NOTA DEI SOCIALISTI CREMASCHI

La presa di posizione di Formica e Martelli, sulla costituzione del gruppo parlamentare Italia Viva, grazie al Psi, ha scatenato un dibattito che testimonia ancora una volta, come la questione socialista nel nostro Paese, sia tutt’altro che chiusa. A distanza di 25 anni dalla dissoluzione dello storico Partito Socialista Italiano, la decisione assunta da Nencini e Maraio, ha rilanciato molti richiami nostalgici, appelli a porre finalmente termine alla diaspora, variegate giustificazioni a sostegno della scelta compiuta. Di cattivo gusto sono state le sterili contrapposizioni sul comportamento dei vari leaders che si sono avvicendati nel tempo, sui loro destini personali, mentre dovremmo concentrarsi solo sul rilancio dei valori del socialismo, quale unica strada alternativa alle barbarie del capitalismo di ieri e di oggi. In un contesto che sempre più spesso si predilige la tattica e la mera gestione del potere, anziché l’accentuazione della credibilità politica, la Comunità socialista cremasca, ritiene certamente improvvido l’aiuto, sia pure strumentale, della residua rappresentanza politica e culturale dei socialisti, al gruppo parlamentare promosso da Renzi. Una disponibilità incomprensibile, al pari della fiducia accordata dal Psi al governo M5S – Pd – Leu. Tutto ciò premesso tuttavia, giudichiamo altrettanto deleterie e stantie le polemiche di questi giorni sull’argomento, del tutto inadeguate a rimediare gli effetti di quanto accaduto e soprattutto al tentativo di riavviare solidamente una nuova prospettiva per il socialismo italiano. La Comunità socialista cremasca, richiama i socialisti vecchi e giovani, a mantenere fermo e prioritario l’obiettivo della ricomposizione dell’area socialista, e quindi della ricostituzione di un partito unitario che la rappresenti, capace di rispondere ai bisogni ed alle aspettative della società odierna, disorientata non poco dalle forze politiche oggi esistenti. Invita tutti al dialogo dando la massima disponibilità a partecipare ad ogni iniziativa, da qualsiasi parte provenga, mirante alla riaffermazione della nostra identità. Quali ostacoli insormontabili impediscono al Psi ed alle varie ispirazione socialista, di accettare, per esempio, il confronto proposto dalla Associazione SOCIALISMO XXI, sulla prospettiva di un nuovo e autonomo partito del socialismo italiano ? Virginio Venturelli – per la Comunità socialista cremasca SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

