L’ESPERIENZA PORTOGHESE DI ESSERE “DENTRO E CONTRO” L’UNIONE EUROPEA

di Hilary Wainwright |

introduzione di Clive Lewis |

INTRODUZIONE

“I socialisti portoghesi sono stati in grado di dimostrare che le misure di austerità sono economicamente dannose e ideologicamente condizionate. Nel fare ciò quel paese da dato prova sia di solidarietà verso gli altri e sperimentato che può esistere un nuovo tipo di relazione tra singoli stati e istituzioni europee.”

Clive Lewis, deputato

“Dentro  e contro” è un’idea potente: si può essere leali, persino fedeli al progetto ma drasticamente critici verso le sue carenze. E’ quanto molti di noi pensano del partito laburista nella prima parte di questo secolo, e il suo rinnovamento mostra chiaramente quanto creativa e trasformativa possa essere questa posizione.

Il report di Hilary Wainwright descrive il successo del governo socialista del Portogallo nella sua sfida alla UE – con i suoi limiti e soprattutto i suoi presupposti. La storia europea, nel 2015, era dalla parte del primo ministro António Costa. L’obiettivo dell’austerità stava perdendo consenso e legittimazione morale dopo il trattamento della Grecia da parte della Troika.

I socialisti portoghesi, nella loro scelta di portare benefici radicali, immediati e pratici nelle vite dei cittadini, sono stati capaci di dimostrare che quelle misure di austerità erano state grandemente dannose a livello economico e ideologicamente condizionate. Nel fare ciò – incrementando il salario minimo, sbloccando le pensioni, aumentando le tasse alle aziende, attaccando la precarietà del lavoro e facendo retromarcia sulle privatizzazioni – il paese ha dato prova di solidarietà e di un nuovo tipo di relazione tra stati e istituzioni europee, avvicinandosi alle ambizioni egalitarie dei suoi fondatori.

Questo è un significativo accadimento per coloro che a sinistra discutono di Brexit, o “Lexit”. Molte delle regole considerate come ostacoli alla visione socialista della proprietà pubblica, degli appalti o dell’aiuto di stato, o sono male interpretate, o sono state superate o sono flessibili. È anche illuminante per tutti noi che siamo stati condizionati a concepire i negoziati con la UE come una prova di forza, e una prova difficile per giunta, in cui 27 sono sempre più forti di uno. Forse questa è l’esperienza di paesi che non sanno quello che vogliono. Per quelli con un programma chiaro, sostenuto da forti, razionali ed etiche argomentazioni, le conclusioni non sono per nulla scontate.

Comunque, la conclusione fondamentale è questa: non fai un favore alla UE ignorandone gli errori, non è un’entità inamovibile, e quelli che sembrano essere i suoi obiettivi strategici a lungo termine sono pur sempre soggetti alla volontà dei suoi membri. Si possono realizzare le ambizioni dei suoi fondatori:  pace, riconciliazione, solidarietà, benessere diffuso, solo se i paesi che la compongono si battono per questi fini.

Si possono applicare quei valori alle sfide specifiche che affrontiamo oggi solo se i paesi membri si adoprano e restano determinati ad affrontare collettivamente i problemi.

Che si tratti di una azienda prepotente e dell’insicurezza dei lavoratori, di una rinascita dell’estrema destra e di una politica razzista, o dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità, nessuna di queste minacce resta strettamente confinata all’interno delle frontiere del singolo stato; nessuna nazione può farcela da sola.

L’esperienza del Portogallo, ha comunque dimostrato che nessuna nazione deve esserlo.

PRINCIPALI RISULTATI

Il governo del partito socialista portoghese sostenuto e in larga misura sollecitato, da un’alleanza col Partito Comunista e il Blocco di Sinistra, ha dimostrato che è possibile attuare un efficace programma anti austerità restando membro della UE. Questo ha comportato resistere con successo ai negoziatori UE e a fronteggiare la loro ripetuta opposizione ai provvedimenti varati dal governo. Il risultato è stato un ribaltamento di tutte le misure introdotte sotto la supervisione della Troika – pur restando nel limite UE del 3% di deficit.

La possibilità del successo di questi negoziati dal punto di vista portoghese è dipesa da un  bilanciamento positivo dei poteri, che ha rafforzato la posizione negoziale del governo. Successo a sua volta sostenuto da (a) una forte resistenza civica all’austerità fin dalla fine del governo precedente, (b) partiti a sinistra del Partito Socialista (PS) alleati con lui, con l’autonomia di fare apertamente campagna per una forte resistenza alle pressioni UE; e (c) un retroterra di pronunciamenti negativi della Corte Costituzionale su molti dei provvedimenti presi dal governo precedente che mettevano in atto politiche di austerità, per violazione dei diritti fondamentali.

La costituzione democratica redatta nel 1976, dopo la rivoluzione che ha messo fine alla dittatura nel 1974, ha contribuito al favorevole equilibrio dei poteri. Questa vicenda di pluralismo politico  significa che il sistema permette ad una pluralità di partiti di allearsi col governo (per esempio sulle misure anti-austerità),  i quali nello stesso tempo hanno l’autonomia per esprimere differenti obiettivi a lungo termine (per esempio l’opposizione ai principi neo liberisti incorporati nei trattati UE).

A livello economico, le misure anti austerità hanno avuto un effetto moltiplicatore sulla fiducia e le aspettative dei consumatori. L’esperienza portoghese mostra come singoli paesi possano lavorare in direzione contraria all’ortodossia neoliberista dei trattati di Maastricht e di Lisbona. Inoltre apre alla possibilità di una strategia a lungo termine per cambiare gli stessi trattati UE, creando una  massa critica con i governi che, agendo come il Portogallo, hanno negoziato un livello minimo di protezione contro l’austerità,  all’interno delle regole UE.

