XXXII Congresso Psi 1957

XXXII Congresso – Venezia 6-10 febbraio 1957 Dopo il XX Congresso del PCUS e i fatti d’Ungheria, Nenni prosegue nella sua condanna dell’URSS e la sua critica al PCI e si va sempre più precisando l’obiettivo dell’apertura a sinistra verso la DC e dell’unificazione con il PSDI. Contro si pronunciano gli ex-morandiani guidati da Vecchietti e Valori.  La linea di Nenni ottiene la maggioranza, tuttavia nella votazione del Comitato centrale su 81 componenti risultano eletti solo 27 nenniani a fronte di 31 «morandiani», 14 «bassiani» e   9 «pertiniani». Dopo complesse trattative Nenni accetta la conferma a segretario con una Direzione composta da 11 membri della sua corrente, 6 morandiani e 2  bassiani. Entrano in segreteria Basso, De Martino e Vecchietti. «Avanti! 7 -12 febbraio 1957»   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

XXXI Congresso Psi 1955

XXXI Congresso – Torino 31 marzo-3 aprile 1955 Il Congresso si svolge a pochi giorni dalla sconfitta della CGIL nelle elezioni delle commissioni interne alla Fiat. Pietro Nenni, con il consenso di Morandi e le riserve di Basso e Lussu, avvia il dibattito sull’ apertura a sinistra verso la DC, per un governo che promuova una politica riformatrice, ma senza interrompere la collaborazione fra PSI e PCI. Espressione di questa linea l’Appello al Paese lanciato a conclusione del Congresso. Nella relazione Nenni afferma che il PSI accetta la Nato come alleanza puramente «difensiva e geograficamente limitata». Il congresso elegge segretario nazionale Pietro Nenni e vice segretario Rodolfo Morandi; la direzione nazionale risulta composta da De Martino, Foa, Vincenzo Gatto, Lami, Lizzadri, Lombardi, Panzieri, Pertini, Santi, Targetti, Tolloy, Valori, Vecchietti.   «Avanti! 30 marzo – 3 aprile 1955» SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

