GUERRA ALLA GUERRA, PACE TRA I POPOLI

Ogni anno in Italia, nelle nostre città, si celebra il 4 novembre, quella “vittoria” che in verità fu invece un vero e proprio massacro di lavoratori, di proletari, operai e contadini, alcuni dei quali erano poco più che adolescenti (i Ragazzi del ’99): una vittoria pagata con 680.000 morti, due milioni tra feriti, mutilati e prigionieri, tutti lavoratori mandati al macello contro altri lavoratori di altri paesi, tutti poveracci che ci hanno “lasciato le penne” in una guerra che si poteva evitare. In questa giornata, vengono inoltre festeggiate l’Unità Nazionale e le Forze Armate, che vengono ringraziate per il “contributo” dato al paese. Mi chiedo quindi, davanti a quella che è stata una tragedia dalle dimensioni epocali, che senso abbia celebrare questa ricorrenza e addirittura attribuirle il significato di vittoria.Celebrare vuol dire esaltare, glorificare o, quantomeno, ricordare festosamente; una parola che porta con sé un moto d’orgoglio, un vanto, una lezione positiva da impartire alle giovani generazioni. Ma cosa c’è da celebrare cent’anni dopo l’inizio della “Grande Guerra”? La lezione di violenza? La democrazia sospesa o le decimazioni? I giovani senza elmetto mandati al macello coi berretti di feltro o l’insipienza dei generali alla Cadorna? Chi sceglieremo di ricordare? I socialisti e gli anarchici spediti là dove più certa era la morte? I ragazzi uccisi dai carabinieri pronti a sparare ai soldati terrorizzati? No. Non ricorderemo nulla di tutto questo e taceremo sui centomila nostri prigionieri morti per fame e per freddo nei campi di prigionia perché considerati disertori e abbandonati al loro destino, in mano a un nemico che stentava ad alimentare i suoi uomini al fronte. Decideremo forse di raccontare ai nostri giovani l’inaudita ferocia delle nostre classi dirigenti?Non sarebbe difficile farlo, ma è un lavoro incompatibile con la parola “celebrare”. Sarebbe il caso invece di rammentare ai politici, alle associazioni che ricordano il 4 novembre, ai sacerdoti chiamati a benedire i monumenti, e a tutta la società civile, di non dimenticare che ogni guerra è “un’ avventura senza ritorno” mentre il 4 novembre di fatto ci obbliga tutti a non tacere, a non far strumentale e insulsa retorica patriottarda, a non benedire la guerra, a non giocare sulla pelle della gente.Per quanto mi riguarda non festeggerò nessuna “vittoria” e mi viene una grande tristezza quando sento usare toni trionfalistici a proposito della Grande Guerra. Proprio perché ritengo doveroso rispettare la memoria di chi ha combattuto e non ha più fatto ritorno e perchè sono convinto che celebrare la guerra non sia mai impresa nobile. Celebrare questa guerra, con 100.000 omicidi di Stato su 600.000 caduti è solo un’infinita vergogna. UNA NOTA “Per quanto riguarda il centenario del treno del Milite ignoto. Cerimonie di questo tipo furono organizzate tra il 1920 e il 1921 non solo nel Regno d’Italia con la bara scelta da Maria Bergamas ad Aquileia e portata fino a Roma (a Parigi per esempio la tomba del milite ignoto è sotto l’Arc de Triomphe, a Londra è nell’Abbazia di Westminster). Dietro il marchio della pietas nei confronti dei caduti che non poterono essere riconosciuti, si nascondeva una propaganda massiccia per far dimenticare il macello di popoli che fu la prima guerra mondiale. A REDIPUGLIA dei resti di CENTOMILA soldati che lì sono sepolti, più di SESSANTAMILA sono IGNOTI. Questo significa corpi maciullati nelle varie “spallate” delle battaglie dell’Isonzo, sull’altipiano della Bainsizza, «da monte Nero a monte Capuccio, fino alle alture di Doberdò» come canta Sandra Mantovani nella canzone popolare “Fuoco e mitragliatrici”. Corpi così smembrati che non poterono neppure essere riconosciuti. Questa è la realtà che si vuole confondere ancora nel 2021 dietro la rinnovata retorica del treno che portò da Aquileia a Roma la bara scelta da Maria Bergamas. Soldati, ignoti o noti, che furono le vittime della prima grande guerra interimperialistica per la spartizione del mondo.“Grazie ad Alessandra Kersevan SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