Questo crea uno spazio che col tempo può essere allargato, quando il Portogallo troverà alleati per portare avanti riforme a livello europeo. Data l’avanzata di governi neo liberisti e ora di estrema destra in tutta Europa, questo obiettivo pare ancora lontano.

Tuttavia la Spagna ora si è mossa nella stessa direzione del Portogallo e questo offre l’opportunità al Regno Unito, sotto un governo a guida Corbyn, di restare e riformare l’UE a sua volta.

L’ESPERIENZA DEL PORTOGALLO

Di fronte alla scelta della Gran Bretagna tra libero mercato, Brexit xenofoba e liberismo UE, è utile imparare dall’esperienza di un governo che ha avuto successo nello sfidare l’austerità neoliberista dal di dentro. In Portogallo, solo il governo attuale è arrivato alla fine del mandato quadriennale.

Sono andata a cercare di capire come i partiti che guidano e sono alleati di questo governo stiano valutando l’esperienza mentre preparano i loro programmi per le elezioni di Ottobre 2019.

L’esperienza fornisce utili prove empiriche a favore di un’alternativa alla semplicistica scelta tra Brexit o un’accettazione acquiescente dei trattati UE, mentre ci prepariamo alla possibilità che il pubblico inglese abbia l’ultima parola sulla questione in un altro voto pubblico.

L’esperienza del governo di minoranza del partito socialista in Portogallo – contrastando i tagli ai salari, ai servizi e alla previdenza sociale imposti dalla Troika – attraverso un’alleanza con i partiti alla sua sinistra – è interessante in se stessa. Ed è  particolare, sotto molti aspetti.

Per cominciare, è un governo socialista di minoranza, che, piuttosto che allearsi col centro destra, come hanno fatto i suoi fratelli europei a loro spese in passato, si è alleato col partito Comunista (PCP, un partito comunista ortodosso e forza trainante della rivoluzione contro la dittatura di Salazar) e col Bloco Esquerda (inizialmente una convergenza di gruppi trotskysti e maoisti, che ha attratto attivisti dei movimenti e intellettuali radicali sin dalla sua formazione nel 1999). Questa scelta del PS di guardare a sinistra ha invertito la cultura tradizionale della politica portoghese che tendeva a trovare collaborazione tra centro destra e centro sinistra.

Il governo del PS ha infranto le convenzioni attraverso una combinazione di diplomazia accorta e rischiosa (capacità molto rispettata del segretario del PS António Costa) e opposizione alle istituzioni UE ogni volta che hanno cercato di bloccare le misure anti austerità del governo. L’UE non era in una condizione così forte da imporre le proprie politiche; non voleva un’altra Grecia o dopo il 2016, un’altra destabilizzante Brexit. Ma la cosa più importante è stato l’equilibrio del potere a livello nazionale, in Portogallo, grazie alla forza del Bloco e del PCP, con la loro irremovibile insistenza e campagna pubblica per il rispetto dei termini dell’accordo di governo. La loro forza e resistenza politica ha reso impossibile al PS di cedere all’UE e restare in carica.

Un crollo dell’alleanza di sinistra guidata dal PS avrebbe trascinato il PS nelle mani della destra – destino considerato la morte politica dai capi del PS che avevano visto la fine fatta dai loro cugini del Pasok in Grecia dopo l’alleanza col centro destra. Lo spettro di una “Pasokificazione” (termine che ricorreva spesso nei discorsi dei parlamentari, ministri e attivisti del PS), ha perseguitato il PS, così come la maggior parte dei partiti socialdemocratici europei dopo il crollo del Pasok dal 43.9% nel 2009 al 6,3% nel Settembre 2015. Promuovere una coalizione di centro destra per perseguire le politiche della Troika in Portogallo avrebbe seppellito il PS insieme al Pasok nella tomba di famiglia delle socialdemocrazie europee.

L’esperienza portoghese è stata eccezionale anche per il pragmatico, popolare programma ispirante fiducia  del ‘geringonca’ (“aggeggio”, termine dispregiativo con cui veniva chiamata questa sorprendente alleanza di sinistra).

Né la destra, né i funzionari UE credevano potesse durare, e in effetti, in Europa, i partiti di destra hanno cercato, senza successo, di fare in modo che così fosse.  Qui c’era il partito che era stato di Mario Soares, capo del PS che aveva portato il Portogallo all’integrazione nella UE e nella NATO, ora alleato con 2 partiti implacabilmente all’opposizione della UE a causa delle regole di austerità neoliberiste radicate nelle sue leggi quadro.

Anche gli opinionisti credevano che sarebbe crollato entro un anno e che il PS avrebbe dovuto rivolgersi al centro destra, confusamente denominato “Partito social democratico” (PSD – dopo la rivoluzione del ’74 nessuno voleva un nome associabile alla destra), e continuato il programma di austerità imposto dalla Troika negli anni precedenti.

Su diverse problematiche, per esempio l’aumento del salario minimo e la stabilizzazione dei lavoratori precari, il Bloco e spesso anche il PCP sono stati chiari nel dire che avrebbero ritirato l’appoggio al Governo se gli accordi non fossero stati rispettati.