Socialisti, Ebrei, Rivoluzionari: LA STORIA DEL BUND

Questo interessantissimo volume scritto da Massimo Pieri* e recentemente pubblicato dall’editore Mimesis tratta di un argomento sicuramente poco noto ai lettori italiani, ma non per questo meno importante per la storia del socialismo rivoluzionario: il Bund, ovverosia l’Unione dei Lavoratori Ebrei di Russia, Polonia e Lituania e cioè il movimento socialista rivoluzionario ebraico, fondato a Vilna (Vilnius) nell’ottobre del 1897, molto attivo nelle province nord occidentali dell’impero zarista ad altissima presenza ebraica askenazita e decisivo anche per la nascita di poco successiva, nel marzo del 1898, del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (POSDR). Come spiega Valentina Sereni nella Prefazione, Doikeyt è un’espressione yiddish che corrisponde al tedesco Da-keit e significa all’incirca “stare qui”, essere coscientemente “qui”, in un ben preciso luogo ed “ora”, in un determinato e particolare momento. Pertanto, lo slogan usato dai bundisti “Doikeyt. Noi siamo qui ora!” è un’espressione carica di consapevolezza pratico-politica e di progettualità conflittuale; indica la coscienza di essere un qualcosa – classe, movimento, gruppo nazionale – in un luogo e in un tempo precisi al fine di sostenere una legittima e necessaria lotta per la conquista dei diritti, per il cambiamento delle strutture economico-sociali e dei rapporti di produzione, per l’abolizione della società classista e del capitalismo. Ma a questi obiettivi si aggiungono poi quelli propriamente ebraici – definibili come “nazionali”, seppur con un’accezione parecchio diversa da quella solitamente in uso – che richiedono il riconoscimento delle tradizioni e delle abitudini di vita di un popolo, della lingua yiddish, dell’identità e della cultura ebraiche e che sfociano nella difesa armata contro l’antisemitismo e i pogrom, ancora molto frequenti in Russia a cavallo tra XIX e XX secolo. Tutto questo grazie alla formazione di un movimento politico e di un programma rivoluzionari, alla intrapresa di iniziative di lotta non solo radicali ed incisive nel contesto dell’impero russo, ma anche decisamente originali e spesso non comprese appieno né condivise all’interno dell’internazionalismo socialista tra fine 800 e inizio 900. Molto attivo nelle rivoluzioni russe del 1905 e del 1917, il Bund incontrò la diffidenza del partito bolscevico per profonde divergenze ideologiche riguardo al modo di intendere forma e compiti del partito e riguardo alla “questione nazionale”, che l’Unione dei lavoratori ebrei intendeva nei termini della rivendicazione di una identità nazionale e culturale all’interno di un quadro e secondo logiche autenticamente federaliste ed “internazionaliste”, antistataliste, anticentraliste ed antiautoritarie. Un’idea di nazione senza nazionalismo e senza stato, di nazione senza territorio che risultò eccentrica rispetto alle categorie teoriche del marxismo leninista che tacciò di separatismo, particolarismo e ambiguità reazionaria le idee espresse dal Bund, che negli anni Venti e Trenta continuò la propria attività politica soprattutto in Polonia, dove al momento dello scoppio della guerra nel ’39 contava centomila iscritti e otteneva buoni risultati elettorali. Le analisi e le considerazioni di Pieri iniziano con un dettagliato excursus storico sui rapporti tra ebraismo e società e cristianesimo russi, a partire dal XV secolo e dall’assunto di fondo per cui da sempre il cristianesimo ortodosso fu inteso come base dello Stato russo e in tal modo fu stretto un insolubile legame tra le istituzioni politiche e quelle religiose, tra lo zar e il patriarca, tra l’autorità, anche divina, del monarca e l’autorità, anche politica, della Chiesa: una sorta di simbiosi tra cesaropapismo zarista e ierocrazia ortodossa che produsse l’effetto della totale identità e della sovrapposizione tra cristianità, stato russo e suolo russo. In un contesto di questo tipo, le possibilità di inserimento ed integrazione sociali e culturali degli ebrei furono minime se non inesistenti, a meno che non intervenissero la conversione al cristianesimo ed il battesimo. Insomma – potremmo aggiungere – è la situazione che Raul Hilberg, nel suo libro fondamentale sulla shoah, La distruzione degli ebrei d’Europa, descrive con le espressioni: “se rimanete ebrei, non potete vivere tra noi” (per indicare le politiche di conversione forzata praticate nell’Europa cristiana dal medioevo in poi); oppure con l’espressione “non potete vivere tra noi” (per indicare le politiche di espulsione o di respingimento delle moderne monarchie assolute cristiane). Le accuse e i pregiudizi antiebraici – ricorda l’autore sulla scorta soprattutto delle ricerche e degli studi di Leon Poliakov – erano anche in Russia i medesimi diffusi in tutta l’Europa cristiana e quasi tutti declinazioni e varianti del paradigma deicida. Violentissimo fu l’atteggiamento delle autorità politiche e militari che in più occasioni ordinarono e perpetrarono stragi, come nel caso dell’annessione dell’Ucraina orientale nel 1645, quando circa trecentomila ebrei ucraini furono massacrati dai cosacchi, oppure nel corso della guerra polacco-svedese del 1655-56, quando i russi occuparono Bielorussia e Lituania e si accanirono contro gli ebrei del luogo. Di seguito fu imposto l’interdetto agli ebrei affinché non entrassero nel territorio della “vecchia Russia” e in particolare a Mosca e lo stesso interdetto fu fatto valere per la nuova capitale dell’impero, San Pietroburgo, ai tempi di Pietro il Grande (1682-1725). Un aumento considerevole della presenza ebraica in Russia si registrò a seguito delle tre cosiddette “spartizioni polacche” (1772, 1793, 1795), dopo l’età napoleonica, con il Congresso di Vienna e quindi con l’annessione della Bessarabia e delle regioni baltiche e di una parte dell’antico Regno di Polonia ben più estesa di quella già precedentemente sotto il potere dei Romanov. In tal modo proprio la Russia che aveva sempre manifestato ostilità assoluta contro gli ebrei divenne il paese con la quota maggiore di popolazione ebraica in tutta Europa. Con Caterina II si stabilirono le regioni e le città in cui gli ebrei potessero vivere, lavorare, commerciare e questo di fatto portò ad una politica di reclusione degli ebrei nelle regioni di Ucraina, Bielorussia, Lituania e Polonia, che andarono a formare la cosiddetta Zona. L’imperatrice dichiarò anche di voler espellere tutti gli ebrei che non si convertissero al cristianesimo greco-ortodosso, ma il progetto non si realizzò; iniziò invece la politica di ghettizzazione, che doveva confinare la presenza degli ebrei di Russia in territori e sottoporli ad una legislazione speciale rispetto ai sudditi cristiani (p. 21). Al confino fisico si aggiunsero ben presto altre forme di isolamento e discriminazione, di …

