che esso esprime, per superarle e costruire una società nuova, autenticamente democratica. Coi lavoratori e con tutte le forze di progresso continua la lunga marcia per l’avvento dei lavoratori alla direzione dello Stato, che decenni di lotte democratiche ed operaie hanno trasformato, e vanno sempre più trasformando, da strumento di oppressione al servizio del capitalismo, a potenziale strumento di liberazione dei lavoratori, nella misura in cui essi partecipano alla gestione del potere pubblico. Nato un secolo fa come movimento di protesta e divenuto ormai un fattore potente della politica nazionale e mondiale, il socialismo, inteso come opera collettiva e cosciente, faticosa e graduale, di una civiltà da costruire passo per passo nella democrazia e nella libertà, è la grande realtà del presente. L’evoluzione democratica dal capitalismo al socialismo comporta un periodo di transizione che ha il suo naturale quadro istituzionale nella democrazia repubblicana e la sua caratteristica nelle riforme di struttura della società e dello Stato. Rispetto al quadro istituzionale, il Partito è impegnato senza riserva nella difesa e nel consolidamento della Repubblica democratica e laica espressa dalla Resistenza antifascista e nella attuazione integrale della Costituzione repubblicana. Rispetto alle riforme di struttura il Partito afferma che esse debbono corrispondere ad un fine sociale generale e creare condizioni più avanzate, tali da permettere di conseguire nella libertà nuove forme di vita associata ed individuale modificando a favore dei lavoratori i rapporti di potere tra le classi e realizzando una effettiva partecipazione di tutti alla direzione della Società e dello Stato.
3. Le riforme nel campo politico e amministrativo sono inseparabili da quelle della società, del suo ordinamento economico e civile, del rinnovamento del costume, della legislazione che regola gli istituti familiari e la condizione della donna, della estensione della cultura, in modo da eliminare il distacco tra società politica e società civile causa della crisi delle istituzioni democratiche ed alla lunga della loro rovina. L’obiettivo del Partito é di giungere a un sistema politico ed economico dove ogni atto implichi scelte democratiche determinate e democraticamente controllabili, in quanto sistema di rapporti di produzione incompatibili con quei valori. Ma il problema fondamentale che pone il capitalismo contemporaneo non è più quello della anarchia delle forze produttive in regime di proprietà privata e delle crisi cicliche che spingerebbero il sistema verso la catastrofe. Il problema fondamentale è quello delle concentrazioni di potere che dispongono dei nuovi mezzi offerti dalla tecnica e dallo sviluppo delle forze produttive. La soluzione socialista è quella di un nuovo assetto che mediante la programmazione democratica e le riforme di struttura crei le condizioni per un impiego di quei mezzi e per l’esercizio dei poteri che essi consentono, conforme alla scala dei valori propria del socialismo.
Un tale impegno é imposto con urgenza dal fatto che già incalzano i problemi del prossimo decennio, nel corso del quale i confini nazionali appaiono destinati ad essere ognor più superati in una dimensione europea e mondiale dell’economia che esige un intervento sempre più efficace ed articolato dello Stato e del settore economico pubblico. La esigenza di una politica nazionale ed europea di pianificazione comporta che lo Stato assuma una responsabilità primaria nell’impulso e nella direzione delle attività economiche, indirizzando gli interventi e gli investimenti pubblici e privati dove il loro impiego appare più utile e redditizio in relazione ai bisogni della collettività e sollecitando lo spirito di iniziativa e la volontà di progresso – di tutti i protagonisti della vita economica e sociale.
4. La politica di sviluppo democratico della vita civile, di programmazione economica, di pieno impiego e di riforme atte a modificare la struttura della società ed i rapporti sociali, comporta una dura lotta contro la destra, l’estrema destra e le pressioni conservatrici che si esercitano sullo Stato e che benché ripetutamente battute nell’ultimo ventennio, costituiscono pur sempre un pericolo per la democrazia, ogni qualvolta si creano condizioni di instabilità nella direzione democratica del Paese. Per assicurare questo elemento di stabilità il Partito è favorevole alla collaborazione con altre forze politiche democratiche, su un programma che comporti comuni obiettivi di progresso e di avanzamento dei lavoratori e del Paese. Ma anche quando il Partito accede ad alleanze di maggioranza o di governo con forze non socialiste, esso non rinuncia alla lotta ed alla critica sistematica del capitalismo, né a perseguire in modo autonomo gli obiettivi che gli sono propri. Il centro-sinistra è la forma politica attuale di tale collaborazione. Il centro-sinistra ha reso possibile la realizzazione di importanti riforme nel campo sociale e dell’ordinamento dello Stato, ed è fermamente impegnato nella programmazione economica, che riassume in sé un vasto piano di riforme. Il Partito condiziona la prosecuzione della sua collaborazione al centro-sinistra all’attuazione integrale del programma concordato, impegnandosi a vincere le resistenze interne ed esterne a difesa degli interessi costituiti e a fronteggiare con risolutezza le opposizioni delle destre e dei comunisti. Dopo le nuove elezioni generali politiche esso deciderà l’ulteriore corso e la forma del suo contributo alla politica nazionale e fisserà i traguardi da raggiungere nella nuova Legislatura. Per quanto riguarda il rapporto tra politica nazionale e politica locale, la tendenza del Partito è di adeguare le amministrazioni comunali e provinciali all’indirizzo generale, sempre che le caratteristiche e il comportamento dei Partiti in sede locale lo rendano possibile. Casi di scelta diversa saranno esaminati e decisi tenuto conto della necessità di assicurare il funzionamento degli organi elettivi, di salvaguardare l’autonomia e la vita democratica degli enti locali, di evitare gestioni commissariali. In tutti i casi il Partito è impegnato a tutelare con il proprio indirizzo programmatico gli interessi dei lavoratori.