“LA NASCITA DEL GRUPPO DI RENZI E’ UN RUMORE DI FONDO, DIREI UNA PERNACCHIA” DICE FORMICA

di Alberto Ferrigolo – AGI Ex ministro nella prima Repubblica, 92 anni, Rino Formica è stato intervistato dal Fatto quotidiano. “Per ora il Conte bis è come l’aspirina è servito ad abbassare la febbre, il che è un fatto positivo. Ma ha dei limiti” “Noi siamo distratti dai suoni di fondo. Ecco, la nascita del gruppo di Renzi al Senato è appunto un rumore di fondo. Direi una pernacchia”. Intervistato da Il Fatto Quotidiano, è duro e anche un po’ sprezzante il giudizio di Rino Formica, 92 anni, un pezzo di storia della Repubblica, ministro a più riprese negli anni di Craxi, coniatore di aforismi celeberrimi sulla politica tra cui il più inflazionato, è appunto:  “La politica è sangue e merda”. Il giudizio sulla “pernacchia” si riferisce al fatto che Renzi, per costituire il suo gruppo Italia viva si sono dovuti associare al Psi di Riccardo Nencini, anziché dover confluire nel Gruppo Misto. Ciò che fa dire a Formica che si tratta di “un espediente”, nel senso che “è come i vecchi teatri del Sud che venivano costruiti con il contributo delle famiglie benestanti”, aggiunge. “Queste famiglie – seguita Formica – conservavano un ‘diritto di plateatico’: avevano un palco tutto loro durante gli spettacoli. I socialisti al Senato hanno offerto il loro diritto di plateatico a Renzi. Ma cosa cambia assistere dal palco oppure dal loggione? Spettatore eri e spettatore rimani”. Perciò non cambia nulla “se un senatore di Italia Viva parli a nome del suo gruppo oppure a nome di un sottogruppo del Misto”. È indifferente. Anche perché, se ci si riferisce poi al gruppo socialista capeggiato da Nencini finora, Formica afferma che “l’eredità del Psi è già stata liquidata, stravolta. Sono trent’anni che si vanno a offrire in giro per uno strapuntino nell’autobus dell’uno o dell’altro partito. Non me ne occupo più”, dice, in quanto “i simboli hanno un senso se mantengono la capacità di trasmettere i loro valori originali”. E Renzi? Renzi, risponde Formica, “è nato qualche secolo dopo Napoleone, eppure non è l’unico Napoleone in giro, ce ne sono ancora tanti. Però in genere sono nei manicomi”, poi però ci sono gli amici che hanno seguito Renzi in Italia Viva “per di fedeltà e lealtà, che non sono mica un disvalore”. E quest’ultimi, “da buoni amici si comportano come i medici dei pazzi: devono dirgli di sì. Sono Napoleone? Sì, è vero, sei Napoleone. È la pazienza dei medici dei pazzi”. Questo il giudizio sull’entourage dell’ex premier e segretario del Pd dato dall’ex plenipotenziario craxiano. Quanto al governo, Formica reputa che questo “si troverà presto a fare i conti con problemi ben più vitali” del potere di ricatto esercitato dal nuovo gruppo varato da Renzi: “Per ora il Conte bis è come l’aspirina è servito ad abbassare la febbre, il che è un fatto positivo. Ma ha dei limiti”. Quali? “È diretto da un avvocato”. Il quale, secondo Formica, “proprio per indirizzo culturale e professionale, ha il compito di difendere il proprio cliente. Finora ha difeso bene il cliente ‘governo’. Ma è un segno della crisi: quando si chiamano gli avvocati significa che c’è da proteggere una posizione precaria. La politica non ha bisogno di avvocati, ma di condottieri, pensatori, guerrieri, lottatori. Un buon avvocato invece serve a difenderti dalle cause, a cercare di sfuggire alla durezza del giudizio e invocare la clemenza dei giudici” chiosa l’ex dirigente del Psi, che per altro giudica che l’Europa guardi con una certa preoccupazione “l’eventuale precipitare della situazione” in Italia. La crisi, poi aggiunge, “ha radici molto più profonde di Salvini” ed è “il continuo deperire dei corpi organizzati della democrazia”. E il male è alla radice, “non in un settore, un partito o un singolo personaggio”. Pertanto, “Salvini magari potrà pure essere accantonato” poi però “rimarrà il salvinismo della destra italiana”.  E Formica teme, piuttosto, “che la disgregazione dei corpi, della trama organizzata della democrazia italiana, rischi di aprire le porte a soluzioni autoritarie”. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LA FALSA MODERNITA’ DELLA SECONDA REPUBBLICA

  di Vincenzo Lorè – Responsabile Comunicazione Socialismo XXI |   Ho sempre ammirato soprattutto i “Vecchi” compagni e spesso li ho ascoltati. Sono i degni rappresentanti di quello storico, nobile e grande partito che era il Partito Socialista Italiano. Un partito che va ricostruito dalle sue fondamenta per le ragioni che tutti conosciamo e occorre farlo non solo con coloro che provengono strettamente da quella storia, ma anche insieme ad una nuova generazione di socialisti ed anche con tutti coloro i quali si riconoscono nelle ragioni e nei valori del socialismo. Un partito che manca non solo ai socialisti, ma a tutta la sinistra italiana, incapace in tutti questi anni di rielaborare un ancoraggio politico-culturale rimanendo collocata in un limbo finanche ideologico. L’arroganza, il senso di rivalsa e in molti casi la malafede, ha prodotto in Italia in questi decenni dalla fine della I^ Repubblica una situazione unica in Europa. Pensare di liquidare in modo infame, un patrimonio ideale, storico-politico si è rivelata un’illusoria soluzione, ancorché una catastrofe per tutta la sinistra italiana. Il prezzo da pagare è diventato sempre più alto: L’attacco alla conquista delle tutele sul lavoro spacciato per modernismo è quanto di più reazionario. Negli anni ’70 con i compagni Giacomo Brodolini e Gino Giugni poi, i lavoratori con lo “Statuto dei Lavoratori” ridussero considerevolmente le distanze che li separava dai paesi più avanzati dell’Europa Occidentale. L’attacco alla Costituzione con il “combinato disposto” di renziana memoria poi fortunatamente sonoramente bocciato col referendum. Le Leggi elettorali al fine di crearsi maggioranze precostituite, allontanando sempre più l’elettorato riducendolo a mero ruolo di ratificatore di scelte verticistiche, con la privazione della possibilità di scegliersi i suoi rappresentanti in Parlamento. Scuola, sanità, fisco, politiche sociali ridotte a mance elettorali. Temi che si sono trasformati in questi anni in assolute mortificazioni per i cittadini. La precarietà “urbi et orbi” fatta passare attraverso delle norme, viene spacciata per modernità con la costante incertezza del futuro per le giovani generazioni. Le soluzioni non possono arrivare da chi pratica politiche di destra, una destra reazionaria, con venature neo fasciste. In Italia le forze neofasciste stanno lavorano sottotraccia e spesso si nascondono in alleanze di facciata con la Lega Nord o anche all’interno di Forza Italia e/o micro partiti civetta. In questo modo continuano a tessere rapporti istituzionali in grado di favorire aperture di sedi, finanziamenti di progetti sotto falso nome, il tutto attraverso lo sdoganamento pubblico sui media. In un quadro politico drammaticamente pericoloso i socialisti hanno il DOVERE di riorganizzarsi, attraverso un progetto UNITARIO. Il compito per il quale SOCIALISMO XXI sta lavorando, verte proprio in questo senso. La soluzione lanciata e chiamata “Epinay Italiana” a GENOVA 2020 va esattamente in questa direzione auspicata, non essendo più tempi di attesa. Una NUOVA FORZA SOCIALISTA subito!     SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