EREDITA’ PLURALISTA

L’eredità della rivoluzione del ’74 è stato un fattore importante dell’innovativa esperienza portoghese per il  tipo di istituzioni parlamentari democratiche che ha creato. E’ vero che molte delle caratteristiche più radicalmente socialiste della rivoluzione del ’74 – occupazioni contadine, a guida prevalentemente comunista, dei latifondi privati ​​nell’Alentejo e in altre aree agricole, e le occupazioni dei cantieri navali e di altri importanti  impianti produttivi  da parte dei lavoratori – sono state sconfitte dalle forze moderate e anticomuniste (in cui il PS guidato da Mario Soares ebbe un ruolo da protagonista). Tuttavia, l’impeto radicalmente democratico ed egualitario che ha animato la completa demolizione del potere autoritario, ha avuto un impatto istituzionale duraturo: la pervasiva forza democratica della rivoluzione portoghese, insieme alle sue origini nell’esercito, non ha permesso nessuna delle continuità conservatrici tipiche del dopo Franco in Spagna.  

Due caratteristiche della democrazia portoghese si distinguono come condizioni fondamentali che hanno consentito al Portogallo di aderire all’Unione europea rifiutandone i tentativi di continuare a imporre le sue regole neoliberiste contro la volontà dei cittadini portoghesi, come era riuscita a fare contro la volontà democratica dei Greci. La prima è stata la natura della sua Costituzione post-rivoluzionaria, redatta nel 1976, con il suo nucleo di diritti sociali ed economici e la sua Corte costituzionale generalmente vigile. In diverse occasioni, nel 2013 e 2014, la Corte costituzionale è intervenuta contro le misure di austerità concordate dal legislatore sotto la pressione della Troika. Jorge Sampao, funzionario della Corte costituzionale dal 2014, ricorda “una misura per rendere più facile licenziare funzionari pubblici. Il tribunale ha ritenuto incostituzionale questa misura perché violava le legittime aspettative dei dipendenti pubblici. ”Ha anche giudicato incostituzionali i tagli agli stipendi dei dipendenti pubblici.

Questi interventi della Corte costituzionale hanno avuto ripercussioni nella società, stimolando un senso di speranza contro il fatalismo generato dalla narrativa dominante che non vi fosse alternativa all’austerità e che l’austerità fosse una punizione giustificata per i portoghesi, per aver vissuto  al di sopra delle loro possibilità. La crescente resistenza collettiva dal 2013 – con manifestazioni di massa che hanno raggiunto il picco di 1 milione di persone su una popolazione di soli 10 milioni – senza dubbio ha acquisito una certa legittimità grazie alla prudente vigilanza della Corte. Sampao racconta aneddoti sulla popolarità della Corte: “È stato divertente, ricordo persino una la foto di una ragazza che indossava una maglietta con scritto ‘Amo la Corte costituzionale’”. Immaginatevi di comprare una maglietta con un cuore davanti a “Corte costituzionale”! ”

L’altra caratteristica delle istituzioni parlamentari portoghesi che ha consentito la sua eccezionale alleanza anti-austerità,  è la loro insolita apertura. Un aspetto di questo è il sistema elettorale proporzionale senza la soglia di sbarramento, che spesso limita la rappresentanza parlamentare per i piccoli partiti. Ciò ha permesso ai partiti politici di costruire o mantenere una loro presenza in parlamento e la tribuna che questo fornisce, per quanto piccola o fluttuante sia la loro percentuale di voti. In questo modo Bloco è stato in grado di crescere in modo abbastanza costante dal 2,4% nel 1999 al 10,2% nel 2015 (da due seggi su 230 a 19). Il PCP, un partito con un sostegno costante  nelle principali aree industriali e rurali, ha mantenuto la sua posizione di stabile  e rispettato attore  della scena politica:  circa l’8-9% nei primi anni ’90 (8,8% nel 1991 , 17 seggi; 7,9% nel 2009, 16 seggi e 8,3% nel 2015, 17 seggi).

‘DENTRO E CONTRO LA UE’

Il sistema elettorale proporzionale ha facilitato l’alleanza della sinistra e la possibilità di essere “dentro e contro” la UE, perché i partiti potevano mantenere la loro autonomia dal governo ed esercitare il loro diritto a fare  campagna per obiettivi a lungo termine di radicali cambiamenti strutturali (quindi, contro i trattati fondamentali dell’UE), negoziando allo stesso tempo misure (impegnandosi nelle istituzioni dell’UE) che potevano invertire le politiche della Troika e della precedente coalizione di governo di destra “Portugal Ahead”. Ciò ha voluto dire liberare dalla povertà due milioni e mezzo di persone che con la Troika vivevano al di sotto della soglia di povertà; invertire gli alti livelli di disoccupazione (la disoccupazione giovanile aveva raggiunto il 41%); e ripristinare i diritti del lavoro cancellati sotto la Troika.

Non solo, ma ha anche stimolato la speranza e la fiducia nelle possibilità di cambiamento  generando aspettative e talvolta richieste di cambiamento che sono andate oltre i limiti dell’accordo. In altre parole, si tratta di un sistema elettorale proporzionale  che consente ai partiti di lavorare simultaneamente e apertamente a diversi livelli, esprimendo la complessità e eterogeneità delle principali questioni politiche, come il rapporto tra gli stati e la UE, in modo più efficace del sistema sostanzialmente bi-partitico della Gran Bretagna.

TRASFORMAZIONE NEGOZIATA

Alle elezioni del 2015, la coalizione di destra, “Portugal Ahead”, ha preso più voti  di tutti gli altri partiti, ma non abbastanza per governare. D’altra parte, il Partito socialista, che aveva preso il 30% dei voti con una campagna elettorale moderata di “austerità leggera”, avrebbe potuto mettere insieme un governo alternativo solo se avesse stretto un’alleanza con i due partiti, PCP e Bloco, che avevano aumentato i consensi fino al 20% con campagne elettorali fortemente contrarie all’austerità.