5. Si pone nel nostro Paese più che altrove un problema del comunismo. Nei suoi confronti esiste per i socialisti una frontiera rigorosa ideale e politica, che scaturisce dal principio che non vi è socialismo senza organizzazione democratica del Partito della società e dello Stato. Il dato sempre emergente nel pensiero e nella azione del gruppo dirigente comunista italiano rimane la identificazione acritica con un modello di esercizio del potere che manca di validità per popoli e nazioni dove il pluralismo della vita democratica e civile ha radici profonde nella storia e nel costume e costituisce un fattore di civiltà alla cui conquista il Movimento Socialista ha dato un contributo essenziale in un secolo di lotte. In tali condizioni non è possibile una lotta comune per il potere dei socialisti coi comunisti. Perciò, senza escludere la possibilità di azioni occasionalmente parallele o convergenti, il Partito mantiene ferma l’esigenza di un civile confronto critico e polemico sui contenuti rispettivi del socialismo e del comunismo: solo modo per abbattere il muro delle diffidenze e delle incomprensioni che ostacolano la coerente adesione di un settore di lavoratori ai princìpi del socialismo democratico; solo modo per accelerare all’interno del movimento comunista il processo autocritico, che ha conseguito non trascurabili risultati nell’area del comunismo europeo, ed altri ne conseguirà malgrado le resistenze settarie e dogmatiche al revisionismo che batte alle porte e si aprirà la propria via.
6. Il Partito si costituisce in sezione della Internazionale Socialista. L’Internazionale è sorta ed opera nella consapevolezza che la diversità delle condizioni di lotta dei lavoratori, da paese a paese, e da continente a continente, ha dato luogo a differenti forme di socialismo democratico, unite tutte dal comune ideale della emancipazione dei lavoratori, della libertà, della pace. Il Partito reca all’Internazionale il contributo delle esperienze di un movimento rimasto sempre fedele ai principi dell’Internazionale ed ai principali tra di essi: – la solidarietà dei lavoratori del mondo intero; – l’appoggio e l’aiuto ai popoli che ancora debbono raggiungere la loro indipendenza o che debbono difenderla da interferenze straniere e da residui colonialistici; – la lotta contro l’imperialismo nelle forme tradizionali e nuove in cui si manifesta. Il problema dominante del mondo e di ogni singola nazione è quello della organizzazione della pace. Su questo terreno i punti di convergenza nell’azione internazionale dei Socialisti, al disopra dei blocchi militari o al loro interno, sono: – lo sforzo comune di assicurare alla Organizzazione delle Nazioni Unite l’autorità e l’universalità di cui ha bisogno per assolvere il compito di suprema tutelatrice delle relazioni internazionali, di dare soluzione negoziata ai contrasti tra le nazioni, di ottenere la cessazione delle ostilità nelle guerre locali che ancora insanguinano il mondo e rischiano di travolgerlo nella spaventosa catastrofe di una guerra nucleare; – l’appoggio alla politica della distensione, del disarmo, della non proliferazione e disseminazione, e della interdizione degli armamenti nucleari; – la consapevolezza dei rischi inerenti ad ogni alterazione unilaterale dell’attuale equilibrio sul quale si regge la pace del mondo, sia pure in modo precario; – la ricerca di sempre maggiori rapporti tra i paesi dell’Ovest e dell’Est; – l’incoraggiamento ai paesi neutrali e non impegnati nel loro sforzo di rinascita politica ed economica e di mediazione pacifica. In questo quadro si colloca l’accettazione da parte del Partito dei vincoli e degli obblighi inerenti alla adesione italiana al Patto Atlantico nella loro interpretazione difensiva e geograficamente delimitata. Ma obiettivi costanti e supremi del Partito rimangono la messa al bando della guerra ed il superamento dei blocchi militari. Il Partito é favorevole alle limitazioni di sovranità nazionale che possono consentire una più razionale organizzazione della pace. Esso è impegnato a fondo nella costruzione dell’Unificazione dell’Europa; unificazione economica attraverso la Comunità Economica Europea e la sua estensione all’Inghilterra ed ai paesi della zona di libero scambio; unificazione politica a cominciare dall’elezione a suffragio universale di un Parlamento Europeo, di fronte al quale siano responsabili gli organi comunitari europei. Nel mondo di oggi la mancata unificazione europea crea un vuoto che spetta ai socialisti di colmare nell’interesse della pace.
