SOCIALISMO XXI 4.0

di Felice Besostri | Da Genova 1892 a Rimini 2019 andata e ritorno: prossime destinazioni Erfurt 1891 e Epinay 1971 Parafrasando il famoso detto sulla guerra e i generali di Jean Jaurès, il grande socialista tolosano, il socialismo è una cosa troppo seria per lasciarla nelle mani di dirigenti di un Partito, fossero anche i migliori e più preparati. Una tale concezione è il frutto dell’idea, che il proletariato per conquistare il potere e adempiere, quindi, alla sua missione storica avesse bisogno di una guida cosciente, di un’avanguardia organizzata di rivoluzionari di professione. Questa concezione dovrebbe essere stata seppellita, per tutti, sotto le macerie provocate dal crollo del Muro di Berlino, il cui trentesimo anniversario dell’apertura si celebrerà il prossimo 9 novembre: una data simbolica della successiva formale dissoluzione dell’URSS del 25 dicembre 1991. Una cultura mitica-libresca di una parte della sinistra “aveva diffuso per anni la convinzione che l’URSS fosse un paese guida così come il partito che ne costituiva l’ossatura politica. La sua caduta non solo mostrò le ragioni strutturali dell’economia del paese, le insostenibili spese militari, ma anche uno stile autoritario e violento del potere centralizzato e poliziesco opposto ai desideri di identità della popolazione. L’insostenibilità economica e l’oppressione sociale costituivano unità insopportabile come forma di vita. (Fulvio Papi 9 gennaio 2019). Paradossale per le sorti della sinistra europea la sconfitta del comunismo sovietico non significò, nel periodo che ci separa da quegli eventi, la vittoria della sua alternativa socialista democratica. Una serie impressionante di sconfitte elettorali, per non parlar d’altro per carità di partito, ha fatto scomparire i partiti socialisti del PSE, che nel 1999 erano alla testa di 13 governi della UE a 15, dal panorama politico d’Italia, Grecia, Paesi Bassi, Polonia, Ungheria e Francia e a non essere più il partito aspirante all’egemonia o a capeggiare un’alternativa di sinistra in Danimarca, Austria e Germania. La scomparsa del blocco comunista e la crescente concorrenza cinese ed indiana e di altri paesi con la mano d’opera qualificata e a basso costo ha convinto il sistema capitalista, che non era più il caso di tener buoni i lavoratori dei paesi sviluppati con le politiche sociali, i benefici salariali della contrattazione collettiva sindacale ed il welfare state, tanto più che i loro partiti al governo e i sindacati avevano rinunciato all’idea stessa che un altro sistema economico e sociale, un nuovo ordine mondiale fosse non solo possibile, ma persino desiderabile: al massimo poteva essere lo slogan per alcuni anni di un esotico Forum Sociale Mondiale in qualche paese latino-americano: una vittoria già nel nome di una visione euro-coloniale e imperial-occidentale del mondo, che esclude da quel continente la componente india e africana. Crescono le diseguaglianze tra le diverse aree del mondo e all’interno dei singoli paesi compresi quelli una volta più sviluppati e con una classe media in costante ascesa insieme con l’aristocrazia operaia e i tecnici altamente qualificati della scienza e della tecnologia più innovativa. La ricaduta dell’informatica e della robotica sull’organizzazione del lavori da un lato e i cambiamenti climatici dall’altro con il riscaldamento globale, con le inevitabili ricadute migratorie, frutto anche di guerre e sottosviluppo, creano fenomeni , che per essere governati richiedono una visione planetaria e poteri pubblici nazionali e sovranazionali democraticamente legittimati in grado di intervenire in modo coordinato e programmato. Invece ha vinto l’ideologia del meno stato e più mercato e la corsa individuale al successo personale. Rischiamo di essere schiacciati tra il disordine globale e planetario neo-capitalista e dalla logica dello sfruttamento e del profitto da un lato e dalla reazione nazionalista identitaria e egoista dall’altro entrambi nemici della sovranità popolare, che ha la sua massima espressione nella democrazia costituzionale e nei suoi istituti di democrazia rappresentativa e diretta. Se in via generale si deve concordare con Rosa Luxemburg, già sostenitrice del comunismo consiliare, quando scrive “La democrazia è una necessità imprescindibile non perché renda superflua la conquista del potere politico da parte del proletariato, ma al contrario perché la fa necessaria e a un tempo ne rappresenta l’unica possibilità” questo è tanto più vero in Italia, perché bastano i primi tre articoli della Costituzione a unire la sua attuazione con un progetto di società, nella quale la Repubblica, vale a dire noi individui e popolo, istituzioni e poteri pubblici abbiamo il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine​economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Non è il socialismo, ma va nella sua direzione e nella situazione attuale della sinistra in Italia e in Europa è quanto basta per lo sviluppo di un pensiero che abbia il socialismo come obiettivo unificante e tuttora attuale e ci ispiri nelle azioni e nei conflitti sociali, che dobbiamo con coerenza promuovere ed interpretare. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