Libertà per Abdullah Öcalan e per tutte le prigioniere e i prigionieri politici Pace in Kurdistan & Democrazia in Medio Oriente

APPELLO ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 7 OTTOBRE A MILANO Crescono le preoccupazioni relative alla salute e alla sicurezza del presidente del popolo curdo Abdullah Öcalan. Da due anni vi è un assordante silenzio sulle sue condizioni. Dall’ultima visita avvenuta il 27 luglio 2011, i costanti appelli per autorizzare la visita degli avvocati non hanno prodotto alcun risultato. Anche un comitato internazionale che comprende deputati del Parlamento Europeo, sindacalisti, accademici e attivisti dei diritti umani provenienti da diversi paesi ha chiesto di poter visitare il carcere di Imralı ma la richiesta è rimasta senza risposta. Tutte queste richieste sono state respinte con motivazioni poco plausibili. Gli avvocati hanno fornito informazioni utili al Comitato per la Prevenzione della Tortura, un organismo del Consiglio d’Europa dotato dell’autorità necessaria per visitare le carceri degli stati membri (compresa la Turchia) e di riferire sulle violazioni dei diritti umani rilevate. Il CPT ha visitato il 28 aprile 2016 il carcere di Imrali, ma contrariamente alle precedenti visite non ha ancora pubblicato il rapporto, e questo perchè la Turchia non lo ha approvato. È inconcepibile che davanti a un tale oscuramento delle informazioni il CPT oggi rimanga in silenzio. Inoltre, mentre crescono le preoccupazioni per la sicurezza di Abdullah Öcalan e degli altri detenuti dopo il tentativo di colpo di stato del 15 luglio 2016, il CPT ha visitato molti centri di detenzione ma non il carcere di Imralı: ciò fa supporre un tacito “patto del silenzio” sulla questione di Imrali. Gli avvenimenti che si sono verificati in tutto il paese dal processo di Imralı nel 1999 ad oggi hanno dimostrato chiaramente che ogni qualvolta sono state portate avanti politiche di sicurezza nell’approccio alla questione curda, l’isolamento a Imrali si è acuito. C’è un evidente analogia tra le condizioni in cui si trova il paese e l’assoluto isolamento del presidente Abdullah Öcalan. Da un lato la Turchia sta attraversando una fase di profondo caos e conflitto, e dall’altro si verifica un totale oscuramento mediatico su Imralı mentre viene impedito ogni incontro. È un segnale concreto che anche piccoli contatti con Abdullah Öcalan possono creare un’atmosfera veramente positiva in tutta la società. Abdullah Öcalan, nonostante le condizioni di assoluto isolamento, ha reso la soluzione pacifica e democratica della questione curda la propria ragione d’essere. La sua libertà significa la libertà non soltanto del popolo curdo ma anche degli altri popoli della regione. Il semplice fatto che il popolo curdo adesso sia diventato un attore importante in Medio Oriente e che il modello del Rojava venga generalmente accettato come modello democratico è un merito che gli viene attribuito. Non solamente i curdi, ma in primo luogo i popoli del Medio Oriente e molte forze sociali stanno adottando il paradigma di Öcalan e stanno lavorando attivamente per la sua attuazione. Milioni manifestano per la sua libertà ormai da molti anni a livello internazionale per condannare l’isolamento imposto dallo Stato turco nei confronti di Abdullah Öcalan che da 18 anni si trova in isolamento. Oltre 10 milioni di persone hanno già firmato l’appello internazionale per la sua libertà. Lo slogan di queste manifestazioni è stato e sarà “Libertà per Öcalan”. In questo contesto la comunità curda in Italia ha promosso una manifestazione a Milano il 7 ottobre 2017 alla vigilia del 9 ottobre, data che ha segnato l’inizio del complotto internazionale che ha portato al rapimento del leader del popolo curdo. Chiediamo all’opinione pubblica di essere consapevole e di dar voce a proteste democratiche contro l’isolamento del presidente Öcalan e per fare in modo che l’attuale “sistema Imrali”, inaccettabile sul piano umano, legale e politico, venga smantellato. Chiediamo all’opinione pubblica, alle organizzazioni della società civile, ai partiti e alle organizzazioni sindacali di sostenere la mobilitazione organizzata dalla comunità curda in Italia e di partecipare alla manifestazione nazionale a Milano il 7 ottobre 2017 alle ore 15 da Porta Venezia. Abbiamo bisogno anche della tua voce! LIBERTÀ PER ÖCALAN! Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia – UIKI Onlus Comunità curda in Italia Rete Kurdistan Italia Per Adesioni: info@uikionlus.com info@retekurdistan.it SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