7. Prefigurazione della società che esso intende costruire, il Partito organizza democraticamente la propria vita interna dalla base al vertice. Le sue decisioni sono sempre il risultato di un libero dibattito e divengono impegnative per tutti, nella salvaguardia della libertà di critica che esso garantisce ai propri militanti, così come vuole che sia garantita dallo Stato a tutti i cittadini. Esso è un partito aperto, in grado di raccogliere tutte le esigenze del movimento dei lavoratori e in particolare delle nuove generazioni, coi loro problemi che sono il riflesso dei nuovi tempi. Consapevole che non esiste azione efficace di partito senza azione democratica di massa, il Partito promuove la formazione di organismi collaterali che consentano una diretta conoscenza dei problemi ed una migliore articolazione dell’azione del Partito a tutela degli interessi di tutte le categorie che concorrono alla vita democratica della Nazione. Esso partecipa attivamente alla evoluzione del pensiero e del progresso scientifico e tecnico con i propri centri di studio, aperti a quanti, pur non aderendo formalmente al Partito, ne condividano gli obiettivi immediati. Assicura la sua presenza organizzata nella fabbrica, nelle campagne, negli uffici, nella scuola, senza interferire nella autonoma attività dei Sindacati. Il problema sindacale è tra i maggiori del Paese. Senza una forte e unitaria organizzazione dei lavoratori viene a mancare uno degli strumenti essenziali alla emancipazione dei lavoratori stessi. Spezzatasi l’unità sindacale, l’unificazione socialista trova i socialisti del PSI iscritti nella CGIL, i socialisti del PSDI nella UIL, lavoratori di orientamento socialista in altre organizzazioni sindacali. Nell’immediato il Partito mantiene codesta pluralità di adesioni e impegna tutti i lavoratori socialisti ad operare nelle organizzazioni sindacali alle quali appartengono, in tre direzioni: – dell’unità sindacale in una sola organizzazione indipendente ed autonoma dal padronato, dal Governo e dai Partiti; – dell’attiva partecipazione del Sindacato alla programmazione economica, che apre ai lavoratori vaste possibilità di controllo e di partecipazione alla direzione e allo sviluppo dell’economia; – della collaborazione permanente dei sindacati italiani con i sindacati dei paesi associati alla Comunità Economica Europea, che rappresentano interessi uguali ai nostri nei confronti dei cartelli capitalistici e nella programmazione a livello europeo.
8. – Pace tra i popoli, le nazioni e i continenti. Sviluppo della vita civile della nazione. Ammodernamento dello Stato e dei servizi pubblici. Integrale attuazione dei principi di libertà, di democrazia, di eguaglianza. Effettiva partecipazione di tutti i cittadini all’esercizio e al controllo del potere. Piena integrazione della donna nella vita politica economica e sociale. Fiducia nelle nuove generazioni e appoggio alla loro crescita civile. Eliminazione di ogni privilegio ed abuso di potere. Sradicamento delle superstiti piaghe nazionali della miseria, della disoccupazione, dell’analfabetismo, degli squilibri tra Nord e Sud, tra città e campagna, tra zone di avanzato sviluppo industriale e zone depresse. Lavoro, scuola, case, assistenza sanitaria e sicurezza sociale per tutti. Una economia programmata e di piano avviata gradualmente verso il socialismo. Questo è il messaggio, questo è l’impegno con cui il Partito, sorto dalla unificazione dei socialisti, si presenta al popolo, ai lavoratori, ai ceti tecnici, scientifici e della cultura, alle donne, ed ai giovani, di tutti raccogliendo l’anelito per una vita più libera, più giusta, più degna di essere vissuta. È un impegno che il Partito intende sviluppare fino a creare le condizioni di una democratica alternativa socialista nella direzione del Paese. È un impegno che come ha richiesto la unificazione del PSI e del PSDI così richiede l’adesione e la mobilitazione di quanti, a causa delle scissioni, sono rimasti fuori o ai margini della vita militante; di quanti, muovendo da posizioni ideologiche o religiose le più diverse, coincidono nella volontà di costruire col comune sforzo e col comune lavoro l’Italia della libertà della democrazia del socialismo. A tutti costoro la prossima convocazione di una Costituente Socialista offre la occasione di un contributo positivo di pensiero e di azione al rilancio del socialismo ed alla vita ed allo sviluppo del nuovo Partito Unificato. A tutti costoro, ed all’insieme del popolo lavoratore, il Partito si affida nella certezza di essere ascoltato e seguito.
* Partito Socialista Italiano, Il XXXVII Congresso e l’unificazione socialista, Ed. La Squilla, Bologna, 1976, pp. 223-29
E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete.