RIFLESSIONI SULL’ECO-SOCIALISMO NON NATO

di Antonino Martino |

Si è tenuta il 16 u.s., l’assemblea di “Ricostruzione”, lanciata da Articolo Uno Mdp a Roma che ho seguito con parecchio interesse.
Le prospettive erano infatti molto interessanti per un fautore del Socialismo del XXI Secolo: si parlava di un partito eco-socialista da costruire partendo dal basso, al di là delle elezioni Europee.

Parole che parevano echeggiare le nostre dichiarazioni programmatiche enunciate a Livorno il 24 Marzo scorso e che ribadiremo a Rimini dall’8 al 10 Febbraio prossimi.
Dall’ascolto della lunga assemblea sono uscito però davvero sconcertato, essendosi purtroppo realizzate le previsioni più fosche di compagni che erano, oggi dico a ragione, molto più pessimisti di me sull’iniziativa.

A cominciare dalla relazione di Arturo Scotto, passando per l’intervento di Perluigi Bersani e la chiusura di Roberto Speranza ho sentito utilizzare il termine “eco-socialista” poche volte e soprattutto l’ho sentito utilizzato per proporre un restyling di ciò che già c’è, una “minestra riscaldata”, con una classe dirigente reduce da 20 anni di errori oggettivi e soggettivi che si ripropone tal quale.

Si è parlato, sul palco e nei corridoi, tanto di elezioni, di quanto male stia facendo questo governo all’Italia, di grandi temi di geopolitica, ma ciò che è emerso è una linea politica confusa, abbastanza subalterna a ciò che succede nel Partito Democratico, con i continui appelli a questa forza politica che dovrebbe decidere se essere liberale o socialista.

Una subalternità che ha fatto assomigliare i protagonisti dell’assemblea di ieri ad innamorati respinti di fronte ad un interlocutore che, anche nella sua versione più progressista rappresentata da Nicola Zingaretti, non mette in alcun modo in discussione il Partito Democratico per com’è ora configurato, del resto basta guardare i sostenitori di quella mozione per averne conferme, da Franceschini a Gentiloni, per fare solo due esempi. 

Vorrei concludere rivolgendomi a quei compagni e a quelle compagne che dentro Articolo Uno davvero si sentono socialisti e credono in una prospettiva di un partito Eco-socialista del XXI secolo, da costruire al di là delle scadenze elettorali, perché strumento di trasformazione politica dei prossimi decenni e non mero cartello elettorale: ve lo dico con il rispetto dovuto compagne e compagni, con quel rispetto che si deve avere quando si parla di ciò che succede in altre organizzazioni non proprie, però questo è davvero il tempo delle scelte. 

E’ il tempo di scegliere da che parte stare, è il tempo di avere il coraggio di costruire insieme una prospettiva Socialista nel XXI Secolo.
Capiamo i timori, collettivi ed individuali, come Socialismo XXI siamo consapevoli di essere una forza piccola e non certo sufficiente, ad oggi, a questa impresa di ricostruzione del Socialismo Italiano, ma altrettanto sappiamo che in questi mesi molte compagne e molti compagni si sono avvicinati a noi, hanno cominciato a percorrere con noi una strada che sempre meno sembra una traversata nel deserto e che sempre di più appare la costruzione di un primo villaggio, sempre più solido ed accogliente, verso la città del Socialismo del XXI secolo.

Da Livorno a Rimini è stato un percorso intenso ma pieno di soddisfazioni, capace di intercettare energie ormai disperse nel grande mare dell’astensionismo o della rassegnazione. 

Da Rimini, inizierà un percorso nuovo con un chiaro manifesto politico programmatico ed una classe dirigente nuova, capace di coniugare l’esperienza dei compagni che questo processo hanno meritoriamente aperto con quella dei tanti giovani che si sono avvicinati e meritano di partecipare alla gestione di questo processo.

Noi compagne e compagni, a Rimini non lanceremo un partito, ma un movimento politico che sappia intercettare tutti coloro che pensano che occorra un momento costituente, quello che chiamiamo la Epinay del Socialismo italiano, perché un partito non si costruisce a tavolino o in assemblee più o meno manovrate.

Un partito si costruisce nella proposta politica, nella battaglia delle idee, nella limpidezza e nel coraggio delle posizioni, nell’apertura vera a tutte le sensibilità politiche socialiste e su tutti i temi, nella garanzia di processi veramente democratici e dal basso.

Io penso, compagne e compagni, che Rimini 2019 sia anche casa vostra e spero di incontrarvi in questa nostra tre giorni.