ROSATELLUM 2.0: Farà la stessa fine del “PORCELLUM” e dell’ITALIKUM

Quest’oggi, 2 ottobre 2017, a Montecitorio nell’Aula dei Gruppi Parlamentari si è tenuta la  riunione degli Avvocati Antitalikum, introdotta dal Coordinatore Avv. Felice Besostri con gli interventi degli Avvocati: Palumbo, Sarno, Ricciardi, Caputo, Sentimenti, Paolini e Di Stasi. “Al centro del nostro lavoro è stata la legge elettorale – ha dichiarato Felice Besostri, Coordinatore degli avvocati Antitalikum – perché ancora oggi non siamo riusciti ad avere una legge costituzionale di tipo proporzionale” E ha aggiunto  “La maggioranza solo numerica del Parlamento non si è rassegnata alla sconfitta del 4 dicembre e cerca una rivincita con la terza legge incostituzionale, cioè il Rosatellum 2.0”. Gli Avvocati hanno preso atto con soddisfazione dell’esito della loro iniziativa soltanto  grazie alla quale si è ottenuto l’annullamento parziale dell’Italicum nella parte più pericolosa, cioè l’attribuzione di un premio di maggioranza eccessivo con il trucco del ballottaggio tra le due liste più votate.  Gli Avvocati hanno sottolineato che la questione più urgente è ottenere l’armonizzazione tra le leggi elettorali per la Camera e per il Senato, armonizzazione che richiede in via prioritaria l’eliminazione del premio di maggioranza alla Camera con il 40% dei voti validi e la riduzione delle soglie d’accesso del Senato fissate all’8% e la 20% a fronte di un 3% alla Camera. Gli Avvocati confidano di portare questa questione all’attenzione della Corte grazie alle decisioni che dovranno essere prese nel giro di un mese dai Tribunali dell’Aquila, di  Messina, di Lecce e di Venezia. “In ogni caso – ha detto l’Avv. Besostri – avendo già predisposto i ricorsi, siamo in condizione di portare all’attenzione alla Consulta eventuali profili di incostituzionalità del Rosatellum 2.0”. E ha aggiunto: “Il voto congiunto tra candidati uninominali e liste proporzionali bloccate, esteso a tutta Italia dal Rosatellum 2.0, è già presente nelle norme speciali per il Trentino Alto Adige, in violazione del voto personale, libero e diretto, come eccepito nei ricorsi Antitalikum”. Il gruppo degli Avvocati Antitalikum ha deciso di estendere la sua sorveglianza sulla costituzionalità delle Leggi elettorali a quelle regionali e per le Province e le Città metropolitane, presentando i ricorsi nei competenti Tribunali ordinari ovvero impugnando davanti ai Tar i risultati elettorali. “Lo scopo che anima gli avvocati Antitalikum è quello di consentire agli elettori di votare liberamente e secondo Costituzione e non di impedire l’adozione di nuove leggi elettorali che è compito del Parlamento. Gli Avvocati vogliono solo vigilare sul rispetto della Carta e in questo modo contribuire all’azione dei Parlamentari”, ha concluso Besostri. Fonte: criticaliberale.it SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

XXX Congresso Psi 1953

XXX Congresso – Milano 9-11 gennaio 1953 Pietro Nenni ribadisce la politica della «alternativa socialista» e il neutralismo in politica estera . Il Congresso decide che il partito si presenterà alla prossime elezioni politiche con il proprio simbolo. Riaffermata la validità del patto di unità d’azione con il PCI. Nenni e Morandi sono rispettivamente riconfermati segretario nazionale e vice segretario.   «Avanti! 8-13 gennaio 1953» SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