Il nuovo segretario recentemente eletto del PS António Costa aveva appena sostituito Jose Socrates, che non solo aveva firmato l’accordo originale del 2011 con la Troika, in perfetto stile Pasok, ma era stato recentemente arrestato per corruzione e era in attesa di processo. Costa, il cui padre era un attivista del PCP, aveva lavorato in alleanza con il PCP come sindaco di Lisbona. Anche se alla sinistra di Socrate, la politica di Costa era ed è moderata, sotto tutti gli aspetti, e certamente implica un impegno a lavorare secondo le regole dell’UE.

È interessante notare che Catarina Martins, l’attuale leader di Bloco, lo descrive come “un uomo coraggioso, disposto a correre rischi” e “un abile e duro negoziatore”. Il rischio da correre per evitare il destino del Pasok, per rispondere al clamore  alle proteste anti-austerità degli elettori e per diventare primo ministro del Partito socialista, era di accettare l’offerta di sostegno da parte dei partiti di sinistra che si opponevano all’UE:  inizialmente la prima proposta pubblica di Martins è stata subordinata alla cancellazione di tutte le misure di austerità da parte del PS. Bloco e PS hanno poi negoziato un accordo, ribaltando le misure di austerità imposte dalla Troika al precedente governo.

Il Partito Comunista ha condotto i negoziati con il PS seguendo linee simili: i due tavoli negoziali erano separati per volontà  del PCP. Le condizioni concordate attraverso questi processi includevano l’innalzamento del salario minimo del 20% entro gennaio 2019; lo sblocco delle pensioni (al tasso di inflazione) e l’aumento delle minime dal 3 al 4% ogni anno; ripristino della contrattazione collettiva per i dipendenti pubblici; abolizione della tassa straordinaria imposta su salari e pensioni dalla Troika; fine del programma di licenziamenti dei dipendenti pubblici; riduzione delle imposte sul reddito da lavoro e aumento di quelle sulle grandi imprese; cancellazione delle privatizzazioni condotte dal governo di destra (della compagnia aerea e dei trasporti pubblici a Porto e Lisbona) e divieto di nuove privatizzazioni.
Quando, su queste basi, Costa è entrato in carica, lo ha fatto contro i desideri dell’UE. In effetti, la Commissione europea stava prendendo in considerazione l’imposizione di sanzioni per il nuovo governo, su iniziativa di Manfred Weber, leader della coalizione di centrodestra al Parlamento europeo. All’epoca il ministro degli affari europei di Costa era Margarida Marques, ex dipendente della Commissione europea. È stata coinvolta nei negoziati con l’UE. Guardando indietro, commenta: “Era chiaro che la posizione della Commissione europea era troppo ideologica. Credevano, ideologicamente, che l’austerità fosse il modo migliore per rispondere alla crisi.” Ha continuato concludendo:” alla fine, le nostre misure contro l’austerità hanno avuto successo – aiutate da un miglioramento della situazione internazionale. Abbiamo dimostrato che era possibile non avere una politica di austerità e tuttavia essere all’interno della norma UE sul deficit al 3%. Alla fine, tuttavia, non era il contenuto delle nostre politiche che contava per loro, erano gli accordi con il Partito Comunista e la sinistra. Pensavano a Syriza e cercavano di trattare il Portogallo come la nuova Grecia. ”

STORIA DI SUCCESSO

Il contraccolpo dalla Grecia stava già iniziando a indebolire la legittimità della missione ideologica dell’UE e, a giudizio di Marques, il Portogallo ha spinto la Commissione a essere più flessibile. Uno degli strumenti della strategia economica del governo per farlo, lo spiega la professoressa di economia Francisca Guedes de Oliveira: “Il nostro obiettivo principale era quello di elaborare un piano politico che riducesse povertà e disuguaglianza, aumentasse la ridistribuzione del reddito e la crescita e migliorasse la salute dell’economia portoghese, nel quadro dell’Europa ”. I negoziati con il PCP e Bloco hanno avuto un impatto sul piano, ha spiegato:“ La sinistra voleva che i miglioramenti fossero fatti più rapidamente e ha insistito fortemente per ripristinare la spesa per la salute e l’istruzione . “In realtà “, ha aggiunto, ” penso che abbia funzionato: una delle cose che i politici dimenticano è l’importanza delle aspettative. Sotto le brutali misure imposte dalla Troika, la gente era così spaventata da ridurre drasticamente i consumi, il che ha peggiorato la situazione economica, anche se il deficit era stato ridotto.

Ora che queste misure vengono invertite, c’è un ottimismo per il futuro e i cittadini stanno consumando e le loro aspettative stanno crescendo ”. Le maggiori aspettative e la crescente fiducia portano alla luce anche le parti dell’accordo rimaste incompiute. Sono aumentati i livelli di organizzazione popolare e militanza. Una priorità, sostenuta con passione dagli attivisti di Bloco, dai militanti del PCP e dai rappresentanti del PS, è l’investimento nel servizio sanitario. Le pressioni di Bloco e del PCP hanno comportato notevoli investimenti nel Servizio sanitario nazionale (Servico Nacional de Saude, SNS), ribaltando i tagli della Troika, ma non è stato sufficiente. Oggi, il risultato è che sebbene gli stipendi degli operatori sanitari siano stati ripristinati, nelle parole di Bruno Maia, medico e membro del Bloco, “vi è un grande degrado delle infrastrutture e dei servizi stessi”. “Di conseguenza”, riferisce, “stiamo perdendo i medici a favore del settore privato; i reparti di emergenza sono completamente pieni, con tempi di attesa crescenti e liste di attesa per interventi chirurgici. Una situazione insostenibile”.

