VI Congresso Psi 1900

VI Congresso – Roma 8-11 settembre 1900 VI congresso del Partito socialista, il primo dopo le persecuzioni del 1898. La tendenza riformista di Leonida Bissolati, Andrea Costa, Filippo Turati e Anna Kuliscioff prevale su quella intransigente di Enrico Ferri. La maggioranza sceglie infatti una tattica elettorale possibilista, che prevede piena libertà di contrarre alleanze nei singoli collegi elettorali con i partiti dell’estrema sinistra sulla base di un programma minimo. Nel contempo si delinea un programma politico, economico e amministrativo che richiede, tra l’altro, il suffragio universale per ambo i sessi, la tutela del lavoro femminile e minorile, l’istruzione obbligatoria, laica e gratuita fino alla quinta elementare. PROGRAMMA MINIMO DEL PSI  (Approvato al Congresso di Roma del 1900) SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

V Congresso Psi 1897

V Congresso – Bologna 18-20 settembre 1897 Al V congresso nazionale del PSI è approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato da Anna Kuliscioff ed Ettore Reina, che riguarda l’atteggiamento del partito “di fronte al movimento economico del proletariato”. La mozione impegna i socialisti a partecipare ai movimenti sindacali, agli scioperi e alla lotta politica in favore di una legislazione sul lavoro e indica le linee essenziali dell’indirizzo riformista che caratterizzerà la direzione del partito negli anni seguenti. Sulla questione dell’azione del PSI fra le “classi agricole” è approvato un ordine del giorno del modenese Gregorio Agnini, che prevede accanto all’organizzazione delle agitazioni bracciantili un intervento del partito a favore di coloni e mezzadri, teso in particolare alla riforma dei patti colonici e dei contratti di mezzadria; nessun impegno è invece assunto nei riguardi della piccola proprietà, che secondo la maggior parte dei dirigenti è destinata a scomparire con la progressiva concentrazione capitalistica nelle campagne. L’Avanti! è proclamato organo ufficiale del partito. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

IV Congresso Psi 1896

IV Congresso – Firenze 11-13 luglio 1896 La maggioranza conferma la struttura unitaria e non federale da dare al PSI e le decisioni prese al precedente congresso di Parma del gennaio 1895 circa l’appoggio elettorale da assicurare ai candidati che accettino “il programma minimo del partito”. All’interno del congresso si verifica una spaccatura tra quanti, come Costantino Lazzari, attribuiscono al partito un ruolo soprattutto elettorale (sarà questa la linea dei riformisti) e quanti, come Enrico Ferri, gli affidano la funzione di organizzare “le forze lavoratrici coscienti” (è questa l’anima operistica del partito, che ispirerà il movimento sindacale). Su proposta di Leonida Bissolati il congresso decide di opporsi alle iniziative di legge finalizzate a rafforzare la piccola proprietà contadina, mentre accetta il coinvolgimento dei contadini all’interno di cooperative di consumo e di vendita. Resta evidente il contrasto tra l’ala intransigente, capeggiata da Lazzari, contro ogni politica delle alleanze, e la componente riformista di Turati. Il 25 dicembre viene pubblicato il primo numero del quotidiano socialista Avanti!, sotto la direzione di Bissolati.   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