ASSOCIAZIONI E CIRCOLI SOCIALISTI A RIMINI PER UNA NUOVA IDENTITA’ NEL XXI SECOLO

COMUNICATO STAMPA Da venerdì 8 a domenica 10 febbraio si svolge la Conferenza programmatica di “Socialismo XXI Secolo”.  Sono attesi, allo Yes Hotel Touring, duecento rappresentanti di circoli, associazioni, gruppi e siti web di ispirazione socialista e socialdemocratica provenienti da tutta Italia. Nel momento in cui la sinistra italiana sta mostrando crepe non indifferenti, duecento delegati socialisti si ritrovano in una Conferenza Programmatica per avviare il progetto per la costruzione di una casa socialista nuova di zecca; non discussioni su leadership ed organigrammi, ma idee e proposte per i problemi e le inquietudini della società di oggi. A Rimini, da venerdì 8 a domenica 10 febbraio si svolge la Conferenza programmatica di “Socialismo XXI Secolo”.  Sono attesi, allo Yes Hotel Touring, duecento rappresentanti di circoli, associazioni, gruppi e siti web di ispirazione socialista e socialdemocratica. E’ la seconda importante reazione, dopo l’assemblea di Livorno del 24 marzo 2018, alla cocente sconfitta elettorale del 4 marzo scorso. E, in più, una reazione che consente alla sinistra di allargare il suo perimetro ed assumere contorni nuovi rispetto al recente passato.  Perché rientra in gioco, dopo una lunghissima assenza, un’area culturale e politica socialista, laica, liberale che ha l’ambizione di contribuire a definire per la sinistra italiana tutta, una immagine più nitida e più europea dal punto di vista politico e programmatico. Il dibattito verterà tutto sui programmi, ed ha avuto una meticolosa preparazione, con ben 5 attivi che si sono tenuti nel 2018 a Budrio (BO), a Roma, con due seminari alla storico circolo socialista della Garbatella, a Napoli ed a Genova. Quasi un anno di lavoro che ebbe inizio il 24 marzo scorso a Livorno. Nella città che aveva visto, nel 1921, consumarsi la scissione fra socialisti e comunisti, si ritrovarono, autoconvocandosi, tanti socialisti democratici. Che non si limitarono a sancire la definitiva vittoria storica del riformismo di Turati rispetto alla scissione comunista. Presero il solenne impegno di un grande appuntamento per dimostrare che la cultura socialista e democratica è in grado di fornire, ancora oggi, le risposte più adeguate ai problemi della società. Perciò, nelle giornate di Rimini, ad avere spazio non saranno i temi della politica vuota e autoreferenziale. Saranno i temi delle persone: Europa, economia e occupazione, fisco, questione meridionale, sanità, ambiente, migrazioni, infrastrutture, diritti civili, scuola e università, Costituzione, assetti istituzionali e leggi elettorali per uno Stato moderno in grado di coniugare l’efficienza del governo con il rispetto della democrazia. La discussione si svilupperà sulla base di schede redatte in quasi un anno, dal primo incontro di Livorno ad oggi, e già sottoposte ad una prima valutazione nel corso di una serie di incontri svoltisi al nord, al centro al sud dell’Italia. Più che a fondare un partito, la Conferenza di Rimini punta a mettere assieme un corpo di idee che, senza dimenticare le radici, consenta oggi di conquistare lo spazio che le macerie della sinistra hanno lasciato completamente vuoto. Attraverso un percorso inclusivo, senza pretendere adesioni preventive; e alla condizione di continuare a credere fermamente che la distinzione tra destra e sinistra, anche dopo l’estinzione del comunismo, è reale e attuale. Per Socialismo XXI Il coordinatore Aldo Potenza (aldo.potenza@tin.it) Il Programma delle giornate e gli Appunti per Rimini sono reperibili sul sito www.socialismoitaliano1892.it nella sezione Socialismo XXI. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

DOMANI SOCIALISTA PER RIMINI 2019

Ringraziamo sentitamente i compagni e le compagne di Domani Socialista, che hanno voluto promuovere sul loro sito l’evento della Conferenza Programmatica di Rimini. Un grazie particolare a Rino Formica e Daniele Delbene che in questi anni hanno sostenuto con continuità le nostre iniziative. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LETTERA INVITO

