XXXIX Congresso Psi 1972

XXXIX Congresso – Genova 9-14 novembre 1972 A Genova si svolge il XXXIX Congresso del PSI. Si stabilisce l’alleanza fra la corrente autonomistica di Pietro Nenni e i sostenitori di Francesco De Martino. Il congresso si pronuncia per una ripresa del centro-sinistra.   «Avanti! 9-15 ottobre 1972»     SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

XXXVIII Congresso Psi 1968

XXXVIII Congresso – Roma 23-28 ottobre 1968 PSU – I Congresso, Roma. (XXXVIII Congresso PSI) Si decide di tornare alla vecchia denominazione di Partito socialista (PSI) L’accordo fra «Autonomia socialista» di Nenni e Giacomo Mancini e «Rinnovamento socialista» di Tanassi, Cariglia, Tremelloni consente la rielezione di Nenni alla presidenza del partito e l’elezione di Mauro Ferri a segretario.   «Avanti! 24-27 ottobre 1968» SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

XXXVII Congresso Psi 1966

XXXVII Congresso Psi-Psdi unificati – Roma 27-29 ottobre 1966 Riunificazione socialista dopo che nei giorni precedenti i congressi del PSI e del PSDI ne avevano definito l’obiettivo. A Roma, alla presenza di Albert Carthy, segretario generale dell’Internazionale socialista, è ufficialmente proclamata la nascita del nuovo Psu (Partito socialista unitario), con Pietro Nenni presidente, Francesco De Martino e Mario Tanassi segretari nazionali, Brodolini e Cariglia vicesegretari.   «Avanti! 28-30 ottobre 1966»   «DOCUMENTO CONCLUSIVO XXXVII Congresso Nazionale del PSI (Roma, 27-28 ottobre 1966)». SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

XXXVI Congresso Psi 1965

XXXVI Congresso – Roma 10-14 novembre 1965 Tema fondamentale del Congresso la riunificazione socialista. Nei precongressi quasi l’ottanta per cento dei voti agli autonomisti del PSI. Alla sinistra il 17 per cento. De Martino nella relazione cerca una mediazione fra le posizioni di Nenni , sostenitore convinto della unificazione, e l’opposizione di Lombardi. Critico non solo sulla unificazione, ma anche sulla tenuta del governo di centro-sinistra. Prevale la posizione di Nenni. Nel voto per il Comitato centrale 79 seggi alla maggioranza, 19 alla minoranza, 2 alle mozioni locali . Nella maggioranza 44 seggi ai nenniani e 35 ai seguaci di De Martino. Subito dopo il Congresso si avvia il processo che porterà alla Costituente socialista e poi all’unificazione. «Avanti! 16 novembre 1965» SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

“Lotteremo per una legge elettorale costituzionale”

