AGOSTO 1943 – CARABINIERE “SBANDATO”, UNITO AI PARTIGIANI

Il Brigadiere dei Carabinieri Vincenzo Profera

di Italo Profera |

A mio padre Vincenzo, in occasione di una sua azione in favore di 40 partigiani.

Pro Leopoldo Gasparotto

Voglio ricordare brevemente un episodio sul comportamento da me avuto durante la resistenza. Lungi da me l’idea di essere considerato un eroe ma, è cosa certa che, se il mio operato fosse stato scoperto, sarei stato passato per le armi.
Un giorno due signori elegantemente vestiti si sono presentati nell’ufficio dell’aiutante maggiore, capitano Taddei. Erano due informatori. Riferivano di essere a conoscenza che nella villa di un tale Gasparotto, ogni sabato, notte tempo, erano soliti riunirsi partigiani, il comandante dei quali si chiamava Poldo Gasparotto.
Per quanto esposto, pretesero si ordinasse un servizio di rastrellamento a sorpresa.

Il capitano Taddei, ricevuto l’elenco nominativo dei partigiani, lo passò al mio capo ufficio, M.M. Barbieri, e questi a me ordinandomi di batterne due copie. Ne battei tre. Una la infilai in tasca.
Chiesi al maresciallo di uscire per prendere un caffè.
Il “vecchio maresciallo” capì e mi avvertì: “Vai. Stai attento! Una volta scoperto sarai fucilato. Con i tedeschi non si scherza”.

Al che risposi: “Io sono uno. Loro sono quaranta. Arrivederla”.
Consegnai ad una persona fidata la copia della lettera. Questa giunse nel luogo di destinazione. I partigiani si salvarono passando in Svizzera.
Testimoni di questo episodio sono il capitano Carruba e il nostro concittadino Vincenzo Falcetta, comandante dei partigiani della Pasubio e intimo amico di Poldo Gasparotto.

I nazifascisti, non avendoli trovati nella villa Gasparotto, bruciarono l’edificio e distrussero la piantagione.
Tre giorni prima della fine della guerra i partigiani, dai monti nevosi scesero in città per combattere l’invasore. Il comandante Poldo Gasparotto, in seguito, fu catturato e ucciso.
Appresi della sua fine a mezzo radio clandestina.
Finita la guerra, il padre di Poldo Gasparotto fu nominato Ministro della Postbellica. Venuto a conoscenza della mia temeraria azione che permise a suo figlio e a quaranta partigiani di salvare la pelle in quella occasione, volle incontrarmi per esprimermi la sua riconoscenza.

Vincenzo Profera