MINISTRO COSTA, SARA’ IL GOVERNO DELLE STANGATE?

  di Aldo Ferrara – Socialismo XXI Lazio |   La mossa senza sorpresa del Ministro Costa con ipotesi di accise aggiuntive sui carburanti dà adito ad alcune considerazioni. Vero è che la sofferenza del pianeta sotto la morsa dello smog, e non solo CO2, sta determinando accelerazione dei cambiamenti climatici; Vero è che la coscienza di tutti si sta orientando ( male) verso la ricerca delle energie rinnovabili; Ma è anche vero che molti miti sono da sfatare e che la transizione ecologia è nel segno di un coro ipocrita verso le rinnovabili mentre i Governi producono  accordi  in totale disattenzione delle risoluzione delle ultime COP a partire dalla Parigi 21 del dicembre 2015, specie sui nuovi oleodotti mediterranei ( Poseidon, TAP, TANAP); Da oltre 3 decenni Esperti di Malattie Respiratorie, Meteorologi e Urbanisti hanno lanciato l’allarme per i decessi da smog che in questi ultimi anni hanno raggiunto quota 8 milioni/anno nel pianeta. Ogni anno scompare una città come Londra. Abbiamo anche denunciato che le emissioni di Anidride Carbonica (CO2 ) sono ben poca cosa rispetto le emissioni di gas tossici e nocivi come gli Ossidi di Azoto e di Anidride solforosa. Oltre 40 mila morti in Italia ogni anno si potrebbero evitare se fosse stata accolta la nostra richiesta di rettifica dei carburanti solforati con l’immissione nel gasolio di Cetano che riduce del 45/60 % la dispersione aerea di particolato e polveri sottili ( PM10, PM 1, PM 0.5). Una nuova politica industriale dei carburanti con incentivazione darebbe da subito ottimi risultati. Il fatto è che il cittadino-consumatore quando si reca al rifornimento esclude la possibilità di utilizzare l’Eco-Diesel, parzialmente metanizzato, perché più costoso di ben 15/20 cent/ litro. Spetta al Governo consentire che le Industrie Petrolifere possano immetterlo, mediante incentivo, ad un prezzo più contenuto. Questo può essere fatto sin da domani mattina con un Decreto Ministeriale. Dunque non solo nuova politica del traffico urbano ma soprattutto nuova politica dei carburanti puliti. È l’introduzione del cetano che consentirebbe di migliorare subito la qualità dell’aria riducendo polveri sottili e particolato. Il cetano è un idrocarburo paraffinico a catena lineare, di formula C16H34, costituente dei petroli e di alcuni oli essenziali. Esso migliora la combustione per motori diesel con un’ottimizzazione del rendimento energetico. Detta proprietà e indicata dal suo numero distintivo. Esso ci consente di essere già in regola con le normative europee. – Direttiva 98/70/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 ottobre 1998 relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel e recante modificazione della direttiva 93/12/CEE del Consiglio (GU L 350 del 28.12.1998, pag. 58). – M1 Direttiva 2000/71/CE della Commissione del 7 novembre 2000 L 287 46 14.11.2000 – M2 Direttiva 2003/17/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 3 marzo 2003 L 76 10 22.3.2003 – M3 Regolamento (CE) n. 1882/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 settembre 2003 L 284 1 31.10.2003. Il contenuto di cetano sarebbe dovuto arrivare alla quota fissata del 51% . (Ferrara A. et al, La vita al tempo del petrolio, Agora & Co, Lugano, 2017; Oil Geopolitics, Agorà &CO, Lugano 2019). In pratica un Diesel Blu senza zolfo. Grazie alla buona combustione del “Blu”, si ottengono anche sensibili incrementi prestazionali, guadagnando 4/5 cavalli dal motore, con una progressione più regolare ai bassi e alti regimi. Migliorano anche i consumi in una variabile compresa tra l’1 ed il 4%. Adeguarsi alle normative europee, evitando così l’effetto Beijing della coltre killer, consentirebbe una maggiore vivibilità delle città. Ora dunque il Ministro Costa avrebbe tutti gli elementi per chiedere al MISE, all’ENI e all’Industria petrolifera che alimenta il mercato italiano accelerazione della produzione, a costi compatibili e non esosi, come avviene attualmente, di BIOCARBURANTI. Anziché esercitare azioni vessatorie sui pressi del gasolio per autotrazione e di uso domestico, come appare inevitabile, penalizzando circa 22 milioni di auto a gasolio, utilizzare gli strumenti per avviare il Protocollo delle Autostrade del mare , al fine di: –       Ridurre il traffico pesante sulle autostrade, con immediati risvolti positivi per lì’intera penisola riducendo il carico di inquinanti e PM10; –       Limitare le possibilità di gravi incidenti come quello avvenuto a Borgo Panigale il 5 agosto 2018 https://www.glistatigenerali.com/lifestyle_trasporti/la-tragedia-di-casalecchio-impone-un-cambiamento-di-rotta-tav/ –       Incentivare così il trasporto Ro-Ro lungo le direttrici Tirrenica e Adriatica ( Autostrade del mare). Le vie del mare nell’integrazione europea, Frontiere, marzo 2019 http://www.frontiere.eu/le-vie-del-mare-nellintegrazione-europea/ Il mantra delle rinnovabili, che sono ancora da venire, il leit-motiv delle vetture elettriche il cui uso, al momento attuale, comporterebbe un aumento del carico inquinante per l’aumentata produzione alla fonte (centrali elettriche a gas e turbogas) impedisce che si avvii un sereno dibattito sulla transizione energetica onde evitare che questa diventi il velo che copre nuove e inutili tassazioni. Che siano in arrivo super-stangate non ci sono dubbi, ma che il rimedio debba essre quello di utilizzare la via delle rinnovabili per nascondere nuove accise, questo appare francamente poco accettabile. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