Un tempo le donne lottavano per la loro emancipazione

Si discute tanto degli stupri e delle violenze sulle donne ma poi, quella che ci si para dinanzi è la solita tragedia annunciata. Cinque, dieci denunce cadute nel vuoto, atti di violenza anticipatori dell’irrimediabile sciagura, una escalation di violenza legittimata da una colpevole inerzia, in grado di arginarsi soltanto dinanzi all’irreparabile tragedia. Un tempo le donne lottavano per la loro emancipazione, per la parità tra i sessi e nell’arco di 50 anni hanno raggiunto tutti i traguardi afferenti il principio costituzionale dell’uguaglianza (art. 3), partendo dal riconoscimento del diritto di voto (1946), considerando poi, il libero accesso alle cariche pubbliche ed alle diverse opportunità di lavoro. Anche il diritto di famiglia si è adeguato al mutare dei tempi e se oggi possiamo parlare di parità non più come ambito traguardo, ma come obiettivo quasi raggiunto in ogni campo, lo dobbiamo principalmente a coloro che si sono faticosamente spese per questo. Le donne di allora non pretendevano rendite di posizione ed avevano, magari poche rappresentanti, ma veramente degne. Chi veniva eletta aveva una propria storia, spesso sia di militanza attiva che di lotta, e non di “letto”. La maggior parte di loro non era avvenente, ma avveduta. Molte di loro provenivano dalla fabbrica, o dai campi e le più fortunate dal circuito accademico. La Anselmi, la Iotti, la Merlin non erano delle star, non riempivano le copertine dei rotocalchi per le loro peculiarità estetiche, anche se il gossip non le ha risparmiate, ma avevano una loro linea di azione politica chiara e rigorosa. Oggi nella società del privilegio e della cortesia le donne si sono un po’ sedute, quasi appagate, e si lasciano rappresentare da consimili con ben altre esperienze, alcune addirittura scevre di una qualche esperienza, competenza, capacità (lo stesso metodo che peraltro, seleziona gli uomini), ma sempre con la disonesta ambizione di emergere e rappresentare probabilmente il nulla. Quel nulla che non sfugge neanche alla matematica nulla più nulla uguale nulla. Anche se ci sono poi, coloro che si illudono che dal nulla nasca il paradiso, salvo essere immediatamente smentiti dalla scienza esatta … nulla per nulla e’ sempre uguale a nulla. È pertanto, così che nascono le leggi protezione, quelle che creano una riserva, un’ansa di privilegio assoluta come la parità di genere nelle cariche pubbliche, nei consigli di amministrazione ed altrove. Una parità imposta, arrogante e mortificatrice del merito e della qualità, le quali non attengono chiaramente all’uomo o alla donna nella loro diversità, ma al genere umano nella sua indifferenza tra i sessi. Il vertice di una azienda pubblica oggi, non è un luogo di meritevoli a prescindere dal sesso, ma per legge un luogo popolato da coppie, un uomo ed una donna una donna e un uomo sovvertendo così, le più elementari regole dell’economia. Agli occhi e soprattutto nelle menti di eccelsi odierni legiferanti un’azienda si regge non tanto in ordine ad acclarate capacità ed a scelte sapienti, ma in virtù di una accurata visita anatomica in cui prioritaria dovrà risultare la certificazione di un pari numero di sessi diversi. Poi se si scambia la pubblica amministrazione e le sue aziende per una grande Arca di Noè, poco importa dopotutto per le eventuali inefficienze di impresa (sarebbe più corretto forse parlare di dissidi di coppia) c’è sempre “pantalone” che paga. Oggi, la cosa più importante è imporre per la donna posizioni di vertice, garantirle un successo di genere, e non di merito. Si fa del tutto per trattarle come portatrici di handicap incapaci di proporsi per le loro qualità, considerandole talmente inette ed incapaci da riservargli posti pre-assegnati. E poi cosa accade? Che un Parlamento così attento a tali cortesie si dimentica di scrivere norme civilta che siano in grado di tutelare l’incolumità della donna, la sua dignità di essere umano ed di garantirle il sacrosanto diritto di vivere senza il timore o l’angoscia di essere sopraffatta, violentata e mercificata tra l’indifferenza generale, sopratutto di coloro che la impongono laddove non serve soltanto per lavarsi la coscienza per quanto non fanno per tutelarla da orchi feroci, prepotenti ed indisturbati. Basterebbe poco. Basterebbe rimettere mano alla legge! E per farlo servirebbe semplicemente utilizzare la MENTE, ma capisco che al giorno d’oggi non è cosa da poco. Enrico Michetti SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