PUNITO DURAMENTE IL CAPO DEI 5STELLE

Ho parlato solo e soltanto di “sinistra”: quella che considero , a torto o ragione “casa mia”. Quella che ha votato. Indubbio che in una analisi invece piu’ ampia, generale il contributo dei 5s alla coalizione di centro sinistra è stato fallimentare da ogni punto di vista:1) come voti ricevuti , una percentuale molto bassa;2) come ostacolo al coagulo di altre forze, i veti imposti nella composizione della coalizione, privata del suo centro; 3) come immagine, con le liste autonome di disturbo di 5s “ribelli” e con liti clamorose e continue fra i 5s “storici”, per di piu’ su nesci e questioni di soldi;4) come programma, avendo bloccato e reso ambigue le scelte sulle grandi opere infrastrutturali. Dovrebbe bastare questo a indurre la Schlein a pensarci 16 volte prima di dar gestire un accordo di coalizione da estremisti Avs e 5s. Questo lo affermo ufficialmente, nella mia qualità di coordinatore regionale di Socialismo XXI. Avere i 5s in coalizione è stato un pessimo affare, per i 4 motivi suddetti. I 5s hanno “giocato al meno” e sono stati una vera zavorra per la coalizione messa su da Orlando, che ha cambattuto di brutto il comitato che ha gestito la formazione della sua coalizione.Ma il diavolo fa la pentola, e non i coperchi. Alla fine chi ha giocato ad escludere i suoi possibili concorrenti, cioè Sansa, e’ stato clamorosamente ” trombato” dai suoi stessi sodali, ed è fuori dal Consiglio regionale. Cioè significa NON AVERE LEADERSHIP. Orlando se ne torna a Roma e ci lascia nella classiche “braghe di tela” e il Sansa addirittura abbandonato la politica dopo aver solo seminato veleni, i giusti pregiudizi e zizzania personalistiche. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

IL PROGRAMMA ELETTORALE DI TRUMP

Il numero 47 che vediamo sventolare alle manifestazioni di Trump fa riferimento al programma elettorale di Trump che potrebbe essere il 47esimo presidente degli Stati Uniti. Traggo da wikipedia i punti principali del programma 47: Premetto che la campagna elettorale statunitense (da entrambe le parti) è di un livello così infimo da provarne schifo e ribrezzo; tuttavia non posso disinteressarmi in particolare per individuare cosa sarà il mondo dopo queste elezioni, specialmente se vince Trump. In primis vincerebbe un ex presidente che alla precedenti elezioni ha tentato un colpo di stato con Capitol Hills, e che oggi si propone come “dittatore”. Il cuore della sua politica pulsa su due elementi: l’immigrazione e la maganomics (Make America Great Again economics); sulla seconda mi voglio soffermare: Il grande nemico è la Cina da cui gli USA importano in modo pesante versando dollari alla Cina esportatrice che con i dollari ha acquistato molto debito pubblico USA ma che sta portando avanti, con la politica dei Brics, una politica che attacca alla base “l’esorbitante” privilegio di cui gode il dollaro. Tenuto come riserva da tutte le banche mondiali il dollaro viene così tolto dalla circolazione contrastando l’inflazione che deriverebbe dalla libera circolazione dei dollari stampati ed emessi. La dedollarizzazione messa in atto dai Brics costituisce la più potente arma utilizzabile dal sud globale e pare avere crescente successo. Ecco che allora nel programma di Trump si legge di dazi su tutte le importazioni a livelli che verso la Cina salirebbero al 60%, ma non basta, si legge che è prevista una punizione al 100% di dazi verso quei paesi che rifiutassero di tenere le riserve bancarie in dollari. Con l’introito dei nuovi dazi il programma Trump pensa di finanziare il grosso buco nelle entrate derivanti da una massiccia operazione di “meno tasse per tutti” ma in particolare per le imprese. Facile leggere una contraddizione nel fatto che se la campagna di dazi ha successo le importazioni diminuiscono fino alla scomparsa per cui il gettito di dazi scende a zero, non potendo così compensare le minori imposte locali incassate. Non si legge nulla di esplicito per i programmi verso l’Europa, ma non vi è dubbio che sarà richiesto all’Europa il rispetto del 2% per le spese NATO e non sono esclusi dazi anche per le importazioni dall’Europa. Val la pena che con l’IRA di Biden i dazi contro l’Europa sono già stati introdotti sotto forma di negati sussidi per le produzioni extra USA. Sarebbe ingenuo fermarsi qui e non cercare di immaginare cosa diventerebbe il mondo dal momento in cui gli USA mettessero dazi su tutte le importazioni, prima dai paesi Brics, poi da tutti i paesi (intendo l’Europa). La divisione del mondo in blocchi contrapposti; le ritorsioni dei dazi cui dovranno ricorrere i paesi discriminati; le conseguenze sui costi dell’energia, l’inflazione mondiale, la fine di un mondo che tramite il WTO tendeva ad una globalizzazione economica. Su tutto dominerebbe il problema di Taiwan, elemento strumentale usato dagli USA per continuare nella escalation militare contro la Cina, escalation in cui saremmo coinvolti essendo la NATO sempre più coinvolta nella lotta nel Pacifico come dimostrato dall’esistenza della NATO PLUS (vedasi mio articolo di qualche settimana fa). L’orizzonte si incupisce e l’Europa sembra paralizzata in un silenzio subalterno.   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