2 ottobre convegno sulla legge elettorale

Il 2 ottobre i Comitati referendari porranno di nuovo con tutta la forza di cui sono capaci la richiesta di una legge elettorale nuova, coerente per Camera e Senato che chiuda con la fase dei porcellum, degli italicum e consenta agli italiani di eleggere un parlamento credibile, che recuperi la fiducia dei cittadini, compromessa da anni di effetti perversi del maggioritario che abbiamo conosciuto. La nuova legge elettorale è una richiesta venuta anche dal Presidente della Repubblica con la quale siamo d’accordo. L’iniziativa si terrà dalle ore 14 all’aula gruppi parlamentari alla Camera dei Deputati in via Campo Marzio 78. Per partecipare all’iniziativa del 2 ottobre occorre prenotarsi (Nome, Cognome, data eluogo di nascita) e lo si può fare scrivendo ad organizzazione.com.referendum@gmail.com. Naturalmente farà fede l’ordine cronologico delle prenotazioni, fino al raggiungimento della capienza. Di seguito il programma completo: Ore 14 Ingresso Ore 14.15 Gustavo Zagrebelsky, “Ricordo di Stefano Rodotà (Presidente onorario Comitato contro l’Italicum), Ore 14.45 Apertura lavori Alfiero Grandi, “I cittadini chiedono, le istituzioni debbono rispondere, dopo il 4 dicembre 2016 le Camere debbono approvare una nuova legge elettorale” Ore 15.00 Alessandro Pace, “Solo revisioni costituzionali puntuali o omogenee, mai più megariforme” Ore 15.15 Massimo Villone, “Dopo il referendum una legge elettorale innovativa” Ore 15.30 Gaetano Azzariti “Legge elettorale e assetto istituzionale” Ore 15.45 Felice Besostri, “Il maggioritario ha fallito, ora serve la verità del proporzionale” Ore 16.00 Roberta Calvano, “Sistema elettorale e libertà di voto” Ore 16.15 Michele Prospero, “Rappresentare la realtà per cambiare le istituzioni” Ore 16.30 Lorenza Carlassare, “Lo spirito del 1948 e la legge elettorale” Ore 16,45 Carlo Smuraglia, saluto Ore 17.15 Armando Spataro procuratore di Torino, “Il diritto di eleggere i propri rappresentanti” Ore 17.30 Interventi istituzionali Ore 18.00 Domenico Gallo Conclusione dei lavori Fonte: Coordinamentodemocraziacostituzionale.it SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

III Congresso Psi 1895

III Congresso – Parma 13 gennaio 1895 Al 3° Congresso del Psi (Tenuto in clandestinità a causa dello scioglimento per decreto voluto da Crispi, il partito assume la denominazione di Partito Socialista Italiano). Viene sancito il nuovo principio delle adesioni individuali. Nelle elezioni politiche, di maggio, i socialisti ottengono un buon successo e vengono eletti 15 deputati, tra cui i maggiori dirigenti dei “Fasci” siciliani imprigionati. L’anno dopo in una elezione suppletiva, a Milano, veniva eletto per la prima volta Filippo Turati. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