Care compagne e cari compagni,dagli anni novanta diversi leader si sono impegnati nella costruzione di movimenti “nuovi”, ma tutti privi di storia, radici culturali e politiche comuni. Così è stato per FI, per la “macchina da guerra” allestita da Occhetto a cui è seguito l’Ulivo e ancora il PD. Oggi nuovi movimenti eterogenei, dopo il 4 marzo 2018 governano l’Italia. Nel mondo, Europa compresa, tutto è in caotico movimento. L’egemonia delle idee neo-liberiste che hanno contaminato tante culture diverse, oggi sono sempre più contestate. Nel deserto politico culturale della sinistra italiana si avverte sempre di più il bisogno di un orizzonte programmatico sorretto da principi ideali che offra un solido approdo.Mentre altrove, in forme diverse, i socialisti hanno ritrovato nuove motivazioni ed entusiasmi, in Italia una grande storia e cultura politica rischia la definitiva scomparsa.A Livorno il 24 marzo 2018 abbiamo rivolto un appello ai tanti gruppi socialisti sopravvissuti alle temperie di questi tormentati anni. La risposta è stata sorprendentemente positiva e insieme abbiamo deciso di organizzare una convention programmatica a Rimini, che è stata preparata attraverso vari incontri seminariali svoltisi in diverse città del nord, del centro e sud d’Italia, con l’intento di offrire un riferimento programmatico a quanti intendano lavorare per ricostruire una forza di orientamento socialista nel nostro Paese.Quindi, senza dimenticare le nostre radici, l’impegno è diretto a costruire ciò che abbiamo chiamato il socialismo del XXI secolo, non un raduno nostalgico, ma una comunità che guarda al futuro.A Rimini vorremmo discutere con voi e con tutti coloro che hanno traversato il deserto in questi 25 anni alcune proposte che sono state elaborate e che abbiamo condensato negli Appunti per Rimini al seguente link: CONFERENZA PROGRAMMATICA RIMINI 2019. APPUNTI PER UNA DISCUSSIONE che come potete ben vedere sono proposte aperte al contributo di tutti. Al termine dei lavori proporremo la costituzione di una associazione nazionale a cui verrà affidato il compito di promuovere un’iniziativa per l’unità del socialismo italiano che abbiamo chiamato la “Epinay del Socialismo Italiano“. Sarà l’ultimo atto, a cui speriamo vogliano partecipare tutti coloro che si sentono socialisti, ovunque essi siano oggi, per restituire al nostro Paese una Forza Socialista Autonoma ed Unitaria, che vorremmo veder realizzata entro un anno, per la precisione entro il ventesimo anniversario della morte di Bettino Craxi.Una forza politica in grado di rispondere alle sfide del presente e quelle che l’intelligenza artificiale rappresenta in tutti i campi della vita contemporanea.Siamo consapevoli delle difficoltà che dovremo superare, ma parafrasando una espressione di Max Weber, siamo convinti che solo immaginando l’impossibile si possa realizzare il possibile.Saremmo lietissimi se accettaste il nostro invito e ci onoraste della vostra presenza e del vostro contributo di idee e consigli per proseguire con noi nel difficile compito che abbiamo intrapreso.Fiduciosi nella vostra positiva risposta, vi inviamo fraterni saluti. Per Socialismo XXIIl Coordinatore Nazionale Aldo Potenza SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LOGISTICA E PERNOTTAMENTI

Alcuni compagni ci hanno chiesto di chiarire meglio l’organizzazione della Conferenza di Rimini per poter programmare viaggio e pernottamento. La riunione di venerdì 8 sera è solo per definire gli  ultimi dettagli organizzativi, per cui saranno presenti i compagni dell’organizzazione ed i coordinatori dei tavoli. La Conferenza vera e propria si svolge su due giorni, il sabato e la domenica, per cui il pernottamento di massima, è per chi arriva nella mattinata di sabato, ed è per una sola notte, quella di sabato. I prezzi a cui fare riferimento sono quelli del pacchetto PER UNA SOLA  NOTTE. Ovviamente restano fuori dal pacchetto i prezzi di viaggio. Sperando di essere stati esaurienti un grazie anticipato a tutti i compagni e le compagne che verranno a Rimini a portare il loro contributo di esperienza. Con i nostri più fraterni saluti Per l’organizzazione di Rimini 2019 Dario Allamano PS. la locandina con i prezzi e le modalità di prenotazione è reperibile anche sulle pagine Facebook dei vari gruppi (Sempre Avanti Socialismo XXI, Socialisti ecc..) IL COMPAGNO A CUI FARE RIFERIMENTO PER ULTERIORI CHIARIMENTI E’ Giuliano Sottani 335 1257727 SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