DICHIARANO LA SUA MORTE DA OLTRE UN SECOLO, MA E’ VIVO!

Questa raccolta stralci di articoli sono tratti dagli archivi del Senato della Repubblica. «La morte del socialismo». Appunti a Benedetto Croce. ITALIA ANNO 1911 Il “morto” vive e dà parecchio fastidio a coloro che lo vorrebbero morto ad ogni costo…LA STORIA CONTINUA L’atto di morte del socialismo Oramai che il socialismo italiano s’avvia a gradi passi ad essere un partito di governo, rimanendo anticattolico in filosofia e sfruttatore progressista in finanza, gli studiosi, che si occupano di question sociali, cominciano a scriverne l’elogio funebre, giudizi precisi, che vengono pronunciati e l’atto di morte che viene sottoscritto, essendo tutti d’avversari nostri, rivestono uno speciale carattere d’importanza. Li notiamo per questo. Giorni or sono il Giornale d’Italia pubblicava sotto forma di intervista, il giudizio chiaro e netti del sen. Benedetto Croce. Il notissimo filosofo cheebbe un tempo, non remoto, viva simpatia per il Partito Socialista, ha dichiarato apertamente che ilsocialismo italiano è morto. Dunque l’on. Benedetto Croce ha detto che il socialismo è morto, non solo il socialismo, ma anche il sindacalismo! A mare  Marx, a mare Antonio Labriola, a mare Sorel, tutti in fondo: galleggia solo l’on. Senatore, filosofo, esteta, e a tempo perso ancora socialista, perchè dalla intervista apparsa nel Giornale d’Italia mi pare di rilevare in quel suo elogio funebre al socialismo un senso quasi direi di nostalgia giacchè per chi non lo sapesse il Croce che fu uno dei migliori e più apprezzati discepoli di Antonio Labriola — il primo, che chiamò scientifico, almeno in Italia il socialismo marxista, e ciò perchè, (come mai il Croce l’ha dimenticato?) Marx per primo diede al socialismo la sua base scientifica nella teoria del materialismo storico dunque dicevo anche il Croce un tempo fu socialista. Nè, per onor suo diremo, che ciò fosse perchè allora forse non sognava il senatorio laticlavio; ben altre origini hanno in certe intelligenze le reversioni e le apparenti apostasie! Ma non si illuda il dotto professore napoletano: il socialismo non è morto quando si è dato vita, anima, personalità a plebi abbrutite e incoscienti, e si è chiamato queste plebi agli onori delle lotte storiche e civili non si può, nè si deve morire né muore un’ideale che ha per iscopo la redenzione degli oppressi e degli sfruttati fino a quando ci saranno al mondo oppressi e sfruttati. Il proletariato oramai ha trovato la sua via, e non la perderà, chi l’ha persa è il senatore Benedetto Croce. E quelli che si scaldano a quel fuoco se ne avvedranno. Non sentite che il popolo già tumultua, e impone che gli si dia miglior vita, e più alta civiltà, la sua? Ma vi è dell’altro, on. Professore: per essere socialisti occorre molto di più, o se vi pare anche, molto di meno che per essere filosofi, ed esteti; perchè il socialismo è veramente scienza, filosofia, arte, ma per essere socialisti sopratutto occorre aver provato, o almeno conosciute davvicino, molto davvicino le ingiustizie e le miserie sociali, e aver voluto e volere che questo abbiano fine per dar luogo a una