Felice Besostri l’avvocato “Antitalikum”. “Difendiamo la carta dal testo di Rosato” La maggioranza solo numerica non si rassegna alla sconfitta del referendum Secondo il programma, dovrei parlare della necessità di verità della rappresentanza che solo un sistema elettorale proporzionale può dare. Ma dopo gli interventi che mi hanno preceduto, parlare ora di proporzionalità è come “portare vasi a Samo”, inutile e superfluo. Ritengo, invece, più interessante riferirvi dei lavori del gruppo degli avvocati “Antitalikum” da me coordinati, che hanno ottenuto l’annullamento parziale dell’Italikum, nella parte più pericolosa, cioè l’attribuzione di un premio di maggioranza, sempre e comunque, senza alcuna soglia di partecipazione o di percentuale minima di voti al primo turno grazie al trucco di un ballottaggio limitato alle due liste più votate. Avevamo dedotto 13 motivi di incostituzionalità dell’Italikum, da noi scritto rigorosamente con la kappa, un ricordo ideografico di altre antiche battaglie democratiche e un 14° relativo a una norma residuata dal Porcellum, le soglie del Senato fissate irragionevolmente al doppio della Camera, pur avendo la metà dei membri. Siamo stati preveggenti perché è una delle norme chiave dell’armonizzazione chiesta dalla stessa sentenza a 35/2017 e auspicata dai presidenti della Repubblica e del Senato. L’annullamento parziale di due punti dei 13 non ci soddisfa, ma parliamoci chiaro: quell’annullamento ha creato le condizioni tecniche e politiche per la formazione di un quarto polo civico, costituzionale di sinistra. Tuttavia, senza una legge elettorale proporzionale, non potranno nascere soggetti politici in grado di determinare nuovi equilibri politici per evitare una vittoria della destra o una riedizione di un centro-finta-sinistra a egemonia Pd. Giustamente dobbiamo mettere al centro la legge elettorale per averne finalmente una costituzionale di tipo proporzionale. La maggioranza solo numerica del Parlamento non si è rassegnata alla sconfitta del 4 dicembre e cerca una rivincita con la terza legge incostituzionale. Dobbiamo impedirlo ed è possibile, perché entro novembre ci sono 10 dei ricorsi Antitalikum maturi per la decisione. Il Tribunale dell’Aquila deve depositare la decisione e il 13 ottobre è attesa la decisione del Tribunale di Messina, il 26 e il 27 dello stesso mese rispettivamente Lecce e Venezia. Siamo in tempo per portare in Corte costituzionale il meccanismo elettorale incostituzionale del Rosatellum 2.0, il voto congiunto per il candidato uninominale e per la lista bloccata proporzionale, impugnando le norme dello stesso tenore vigenti per il Trentino-Alto Adige. Il gioco è chiaro: andare a votare con norne incostituzionali per ripetere lo sconcio del Porcellum dichiarato incostituzionale dopo le elezioni. Se si vota con una legge incostituzionale la Costituzione non sarà attuata e la vittoria dei No al referendum tradita. Fonte: Il Fatto Quotidiano   45.000 firme L’appello dei comitati IL COORDINAMENTO democrazia costituzionale – che prosegue le battaglie dopo aver salvato col referendum la Carta dalla riforma del governo renziano – ha approvato un appello in cinque punti per una nuova legge elettorale che, sia chiaro, parta dal presupposto di far scegliere i parlamentari dai cittadini. Al punto 1, per esempio, c’è scritto: “La partita che si sta giocando sulla legge elettorale è una partita sulla Costituzione perché il modello di democrazia consegnatoci dai Costituenti e convalidato dal referendum del 2016, è fondato sulla centralità di un Parlamento rappresentativo attraverso il quale trova espressione il principio supremo che la sovranità appartiene al popolo”. Tanti i nomi in calce: da Villone a Gallo, da Carlassare a Grandi fino al presidente del comitato scientifico Pace. La petizione, lanciata dal Fatto Quotidiano, può essere sostenuta firmando sulla piattaforma di Change.org. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

Il pool di avvocati anti Italicum pronto a un nuovo ricorso

Non c’è due senza tre: Felice Besostri e il coordinamento degli avvocati Antitalikum si sono rimessi al lavoro. Nel mirino stavolta c’è il cosiddetto Rosatellum 2.0, la legge elettorale per due terzi proporzionale e per un terzo maggioritaria che il Parlamento si prepara a discutere nelle prossime settimane. Secondo Besostri, l’avvocato che ha promosso i ricorsi alla Consulta che hanno fatto cancellare prima il Porcellum e poi l’Italicum, saremmo di fronte all’ennesimo sistema elettorale destinato alla bocciatura della Corte: “La maggioranza solo numerica del Parlamento non si è rassegnata alla sconfitta del 4 dicembre e cerca una rivincita con la terza legge incostituzionale”. Il coordinamento Antitalikum ha annunciato di esser pronto a “portare all’attenzione alla Consulta eventuali profili di incostituzionalità del Rosatellum 2.0”. Per Besostri gli aspetti critici del sistema nato sull’asse Pd-Forza Italia sono evidenti: “Se non viene cambiato almeno il voto congiunto tra candidato uninominale e lista proporzionale bloccata, il Rosatellum bis farà la stessa fine di Porcellum e Italicum”. Fonte: ilfattoquotidiano.it/ SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

