DA QUANDO SOCRATES NON GIOCA PIU’

di Luca Castaldo |

Stavano per finire i travagliati anni ‘70 quando uno dei più celebrati calciatori brasiliani, colui che portava sulle spalle il nome di un filosofo, Scorates, figura atipica per il mondo del pallone, calciatore e medico al tempo stesso, decide, insieme ai suoi compagni del Corinthians, di dare un messaggio di speranza al Brasile schiacciato sotto una pesante dittatura militare.

Il Corinthias, già dalla sua creazione, era considerata la squadra del proletariato, non scendeva in campo solamente per il gioco ma per trasmettere valori e speranze alle giovani leve. Da qui nasce lo spirito della: “Democracia Corinthiana”, ovvero un collettivo più che un club calcistico, dove tutte le decisioni, dalle più elementari alle tattiche di squadra, venivano assunte con metodo democratico, discusse e votate da tutti i giocatori.

Siamo nel 1978 quando sulle magliette del Corinthias compare la scritta: “Democracia Corinthiana”, un urlo che vuole destabilizzare il regime sanguinario e violento e sulle spalle di quel ragazzo con il nome da filosofo, ribelle nei capelli selvaggi, fantasioso in campo, fa il giro del mondo.

Nel 1984 il Brasile si appresta a smantellare il regime militare ed indire nuove democratiche elezioni, volando anche sulle idee trasmesse dal calciatore-filosofo Socrates che dopo una lunga carriera morirà nel 2011, ed in quel giorno i ragazzi, il collettivo del Corinthias, entrerà in campo con il pugno alzato verso il cielo per omaggiarlo.

Oggi, 29 Ottobre 2018, le nubi di un futuro politico cupo in Brasile sono all’orizzonte, il candidato di destra, Jair Bolsonaro è diventato presidente del Paese. Il mondo si sta interrogando su questo personaggio, che durante la campagna elettorale ha utilizzato toni molto duri, utilizzando soprattutto i social network per la propria propaganda.

Oggi, tutti dobbiamo sperare che i bambini brasiliani crescano con la favola di Socrates a guidare il loro futuro…

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