AMBIENTE E MIGRAZIONI

AMBIENTE E MIGRAZIONI Temi introdotti alla discussione del gruppo di lavoro AMBIENTE 1 – l’ambiente degrada creando pericoli per la salute e per la qualità della vita. 2 – esigenza di incisive politiche adeguate e di comportamenti delle persone. 3 – le politiche devono riguardare tutti i livelli politici e amministrativi, le istituzioni scolastiche e scientifiche, i comportamenti aziendali. 4 – politiche fiscali e tariffarie significative aiutano a combattere il degrado. 5 – impegno al rispetto degli accordi internazionali sul clima. MIGRAZIONE 1 – conoscere le cause che originano le migrazioni. 2 – creare e attuare politiche europee e nazionali di sviluppo nei paesi di emigrazione che contengano il fenomeno. 3 – Gestione dell’applicazione dell’articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”. Il riferimento è sia a chi emigra che a chi già risiede. 4 – Diritto alla vita è solidarietà, assistenza, diritto/dovere all’integrazione, all’apprendimento dell’italiano, al rispetto delle leggi, diritto/dovere al lavoro e all’istruzione. 5 – Diritto alla libertà è liberazione dal bisogno per gli italiani e per coloro che desiderano diventarlo; esercizio effettivo della libertà e della protezione per le donne, residenti e immigrate, non sottomesse e nella pienezza della parità nella famiglia e nella società. 6 – Diritto alla sicurezza per tutti, residenti e immigrati. 7 – Politiche amministrative utili e incremento della collaborazione con la magistratura e i corpi preposti alla sicurezza dei cittadini. 8 – Educazione all’art. 3, primo comma della Costituzione italiana : < Art. 3 Cost. Principio di eguaglianza formale e sostanziale. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.> MIGRAZIONI e CLIMA Sul piano europeo e internazionale E’ stata ed è assente da parte dei paesi occidentali una politica efficace e autoprotettiva dall’immigrazione di massa; essi avrebbero dovuto e dovrebbero aiutare i paesi da dove si origina emigrazione a svilupparsi in modo tale da ridurre il più possibile la fuga, da contenerne l’imperatività. Molti hanno chiesto un piano d’intervento del tipo del piano Marshall. Quel piano statunitense del 1947 fu il piano di aiuto all’Europa distrutta dalla seconda guerra mondiale, in dollari, farina, attrezzature. Vi fu un beneficio di ritorno anche per gli Stati Uniti. Dopo la seconda guerra mondiale vi fu l’aiuto dei vincitori ai vinti; non era accaduto dopo la prima guerra. Popoli asiatici e africani degli anni duemila, in povertà, pastori o agricoltori o allevatori o viventi in scenari di oppressione, di guerriglia o di guerra, sono scappati e scappano e la previsione delle conseguenze temute dalle variazioni climatiche fa pensare che continueranno a scappare. Se l’occidente e soprattutto l’Europa avessero aiutato i paesi in via di sviluppo a svilupparsi in modo appropriato, le crisi di quei paesi sarebbero state fronteggiate con minori conseguenze di impoverimento e di migrazione. Ciò non è in contraddizione con gli effetti della dinamica del peggioramento del clima e delle sue conseguenze, perché il paese che inaridisce, se ha avuto un suo sviluppo pur parziale, impara a conservare l’acqua piovana; si attrezza per desalinizzare l’acqua marina; non disbosca né brucia gli arbusti aumentando la desertificazione; cattura l’energia solare per produrre elettricità e così via. Ma se il paese è permanentemente degradato, senza sviluppo adeguato e con effetti ulteriormente negativi delle variazioni climatiche l’emigrazione è certa in quantità enorme e non la si contiene. Junker, Presidente della Commissione europea, nel 2017 ha denunciato la insufficienza dello stanziamento di 165 milioni di euro deciso a marzo 2017 dalla Commissione europea per combattere la carestia e la siccità che affliggono i Paesi del Corno d’Africa (Sud Sudan, Somalia, Etiopia e Kenya). E’ una testimonianza improduttiva di effetti. Nessuna voce governativa italiana ha reclamato azioni più efficaci, un piano d’intervento e quanto altro potesse essere utile allo scopo.Il contenimento dell’immigrazione in Italia e in Europa può sembrare un’illusione. Non è una scelta quella di accogliere gli immigrati; l’immigrazione è. Il pattugliamento dei confini terrestri (si fa per dire chiamarli confini trattandosi di distese di deserto sabbioso, inabitabile e inaccogliente) e dei confini marittimi di Ciad, Libia, Mali, Niger e di diversi altri paesi non cambia le cause delle migrazioni; prova a limitare i tempi delle stesse le quali cercheranno nuove rotte. Va bene combattere terrorismo e trafficanti di persone; occorrerebbe contribuire a piani di sviluppo economico locale. Ma cosa possono fare i governi sul clima ? Applicando gli accordi di Kyoto (in vigore dal 2005) e di Parigi (firmato nel 2015) e perfino migliorandoli, se possibile, come si è tentato a Marrakesh e a Bonn, i risultati di contenimento della crescita della temperatura terrestre si avrebbero a lungo termine. Nell’immediato e nel breve si avranno milioni di persone fuggiasche ammassate in sosta in campi di concentramento fetidi, finora sottoposte a vessazioni e violenze e parte di loro poi imbarcate con alto rischio di morte in mare. Il cambiamento del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sull’ambiente è gravissimo. Trump ha messo in dubbio l’esistenza stessa del riscaldamento globale, negando che si tratti di una minaccia alla sopravvivenza del pianeta. Sarà difficile intervenire efficacemente se anche gli Stati Uniti non saranno della partita. Ma la loro assenza non dev’essere un alibi per tutti gli altri. L’uscita degli USA potrà decorrere dopo il quinquennio presidenziale e se il Presidente Trump non fosse rieletto si può sperare in un riorientamento collaborativo degli Stati Uniti d’America e di loro conferma dell’adesione fattiva agli accordi di Parigi. Sul fenomeno migratorio il coinvolgimento di tutti i paesi europei è necessario. Purtroppo razzismi variamente graduati e cecità sull’evidenza climatica e sulle conseguenze migratorie sono presenti in diversi paesi europei. I razzismi non risolvono alcun problema se è vero che la globalizzazione, prima o poi, tocca tutti i territori anche su questa materia. L’Italia deve fare la sua parte attiva nel proporre politiche mirate all’Unione europea; deve ripensare la scelta di astenersi dal condividere il Global compact firmato …