UNA ALLEANZA SPREGIUDICATA. LA TOMBA DEL PSI

  di Luciano Vita – Presidente Coordinamento Regionale Marche Socialismo XXI | Sono senza parole! Ho fatto le mie battaglie e ho anche chiesto l’ espulsione di Nencini. Ho protestato sui vari siti web e direttamente con Maraio e Iorio. Ho chiesto insieme a Iorio e Bragagli la convocazione del Consiglio nazionale. Dopo una prima assicurazione di Maraio hanno deciso senza convocare alcun organo di partito e il consiglio verrà convocato ad ottobre a decisioni già prese. Compagni come Del Bue e Craxi che pure sono stati critici con il Conte bis, hanno benedetto il psi- Italia viva solo perchè ridà ‘visibilita’ al psi poiché non vanno nel nuovo partito. Una vergogna, soltanto un mero maquillage per continuare a “vivere“. Ma chi puo’ credere che in future campagne elettorali i cittadini italiani possano premiare il psi che con questa spregiudicata operazione garantisce la visibilità a Renzi e solo al suo partito. Sono deluso, amareggiato e soprattutto incazzato; ci ho provato a convincere qualcuno dei giovani a lottare per un progetto più ampio, ma questa operazione ne pregiudica ogni pur minima possibilità. Il psi è in mano a personaggi che da mesi lavorano per questa operazione denunciata dal Fatto Quotidiano mesi fa e solo per averlo evidenziato, sono stato attaccato come un giustizialista comunista. Non c’è, nell’ attuale psi, più alcuna possibilità di riprendere un minimo dibattito per un nuovo, moderno soggetto politico che si richiami al socialismo . Si parla di “liberal socialismo” per giustificare questa spregiudicata operazione, in realtà si avalla la politica centrista e neo-liberista di renziana memoria. Aspetto il nuovo consiglio nazionale per dire quello che penso e valutarne le conseguenze. Era tutto scontato? Sono stato un ingenuo romantico della politica? Può anche darsi, ma i sogni non si negano a nessuno e almeno ho sentito il dovere di provarci. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

