Angelica Balabanoff, Anželika Isaakovna Balabanova). – Nacque a Černigov, nei pressi di Kiev, il 4 agosto 1877 da famiglia ebraica benestante (il padre, Isaak, era proprietario terriero e uomo d’affari), ultima di sedici figli. Spirito indipendente e ribelle, donna di grande vivacità intellettuale, studiò in una scuola di Charkov dove imparò varie lingue europee e con la famiglia ebbe modo di fare frequenti viaggi attraverso l’Europa. Attorno al 1895 abbandonò la famiglia e la Russia per iscriversi all’Université nouvelle di Bruxelles dove studiò filosofia e seguì corsi di sociologia, economia, criminologia, ecc., e partecipò, anche in contatto con esuli politici russi, dell’ambiente radicale e socialista belga particolarmente vivace sul piano politico e culturale in quel periodo. Votata fin da giovanissima ad ideali umanitari ed egualitari, a Bruxelles abbracciò il socialismo, aderì al marxismo sulla scorta delle opere di Georgij Plechanov e si laureò in filosofia e letteratura. In Germania alla fine del secolo, a Lipsia e poi a Berlino, studiò economia politica e strinse rapporti di amicizia con Rosa Luxemburg, August Bebel e Clara Zetkin. Finalmente a Roma (1900) poté seguire uno degli ultimi corsi universitari di Antonio Labriola, che rese più profonda ed articolata la sua formazione marxista, ed entrò in contatto, per tramite di Leonida Bissolati, con il movimento socialista italiano al quale, con delle interruzioni, sarebbe restata legata per tutta la vita. La B. non aveva vissuto questi anni di “apprendistato” socialista come un’emigrata, ma si era profondamente radicata nello spirito del socialismo europeo maturando un internazionalismo che si sarebbe dimostrato incancellabile. Persona di vasta cultura, di grande vitalità e di profonda umanità, la sua formazione politica appare coerente con le idee e la tradizione secondinternazionalista, delle quali sarebbe stata a lungo un’interprete “di sinistra” ed alle quali sarebbe restata fedele anche quando, dalla guerra in poi, quella tradizione e quelle idee avrebbero subito un inarrestabile declino. Militante dei Partito socialista italiano dal 1900, su posizioni “intransigenti” e particolarmente vicina a Giacinto Menotti Serrati, fu impegnata nell’attività organizzativa e di propaganda nella Svizzera italiana dai primi del secolo fino al 1910, a San Gallo e poi a Lugano, dove fu per vari anni membro dell’esecutivo del Partito socialista italiano in Svizzera, imprese l’edizione dei giornale Su, compagne (che sarebbe poi confluito in La Difesadellelavoratrici diretto da Anna Kuliscioff) ed acquisì larga fama come conferenziera. Fu attorno al 1904, in Svizzera, che conobbe Benito Mussolini, allora su posizioni anarco-socialiste, al quale sarebbe restata legata da un’amicizia durata un decennio. Su Mussolini la B. torna ripetutamente nelle autobiografie ed in alcuni scritti sul “traditore”. La sottolineatura dei tratti nevrotici del futuro capo del fascismo, tratti che trovano del resto significativi riscontri, e la funzione di guida che ella ebbe sia nel cercare di “spingerlo sulla strada del marxismo e, in generale, di un maggior approfondimento culturale del socialismo” (De Felice, p. 40), sia nella leadership politica che a lungo esercitò su di lui, tutto ciò lascia pensare che, oltre al ruolo di maestra, vada tenuto presente, per la comprensione del rapporto, un suo coinvolgimento di tipo “materno”. Durante la rivoluzione russa del 1905, fu protagonista di un’accesa campagna di solidarietà e tenne conferenze e comizi in molte città italiane ed anche in seguito, in Svizzera come in Italia, mantenne stretti contatti con vari dirigenti socialdemocratici russi in esilio quali Plechanov, Lenin, Zinov´ev, Trockij ed altri. Contribuì all’organizzazione del V congresso del Partito operaio socialdemocratico russo (Londra, aprile 1907) e vi partecipò come delegata evitando di prendere posizione per una delle due frazioni (bolscevichi e menscevichi) che, seppur riunificate nel partito, si fronteggiarono duramente. Ormai italiana per adozione, pur conservando la cittadinanza russa, per molti anni funse da tramite – anche per la vasta conoscenza delle persone e delle situazioni, oltre che delle lingue – tra il Partito socialista italiano e il socialismo europeo, prima che questo venisse lacerato dalla guerra. Sul piano del socialismo internazionale era particolarmente vicina alle posizioni di Bebel e della Luxemburg e fu per varie sessioni membro del Bureau socialiste international, l’esecutivo della II Internazionale. Delegata italiana al congresso di Basilea, l’ultimo dell’Internazionale socialista (novembre 1912), nel luglio dello stesso anno aveva partecipato al congresso straordinario del partito socialista che si svolse a Reggio Emilia, ed aveva avuto in quell’occasione una funzione di rilievo nel preparare la mozione, presentata da Mussolini e votata a larga maggioranza, che chiedeva l’espulsione dei dirigenti dell’ala riformista (Bissolati, Cabrini, Bonomi e Podrecca). Durante i lavori dello stesso congresso la B. venne eletta per la prima volta nel comitato esecutivo del partito e, allorché Costantino Lazzari propose Mussolini quale direttore dell’Avanti!, questi si riservò di accettare a condizione che la B. figurasse quale segretaria di redazione (lo scopo della richiesta di Mussolini – ipotizza il De Felice, p. 139 – era di coinvolgere tutta la sinistra del partito nella gestione del quotidiano ed allontanare alcuni redattori riformisti). Pur con qualche riluttanza, la B. si trasferì a Milano; la sua collaborazione con Mussolini all’Avanti! durò comunque solo pochi mesi. Fu presente alla riunione dell’Internazionale a Bruxelles (28-29 luglio 1914) – vi erano anche Victor Adler, la Luxemburg, Hugo Haase, Jean Jaurès, Jules Guesde ed altri -, ma risultò minoritaria la sua proposta di indire uno sciopero generale contro la guerra, che col suo profilarsi stava già erodendo le fondamenta del socialismo europeo (Jaurès sarebbe stato assassinato di lì a qualche giorno). Tornata a Milano. la B. (che al congresso socialista di Ancona dell’aprile 1914 era stata confermata nella segreteria del partito) continuò a sostenere quella che del resto era la linea del Partito socialista italiano, cioè la politica della neutralità e dell’opposizione all’intervento (scontrandosi anche con Plechanov, a Ginevra, che parteggiava apertamente per gli alleati). Allorché avvenne il repentino passaggio di Mussolini su posizioni interventiste (ottobre 1914), la B. condivise senza riserve l’unanime decisione dell’esecutivo di espellerlo dall’organismo stesso e dalla direzione dell’Avanti! sostituendolo con Serrati. Nel 1915 si trasferì nuovamente in Svizzera, a Berna, per organizzare il movimento di opposizione alla guerra, con lo scopo altresì di arginare il …
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