INFO DATI IN ATTESA DELLA CONFERENZA PROGRAMMATICA DI RIMINI

Fonte: sbilanciamoci.org I nostri numeri sull’Italia Questa sezione si propone di fornire strumenti di semplice lettura e comprensione per restituire in modo quanto più possibile immediato una vasta mole di informazioni rilevanti su ciò che succede e su come si vive oggi in Italia. Qui sotto verranno visualizzati alcuni grafici, accompagnati da brevi testi di commento, che sono stati selezionati con il duplice obiettivo di gettare una luce sulle tendenze in atto in Italia e di fotografare i problemi e le sfide più urgenti da affrontare nell’immediato futuro. I grafici indagano la condizione del nostro paese rispetto agli anni passati o al confronto con gli altri Stati europei: organizzati rispettando la partizione dei diversi capitoli della Controfinanziaria di Sbilanciamoci!, presentano e riassumono molti dati economici, sociali e ambientali, dal sistema fiscale all’occupazione, dal mercato del lavoro al reddito e al welfare. In altri termini, i grafici che seguono sono idealmente pensati come tappe di un percorso che inquadra e attraversa le diverse priorità che dovrebbero stare al centro dell’agenda politica di un paese attento alla giustizia economica e sociale, all’equità fiscale, alla sostenibilità ambientale. Cominciando proprio da quello che Sbilanciamoci! da sempre propone: il buon utilizzo della spesa pubblica. FISCO E FINANZASempre più indebitati… Le ricette di austerità adottate in Europa per rimettere in ordine innanzitutto i conti pubblici dei paesi della cosiddetta “periferia” (Grecia, Spagna, Italia, Portogallo) non danno i frutti sperati. L’andamento del rapporto debito/Pil, uno degli indicatori guida su cui si fondano queste misure, anziché ridursi e rientrare nei limiti imposti dal Trattato di Maastricht (60%), fa registrare un aumento proprio quando e dove avrebbe dovuto ridursi. Ed è così che in Italia, dal 2007 al 2017, il rapporto debito/Pil passa dal 99,8 al 131,2%. Senz’altro una buona ricetta… per un fallimento annunciato. …senza essere spendaccioni L’Italia ha la cattiva fama di essere un paese “spendaccione” e dalle finanze pubbliche disastrate. Ma basta dare uno sguardo al dato sul rapporto deficit/Pil per capire come nel 2017 l’Italia abbia fatto registrare un livello di deficit (l’indebitamento netto che comprende anche la spesa per interessi) pari a -2,4%: un livello inferiore rispetto a quello di molti altri paesi europei e della stessa media europea. Maledetti interessi Se si guarda al dato del saldo primario – cioè la differenza tra entrate e uscite di un paese, esclusa la spesa per interessi – l’Italia risulta addirittura uno dei paesi più virtuosi del continente, con un avanzo primario pari all’1,5%, molto superiore alla media europea (1%). Altri grandi paesi dell’Unione (Francia e Spagna in primo luogo) fanno registrare invece avanzi primari peggiori. Questo significa che sul deficit italiano grava in larga misura la cospicua spesa per interessi che il nostro paese si trova a dover sostenere ogni anno. Il made in Italy è fuori moda Molte delle politiche economiche e monetarie perseguite in Europa hanno lo scopo di rendere le economie europee più “competitive”, in base al principio secondo cui dalla crisi si esce incrementando le esportazioni, cioè diventando tutti un po’ più tedeschi. Nonostante questi “buoni” propositi, la quota di mercato delle esportazioni italiane nel mondo si riduce nettamente rispetto ai livelli pre-crisi: assistiamo infatti alla riduzione delle esportazioni sia dei beni (dal 3,6 nel 2007 al 2,9% nel 2017) sia dei servizi (dal 3,4 nel 2007 al 2,1% nel 2017). Sempre in attesa di crescere L’andamento del Pil del nostro paese, con lo stop alla timida ripresa registrato dall’Istat nell’ultimo trimestre, rivela l’incapacità di uscire dalla crisi del 2007-2008 e di attestarsi su un vero sentiero di crescita. Al di là dell’instabilità che caratterizza questo andamento, sono due i dati che risaltano agli occhi: da un lato, la perdita di valore del Pil italiano rispetto al 2007, dall’altro il ruolo giocato in questo risultato negativo dalla componente della domanda interna. Insomma, l’assenza di reali politiche di sostegno e stimolo alla domanda aggregata pesa come un macigno sulla crisi del paese e sulle sue prospettive di ripresa. La gara al ribasso delle tasse alle imprese Grazie al mercato comune e alla concorrenza fiscale gli imprenditori europei riescono a spuntare trattamenti fiscali sempre più favorevoli. La forte diminuzione della tassazione media dei redditi d’impresa fra il 2002 e il 2017 – ad esempio, in Italia dal 40,3 si passa al 27,8%, in Germania dal 38,3 al 30,2% – mostra come in tutta Europa si sia avviata una gara al ribasso sulla tassazione delle imprese. Non solo dunque maggiore flessibilità sul mercato del lavoro (leggasi meno diritti per i lavoratori), ma anche meno tasse per le imprese con l’illusione di scongiurare il rischio delle delocalizzazioni e attrarre occupazione. La grande fetta invisibile dell’economia italiana 209,8 miliardi di euro, il 13,8% del Pil: a tanto ammonta nel 2016 (ultimo dato disponibile) la stima dell’economia non osservata in Italia, derivante dalla somma tra il volume dell’economia sommersa (a sua volta costituita in grandissima parte da sotto-dichiarazione e lavoro irregolare) e il volume delle attività illegali. Il peggioramento del dato rispetto ai livelli del 2013 dimostra l’inadeguatezza delle politiche messe in atto finora per contrastare evasione fiscale, lavoro nero e criminalità organizzata. E per recuperare, al contempo, ingentissime e preziose risorse per le casse statali. La favola della spesa pubblica elevata In ampi strati dell’opinione pubblica e del ceto politico regna la convinzione che la spesa pubblica italiana sia tra le più elevate in Europa: una spesa improduttiva e fonte di sprechi, da tagliare a colpi di spending review e privatizzazioni. Tuttavia, numeri alla mano, questa convinzione si rivela ampiamente infondata. La spesa pubblica complessiva italiana è pari infatti nel 2015 a 828 miliardi di euro, a fronte dei 1.243 della Francia, dei 1.334 della Germania, dei 1.104 del Regno Unito: in termini di spesa reale pro-capite, il nostro paese, con 13.630 euro nel 2015, è pienamente in linea con la media dell’Unione Europea a 28 paesi (13.645), facendo peraltro registrare valori nettamente inferiori rispetto al 2007 (14.524 euro). POLITICHE INDUSTRIALI, LAVORO E REDDITO, PENSIONI Non è un paese per lavoratori I numeri sulla disoccupazione in Italia mostrano un paese ancora incapace di creare lavoro, …