Apprendere dalla lezione tedesca

di Paolo Bagnoli Era naturale che l’esito delle elezioni tedesche fosse atteso con particolare trepidazione. Le interpretazioni che di esso sono state date oramai si sprecano, ma in fondo, a ben vedere, se terremoto è stato, esso era in qualche modo nell’aria compresa la frana più grande e preoccupante: vale a dire, quella dei socialdemocratici che rischia, se non vengono prese iniziative strategiche di peso, di divenire strutturale. Certo che l’entrata in Parlamento della destra nazionalista e xenofoba è un dato più che preoccupante, ma se di populismo si tratta, come tutti dicono, la politica democratica è nelle condizioni di piegarla. Crediamo che possa trattarsi di un episodio grave e inquietante considerata la storia della Germania; ma solo di un episodio la cui soluzione non si può rimandare in toto e in esclusiva all’Europa perché, per prima, alla prova è messa la Germania stessa. Essa, da grande democrazia quale è, non può più avere timori nel fare i conti con se stessa; quei conti che con la riunificazione andavano reimpostati e riaggrediti. La Spd è, di par suo, messa a una prova vera e dura. Il cambio del leader alla soglia delle elezioni ha dimostrato che gli uomini politici pesano se hanno delle idee e netti profili identitari. Non ci sembra, sinceramente, che Martin Schulz avesse nemmeno uno di questi requisiti. Aveva di sicuro un sogno: diventare cancelliere invertendo i ruoli fino ad oggi ricoperti dal suo partito e dalla Cdu e, quindi, continuare nella grande coalizione, ma con la Spd sopra e la Cdu sotto. In politica tutto è possibile, ma il sogno era solo l’anticamera dell’incubo. L’annunciato passaggio all’opposizione è una scelta obbligata. Come tale, in sé e per sé, non ha niente di strategico. Qualcuno ha scritto che ora occorre una Bad Godesberg all’incontrario; se certo non è riproponibile una Spd prima di Bad Godesberg è vero che, con quella svolta, la socialdemocrazia tedesca segnò un orizzonte strategico che, senza nulla perdere della propria grandezza, la portò ad essere un forte soggetto di governo. Ma mentre a Bad Godesberg la Spd lasciava un profilo, ne usciva però subito con un altro dopo aver fatto i conti il ruolo che deve avere una forza socialista la quale, naturalmente, può cambiare con il trascorrere delle stagioni della storia senza alterare la propria funzione. Il tratto caratterizzante quel nuovo profilo era che il cambio non implicava subalternità culturale ne di soggettività sociale; di conseguenza, si poteva dialogare e collaborare con le forze democratiche antagoniste rimanendo se stessi, marcando in maniera politicamente forte il proprio ruolo socialista. Tutto questo è andato perso e l’Spd ha dovuto amaramente riconoscere di non essere più il “partito del popolo”. Essa ha pagato la subalternità alla Merkel, all’ala moderata del Paese, ha scontato pure la blairizzazione causata dal cancellierato di Gerhard Schroder tra il 1998 e il 2005 che aveva addirittura ribattezzato il partito “neue mitte” – nuovo centro – e poi abbiamo scoperto che, per lui, il centro vero stava a Mosca! Il blairismo ha fatto al socialismo europeo danni storici, ma come dimostra Jeremy Corbyn basta fare i socialisti per far rinascere il socialismo. Se ce ne fosse uno in ogni Paese il socialismo non sarebbe ridotto così come lo è adesso anche se in Italia il Corbyn di turno dovrebbe essere capace di realizzare addirittura una resurrezione. Intendiamoci non è che a livello amministrativo di governo i socialdemocratici tedeschi siano rimasti inoperosi; anzi, su alcune questioni di grande rilevanza – salario minimo, abbassamento dell’età pensionistica, fondi per la scuola, agevolazioni per le famiglie – hanno ottenuto risultati che vanno a loro merito, ma ciò non è valso a impedirne la caduta. La ragione è molto semplice: il buon governo non basta a connotare l’identità socialista perché il socialismo è trasformazione profonda della società; mutazione continua verso nuovi livelli di società democratica unendo la mobilitazione sociale all’azione politica. Il socialismo è un progetto di società e di rapporti sociali, economici e politici. Tale progetto l’Spd non ce l’ha; se non se lo dà, quello che abbiamo visto è solo l’inizio della frana. La lezione dovrebbe servire anche ai socialisti degli altri Paesi; eccetto i portoghesi che lo hanno capito da soli sfidando l’Europa con le sue troike e ragionieristici teoremi riguardanti solo e quasi esclusivamente la liberalizzazione dei mercati. Auguriamoci che, per la democrazia tutta e non solo per i socialisti, la lezione tedesca serva. Infine, sullo scenario, non è mancata l’uscita di Walter Veltroni che, nel commentare l’ennesimo segno di una crisi generalizzata del socialismo, ha avuto l’ardire di dichiarare: «Per fortuna l’Italia dieci anni fa ha fatto la scelta coraggiosa del Partito democratico». Ci domandiamo: ma che c’entrano Veltroni e il Pd con il socialismo che, come comprovato dalla storia, appartiene alla sinistra? Se crisi del Pd ci sarà essa riguarderà un altro ambito storico, politico e culturale. Fonte: Nonmollare quindicinale post azionista SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