ANSA Legge Elettorale: Besostri, cambiare Rosatellum 2.0 o ricorso

ANSA Notiziario Nazionale, lunedì 02 ottobre 2017 L.elettorale: Besostri, cambiare Rosatellum 2.0 o ricorso L.elettorale: Besostri, cambiare Rosatellum 2.0 o ricorso     (ANSA) – ROMA, 2 OTT – “La maggioranza solo numerica del  Parlamento non si è rassegnata alla sconfitta del 4 dicembre e  cerca una rivincita con la terza legge incostituzionale, cioè il  Rosatellum 2.0″. Lo ha dichiarato Felice Besostri, Coordinatore  degli “Avvocati antitalikum” al termine della loro riunione  tenutasi nell’Aula dei Gruppi della Camera. Besostri chiede che  il Rosatellum 2.0 sia modificato “almeno eliminando il voto  congiunto tra collegio uninominale e listino”, preannunciando un  ricorso alla Corte Costituzionale nel caso venga approvato dal  Parlamento così come è oggi.     “Al centro del nostro lavoro è stata la legge elettorale – ha  dichiarato Besostri – perché ancora oggi non siamo riusciti ad  avere una legge costituzionale di tipo proporzionale”.     Gli Avvocati hanno sottolineato che “la questione più urgente  è ottenere l’armonizzazione tra le leggi elettorali per la  Camera e per il Senato, armonizzazione che richiede in via  prioritaria l’eliminazione del premio di maggioranza alla Camera  con il 40% dei voti validi e la riduzione delle soglie d’accesso  del Senato fissate all’8% e al 20% a fronte di un 3% alla  Camera”. Gli Avvocati confidano di portare questa questione  all’attenzione della Corte grazie alle decisioni che dovranno  essere prese nel giro di un mese dai Tribunali dell’Aquila, di  Messina, di Lecce e di Venezia.     “In ogni caso – ha detto l’Avv. Besostri – avendo già  predisposto i ricorsi, siamo in condizione di portare  all’attenzione alla Consulta eventuali profili di  incostituzionalità del Rosatellum 2.0″. Infatti “il voto  congiunto tra candidati uninominali e liste proporzionali  bloccate, esteso a tutta Italia dal Rosatellum 2.0, è già  presente nelle norme speciali per il Trentino Alto Adige, in  violazione del voto personale, libero e diretto”.  (ANSA).       IA  02-OTT-17 16:12 NNN – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – AGI, lunedì 02 ottobre 2017 L.Elettorale: Besostri, Rosatellun 2.0 finira’ come Italicum = (AGI) – Roma, 2 ott. – “La maggioranza solo numerica del  Parlamento non si e’ rassegnata alla sconfitta del 4 dicembre e  cerca una rivincita con la terza legge incostituzionale, cioe’  il Rosatellum 2.0″. Lo afferma Felice Besostri, coordinatore  degli Avvocati Antitalikum, durante una conferenza stampa a  Montecitorio.      “Al centro del nostro lavoro e’ stata la legge elettorale –  spiega – perche’ ancora oggi non siamo riusciti ad avere una  legge costituzionale di tipo proporzionale”. Besostri ricorda  inoltre il lavoro fatto con gli altri avvocati dl coordinamento  per ottenere l’annullamento parziale dell’Italicum, nella parte  riguardante l’attribuzione di un premio di maggioranza,  giudicato eccessivo, per mezzo del ballottaggio tra le due  liste piu’ votate.      La questione piu’ urgente, sottolinea, e’ ottenere  l’armonizzazione tra le leggi elettorali per la Camera e per il  Senato, armonizzazione che richiede in via prioritaria  l’eliminazione del premio di maggioranza alla Camera con il 40%  dei voti validi e la riduzione delle soglie d’accesso del  Senato fissate all’8% e la 20% a fronte di un 3% alla Camera.  Per questa ragione il coordinamento confida di portare la  questione all’attenzione della Corte grazie alle decisioni che  dovranno essere prese nel giro di un mese dai Tribunali  dell’Aquila, di Messina, di Lecce e di Venezia. (AGI)  Mol  (Segue)  021630 OTT 17  NNN – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – AGI, lunedì 02 ottobre 2017 L.Elettorale: Besostri, Rosatellun 2.0 finira’ come Italicum (2)= (AGI) – Roma, 2 ott. – “In ogni caso – sottolinea Besostri –  avendo gia’ predisposto i ricorsi, siamo in condizione di  portare all’attenzione alla Consulta eventuali profili di  incostituzionalita’ del Rosatellum 2.0″. E ha aggiunto “Il voto  congiunto tra candidati uninominali e liste proporzionali  bloccate, esteso a tutta Italia dal Rosatellum 2.0, e’ gia’  presente nelle norme speciali per il Trentino Alto Adige, in  violazione del voto personale, libero e diretto, come eccepito  nei ricorsi Antitalikum”.      Il gruppo si pone ora l’obiettivo di estendere la sua  sorveglianza sulla costituzionalita’ delle Leggi elettorali a  quelle regionali e per le Province e le Citta’ metropolitane,  presentando i ricorsi nei competenti Tribunali ordinari ovvero  impugnando davanti ai Tar i risultati elettorali. “Lo scopo che  anima gli avvocati Antitalikum e’ quello di consentire agli  elettori di votare liberamente e secondo Costituzione e non di  impedire l’adozione di nuove leggi elettorali che e’ compito  del Parlamento. Gli Avvocati vogliono solo vigilare sul  rispetto della Carta e in questo modo contribuire all’azione  dei Parlamentari”, conclude Besostri. (AGI)  Mol  021630 OTT 17  NNN – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – ADN Kronos, lunedì 02 ottobre 2017 L.ELETTORALE: BESOSTRI, SE ROSATELLUM BIS NON CAMBIA PRONTO RICORSO =       L.ELETTORALE: BESOSTRI, SE ROSATELLUM BIS NON CAMBIA PRONTO RICORSO =        L’avvocato ‘affossatore’ di sistemi voto spiega sua strategia,  pronto anche il piano B        Roma, 2 ott. (AdnKronos) – “Non c’è due senza tre… Se non viene  cambiato almeno il voto congiunto tra candidato uninominale e lista  proporzionale bloccata, il Rosatellum bis farà la stessa fine di  Porcellum e Italicum…”. Felice Besostri, avvocato  amministrativista, considerato ‘l’affossatore’ delle leggi elettorali  (dal Porcellum all’Italicum a quelle delle regioni Lombardia, Campania  Umbria e Campania) spiega la sua strategia processuale, a colpi di  ricorsi, per bloccare le distorsioni dei sistemi di voto e dice la sua  sul ‘Rosatellum bis’.        ”Cambino la parte relativa al voto congiunto -sottolinea l’ex  senatore dei Ds, pronto a impugnare il testo su cui c’è l’accordo di  Fi-Pd-Lega qualora venga approvato dal Parlamento così com’è- e non  faccio il ricorso. …