Considerazioni provvisorie sui numeri delle elezioni tedesche

ELEZIONI FEDERALI TEDESCHE 2017 ELEZIONI FEDERALI TEDESCHE 2017 Ergebnisse PARTITI % GrKoa 2013 ALT RV 2013 CDU 26,8 53,5% 59,8% – 6,3% SPD 20,5 38,8% 42,7% -3,9% DIE LINKE 9,2 GRÜNE 8,9 CSU 6,2 FDP 10,7 AfD 12,6 Sonstige ALTRI 5,0 PARTITI % GrKoa 2013 ALT RV 2013 CDU 26,8 53,5% 59,8% – 6,3% SPD 20,5 38,8% 42,7% -3,9% DIE LINKE 9,2 GRÜNE 8,9 CSU 6,2 FDP 10,7 AfD 12,6 Sonstige ALTRI 5,0 PARTITI % GrKoa 2013 ALT RV 2013 PARTITI % GrKoa 2013 ALT RV 2013 R V CDU 26,8 53,5% 59,8% – 6,3% CDU 26,8 53,5% 59,8% – 6,3% SPD 20,5 38,8% 42,7% -3,9% SPD 20,5 38,8% 38,8% 42,7% -3,9% have a peek here 42,7% -3,9% DIE LINKE 9,2 DIE LINKE 9,2 GRÜNE 8,9 GRÜNE 8,9 CSU 6,2 CSU 6,2 FDP 10,7 FDP 10,7 AfD 12,6 AfD 12,6 Sonstige ALTRI 5,0 Sonstige ALTRI 5,0 Legenda: GrKoa Große Koalition ALT RV Alternative Rot Grün Rot Grün Nel 2013 l’Alt rosso verde 329 seggi su 631 maggioranza assoluta 316 Nel 2017 l’Alt rosso verde 289 seggi su 709 maggioranza assoluta 455 709 Sitze 329 316 289 455 CDU: 200 SPD: 153 DIE LINKE: 69 GRÜNE: 67 CSU: 46 FDP: 80 AfD: 94 © Der Bundeswahlleiter, Wiesbaden 2017 Partei Sitze Diff zu 2013 SEGGI 2013 GK ALT RV CDU 200 -55 255 SPD 153 -40 193 DIE LINKE 69 5 64 Partei Sitze Diff zu 2013 SEGGI 2013 GK ALT RV CDU 200 -55 255 SPD 153 -40 193 DIE LINKE 69 5 64 Partei Sitze Diff zu 2013 SEGGI 2013 GK ALT RV Partei Sitze Diff zu 2013 SEGGI 2013 GK ALT RV R V CDU 200 -55 255 CDU 200 -55 255 SPD 153 -40 193 SPD 153 -40 193 DIE LINKE 69 5 64 DIE LINKE 69 5 64 GRÜNE 67 4 63 CSU 46 -10 56 FDP 80 80 AfD 94 94 GRÜNE 67 4 63 CSU 46 -10 56 FDP 80 80 AfD 94 94 GRÜNE 67 4 63 GRÜNE 67 4 63 CSU 46 -10 56 CSU 46 -10 56 FDP 80 80 FDP 80 80 AfD 94 94 AfD 94 94 Totali 709 631 (-78) Totali 709 631 (-78) Totali 709 631 (-78) Totali 709 631 (-78) © Der Bundeswahlleiter, Wiesbaden 2017 Zweitstimmen Bundestagswahl 2017, Deutschland Vorläufiges Ergebnis Stimmenanteil aktuell Stimmenanteil Vorperiode Download der Grafik als SVG 709 Sitze © Der Bundeswahlleiter, Wiesbaden 2017 Sitzverteilung Bundestagswahl 2017, Deutschland Vorläufiges Ergebnis a cura di Felice Besostri a cura di Felice Besostri Felice Besostri — CONSIDERAZIONI PROVVISORIE SUI NUMERI DELLE ELEZIONI TEDESCHE CONSIDERAZIONI PROVVISORIE SUI NUMERI DELLE ELEZIONI TEDESCHE CONSIDERAZIONI PROVVISORIE SUI NUMERI DELLE ELEZIONI TEDESCHE di Franco Astengo di Franco Astengo Di seguito si trasmettono alcune valutazioni sul risultato delle elezioni tedesche svoltesi il 24 Settembre, nel tentativo di verificare gli scostamenti sulla base delle cifre in numeri assoluti e non soltanto sulle percentuali. 