XXXV Congresso Psi 1963

XXXV Congresso – Roma 25-29 Ottobre 1963 Il dibattito precongressuale vede la contrapposizione fra la corrente di «Autonomia socialista», tornata unita dopo la spaccatura del 17-18 giugno, e la corrente di «Sinistra socialista» nella quale sono confluite le correnti di Tullio Vecchietti e Lelio Basso. Infine la mozione Per l’unità del Partito presentata da Sandro Pertini. Tema del confronto: la partecipazione organica del PSI ad un governo di centro-sinistra. Tesi sostenuta da «Autonomia socialista», e contrastata dalla «Sinistra» che teme un cedimento del partito e subordina ogni eventuale partecipazione al governo a non negoziabili condizioni programmatiche da porre alla DC. Già votazioni delle sezioni e dei congressi provinciali la corrente autonomista, Nenni – De Martino- Lombardi, conquista la maggioranza assoluta: 278.324 voti alla mozione su 478.324 contro 190.492 alla sinistra, 10.568 a Per l’unità del partito e 5.428 le astensioni. Il segretario Pietro Nenni nella relazione d’apertura indica le ragioni che motivano la scelta di centro-sinistra che ritiene un passaggio decisivo per lo sviluppo della democrazia e per le riforme. Tullio Vecchietti, presentando la mozione di cui è firmatario illustra le sue critiche alle posizioni di maggioranza ed elenca i fondamentali discrimini, non negoziabili, da porre agli altri partiti. Un intervento in cui si già si avvertono le premesse che porteranno, al momento del voto al governo Moro (dicembre 1963), alla scissione e alla formazione del «Partito socialista di unità proletaria» (PSIUP). Vince il Congresso con il 57, 42% la corrente di Nenni all’interno della quale, tuttavia si registrano accenti diversi. In particolare la posizione di Lombardi che, nel dibattito congressuale, pone condizioni vincolanti all’incontro con la DC e precisando il significato delle riforme rivendicate dal PSI carica di forza rinnovatrice il centro-sinistra. La Sinistra socialista ottiene il 39,9% e Unità per il Partito il 2,18%. La mozione conclusiva autorizza il gruppo dirigente ad avviare le trattative per la formazione di un governo con la DC, il PSDI, il PRI. Il Congresso conferma Nenni segretario, Francesco De Martino vicesegretario e Giovanni Pieraccini vicesegretario e direttore dell’Avanti! con Franco Gerardi vicedirettore.   «Avanti! 25 -30 ottobre 1963» SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

XXXIV Congresso Psi 1961

XXXIV Congresso – Milano 16-18 Marzo 1961 Pietro Nenni nella relazione introduttiva ripropone la possibilità dell’appoggio del PSI ad un nuovo governo di centro sinistra, affronta il tema delle riforme e della lotta agli squilibri territoriali e sociali. Molto si sofferma sulle questioni internazionali criticando la divisione del mondo in blocchi contrapposti e l’esito della Conferenza degli 81 partiti comunisti che si è svolta a Mosca, da cui – a suo avviso – non è venuta alcuna proposta positiva. Una linea di neutralismo in politica estera. Tullio Vecchietti, leader della sinistra, critica la politica di alleanza con la DC. Lelio Basso, leader di “Alternativa democratica”, polemizzando con Nenni, contesta la logica dei “due tempi” , prima la democrazia, poi il socialismo. Nenni vince con il 55% , ma perde il 3% rispetto al precedente congresso, le sinistre unite raggiungono circa il 42%., avanzando del 3,61%. Il Congresso conferma Pietro Nenni segretario nazionale ed elegge Francesco De Martino vice segretario. Degli 81 componenti del comitato centrale, 45 vanno ad “Autonomia”, 29 alla sinistra, 6 alla corrente di Basso, 1 a Pertini.   «Avanti! 16 -19 marzo 1961» SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

XXXIII Congresso Psi 1959

XXXIII Congresso – Napoli 15-18 gennaio 1959 Il Congresso, nonostante, la vittoria della linea di Pietro Nenni e della sua corrente, “Autonomia”, non scioglie il nodo del rapporto con la DC. La relazione non si sbilancia sulle prospettiva, conferma l’autonomia del PSI dal PCI , e in attesa di un mutamento dei rapporti di forza esclude una partecipazione socialista al governo con la DC  e l’unificazione con il PSDI. La linea degli “ autonomisti” ( 58,30%)  prevale su quella della sinistra  di Tullio Vecchietti e Dario Valori (32,65%) , e quella della sinistra libertaria di Lelio Basso ( 8,73%). Nenni è rieletto segretario nazionale, Francesco De Martino, vicesegretario. La nuova direzione composta inoltre da  Lombardi, Pieraccini, Mancini, Mazzali, Paolicchi, Venturini, De Pascalis, Tullia Carretoni, Cattani, S. Gatto, Corona, Jacometti  è votata solo dagli autonomisti (47) , si astengono i sostenitori di Basso (7) vota contro sinistra di Vecchietti (27). Una direzione monocolore formata solo da esponenti di “Autonomia”.   «Avanti! 15 -20 gennaio 1959»   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it