DONNE E SOCIALISMO: ELVIA CARRILLO PUERTO
di Ferdinando Leonzio | Non incolpiamo gli uomini per l’estraniamento in cui ci hanno tenute, tutto è una conseguenza di stantii pregiudizi e dei vecchi modelli in cui sono stati forgiati i nostri costumi, ma è ora che chiediamo agli uomini di sperimentare nuovi metodi. (Elvia Carrillo Puerto) Nel periodo in cui fu Governatore dello Yucatán[1] (1915-18) il generale progressista Salvador Alvarado (1880-1924)[2] mise in atto una serie di riforme talmente incisive e avanzate, da rimanere per sempre nella storia non solo di quello Stato, ma anche dell’intero Messico; del suo operato ci ha lasciato memoria in alcuni scritti[3]. Fra i primi provvedimenti di Alvarado furono la liberazione dei contadini maya[4] e la decisione di impedirne la reclusione, la fustigazione e altre pene e lo sfruttamento. Egli, inoltre, promulgó leggi per tutelare il lavoro, in particolare quello delle donne e dei minori, stabilendo orario massimo di lavoro, retribuzione minima, riposi obbligatori, salute e sicurezza nel lavoro, legalizzazione dell´attivitá sindacale. Istituí anche la figura dell´agente di propaganda, una specie di difensore civico, che aveva il compito di segnalare abusi dei proprietari fondiari contro i cittadini. Uno di essi era Felice Carrillo Puerto, che sará il suo degno successore. Quasi sempre questi funzionari parlavano sia la lingua spagnola sia quella dei Maya, il che era un fatto di democrazia reale, in quanto dava a tutti la possibilitá di chiedere e ottenere giustizia. Particolare attenzione prestó all´istruzione laica, da sempre fonte di libertá: fondó dunque oltre 1000 scuole, 300 biblioteche e avvió un conservatorio di musica. Durante il suo governatorato ebbe luogo anche il primo Congresso femminista del Messico, che si tenne nel 1916 a Mérida, capitale dello Yucatán. Questi progetti e queste realizzazioni avevano un chiaro sapore socialista; le idee politiche che ne costuivano il sottofondo, infatti, nel 1916 trovarono uno sbocco organizzativo nella creazione del Partito Socialista Operaio (PSO). Quando Alvarado fu chiamato dal presidente Carranza ad altri compiti, la guida del partito passó a Felipe Carrillo Puerto, che mutó l´iniziale denominazione in quella di Partito Socialista del Sud-est (PSS). Il PSS puó considerarsi il primo vero partito politico del Messico, organizzato ed attivo in modo continuativo, mentre i precedenti partiti messicani erano piuttosto associazioni che si formavano nei periodi elettorali allo scopo di sostenere qualche candidato. Felipe Carrillo Puerto (1874-1924), secondo di 14 figli, era un giornalista e un rivoluzionario[5], impiegato nelle ferrovie locali. Ma era soprattutto un socialista, nel cui programma punti qualificanti erano la riforma agraria, il suffragio femminile e i diritti degli indigeni maya. Le sue non erano solo enunciazioni teoriche o temi di propaganda del PSS. Quando, il 6 novembre 1921, sostenuto dal suo partito, fu eletto governatore dello Yucatán[6], nei venti mesi in cui rimase in carica diede avvio alla riforma agraria, confiscando le grandi proprietá e restituendo la terra agli indigeni: ne beneficiarono 34.796 famiglie di indigeni; concesse alle donne i diritti politici; aprí 417 scuole pubbliche, fece restaurare i siti archeologici precolombiani e fondó l´universitá dello Yucatán. Catturato dalla fazione reazionaria ribelle, il 3 gennaio 1924 fu fucilato assieme ai suoi fratelli Wilfrido, Benjamin e Adelio e a nove collaboratori. La sua vicenda è raccontata nel film Peregrina del 1974. Sará ricordato come l´Apostolo rosso dei Maya. Il Partito Socialista del Sud-est aveva appoggiato la politica del suo leader Carrillo Puerto ed aveva favorito l´uso della lingua dei Maya nell´istruzione, che egli aveva voluto rigorosamente laica, e la concessione dell´elettorato attivo e passivo alle donne. Soprattutto aveva sostenuto la riforma agraria, il che lo aveva portato a scontrarsi piú volte con i fazenderos[7]. Ma dopo la morte di Carrillo Puerto entro´ pian piano in crisi e alla fine, nel 1944, confluí nel Partito della Rivoluzione Messicana (PRM)[8] di Lázaro Cárdenas[9]. In un certo senso si puó dire che l´ereditá morale di Felipe Carrillo Puerto fu raccolta dalla sua sorella minore Elvia Carrillo Puerto. Elvia nacque il 6 dicembre 1878 a Motul (oggi Motul de Carrillo Puerto, in onore del governatore socialista fucilato), una cittadina yucateca a 44 km dalla capitale Mérida. Era figlia del commerciante di ferramenta Justiniano Carrillo Pasos (1839-1916) e di Adela Puerto Solis (1859-1928), dal cui matrimonio (18-5-1972) nacquero ben 14 figli (9 maschi e 5 femmine), di cui Elvia era la sesta[10]. Una famiglia cosí numerosa aveva certamente bisogno dell´apporto lavorativo di quanti dei suoi membri erano in grado di darlo. All´etá di sei anni, come giá Felipe ed altri fratelli, Elvia cominció a frequentare una scuola laica, dove, oltre la lingua-madre spagnola, imparó la lingua dei Maya, abitualmente parlata dai figli dei lavoratori locali. Da allora cominció a prendere coscienza delle gravi disparitá in atto nella societá del suo tempo: fra ricchi e poveri, fra uomini e donne, fra bianchi e indigeni. Sue fonti di ispirazione per la sua formazione politica e in particolare per l´assimilazione del concetto di uguaglianza di genere fu Rita Cetina Gutierrez (1846-1908), poetessa, educatrice, nonché fondatrice a Mérida di una societá femminista La Siempreviva, che pubblicava una rivista con lo stesso nome[11], che sará dato anche alla prima scuola laica femminile dello Yucatán, di cui Elvia fu allieva, e i cui diplomati in genere si dedicavano all´insegnamento. Da suo fratello maggiore Felipe, futuro leader socialista e poi Governatore, che come primo lavoro aveva dovuto fare il carrettiere e che perció aveva dovuto girare le henequen haciendas[12]della regione, apprese degli abusi disumani a cui i sorveglianti sottoponevano i poveri peones. Un ruolo notevole nella sua formazione ebbe anche padre Serafin Garcia, un prete progressista originario della Catalogna. Elvia capí dunque a quali tristi conseguenze potevano portare la differenza di classe e l´ignoranza, lei che amava cosí tanto la lettura e la musica. La sua innata intelligenza, gli amati studi, l´aspirazione alla propria indipendenza e la sete di giustizia, contribuirono a far crescere in lei il desiderio di emancipazione. In un ambiente in cui erano assai diffusi i matrimoni precoci, e sotto la spinta di un grande amore, a soli 13 anni sposó l´insegnante Vicente Pérez Mendiburo, che peró morí nel 1901, quando lei …