di Anna Rito – Socialismo XXI Basilicata |
Giudicando da un punto di vista prettamente politico, quello della effettualità (come avrebbe detto Macchiavelli), bisogna riconoscere che Matteo Salvini ha inanellato una serie di mosse quasi tutte azzeccate nell’ultimo anno. Certamente, non soltanto per merito suo, ma perché aiutato (ed è stato aiuto non da poco) dall’inesperienza dell’altro estensore del contratto di governo e dall’inesistenza dell’opposizione, c’è infatti chi ha parlato di PD decerebrato. Gli aiuti sono venuti anche dall’esterno.
Macron, infatti, ce l’ha davvero messa tutta per avvalorare il risentimento di chi in Italia, e non solo, lo vede come rappresentante di una non troppa mascherata ipocrisia politica: da un lato, propugnatore di ideali umanitari e dall’altro difensore ad oltranza dei confini francesi e dei privilegi di posizioni che la Francia rivendica ormai dalla fine della seconda guerra mondiale (da lei mai vinta). Anche il resto dell’Europa ha dato più di una volta l’impressione di indifferenza nei confronti della questione immigrazione, quando le navi con il loro dolente carico umano si dirigevano verso i porti italiani, salvo poi ad accettare tardivamente la ripartizione dei migranti allorché il ministro degli interni italiano mostrava il pugno duro.
Viene da chiedersi: perché non anticiparlo invece di consentirgli lunghi tempi di autopropaganda? Sono soltanto alcune considerazioni (altre se ne potrebbero fare) che spiegano l’effetto di risonanza del consenso interno e esterno (si pensi ai fedeli di Trump negli Stati Uniti e al supporto che gli viene dall’Est) di Salvini.
Se, però, vogliamo individuare qualche passo falso in questa marcia trionfale, certamente la richiesta di pieni poteri fatta all’elettorato italiano, dopo aver provocato la crisi di governo, potrebbe rivelarsi un boomerang. Un conto è aumentare i consensi quando comunque è proprio il tuo alleato di governo che ti controbilancia, altro conto è chiedere pieni poteri per poter governare senza contrappesi.
Questa è una richiesta che potrebbe inquietare molti, anche tra i simpatizzanti del dinamico Ministro degli Interni. Vi si potrebbe leggere una voluttà di potere che potrebbe allarmare l’elettorato. Se davvero Salvini deciderà di correre da solo, potrebbe essere proprio quel “datemi pieni poteri” a rallentarne la corsa.
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