CONFERENZA PROGRAMMATICA “SOCIALISMO XXI” – RIMINI 2019

Care compagne e cari compagni. La Conferenza Programmatica di Socialismo XXI si terrà l’8, 9 e 10 febbraio 2019 a Rimini, presso lo Yes Hotel Touring. I lavori della Conferenza saranno concentrati soprattutto nei giorni di sabato 9 e domenica 10. Il venerdì sera si terrà una riunione per definire gli ultimi dettagli organizzativi. Il sabato: tavoli tematici (12) per consentire un ampia discussione ed ascoltare le riflessioni di compagne e compagni sui temi sociali, economici e politici presenti e futuri e sulle prospettive del Socialismo nel XXI secolo. Domenica mattina seduta plenaria, interventi degli ospiti e presentazione dei documenti dei gruppi di lavoro. A seguire discussione ed adozione del documento politico conclusivo della Conferenza. Domenica pomeriggio: costituzione dell’Associazione Socialismo XXI ed alla nomina dei gruppi dirigenti pro tempore. Fraterni saluti e Sempre Avanti! verso Rimini Il Comitato dei Garanti YES HOTEL TOURING – RIMINI PACCHETTI PRENOTAZIONE SOGGIORNO: Scegli una tra le seguenti opzioni (il prezzo a persona) 1. SISTEMAZIONE IN YES HOTEL TOURING 4 STELLE PACCHETTO 2 NOTTI camera doppia € 169,00PACCHETTO 1 NOTTE camera doppia € 102,00PACCHETTO 2 NOTTI camera Doppia Uso Singola € 199,00PACCHETTO 1 NOTTE camera Doppia Uso Singola € 132,00 2. IN ALTERNATIVA YES HOTEL RAIMBOW 3 STELLE SUPERIORE PACCHETTO 2 NOTTI camera doppia € 149,00PACCHETTO 1 NOTTE camera doppia € 89,00PACCHETTO 2 NOTTI camera Doppia Uso Singola € 165,00PACCHETTO 1 NOTTE camera Doppia Uso Singola € 105,00 Il Pacchetto comprende: Pensione Completa c/o Hotel Touring + Bevande incluse durante i pasti + Pranzo del 10.02.2019 + Ingresso alla piscina coperta e riscaldata (Touring) Tassa di soggiorno + Iva e Imposte incluse GARAGE INTERNO Yes Hotel Touring € 3.00 al giorno Si prega di prenotare entro il 20 gennaio Per informazioni rivolgersi al compagno nostro tour operator Giuliano Sottani 055853606 – 3371257727 g.sottani@caterinademedici.com La prenotazione dovrà essere fatta direttamente all’albergo YES HOTEL TOURING RIMINI Viale Regina Margherita 62 – telefono 0541373005 – commerciale.touring@yeshotels.it  Referente Sergio. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

DISABILITA’