Il dottor Maia pensa che gli investimenti nel servizio sanitario pubblico costituiranno una priorità nel programma elettorale del suo partito:” Questo è certo “, dice, chiedendosi:” Che cosa accadrà dopo le elezioni? Non lo sappiamo. Se l’accordo dovesse essere ripreso – e tutti i sondaggi indicano che il Partito Socialista avrà bisogno dei partiti di sinistra per governare – non avremo scelta. Dovremo semplicemente farci carico degli investimenti insufficienti nel sistema sanitario. Dovremo farlo. ” Domingos Lopes, un sostenitore di lunga data del PCP e segretario dello storico leader del PCP Alvaro Cunhal quando Cunhal è stato per un breve periodo ministro, dopo la rivoluzione del ’74, concorda sul fatto che la difesa del servizio sanitario è la prima questione da rafforzare in ogni futuro ulteriore accordo. “Il nostro più grande successo dopo la rivoluzione è stato il Servico Nacional. Con l’aumento della sanità privata, uno dei compiti chiave è difendere il sistema sanitario nazionale. Naturalmente lo faremo diventare un problema elettorale. ” I ministri del governo tendono a stare sulla difensiva sugli investimenti pubblici e i parlamentari di Bloco riconoscono di aver investito un miliardo di euro nel servizio sanitario: “Non ci sono stati tagli; hanno investito “, afferma Ze Soeiro, portavoce di Bloco sulle questioni del lavoro,” semplicemente non era abbastanza “.

I ministri del PS, come il segretario di Stato di Costa, Mariana Vieira Da Silva, sono orgogliosi di come la loro strategia per aumentare i salari e le pensioni ha operato, non solo per alleviare le difficoltà ma “abbiamo fatto crescere l’economia; e ridotto il deficit “, afferma, aggiungendo:” In Europa si parla del nostro ministro delle finanze Mário Centeno come “del Ronaldo delle finanze pubbliche”, il deficit è proprio basso “. (Ora è dello 0,7%, rispetto al 3,2% quando la Troika insisteva sull’austerità come unico modo per ridurre il deficit.) Tuttavia, il problema ora per Centeno, è che, le maggiori aspettative e auto-fiducia popolare suscitate,  significano che la gente sa che c’è denaro pubblico disponibile che potrebbe essere speso per i servizi pubblici. La sua scelta politica di utilizzare questi soldi per ridurre il deficit è ora apertamente messa in discussione. Il ministro delle finanze non può più accumulare fondi pubblici per adeguarsi alla definizione restrittiva di “finanze pubbliche solide” dei suoi ministri delle finanze e di quelli dell’UE. Mentre ero in  Portogallo, gli insegnanti stavano intraprendendo azioni di sciopero sporadiche per ottenere un pieno ripristino della loro carriera, e quindi degli stipendi che erano stati tagliati dal governo dell’austerità. Ho parlato con Henrique Borges, uno dei loro organizzatori a Porto mentre si preparava per una massiccia manifestazione nazionale a Lisbona al per il fine settimana seguente. “Il governo dice che non ci sono soldi ma sappiamo che ci sono”, ha detto. “Il deficit è molto basso e stanno dando soldi alle banche private. Quindi ci sono soldi per i servizi pubblici.”

Sia Bloco sia il PCP appoggiano entrambi gli insegnanti, e il sindacato acquisisce potere dalla maggiore influenza che questo gli dà sul governo. Mentre questo rapporto viene pubblicato, il governo ha fatto alcune concessioni agli insegnanti, ma non sufficienti a soddisfare né loro, né tantomeno Bloco o il PCP. Ciò ha portato a una crisi nazionale con Costa che ha minacciato di dimettersi quando il PSD ha sostenuto le richieste degli scioperanti. Poi il PSD ha fatto marcia indietro e Costa ha ritirato le sue dimissioni, per ora. Ma il problema non è stato risolto e arriverà in parlamento nel prossimo futuro. È chiaro che il carattere del prossimo ‘geringonca’, se i risultati elettorali lo renderanno necessario, saranno modellati non solo dall’aritmetica elettorale ma da più ampie pressioni sociali, stimolate sia dalle aspettative sollevate dall’accordo sia dal fatto che ha creato nuovi canali attraverso i quali i movimenti sociali e del lavoro possono avere influenza sul potere politico.

Era chiaro che la posizione della Commissione Europea era troppo ideologica… Abbiamo dimostrato che era possibile non fare una politica di austerità e rientrare comunque nelle regole europee sul deficit al 3%

MARGARIDA MARQUES, MINISTRO PER GLI AFFARI EUROPEI DURANTE LA FASE INIZIALE DEI NEGOZIATI CON LA UE

I MOVIMENTI SOCIALI

Un’ulteriore immagine di questa relazione tra cambiamento attraverso le Istituzioni politiche e le pressioni per andare oltre da parte dei movimenti sociali, riflette la questione della precarietà del lavoro, una delle poche questioni strutturali su cui l’accordo è stato in grado di realizzare il cambiamento e aprire dinamiche che potranno permettere ulteriori miglioramenti . È una tendenza globale ma come paese semi-periferico con un ampio settore informale e una struttura produttiva debole, i portoghesi hanno vissuto la precarietà in modo particolarmente duro.

Dal 2002 si è sviluppato un movimento di precari, rafforzato da reti internazionali di precari sempre più autocoscienti e creativamente militanti.  In Portogallo, la consapevolezza tra i lavoratori  precari di essere un soggetto collettivo è cresciuta negli ultimi anni della Troika, grazie alla creazione di spazi di auto-organizzazione e allo sviluppo di una stretta collaborazione con i sindacati e altri movimenti sociali come parte del movimento del 2013 “’Fanculo la Troika”.