1) Il primo dato che emerge riguarda la tenuta del sistema nel suo complesso, almeno del punto di vista della partecipazione elettorale. La Germania è attraversata da alcune contraddizioni di grandissimo rilievo, da quella riguardante il flusso dei migranti, all’emergere di un livello di disuguaglianza sociale molto forte al punto di verificare il fenomeno di un vero e proprio “abbandono” da parte dello stato sociale di interi strati di popolazione, al consolidarsi di forti differenze tra una parte e l’altra del Paese a distanza di oltre venticinque anni dalla riunificazione tra BDR e DDR. Ciò nonostante i tedeschi hanno partecipato al voto in misura massiccia, anche se il sistema elettorale tedesco non è costruito sull’idea (tanto agognata dalle nostre parti) che alla domenica sera si debba già sapere chi ha vinto, chi sarà il primo ministro che governerà per 5 anni. Si è verificato, infatti, un incremento in valori assoluti e in percentuale del totale dei voti validi (riferimento di tutti i dati la parte proporzionale delle espressioni di voto). Data la partecipazione complessiva (inclusi coloro che hanno espresso voto bianco o nullo per un totale di 851.992 suffragi mancati) al 76,16%, i voti validi si sono incrementati tra il 2013 e il 2017 di 2.016.842 unità passando da 44.309.925 a 46.326.767; 1) 2.016.842 2) Il secondo dato da rilevare è quello che riguarda la maggior concentrazione del voto sui 6 partiti maggiori. Nel 2013, infatti, i voti dell’Unione tra CDU – CSU, SPD, Linke, Verdi, FDP e AfD assommarono a 41.009.065 (92,55% sul totale dei voti validi) e FDP e AfD restarono esclusi dal Bundestag. Nel 2017 la somma di voti raccolti dai sei partiti in questione è stata di 44.002.541 pari al 94,98% del totale dei voti validi. Riscontriamo quindi una maggiore concentrazione nel voto in presenza di un allargamento nella presenza in Parlamento da 4 a 6 partiti. Altro dato che non pare spaventare i tedeschi almeno dal punto di vista del numero dei partiti partecipanti all’arco parlamentare. Altro paio di maniche ovviamente la valutazione politica relativa all’ingresso dell’AfD nella sfera parlamentare che suscita sicuramente inquietudine per la dimensione inusitatamente massiccia del voto; 2) 3) Acclarata quindi la tenuta del sistema almeno dal punto di vista della partecipazione elettorale appare evidente, come notato dai tutti i commentatori davanti alla realtà delle cifre, il secco spostamento a destra, che meglio è evidenziato dalle cifre assolute. L’Unione tra Cristiano Democratici e Cristiano Sociali scende, infatti, da 18.165.446 voti a 15.315.576 segnando un meno 2.849.870 pari al 15,39% del proprio elettorato. Tra l’altro appare netto il calo della CSU in Baviera: il partito “storico”, che fu di Strauss, nel suo Land d’elezione nel 2013 aveva ancora sfiorato la maggioranza assoluta con il 49% e adesso, invece, si restringe al di sotto del 40% con il 38,8%. Sul piano nazionale la SPD scenda da 11.252.215 suffragi a 9.358.367 con un meno 1.893.848 pari al 16,84% del proprio elettorato. Si può affermare, in sostanza che il calo delle due forze impegnate nel governo di “Grosse Koalition” è stato tutto sommato omogeneo tra di esse e non si rileva un particolare “crollo” dell’SPD …