civiltà superiore e veramente umana. Ma allora non si è più né filosofi, nè esteti:si è ribelli, e non si finisce, in Senato. _____________________ Anzi egli crede che non solo esso è morto, ma che conviene proclamarne la morte, non foss’altro per impedire a tanti ciarlatani di far finta di crederlo ancora vivo e vegeto, e per togliere molte brave persone dal penoso bivio, in cui si trovano, o di rendersi colpevoli d’ipocrisia simulando una fede che non è più ne’ loro animi, o se si sottraggono a questa ipocrisia, di essere accusati come feditraghi. Lo scrittore Kuno Waltemath poi facendo un largo e profondo studio, pubblicato nel gennaio scorso nella Rivista tedesca Prussische Jahrbucher, sul socialismo della Germania e di altri grandi stati, neppure si prende pensiero di dire una parola di quello italiano. Commentando lo studio del valoroso scrittore tedesco, un giornale liberale, l’Unione di Perugia, scrive queste sante parole: Il nostro socialismo è artificiale, è meccanico, pratico, o che cos’è? _____________________ QUEL BENEDETTO CROCE Un’altra strenna ai mangia socialisti, avendo il prof. Croce proclamata la morte del socialismo, tutti i nemici presenti e futuri del socialismo possono permettersi il lusso — giacchè il Giornale d’Italia e pubblica 1’intervista al posto d’onore in prima pagina, con il titolo sensazionale – di acquistare per un soldo il documento che attesta la morte del socialismo; potranno magari metterlo in cornice per dimostrare ai loro dipendenti operai socialisti che il loro ideale di rivendicazione sociale è un sogno, che la fonte delle loro speranze un’illusione, che tutto ciò che per mezzo secolo ha formato la convinzione di centinaia di migliaia di militanti, ciò che ha nutrito la loro coscienza, alimentata la loro fierezza, guidato il loro pensiero, la loro azione nel presente, la loro speranza nell’avvenire, tutto ciò è stato un sogno. Che giubilo per i capitalisti, i preti, i poliziotti, per tutti i nemici della libertà del popolo! DE PROFUNDI? Siamo in periodo di sventura! Mai come ora il fato s’è accanito contro la carcassa incomoda del Socialismo! In alcuni paesi italiani si ritiene che un falso annunzio di morte riesca ad allungare la vita. Così sia. Ma i cappellani necrofori hanno cantato il De profundis e le prefiche piangono, poverine, piangono come vitelli lattanti! Datevi pace, buone genti! Questo pruno negli occhi, che si chiama socialismo, è vivo, non ha nessuna voglia di morire e vi accorgerete fra poco se ha la forza per farvi ballare un nuovo e più vorticoso fandango. Lasciategli compiere la sua missione storica, e poi, vedrete, s’acconcerà da sè a tirare beatamente le cuoia. Prima no. Vi dispiace, lo sappiamo, ma il socialismo, credetelo e persuadetecene, non è nato per farvi fare buon sangue! Ecco il primo cappellano necroforo. Pelame parecchio maculato per via di certe non limpide faccende banco-scontistiche, ispido, occhi fuori dell’orbita per certo primato scientifico, toltogli dagli iconoclasti novelli; segno caratteristico: fobite acutissima contro le agitazioni sindacali e contro tutto ciò che non è democratico. _______________ Dobbiamo …