Anche prima della caduta del governo dell’austerità, questi movimenti avevano generato una “iniziativa del cittadini” (altra caratteristica della Costituzione radicalmente democratica portoghese). Con il governo di minoranza di PS, una misura importante dell’accordo era la fine del lavoro precario nel settore pubblico. Attuare questo non era una semplice questione di legislazione e amministrazione statale centrale: per avere successo era necessaria la conoscenza dall’interno degli stessi lavoratori precari. È stato un processo esemplare di collaborazione tra azione parlamentare e sociale, auto-organizzazione e condivisione di conoscenze pratiche e ufficiali – un pezzo di quell’equilibrio  di potere notevolmente favorevole che ha permesso al governo socialista di riuscire nei suoi negoziati anti-austerità e di opporsi alla UE.

IMPLICAZIONI EUROPEE

Un favorevole equilibrio di potere a livello nazionale può tuttavia ottenere cambiamenti solo in ambiti limitati. Per i cambiamenti nelle questioni strutturali centrali come il sistema finanziario, il cambiamento nazionale dovrebbe essere accompagnato da uno spostamento dell’equilibrio di potere in Europa, in modo da ottenere cambiamenti nelle regole di istituzioni come la Banca centrale europea.

I politici di sinistra in Portogallo sono consapevoli dei limiti del loro potere nei confronti dell’UE in quanto rappresentanti di un piccolo paese, se mancano di alleati più potenti.

La caduta del governo di destra in Spagna è vista come un passo in una direzione più favorevole. Ana Gomes, eurodeputata PS da lungo tempo, è entusiasta della possibilità che un governo britannico guidato da Corbyn contribuisca a progetti di cambiamento della sinistra in Europa: “Avrebbe un impatto enorme, trascinando l’UE a sinistra. Il problema è che non esiste un partito socialista francese; l’Italia ha i fascisti al potere. La Germania è sempre a mezza strada e l’SPD scende nei sondaggi poiché  è stato gravemente danneggiato dalla partecipazione alla Grosse Koalition.” Il Segretario di Stato di Costa ribadisce queste speranze con più cautela: “Devo dire che farebbe una grossa differenza se la decisione fosse quella di rimanere in Europa per cambiarla dall’interno ”.

Si potrebbe dire che Lisbona ​​simboleggi le contraddizioni della UE: le regole incorporate nei trattati da un lato e, dall’altro, le istituzioni e il processo decisionale quotidiano attraverso il quale vengono attuate, dipendono da rapporti di potere tra i diversi attori e tra le visioni attraverso le quali vengono percepiti i problemi. Il Trattato di Lisbona, che prende il nome dalla città in cui fu firmato, rappresenta le regole neoliberiste che, interpretate dogmaticamente, significano austerità, vincoli assoluti sulle misure sociali e / o il ruolo punitivo della Troika. È il livello al quale si attengono la destra e il centro-destra al governo in tutta Europa, quindi il potere della Tavola rotonda europea degli industriali, la lobby multinazionale, è dominante.

D’altro canto, l’esperienza del recente “accordo di Lisbona” ​​negoziato dal PS per andare al  governo, indica una possibile flessibilità, non per un ripensamento sulla via di Damasco, ma perché è minacciato l’equilibrio di potere tra le istituzioni dell’UE e le irresponsabili  pressioni delle multinazionali e l’acquiescenza normalmente asservita dello stato nazionale.

Resta da vedere se il nuovo equilibrio di potere dopo le elezioni portoghesi di ottobre, sia in termini elettorali sia in termini di volontà della società civile di mobilitarsi, consentirà al Portogallo di andare oltre il suo ribaltamento difensivo delle misure brutali della Troika e di far progredire la capacità strutturale della Stato portoghese di soddisfare le esigenze dei suoi cittadini. Ma il suo successo nel ribaltare l’austerità, è sicuramente un’esperienza da cui il Labour può imparare. Jeremy Corbyn ha dichiarato al Gala dei Durham Miners la sua convinzione in una Europa anti-austerità. L’esperienza del Portogallo indica che il modo per raggiungere questo obiettivo non è rompere con l’Europa e alleati ma, come António Costa, lavorare a fianco del Partito socialista portoghese e di altri alleati a sinistra in tutta Europa per massimizzare l’equilibrio di potere al fine di ottenere benefici sociali ed economici dall’essere “dentro e contro” l’UE.

CONCLUSIONI

L’esperienza portoghese non fornisce un “modello” che possa essere semplicemente applicato al Regno Unito. Ci consente però di intravvedere ciò che è possibile fare. Le istituzioni e le politiche dell’UE, come tutte le istituzioni e le politiche dell’economia politica, sono il prodotto di relazioni e decisioni umane che, come la storia stessa, possono essere fatte o disfatte, riprodotte o trasformate dalla nostra azione.

È vero, come ammoniva Marx, che sebbene facciamo la storia, lo facciamo in condizioni che non sono di nostra scelta. Potenzialmente, tuttavia, possiamo scegliere come rispondere alle particolari scelte storiche prodotte dalle condizioni o strutture permanenti che ereditiamo.

Pertanto, dopo le elezioni del 2015, António Costa, in qualità di leader del partito di minoranza con il maggior numero di voti, avrebbe potuto scegliere di sostenere il PSD continuando ad applicare le prescrizioni del memorandum della Troika, promosse dai funzionari dell’UE, come “naturali” – quindi insindacabili – conseguenze delle regole sul disavanzo dei trattati di Lisbona e Maastricht. (Una risposta che avrebbe potuto essere ritorta contro dalla sinistra radicale – PCP e Bloco – sostenendo che le regole neoliberali dell’UE significano che tutte le istituzioni dell’UE sono per forza neoliberiste – implicando l’impossibilità di perseguire politiche  anti-austerità fintanto che i trattati restano in vigore).