“SOLO IERI”

Cosa ti ha insegnato la vita? A essere onesto, prima di tutto. Hai mai pensato di avere più soldi? Non avrei saputo che farne. Non ho neppure una casa. Mi basta poter comprare dei libri. E qual´è l´agognata società socialista? E´ quella società che riesce a dare a ciascun individuo la massima libertà di decidere la propria esistenza e di costruire la propria vita. Per il futuro come andrà a finire? Non finirà mai. Io sono molto incuriosito da tutto quel che stiamo vivendo: è un´epoca di grandi cambiamenti in cui tutto è in gioco. Ci sono troppe cose da vedere e da capire. E poi, non penso mai alla morte… Era il 18 settembre 1984 e in una la clinica romana, la Mater Dei, l´acomunista – nè filo nè anticomunista – Riccardo Lombardi, smetteva di analizzare, testare, la società, fatta di uomini e donne, che aveva davanti: quando un problema si pone la soluzione si cerca e si trova […] se il problema è posto con l´insistenza necessaria e non viene negato […] quando si rappresentano dobbiamo affrontarli, i problemi, perchè non se li mangia il lupo, e subito poi per dire la sua secondo il metodo sempre seguito: la ricerca, l´ininterrotta ricerca di provare e riprovare. Quale migliore occasione allora – in un contesto culturale e politico, l´attuale, infettato dai rigurgiti di virus letali per l´umanità, che si credevano, erroneamente, sconfitti e debellati: razzismo e xenofobia, ereditati dal fascismo e dal nazismo, e, loro diretta emanazione, populismi e apatia per la convivenza sociale – che riproporre, a 33 anni esatti dalla cremazione senza riti religiosi disposta già anni prima, la figura e il pensiero del partigiano Rio, giellista e azionista prima, poi sempre socialista. Certo, di anni ne sono passati diversi e di cambiamenti ce ne sono stati tanti, anche epocali: non ci sono più nè il Psi in cui Lombardi militò, ininterrottamente, dal 1947 al 1984, non prima di aver stilato la sua severa e profetica sentenza al Cc del 30 giugno: un Psi così non ha ragione di esistere; nè il Pci travolto nel 1989 dal crollo – annunciato dalla destalinizzazione di Kruscev – del Muro di Berlino sotto le cui macerie rimase sepolto il comunismo sovietico che Lombardi ritenne sempre irriformabile, nè la Dc – la considerava per gli interessi difesi un avversario e non un alleato – sopravvisuta, sotto altre vesti, allo tsumani di Tangentopoli del ´92-´93. Eppure, nonostante l´enorme sconquasso culturale, politico e sociale, da cui si è salvato il capitalismo per aver cambiato pelle, ci sono valori umani validi, magari da rimpolpare e da precisare ulteriormente, per rinverdire l´idea lombardiana di una società più ricca, non più povera e triste, perchè diversamente ricca: è il tipo di benessere, di consumi che noi vogliamo cambiare, come uguaglianza e divesità, libertà e giustizia sociale, laicità e mutualità, onestà e rigorosità, competenza e coerenza, che hanno contrassegnato la vita di un presbite assai scomodo alla politica dei suoi tempi, figurariamoci dei nostri! course detail Suo malgrado si ritrovò inserito dall´intellettuale francese Gilles Martinet in La conquista dei poteri tra gli ideatori del riformismo rivoluzionario, un ossimoro: o si era riformisti o si era rivoluzionari, quale strategia per realizzare il socialismo – e non la socialdemocrazia di cui ne anticipò, nel 1981, la crisi incipiente – perchè, ammoniva, o si trova una soluzione socialista o siamo alla barbarie, insieme a Vittorio Foa, Bruno Trentin, Lelio Basso e Pietro Ingrao. Non pensava mai alla morte del capitalismo, nè era convinto che alla morte del capitalismo sarebbe successo il socialismo, semmai progettava una profonda ristrutturazione, attraverso non le blande riforme di piccoli aggiustamenti, ma con le riforme di struttura tali da incidere dal di dentro il sistema messo in piedi perchè il capitalismo è diventato troppo costoso per noi e per l´umanità intera. In primo piano alla sua analisi c´erano da una parte l´uso indiscriminato e distruttivo, e non sobrio e egualitario, delle risorse naturali, e dall´altra lo sfruttamento disumano del Terzo Mondo: una situazione, questa, che alla lunga il Pianeta, lo si vede oggi, non può sostenere. Di certo non fu il solo a vivere la politica come un fare, non per se stessi, la propria carriera e le prebende incluse, ma per gli altri, per milioni e milioni di persone, specie per i più deboli e meno abbienti: un modo questo, anomalo, di stare e operare nel mondo politico dedito a calcoli e compromessi finalizzati a vantaggi per il partito, se non personali, che discendeva dall´onestà, dal rigore e dalla coerenza. Ci si può allora, per l´oggi, riferire a l´altra sinistra, quella che non ha vinto elettoralmente ma culturalmente, a un drappello di antifascisti eterogeno, transitati per Giustizia e Libertà dei fratelli Rosselli e poi per il Partito d´Azione, come Vittorio Foa; di comunisti anomali, come Bruno Trentin e Giuseppe Di Vittorio, come Pietro Ingrao e Antonio Giolitti; di liberali formatisi alla scuola di Piero Gobetti, come Ernesto Rossi, e, per finire, a Antonio Gramsci. Forse, di questi mala tempora currunt, è un´utopia dire che il socialismo non è morto: se anche fosse, serve quest´utopia per continuare a leggere la società che abbiamo davanti dove immettere certi valori umani di 30, 40, 50 anni fa: uguaglianza e diversità, libertà e giustizia sociale, laicità e mutualità, onestà e rigorosità, competenza e onestà per affermare che non ci sono razze umane ma ci sono esseri umani accumunati dall´uguaglianza per la nascita e non per altro. Carlo Patrignani Carlo Patrignani   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