IL NUOVO SIMBOLO DI SOCIALISMO XXI

Il rinnovato simbolo del Movimento ci sospinge ad affrontare con rinnovato coraggio  il compito di chiamare la società italiana  a prendere  atto delle attuali  vessazioni e ingiustizie patite dalle frange più deboli. Per tutti: AVANTI ! …………………………. Mattarella, la nostra è una Costituzione ‘antifascista’. “Si fonda su lotta Liberazione, matrice di libertà e democrazia” (ANSA) – BOLOGNA, 24 OTT – “La Carta reca, fortemente impressi, quattro caratteri. È una Costituzione ‘lavorista’, sin dal primo articolo. È una Costituzione ‘personalista’, con la persona, le formazioni sociali in cui si questa esplica, e i suoi diritti, come essenza dell’ordinamento. È una Costituzione ‘autonomista’, che affida alle autonomie locali, con il criterio della sussidiarietà, la responsabilità di dare risposte ai cittadini. È una Costituzione ‘antifascista’, che si fonda sulla lotta di Liberazione, matrice di libertà e democrazia”. Così Mattarella in un passaggio alla Biennale di Legacoop. Parole accolte da un lungo applauso. (ANSA). SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

“LA TEMPESTA PERFETTA”, SPAVENTA PALAGIANO

di Antonio Notarnicola – Direttore del periodico Notizie dal Territorio | Un’eccezionale nubifragio, con pioggia, vento di burrasca e grandine, si è abbattuto l’altro pomeriggio su Palagiano, tale da interessare tutta la zona occidentale ionica e buona parte dell’entroterra murgese, nel pomeriggio di ieri. Lo scenario che si è presentato agli occhi di chi si trovava per strada o ha avuto modo di “ammirare” lo spettacolo dalle finestre o dagli usci delle proprie abitazioni ha dell’incredibile, tale da riportare alla memoria scene già viste e drammaticamente vissute in passato. Viale Chiatona e arteria contigua, San Domenico, davano l’idea di fiumi in piena, alimentati dall’acqua che scendeva copiosa dalle condotte di raccolta delle abitazioni, mentre sembravano sul punto di esplodere, per la piena incontenibile, numerosi tombini. Stesso discorso per la trafficata via Piccinni, e strade traverse, come per il quartiere Bachelet che essendo edificato in una leggera depressione è il quartiere che desta maggiore preoccupazione, quindi da tenere costantemente sotto osservazione, in questi casi. Quasi tutte le strade sembravano fiumi in piena, cassonetti che galleggiavano indisturbati da sembrare dei canotti in mezzo al mare. La massa d’acqua scesa in meno di mezzora è stata davvero impressionante, mentre il rumore della grandine, con chicchi di dimensioni inusuali, metteva tutti in apprensione per i probabili, più che possibili, danni, soprattutto alle automobili. Automobili dentro cui molti sono rimasti bloccati, causa la scarsa visibilità, o hanno trovato riparo, in attesa che la furia degli elementi si attenuasse. Spezzati diversi alberi che hanno interrotto la circolazione stradale, molti di questi hanno interessato strade urbane ed extraurbane. Maggiormente la villa comunale, ridotta ormai a quattro alberi spelacchiati, si registra una ulteriore caduta di alberi di pino d’Aleppo. Non è tutto. La grandine mista a pioggia e vento violento, caduta in mezz’ora ha dato il colpo di grazia all’economia locale, in particolare a tante famiglie che traggono sostegno di vita dall’agricoltura. In questo triste scenario particolarmente danneggiati risultano: agrumeti, oliveti, vigneti, sericolture e orticolture. Un vero disastro, a dir poco. A tempesta passata, dunque, si possono contare le numerose ferite causate dal maltempo, che in poco tempo ha mandato a gambe levate tanta gente che in agricoltura spende e investe, e spera a fine campagna con l’aiuto del Padreterno, almeno di pareggiare i conti. Il giorno dopo la tempesta perfetta, ma solo per modo di dire perfetta, iniziano i tanti dubbi della gente: poiché non s’è mai vista tanta acqua per le strade, la concentrazione di piovosità non può spiegare tutto. Sicuramente c’è dell’altro. Il problema maggiore, in questi casi, riguarda la tenuta delle condotte di raccolta acqua, si tratterà del sistema di deflusso insufficiente, dove evidentemente è ostacolata la ricezione delle acque. Perciò, meglio tenere periodicamente puliti, a tempo favorevole, canali e reti di raccolta acque. E’ fuor di dubbio che il rischio, nel caso si dovessero ripetere eventi atmosferici di tale violenza, è assolutamente elevato ed occorre intervenire al più presto. Gli strumenti giuridici e tecnici non mancano di certo. Insomma, ore di smarrimento assoluto per tanta gente che ha visto allagate le vie principali e secondarie del paese, come fiumi in piena, sufficiente da riportare la memoria della gente indietro in un passato non tanto remoto. Provvedimenti, dunque, sembrano quanto mai necessari per evitare che tutto questo possa riaccadere. Il violento acquazzone, sceso per una buona mezzora, trequarti al max, è stato sufficiente a rendere invivibile Palagiano per diverse ore della giornata. Solo nella tarda serata, in alcuni casi l’indomani mattina, la situazione della circolazione stradale è stata ripristinata, grazie all’intervento del gruppo volontari Protezione Civile. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