 Costa, invece, ha rischiato – come Bloco e PCP in modo diverso – assumendo che l’attuazione delle regole sul deficit potesse, entro certi limiti, essere determinata a livello nazionale, anche contro i desideri degli alti funzionari dell’UE. In altre parole, ha agito sulla base del fatto che, anche se le regole stabilite dai trattati dell’UE sono strutturali e relativamente permanenti, le politiche e il comportamento delle istituzioni per soddisfare tali regole in qualsiasi momento storico possono essere  fatte e disfatte a seconda della congiuntura.

Ha colto l’opportunità data dalla perdita della maggioranza di governo della coalizione di destra per rovesciare le politiche di austerità di quel governo. Ha sfruttato al massimo l’indebolimento della legittimità dei funzionari dell’UE a seguito del loro ruolo nell’austerità responsabile del disastro umanitario in Grecia. Costoro hanno resistito alla sua sfida, ma lui ha insistito,  pur in condizioni di inferiorità, nel trattare le politiche di austerità come ideologicamente orientate e quindi pragmaticamente reversibili.

L’equilibrio di potere all’interno del Portogallo, creato dalla maggioranza anti-austerità tra gli elettori, ma consolidato e rafforzato attraverso l’alleanza con i partiti più fortemente contrari all’austerità rispetto al PS, gli hanno consentito e lo hanno portato a fare un accordo che comportava l’abbandono di qualsiasi politica socialista che mantenesse l’austerità.

STRUTTURE E LIVELLI

In termini più generali, possiamo concludere dall’esperienza portoghese che l’UE, come tutti i fenomeni sociali, deve essere compresa tenendo conto dei diversi livelli della realtà sociale:  regole strutturali permanenti non sono allo stesso livello e non richiedono gli stessi processi di cambiamento, come politiche specifiche in particolari circostanze storiche.

La possibilità strategica dimostrata in pratica da quest’ultimo livello di governo del PS e dalla sua alleanza anti-austerità,  è quella di essere in grado di costruire un equilibrio di potere sufficientemente forte tra alleati a livello nazionale  e di essere concordi nel rifiuto delle politiche di austerità guidate ideologicamente dell’UE , facendosi invece forti del consenso per invertire tali politiche imposte dalla Troika al precedente governo. Ha mostrato invece la possibilità di migliorare i livelli salariali, ripristinare le pensioni, invertire e rifiutare le privatizzazioni  e allo stesso tempo far crescere l’economia, senza infrangere la norma UE sul disavanzo.

La sfida alle specifiche politiche e alle istituzioni UE e la costruzione dell’equilibrio dei poteri per poterlo fare, contribuisce allo spostamento in corso a livello internazionale contro l’austerità, necessario a cambiare il neo liberismo strutturale insito nei trattati UE. 

Sono tre le condizioni che  hanno reso possibile tutto ciò e dalle quali il Partito laburista può imparare. La prima è  stata una forte mobilitazione popolare contro l’austerità praticata dal precedente governo ispirato alla Troika. Ciò ha preparato la strada per una maggioranza anti-austerità alle elezioni generali. In secondo luogo, quando il PS non è riuscito a conquistare la maggioranza assoluta, Costa ha trasformato la sua dipendenza da due partiti fortemente anti-austerità in una leva negoziale nei confronti dei funzionari dell’UE che non desideravano ripetere il caso Grecia o provocare un’altra Brexit. Erano pertanto consapevoli del fatto che non si poteva vedere l’UE spingere le proprie politiche di austerità al punto da provocare la caduta dell’alleanza PS, per quanto scomodo fosse conviverci.

In terzo luogo, l’autonomia di PCP e Bloco e la loro capacità di mobilitare il sostegno popolare per le politiche a base dell’accordo, hanno ulteriormente rafforzato il potere contrattuale di Costa quando i funzionari dell’UE resistevano a scelte specifiche come l’innalzamento del salario minimo. Potenzialmente prepara anche la strada per una sfida più radicale al neoliberismo dell’UE in quanto, pur sostenendo l’alleanza, ha avuto la libertà di avviare dibattiti su questioni non toccate dall’accordo come quella sollevata in modo molto efficace da Bloco, del debito e delle regole della Banca centrale europea, nel tentativo di accrescere la pressione pubblica affinché tali questioni possano essere future sfide per le politiche dell’UE.

Applicando questo al Regno Unito: la prima condizione di forti mobilitazioni contro l’austerità neoliberale non dovrebbe essere un problema, anche se richiederebbe ai laburisti di porsi alla testa delle mobilitazioni popolari – come ha fatto ad esempio il cancelliere ombra John McDonnell unendosi ai picchetti dei lavoratori sottopagati e con contratti a zero ore di McDonald’s e Wetherspoons – piuttosto che imprigionarsi in una convenzionale strategia  di “non spaventare i cavalli” per conquistare gli elettori di centro. 

La seconda e la terza condizione richiedono idealmente un sistema elettorale democratico e proporzionale, come esemplificato dal Portogallo. E nel contempo, la volontà di allearsi con altri partiti anti-austerità come i Verdi, l’ SNP e Plaid Cymru. Se le prossime elezioni daranno ai laburisti la maggioranza dei parlamentari, ma non una maggioranza che consenta di governare, l’esperienza portoghese dovrebbe comunque essere utilizzata per preparare la strada per tale alleanza – e possibilmente l’avvio di un processo di riforma costituzionale tanto necessario.