II Congresso Psi 1893

II Congresso – Reggio Emilia 8-10 settembre 1893 In settembre, il Partito dei Lavoratori Italiani si riunisce a congresso, nella città di Reggio Emilia, dove assume il nome di Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI). Nel maggio dello stesso anno, in Sicilia, si contano 162 “Fasci” riuniti in una Federazione socialista siciliana. I fasci siciliani si collocano all’interno del socialismo italiano, tra il congresso di Genova 1892 (nascita PSI) e quello di Reggio Emilia 1983. I contadini in quel periodo lottavano per la questione agraria come “la rivendicazione del suolo come proprietà dei lavoratori della terra”. Precedentemente il 28 agosto si tiene a Imola il congresso del PSRR (Partito Socialista Romagnolo) presieduto da Andrea Costa. Sono presenti delegati di 53 centri. All’ordine del giorno c’è l’adesione al Partito dei Lavoratori Italiani. Costa si oppone a un puro e semplice assorbimento e orienta l’ingresso del PSRR nella grande compagine socialista – il congresso è previsto per l’8 settembre a Reggio Emilia – con un proprio programma e statuto. Un documento proposto da Gaetano Zirardini è approvato, dopo lunga discussione, praticamente all’unanimità. Terminano così le annose divisioni tra i socialisti emiliani. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