NON DISTURBATE CHI COMANDA

Già dagli anni ’80 del secolo scorso, si avverte la crisi dei Partiti e della democrazia rappresentata. Si registrano manifestazioni di disaffezione dei cittadini da tutti i Partiti in Italia, in Europa e nel mondo. Si trasforma la società, la cultura, la tecnologia e cresce l’individualismo e il civismo, ovvero l’interesse verso un problema di interesse civico,  che erode i sentimenti di appartenenza alle Comunità che sostenevano le Istituzioni e che  ne controllavano il buon rendimento. Si sentiva spesso, negli incontri comunitari, il NOI ….Ma, nella società che  conta uno stato di benessere più generale e manifesta l’interesse per una questione,  avanza  l’IO.  Cresce l’individualismo. La nostra società, la nostra realtà vicina si orienta verso il comando di qualcuno. Ricordo che la città di Taranto, circa trentacinque anni fa, preferì ed elesse a Sindaco un cittadino che predicava,  un pò rozzamente, di possedere “la bacchetta magica” per risolvere i problemi della città e   che si opponeva ai Partiti tradizionali che sostenevano un Magistrato colto e sapiente di diritti e doveri. Il soggetto proveniente da una civiltà individualista passò per “il nuovo” e il soggetto della Società Civile che si confrontava con i Partiti, rappresentava il sistema da abbattere. Da allora, tutta la nostra formazione e cultura è orientata verso l’individualismo e ha perso interesse per il bene comune. L’individualismo trova  sostanza e forza nella società e mostra sensibilità e attenzione verso le esigenze particolari della comunità in cui vive. La stessa società favorisce la cultura individualista al punto che modifica tante leggi che  aiutano il singolo ad agire senza più controllo  alcuno. Oggi l’individuo che gestisce la cosa pubblica,  quindi un pubblico ufficiale che esercita indebitamente i suoi poteri,  non è più perseguibile dalla legge dello Stato. Persino i Partiti che,  del passato non hanno più nulla, almeno in Italia, tendono verso l’individualismo, verso il leader. Tutti i partiti del ventunesimo secolo sono strutture diverse,  rispetto a quelli del secolo passato e facilmente vanno a braccetto con il civismo, tanto da considerarlo funzionale alla loro logica individualista. Non mi ha meravigliato affatto, la richiesta di tredici Sindaci della provincia di Taranto,  che chiedono al PD provinciale e regionale di  “rendere servili e obbedienti”,  ovvero “responsabili”,   gli eletti iscritti al PD alla volontà dei Sindaci (individualisti e civici) per essere parte integrante delle loro maggioranze consiliari di area progressista. Il civismo oggi, a parere loro,  “rappresenterebbe il progresso della nostra società”. Mi ha stupito invece il silenzio dei Partiti sui tanti comportamenti  incivili dei civici. Avverto un senso di decadenza di socialità e la mancanza di reazione a comportamenti poco democratici dei leader.  Forse, a cominciare dalle persone che credono ancora nei Partiti , come luoghi di confronto e incontro su una decisione, dovrebbero  ritornare a ricostruire quel NOI che abbiamo cancellato dai nostri luoghi. La strada è in salita, forse anche oscura e difficile, ma vale la pena ricominciare a dire NOI ci siamo.    SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

APPELLO ALL’UNITA’

Appello all’unità delle forze democratiche, socialiste e progressiste di opposizione all’attuale giunta pordenonese di destra. Nella primavera del 2025 con buona probabilità le cittadine ed i cittadini pordenonesi si vedranno chiamati ad esprimersi con il voto per il rinnovo del Consiglio comunale. L’attuale giunta di destra, formata da FdI, Lega e Forza Italia non si è distinta né per capacità di ascolto delle reali necessità delle cittadine e dei cittadini, né tantomeno per ricercare soluzioni ai problemi dell’urbe o per progettare sinergie di sviluppo sociale ed economico. La città di Pordenone vede scomparire con frequenza sempre maggiore attività commerciali storiche in centro come in periferia, senza contare che la crisi della grande industria porterà ricadute drammatiche sull’attuale tessuto economico e soprattutto sociale. La destra agita pretestuosamente il pericolo della sicurezza senza analizzarne le cause, mentre la periferia langue nell’abbandono generando degrado ed esclusione sociale. Manca un’idea moderna di città che collochi Pordenone in una dimensione europea in grado di porsi in un contesto virtuoso, sia culturale che infrastrutturale. Non basta mandare l’ex primo cittadino in Europa per realizzare tutto ciò. Servono idee, visioni, programmi, capacità di leggere le dinamiche non in senso ideologico bensì con sano pragmatismo e concependo una città accogliente, efficiente nei servizi alla persona, senza lasciare nessuno indietro. Socialismo XXI Friuli-Venezia Giulia e più precisamente il circolo di Pordenone intitolato a “Costante Masutti”, socialista e protagonista delle eroiche barricate di Torre contro il fascismo, si rivolge a tutte le forze politiche che siedono all’opposizione in Consiglio comunale, alle realtà associative e sindacali, affinché si possa convergere, superando differenze e diffidenze, ad una visione politica unitaria di convergenza in un unico candidato alla carica di primo cittadino. Sconfiggere la destra si può. La storia ce l’ha dimostrato. Ricostituiamo a Pordenone un rinnovato Comitato di Liberazione, democratico, plurale e pluralista, che faccia della Politica missione e non ufficio, in grado di prospettare e realizzare una svolta per la città che noi tutti amiamo. Socialismo XXI c’è e ci sarà per promuovere e sostenere questa idea e per trasformarla in realtà. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LE PREVISIONI DEL PIL NEL MONDO