XXIX Congresso Psi 1951

XXIX Congresso – Bologna 17-21 gennaio 1951 Si svolge a Bologna, dal 17 al 21 gennaio, il 29° Congresso nazionale del Partito socialista italiano (PSI). Il prevalere della sinistra di Nenni, Morandi e Pertini avvicina la politica socialista alle posizioni di Togliatti e del Partito comunista. In piena guerra fredda, vi è la convinzione dello scoppio imminente della Terza guerra mondiale. I temi principali del congresso vertono quindi sulla politica estera e sulla pace. Votata una mozione unitaria che ribadisce la linea del precedente Congresso . Pietro Nenni è confermato segretario.   «Avanti! 18-21 gennaio 1951»     SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

XXVIII Congresso Psi 1949

XXVIII Congresso – Firenze 11-16 maggio 1949 Il Congresso di Firenze segna la sconfitta della Direzione uscente. Prevale con il 51% la sinistra di Nenni e Morandi. Nenni viene eletto segretario e Sandro Pertini direttore dell’Avanti! La direzione è così composta: Lelio Basso, Amerigo Bottai, Nazareno Buschi, Luigi Cacciatore, Elena Caporaso, Laura Conti, Achille Corona, Francesco De Martino, Michele Giua, Oreste Lizzadri, Lucio Luzzatto, Alcide Malagugini, Lionello Matteucci, Guido Mazzali, Rodolfo Morandi, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Luigi Renato Sansone, Ferdinando Targetti, Azzo Toni, Alberto Trebbi. Il congresso si conclude con l’uscita dal partito del gruppo che fa capo a Giuseppe Romita, il quale fonda il Psu.   «Avanti! 11-15-17 maggio 1949» SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it