DISABILITA’ I dati sulla disabilitá in Italia sono oggettivamente impressionanti: 4.100.000 sono gli italiani affetti da varie patologie significativamente invalidanti. Di questi 3.086.000 (da quindici anni in su) presentano limitazioni funzionali gravi ma l’INPS eroga l’indennità di accompagnamento per invalidità civile solo a 1.933.000 mentre 1.153.000 persone nella stessa condizione non percepiscono l’indennità di accompagnamento. Che servizi ottengono le persone con disabilità dai Comuni? 6,9 disabili su 100 Assistenza domiciliare socio-assistenziale 1,9 disabili su 100 Assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari 4,0 disabili su 100 Voucher, assegno di cura, buono socio-sanitario 4,2 disabili su 100 Ricoverati in strutture residenziali Nel 2013 meno del 20% delle famiglie con persone con disabilità ha usufruito di servizi pubblici a domicilio. Il 70% delle famiglie non usufruisce di alcun tipo di assistenza domiciliare, né privata né pubblica. (Dati ISTAT 2013). Questi dati, peraltro non recenti descrivono un problema sociale e pure sanitario gigantesco, (vedere altri dati nelle note) e come ogni dato non esprime la reale condizione operativa e funzionale delle famiglie che hanno a carico un disabile grave, specie se non autosufficiente. Le statistiche non illustrano nemmeno le spese che le famiglie devono affrontare per sussidi, medicine non mutuabili, integrazione dell’assistenza o assente o insufficiente con collaboratori full o part time! Spesso i familiari per assicurare una minima assistenza al congiunto malato, devono rinunciare al lavoro o rinunciare alla ricerca di una occupazione! I fondi a disposizione delle regioni e quelli delle regioni stesse, sono del tutto insufficienti alla gestione di un problema drammatico cui si aggiungono complicazioni burocratiche enormi per accedere ad essi! La stessa informazione sulle possibilità e modalità di accesso alle provvidenze disponibili è particolarmente carente, di fatto basata sul passa parola o su iniziative di associazioni dl volontariato. La stessa istituzione di un Ministero per le disabilità nel governo Conte, incontra non poche difficoltá per l’assenza di competenze e poteri chiari, e per dissidi tra le varie associazioni per i timori di un nuovo carrozzone. I socialisti, nel solco della loro tradizione di lotta al bisogno, all’emarginazione, a favore della dignità umana, sociale, economica dei più sfortunati, non possono non denunciare il trascorso recente smantellamento del welfare, con tagli inaccettabili in diverse aree compresa quella delle disabilitá. Nel contempo avanzare proposte di recupero e rafforzamento, con un deciso aumento degli stanziamenti, della rimodulazione delle misure di assistenza, delle modalità di erogazione e di accesso alle provvidenze, contrastando l’ospitalitá residenziale coatta dei disabili, specie quelli non autosufficienti in strutture residenziali, una ghettizzazione di fatto, una facile e ingiusta scorciatoia, peraltro particolarmente costosa. La priorità assoluta e inderogabile è il diritto assoluto del disabile di essere assistito in famiglia, nella propria abitazione, con supporti economico-assistenziali adeguati, copertura infermieristica, sostegno psicologico al disabile ai familiari. Occorre obbligare le Regioni al rapido approntamento di un piano regionale per le disabilità, ancorato a fondi più consistenti, all’unicitá del soggetto esecutivo che deve esser nl contempo coordinatore, attuatore e d erogatore delle provvidenze (Usl, Comune o apposita Agenzia pubblica regionale) consentendo al disabile e ai suoi familiari una facile, trasparente ed efficace interlocuzione e semplificando gli adempimenti burocratici. Il tutto unito ovviamente ad un severo periodico controllo, anche. a campione, sul diritto e sull’uso congruo dell’uso delle risorse da parte dei beneficiari! Appare opportuna l’istituzione di una graduatoria pubblica dei richiedenti il sostegno economico-assistenziale, sulla base di parametri oggettivi (gravitá della disabilitá, reddito, situazione patrimoniale,benefici derivanti da altri interventi pubblici,situazione familiare e qmbientale) per evitare discriminazioni, favoritismi, clientelismi e altre distorsioni) quantitá e qualitá degli interventi. La stessa procedura per la presentazione dell’ISEE, a certificazione del reddito effettivo del disabile, per l’accesso ai vari interventi, va stabilizzata e semplificata, utilizzando anche lo strumento della dichiarazione di responsabilità o dell’atto notorio. Come socialisti abbiamo l’obbligo di farci carico di questa complessa problematica, sottraendola alla distrazione di questi anni, che ha portato perfino ad un taglio vergognoso all’apposito Fondo Nazionale, a privilegiare di fatto la politica dei ricoveri nelle residenze, che dovrebbe essere l’estrema ratio rivolta a persone disabili, prive di famiglia. Questo impegno del resto si colloca naturalmente nella tradizione socialista intesa come lotta a tutte le forme di povertà, alla vicinanza e sostegno ai soggetti e categorie più deboli, alla giustizia ed equità sociale. Nelle note di seguito altri dati interessanti sulla problematica delle disabilità! NOTA 1 Quanto si spende in Europa per disabilità in % al PIL? Danimarca: 4,1 Svezia: 3,9 Croazia: 3,5 Finlandia: 3,5 Lussemburgo: 2,6 Belgio: 2,3 Germania: 2,3 Paesi Bassi: 2,3 Austria: 2,2 Media UE (28): 2,1 Francia: 2,1 Portogallo: 1,9 Regno Unito: 1,9 Estonia: 1,8 Spagna: 1,8 Italia: 1,7 Slovacchia: 1,6 Slovenia: 1,6 Ungheria: 1,6 Lituania: 1,5 Polonia: 1,5 Bulgaria: 1,4 Repubblica Ceca: 1,4 Grecia: 1,3 Irlanda: 1,3 Romania: 1,3 Lettonia: 1,2 Cipro: 0,8 Malta: 0,7 NOTA 2 Quanto si spende in Europa per la disabilità? La spesa procapite in euro: Lussemburgo: 1.513 Danimarca: 1.233 Svezia: 1.220 Finlandia: 1.018 Paesi Bassi: 745 Germania: 743 Austria: 714 Belgio: 683 Francia: 595 Media UE (28): 538 Croazia: 538 Regno Unito: 501 Italia: 430 Spagna: 426 Irlanda: 384 Portogallo: 355 Estonia: 335 Slovenia: 333 Slovacchia: 325 Repubblica Ceca: 306 Ungheria: 288 Lituania: 287 Polonia: 276 Grecia: 264 Lettonia: 199 Cipro: 180 Romania: 174 Bulgaria: 171 Malta: 156 NOTA 3 Quanti disabili vivono in istituto? 257.009 persone con disabilità o non autosufficienti sono a rischio di segregazione. 2.593 minori con disabilità e disturbi mentali. 49.159 adulti con disabilità e patologia psichiatrica. 205.258 anziani non autosufficienti. Il 95% vive in istituto o in RSA e solo il 5% vive in comunità. Il 60% dei ricoveri in struttura è concentrato in 4 regioni: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte Fonte: ISTAT, I presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari. NOTA 4 Spesa per persona con disabilità Piemonte: 3.875 Valle d’Aosta: 307 Liguria: 2.173 Lombardia: 4.117 Bolzano: 21.628 Trento: 12.417 Veneto: 3.892 Friuli Venezia Giulia: 7.604 Emilia-Romagna: 4.232 Toscana: 2.679 Umbria: 1.363 Marche: 4.283 Lazio: 4.060 Abruzzo: 1.783 Molise: 824 Campania: 706 Puglia: 1.065 Basilicata: 1.482 Calabria: 469 Sicilia: 1.699 Sardegna: 8.517 Media nazionale: 2.990 euro/anno – 8 …