I Congresso Psi 1892

I Congresso – Genova 14 -15 agosto 1892 Atto Fondativo PARTITO DEI LAVORATORI ITALIANI Al Congresso di Genova, riunito nella Sala Sivori fu consumata la separazione tra anarchici e socialisti. Questo avvenne tra il 14 e il 15 agosto 1892. Nella sala dei “Carabinieri genovesi”, il corpo dei fucilieri garibaldini ci fu la fondazione del Partito dei lavoratori italiani. Al congresso parteciparono circa trecento società operaie di molte regioni d’Italia. Successivamente a Reggio Emilia il nome venne cambiato in Partito Socialista dei Lavoratori Italiani. Al congresso di Parma del 1895 assunse il nome Partito Socialista Italiano. E’ questo, senza dubbio, un fatto nuovo per la storia del nostro Paese: con la sua fondazione, e in più con l’enunciazione di un programma politico, nasce così un Partito autonomo della classe operaia, dopo anni di lotte e di discussioni. Nel Partito trovano posto le molte e disparate organizzazioni del movimento operaio e contadino, che erano state segnate fino ad allora da una grande varietà di tradizioni politiche e sindacali. Programma Considerando che nel presente ordinamento della società umana gli uomini sono costretti a vivere in due classi: da un lato i lavoratori sfruttati, dall’altro i capitalisti detentori e monopolizzatori delle ricchezze sociali; che i salariati d’ambo i sessi, d’ogni arte e condizione, formano per la loro dipendenza economica il proletariato, costretto ad uno stato di miseria, d’inferiorità e di oppressione; che tutti gli uomini, purché concorrano secondo le loro forze a creare e a mantenere i benefici della vita sociale, hanno lo stesso diritto a fruire di cotesti benefici, primo dei quali la sicurezza sociale dell’esistenza; riconoscendo che gli attuali organismi economico-sociali, difesi dall’odierno sistema politico, rappresentano il predominio dei monopolizzatori delle ricchezze sociali e naturali sulla classe lavoratrice; che i lavoratori non potranno conseguire la loro emancipazione se non mercé la socializzazione dei mezzi di lavoro (terre, miniere, fabbriche, mezzi di trasporto, ecc.) e la gestione sociale della produzione; ritenuto che tale scopo finale non può raggiungersi che mediante l’azione del proletariato organizzato in partito di classe, indipendente da tutti gli altri partiti, esplicantesi sotto il doppio aspetto: 1° della lotta di mestieri per i miglioramenti immediati della vita operaia (orari, salari, regolamenti di fabbrica, ecc.) lotta devoluta alle Camere del Lavoro ed alle altre Associazioni di arti e mestieri; 2° di una lotta più ampia e intesa a conquistare i poteri pubblici (Stato, Comuni, Amministrazioni pubbliche, ecc.) per trasformarli, da strumento che oggi sono di oppressione e di sfruttamento, in uno strumento per l’espropriazione economica e politica della classe dominante; i lavoratori italiani, che si propongono la emancipazione della propria classe, deliberano: di costituirsi in Partito, informato ai principi suesposti e retto dal seguente Statuto Costituzione del Partito Art. 1 – Tutte le Federazioni, Consociazioni, Consolati di Società e Società indipendenti, che fanno adesione al sopraesposto programma, sono costituite in Partito dei lavoratori italiani allo scopo, di difendere i salariati nella lotta per la loro emancipazione, sviluppando in essi la coscienza dei loro diritti, e organizzandoli preferibilmente arte per arte nei centri ove le condizioni del lavoro lo consentono. Art. 2 – Tutte le Associazioni operaie di città o di campagna tendenti al miglioramento economico-sociale ed organizzate: col mutuo soccorso per malattia, disoccupazione, vecchiaia, inabilità al lavoro; colla cooperazione senza intenti di speculazione capitalista; colla difesa del lavoro mediante la resistenza, ecc. ecc., che vogliono far parte del Partito, devono essere composte di puri e semplici lavoratori d’ambo i sessi, di città o di campagna salariati, e alla dipendenza di padroni, intraprenditori, commercianti od amministrazioni qualsiasi. Sarà cura del Comitato di curare l’aggregazione dei lavoratori indipendenti, a seconda della loro arte o mestiere, a quella fra le Società che ne rappresenta e difende gli interessi speciali. Sono pure ammesse le Associazioni operaie ed agricole amministrate o dirette da non lavoratori, purché per speciali condizioni locali, secondo il parere del Comitato centrale del Partito (riservata l’approvazione definitiva al successivo Congresso) conservino sempre il carattere di Associazione nell’interesse dei lavoratori. Art. 3 – L’adesione delle Società al Partito implica l’impegno di procedere di comune accordo in tutto quanto riguarda l’applicazione del programma comune, i cui metodi saranno determinati nei Congressi. Sarà salva l’autonomia delle singole Società o Federazioni in tutto ciò che non sia contrario all’interesse dell’organizzazione generale. Art. 4 – In quelle regioni ove non esistono raggruppamenti di Società in Federazioni o Consolati sarà cura del Comitato centrale di organizzare le Società sparse in Federazioni locali del Partito dei lavoratori, senza intaccarne l’autonomia amministrativa. Inoltre si adotterà ogni mezzo per far sì che le Società composte di diverse arti o mestieri, senza offenderne la compagine complessiva, adottino la ripartizione in diverse Sezioni professionali. Art. 5 – L’adesione al Partito dei lavoratori italiani, come rispetta l’autonomia amministrativa delle Società aderenti, così non implica nessun cambiamento delle loro singole denominazioni. Ciò non ostante il Comitato centrale curerà la propaganda affinché le nascenti Società s’ispirino nella loro costituzione ai principi e alle forme del programma del Partito, e che le Società già esistenti abbandonino le viete consuetudini di nomine onorarie e di amministratori a vita. (Genova, agosto 1892) SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. 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Il Quarto Stato

Quarto stato, fu la rivista di politica fondata e diretta da Pietro Nenni e Carlo Rosselli; edita a Milano tra gravi difficoltà a causa delle misure repressive del governo fascista, uscì dal 27 marzo al 30 ottobre 1926. La rivista si proponeva di fornire un apporto nuovo alla lotta al fascismo e alla soluzione della crisi del socialismo italiano. Tra i collaboratori, Lelio Basso, Rodolfo Moranti, Giuseppe Saragat. La rivista sopravvive sino all’approvazione delle leggi “per la difesa dello Stato” che portano alla soppressione della stampa antifascista (l’ultimo numero è del 30 ottobre 1926). Alla rivista collabora anche Nello Rosselli che si firma “Uno del terzo Stato”. . [cycloneslider id=”il-quarto-stato”] SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it