Le previsioni del Pil nel mondo per il 2024 danno i seguenti risultati: PRODOTTO INTERNO LORDO percentuali sull’anno precedente 2024 2025 Mondo 3,2 3,3 India 6,7 6,8 Cina 4,8 4,6 USA 2,4 2,1 Area Euro 0,8 1,4 Italia 1,0 1,1 Quindi il mondo viaggia al triplo della velocità dell’Europa (e dell’Italia) trascinato da economie come India e Cina che viaggiano ad una velocità rispettivamente de 6 e 5 volte quella europea. Gli USA si piazzano in mezzo con una velocità doppia rispetto alla nostra. Quali sono le ragioni di queste differenze? I paesi emergenti, partendo da livelli inferiori realizzano facilmente crescite più marcate, ma attenzione né India né Cina vanno più considerate economie in via di sviluppo. Un’altra ragione va ricercata negli investimenti in R&I, nelle nuove tecnologie, dai computer quantistici all’Intelligenza Artificiale. Su questo fronte il rapporto Draghi ha scritto cose fondamentali, ispirato da una visione Schumpeteriana, che preludono, se non si cambia strada da subito, ad una lenta agonia del nostro continente. Non conosco appieno le potenzialità dell’India, ma è chiaro che USA e Cina primeggiano sul fronte dell’innovazione tecnologica guidate l’una dal Pentagono, l’altra dal partito comunista. Certo c’è da chiedersi se il modello socialdemocratico europeo caratterizzato da un capitalismo ansimante corretto da una redistribuzione sociale sempre più senza spazio, non sia un modello da riconsiderare; certo che le cose, per il futuro non si prospettano rosee. Una proiezione al 2050 ci presenta la seguente situazione: Pos. Nome Paese Previsioni PIL in $ (2050) Quota % sul PIL mondiale 1 Cina 42,96 trilioni 19,10% 2 India 38,68 trilioni 17,21% 3 Stati Uniti 26,58 trilioni 11,82% 4 Indonesia 6,60 trilioni 2,93% 5 Russia 5,69 trilioni 2,53% 6 Giappone 5,20 trilioni 2,31% 7 Germania 4,92 trlioni 2,18% 9 Regno Unito 3,74 trilioni 1,66% E per quel che riguarda il nostro paese cosa prevede l’articolo di Money.it? L’Italia è al 14° posto, proceduta da Brasile (10°), Vietnam (11°), Egitto (12°) ed Etiopia (13°), e seguita da Australia (15°), Spagna (16°), Arabia Saudita (17°), Pakistan (18°), Polonia (19°) e Myanmar (20°). Il PIL italiano nel 2050 si stima varrà 2,16 trilioni di dollari, per un peso sul PIL mondiale dello 0,96%, mentre la popolazione ci si attende scenderà a 52.250.000 (dagli attuali 58.990.000). Certo, non è corretto comparare tassi di crescita con risultati assoluti, ma alcune considerazioni vanno fatte. I paesi Brics dominano la situazione. La dedollarizzazione sarà un fenomeno che muterà gli scenari futuri; sarebbe il caso di cominciare a pensarci. I paesi a regime socialista competono con quelli a regime capitalista, anzi avanzano nella classifica; voglio prendere ad esempio il Vietnam, colonia francese ove gli USA, subentrati nella difesa della democrazia, hanno subito una sconfitta storica. La guerra degli USA era per esportare democrazia e benessere in Vietnam contro il regime del nord di quel paese. Sembrava una guerra tra due mondi: da una parte libertà e progresso, dall’altra dittatura e miseria. Ora il Vietnam, con una economia socialista, ci sorpassa (è all’undicesimo posto contro il nostro quattordicesimo), è diventato luogo di turismo e di crescita, tutto pare tranne che il paese del male. La Banca Mondiale ha scritto nel suo rapporto che: «Il Vietnam è stato una storia di successo nello sviluppo economico. Le riforme economiche avviate nel 1986 con il Đổi Mới (Rinnovamento), insieme alle tendenze globali positive, hanno contribuito a far passare il Vietnam da una delle nazioni più povere del mondo a un’economia a medio reddito in una sola generazione. Tra il 2002 e il 2022, il Prodotto interno lordo pro capite è aumentato di 3,6 volte, raggiungendo quasi tremilasettecento dollari. Il tasso di povertà (3,65 dollari al giorno, 2017 PPA) è sceso dal quattordici per cento del 2010 al 3,8 del 2020». Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) prevede che il prodotto interno lordo del Vietnam aumenterà del 5,8 per cento nel 2024, collocandosi al secondo posto nella regione. La crescita del Vietnam non ruota più solo intorno all’agricoltura, ma si è posizionata in settori ad alta tecnologia, tra cui l’Industria 4.0, i chip semiconduttori, l’IA e l’idrogeno, e sta attirando capitali internazionali. (Rainer Zitelman La logica del mercato) Non sto chiedendo di instaurare il socialismo in Italia, sto solo considerando che servirebbe una politica industriale, specie se a livello europeo. Che c’è, nella legge di bilancio 2025, a questo proposito? Regali alle imprese 5.0 senza che siano corrisposte allo stato partecipazioni, vendita dei gioielli di famiglia (Poste, Eni etc.) appelli a Elon Musk,  al Black Rock e a Microsoft.  La Schlein continua a richiedere REDISTRIBUZIONE, ma de che? Non è tempo di redistribuire ciò che non c’è, è tempo di costruire, investire, innovare, fare ricerca, guidare (affiancando o sostituendosi ad esso) un capitalismo ansimante che vede il crollo del suo idolo torinese, la famiglia Agnelli, che abbandona l’Italia (dopo tutti i soldi ricevuti), abbandona l’auto, non mantiene gli impegni e evade l’imposta di successione. A mio parere, un partito socialista degno del suo ruolo dovrebbe far proprio l’approccio (non necessariamente tutte le conclusioni – mi riferisco alla difesa) del documento Draghi: o l’Europa cambia o è destinata a sparire. Quel documento denuncia l’incapacità del nostro capitalismo ad avere uno ruolo nel futuro dell’Europa, servono 800 miliardi l’anno per dieci anni, non certo da erogare in sussidi e crediti di imposta, ma da investire e l’investimento è di chi ci mette i fondi (li trova e li deve restituire), lo Stato europeo. In fondo è una implicita risposta alla semplice domanda: ma siamo sicuri che affidare gli investimenti al capitalismo che sceglie e decide non in base ai bisogni del paese o in base ad un piano, ma in base al profitto che ne può ricavare, sia una scelta razionale? Mi pare che ciò che succede al mondo stia dando una risposta definitiva.  SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere …

I SIGNORI DEL GOVERNO, LE LEGGI FASCISTISSIME, IL RICORDO DI FELICE BESOSTRI

di Franco Astengo | 1) Dopo essersi messa la legge sotto i piedi i signori del governo strepitano di “giudici comunisti” e di magistratura all’opposizione; 2) Il metodo che viene seguito per ovviare a questi “inconvenienti” è quello delle leggi fascistissime: fare strame delle leggi vigenti, modificarle a proprio uso e consumo per affermare l’autorità (in questo caso anche in barba alle leggi internazionali). Così andrà presumibilmente il CdM di lunedì prossimo. Insomma dalla “democratura”, all’autocrazia nel segno del comando invece di quello del governo; 3) Nel ricordo di Felice Besostri si rammenta che questi signori del governo rappresentano in realtà il 26,72% dell’intero corpo elettorale (dato delle elezioni politiche 2022, in calo nelle elezioni europee 2024). Soltanto lo stolto marchingegno della formula elettorale ha fatto sì che nella nuova aula da 400 seggi, la soglia per la maggioranza assoluta sia fissata a quota 201. La coalizione tra Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati la supera con ampio margine, sfiorando i 240 seggi totali, il 59% dei seggi (ricordando sempre il 26,72% dei voti calcolato sull’intero corpo elettorale). I gruppi di centro-destra, con 116 senatori su 206, hanno la maggioranza anche nell’altro ramo del parlamento. Per non dimenticare: a) Felice Besostri e le sue battaglie sulle leggi elettorali; b) l’enorme distorsione della rappresentanza in un sistema politico estremamente fragile; c) va aperta una fase di forte conflittualità sociale. La manifestazione di ieri dei metalmeccanici deve essere presa come apripista di una vera e propria “stagione” di rivalutazione del conflitto. d) che dietro l’angolo ci sta l’idea del premierato: che non passi la formula fin qui escogitata dalla destra è possibile ma l’idea della “solitudine” al comando rimane viva e molto pericolosa. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it