A breve termine, prima dell’introduzione della rappresentanza proporzionale e della più ampia riforma costituzionale del sistema, i disaccordi interni del Partito laburista potrebbero essere riconosciuti e sfruttati al meglio, per negoziare un programma concordato di misure anti austerità e ricostruzione che, come in  Portogallo, è una condizione per lavorare dall’interno e contro l’UE. Il manifesto del Partito Laburista del 2017 fornisce una base per questo, ma qualsiasi accordo dovrebbe essere specificamente orientato verso i bisogni e le aspirazioni degli elettori nelle aree in cui l’industria è stata distrutta sotto la Thatcher e abbandonata sotto Blair e in cui il voto per uscire dalla  UE è stato forte. Un accordo del genere, come con l’alleanza in Portogallo, manterrebbe aperta la possibilità di fare campagna contro le norme dell’UE e di spingere per un cambiamento più radicale dell’UE in futuro.

In effetti, il processo per sfidare le politiche e le istituzioni dell’UE e costruire l’equilibrio di potere nazionale per farlo, può contribuire a uno spostamento su scala più internazionale contro l’austerità (l’obiettivo dichiarato di Jeremy Corbyn di una “Europa anti austerità”) che è necessario per cambiare il neoliberalismo strutturale incorporato nei trattati dell’UE, come le restrizioni sul deficit. Anche questo è alla portata dei Laburisti, ma richiederebbe alla leadership del partito di staccarsi dalla “tirannia dell’immediato”, che può facilmente imprigionare un leader dell’opposizione, in particolare uno verso il quale i media e una parte del Partito sono così implacabilmente ostili .

Corbyn stesso fa continui tentativi personali di raggiungere sia gli elettori laburisti fuori Londra sia i socialisti in tutta Europa, e John McDonnell dichiara spesso il suo desiderio di costruire un’alleanza anti-austerità in tutta la sinistra in Europa, e ha offerto di ospitare a Londra la Convenzione di tale alleanza. Noi speriamo che questo nostro resoconto incoraggi la realizzazione di una tale iniziativa. Con i parametri del dibattito sulle relazioni del Regno Unito con l’Europa risalenti all’eredità del referendum di David Cameron, un’alleanza paneuropea convocata dai laburisti potrebbe iniziare a ripristinare le priorità e ristabilire i termini del dibattito.

L’ACCORDO

Qui di seguito, alcuni dei provvedimenti facenti parte dell’accordo, applicati in questo periodo:

• Inversione di tendenza sulle privatizzazioni o concessioni del trasporto pubblico attuate dalla destra (la compagnia aerea e il trasporto pubblico delle 2 città più grandi;

• Esplicito divieto di nuove privatizzazioni;

• Aumento del 20% del salario minimo

• Reintroduzione di 4 festività soppresse dal governo precedente;

• Sblocco delle pensioni (al tasso di inflazione) e aumento delle minime dal 3 al 4 % ogni anno;

• Fine dei trasferimenti obbligatori dei dipendenti pubblici;

• Ripristino della contrattazione collettiva per i dipendenti pubblici;

• Tassa sui consumi nei ristoranti ridotta dal 23 al 13%;

• Posti al nido per tutti i bambini dal 2019;

• Libri gratuiti per tutti gli studenti fino ai 17 anni, in tappe progressive;

• Abolizione della tassa straordinaria imposta dalla troika su stipendi e pensioni;

• Riduzione delle tasse sui redditi da lavoro e aumento di quelle alle grandi imprese;

• Imposizione di una nuova tassa sul lusso;

• Sfratti sospesi per le persone anziane o disabili che hanno vissuto nello stesso posto per 15 anni, e revisione della legge sugli affitti a tutela degli inquilini.

• Nuove regole per le partite iva che prestano servizio in più aziende, assicurando loro protezione sociale.

L’effetto complessivo di queste misure tra il 2016 e il 2017, in un contesto favorevole con prezzo del petrolio basso e prospettiva di maggiori esportazioni dovuta alla lieve ripresa dell’economia Europea, ha visto una piccola crescita del PIL (più 4,3% in termini reali, dopo essere sceso del 7,9 % durante la fase di recessione e austerità), un forte aumento dell’occupazione (le cifre ufficiali sulla disoccupazione si sono ridotte dal 17,5% nel 2013 al 7,4% attuale) e riduzione del disavanzo pubblico (dal -3,1% nel 2015 allo 0,9% nel 2017 con prospettiva di azzeramento nel 2018), per gli effetti, in questo caso, della ripresa e anche del congelamento degli investimenti pubblici.

In ogni caso, la domanda aggregata si è ampliata grazie al risultato congiunto di maggiore fiducia e più pensioni e salari. La lotta contro l’impoverimento ha avuto un reale impatto sociale. Nessun altro paese europeo ha perseguito questo tipo di politiche. Sebbene le principali sfide siano ancora da vincere e il PS non abbia voglia di affrontarle, come la riduzione del debito pubblico e esterno, il fatto che Bloco sia stato in grado non solo di immaginare e proporre alternative concrete su tali argomenti, ma anche di imporre il dibattito su di essi mostra la via da seguire: infatti, Bloco e PS hanno approvato, con la partecipazione di membri del governo,  un rapporto che presenta una proposta concreta di mutualizzazione di 52 miliardi di euro, affermando che le attuali regole di bilancio dell’Unione europea sono “ingiuste e insostenibili”. Questo piano concreto rafforza la lotta contro il debito.

Queste informazioni provengono da “Lessons and not Myths about the Portuguese Non-Model’” di Adriano Campos, Jorge Costa, Maria Manuel Rola. Pubblicato in New Politics, 2019.

Fonte: anothereurope.org

Link al report: portugal-report.pdf