SANITA’ DIRITTO ALLA SALUTE

SANITA’, DIRITTO ALLA SALUTE Da troppo tempo, da tempi immemorabilmente socialisti (Mariotti con la sua riforma 132/68 che poi firmò l’Anselmi, Aniasi che la difese a spada tratta) non si parla di sanità se non in termini minimali, limitando tutto alla polemica dei vaccini. La pubblica opinione comincia a non credere più a nessuno perché la rissa da stadio curva sud e curva nord ha fatto il suo tempo. La salute pubblica è ben altra cosa e ci auguriamo che qualcuno prima o poi la difenda. Difenderla significa riabilitare il ruolo del Sistema Sanitario nazionale con pochi e semplici passaggi. Dal 1989, e quindi dall’istituzione delle aziende, il Servizio sanitario è diventato SISTEMA amministrativo economico finanziario e dunque politico. Basti pensare che nell’organico Aziendale il rapporto Personale amministrativo/Medici è ormai di 4 a 1. Parla chiaro l’esito dell’Indagine della Commissione Sanità del Senato della precedente legislatura in cui si fa voti perché si correggano alcune distorsioni del Sistema Sanitario Nazionale. L’elenco siderale dei problemi è stato demandato ad altri alla Legislatura attuale e ci si augura che le situazioni si correggano. Come dire “Brevi cenni sull’Universo”. Lo slogan “Per tutti e non per pochi” vale soprattutto per una sanità incorreggibilmente avviata verso la fase della sussidiarietà assicurativa. Dunque ci chiediamo se questa maggioranza voglia la privatizzazione malcelata o mantenere lo spirito universale e globale dell’assistenza per tutti. Come noto, le principali Compagnie Assicurative hanno prospettato per il 2018 un budget di ben 4 miliardi per la Medicina Assicurativa Integrativa, danaro a carattere privato cioè dei cittadini. L’altro problema, non disgiunto dal precedente, è l’aziendalizzazione, con tutte le sue storture (una per tutte il DRG) che, oltre a evocare fenomeni di corruzione, ha provocato il guasto gravissimo di ritenere il malato e le sue sofferenze semplicemente un costo e una spesa. Come noto, il disavanzo del Sistema Sanitario Regionale (SSR), che ha imposto i Piani di rientro, è tale da imporre una revisione del Titolo V appena si possa, ossia a Legislatura appena dischiusa. Non è concepibile infatti che il PIL regionale venga devoluto tra il 76 e l’80% alla Salute e i malati della Calabria, Basilicata e altre Regioni disastrate si trasferiscano con pendolarismo sanitario aumentando a dismisura le liste d’attesa degli Ospedali Metropolitani di Milano, Torino e Roma, dove la lista d’attesa inizia già a Fiumicino. Le quali liste hanno come causa primaria non già solo l’afflusso dei migranti sanitari (oltre a quelli politici ed economici) bensì la desertificazione della Medicina Territoriale, la chiusura degli Ospedali periferici o di terza categoria che invece dovrebbero essere riadattati a Centri di Primo Intervento (diagnostico e terapeutico). Una volte per tutte un taglio al tormentone “vaccini”. Lasciando agli esperti le discussioni di merito, che sono molte e complesse e di cui spesso si è dovuta occupare con buon senso la magistratura, si deve arrestare la diatriba rovinata sul piano inclinato e assai scivoloso della curva sud vs curva nord. Si impone un segnale di serietà per porre fine a queste modalità che danno solo disdoro a chi le utilizza. Un segnale di trasparenza. Come noto, recenti indagini di Transparency International Italia, Censis, Ispe-Sanità e Rissc puntano il dito almeno su un’azienda sanitaria ogni tre (37%) per episodi di corruttela negli ultimi 5 anni, non affrontati in maniera appropriata e confermando i circa 6 mld dissipati in corruzione sanitaria. E lanci un segnale su possibili conflitti di interesse che, a vario titolo ed in diverse modalità, coinvolgono il mondo della Sanità con l’industria. ALCUNE LINEE PROGRAMMATICHE DEL TAVOLO ART. 32 DIRITTO ALLA SALUTE 1) Raccolta firme per un DDL d’iniziativa popolare per la sostituzione dell’attuale struttura Aziendale Ospedaliera in Enti a configurazione Provinciale e Regionale;2) Controllo e monitoraggio della Spesa Sanitaria Regionale che rappresenta dal 78 all’86% del PIL regionale.3) Monitoraggio della corruzione emergente in sede Ospedaliera che depaupera di circa 6 mld/anno;4) Revisione Del DRG e rimodulazione delle prestazioni al fine di evitare surrettizi fenomeni corruttivi;5) Revisione delle attribuzioni di I.R.C.C.S. (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico);6) Rimodulazione dei compiti e attribuzioni dei Dipartimenti Ospedalieri (Dlgs 517/99 detta legge Bindi-Zecchino);7) Monitoraggio del controllo politico del personale ai fini di nuove assunzioni. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it