FORMICA CONTRO NENCINI E RENZI: «UNA SOMMA DI MESCHINI OPPORTUNISMI»

di Stefano Caviglia – Lettera 43 L’ex esponente storico del Psi all’attacco del senatore che ha fatto da taxi al gruppo di Italia Viva a Palazzo Madama. «Forse non meritava nemmeno un commento politico, ma solo uno sberleffo». Rino Formica, 92 anni, ex ministro delle Finanze e dirigente di primissimo piano del Psi di Bettino Craxi, ha appena stroncato con Claudio Martelli in un post su Facebook la scelta di Riccardo Nencini di aggregare quel che resta del vecchio Partito socialista al movimento Italia Viva di Matteo Renzi. E parlando al telefono con Lettera43.it dalla sua casa romana si concede giudizi ancora più taglienti. «Stiamo vedendo all’opera», aggiunge, «la somma di due meschini opportunismi, il frutto peggiore di un malcostume che è di pessimo esempio per le nuove generazioni e rischia di alimentare il rigetto della politica. Una cosa da fine regime». DOMANDA. È il metodo di Nencini, che avrebbe preso la sua decisione senza consultare gli organismi di partito, a determinare una critica così impietosa o c’è da parte vostra un rigetto per la formazione renziana? Lei che pensa? È un’operazione di una spregiudicatezza mai vista e fa veramente tristezza che Nencini, come una sorta di “ragazzo squillo”, vi faccia confluire il nome di una tradizione gloriosa, seppure oggi marginale, come quella socialista. Con quale scopo, secondo lei? Bè, mi pare evidente: anzitutto quello di consentire a Renzi di raggiungere il numero necessario a costituire un gruppo autonomo al Senato. Anche qui sta l’opportunismo. Volendo, Renzi avrebbe potuto fare una battaglia politica per chiedere il cambiamento dei regolamenti di palazzo Madama, visto che i suoi numeri sono comunque abbastanza consistenti. Invece ha preferito aprire le porte al Psi di Nencini. RISPOSTA. E quale è l’operazione politica? Renzi lascia il Pd solo e unicamente per un’insofferenza personale. Esce dal suo partito un minuto dopo aver contribuito, attraverso quel partito, alla nascita di un nuovo governo. Le ragioni politiche, se ci sono, le deve ancora spiegare. Nel post lei e Martelli avete scritto che la scelta muta «drasticamente» la collocazione politica del Psi, ma in passato una parte del partito scelse di allearsi con Berlusconi. Non era una contraddizione ancora più drastica rispetto alla storia e alla tradizione socialiste? Ma non è la stessa cosa. Allora si trattava di singoli che aderivano individualmente a un’altra forza politica. Può darsi che fosse sbagliato, ma non si portava il simbolo e la storia del Psi in quella formazione politica. Io comunque non ho mai partecipato a iniziative del genere. È dal ’92 che ho smesso di fare politica attiva e anche di essere iscritto al partito socialista. Ma con Martelli siete rimasti in contatto, visto che avete deciso di fare un intervento comune. Sì, ci siamo sentiti stamattina, eravamo entrambi indignati e abbiamo deciso di scrivere un testo condiviso sulla sua pagina Facebook. Personalmente non ho nemmeno un account. Ma mi resta il dubbio di aver contribuito a dare dignità di gesto politico a una scelta che in fin dei conti non ne ha alcuna, rientrando solo nella categoria dell’opportunismo. Fonte: Lettera43       SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

NOTA CONGIUNTA DI CLAUDIO MARTELLI E RINO FORMICA

La scelta di Nencini di appaiare il nome del PSI con il gruppo di Renzi porta alla luce una  subalternità personale e politica di lunga data. Senza consultare nessun organismo interno, senza informare il partito alleato con cui si è stati eletti, ci si è vergognosamente imboscati in una scissione in casa d’altri. Unendosi a un leader che cura solo i propri interessi e che vuole dar vita a un partito di centro non solo si muta drasticamente la collocazione politica del PSI, lo si pone ai margini dei socialisti e dei democratici europei, lo si sradica dalle sue tradizioni e lo si butta in balia di un’avventura che non c’entra niente con la nostra storia. Rino Formica Claudio Martelli     SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LA CRISI PROFONDA DEL SOCIALISMO DEMOCRATICO. PUO’, E IN CHE MODO, RIAPRIRSI UNA NUOVA STAGIONE?

Da sinistra: Bettino Craxi, Angelo Tiraboschi, Rino Formica Contributo dell’On. Angelo Tiraboschi in occasione dell’Evento marchigiano di Socialismo XXI del 7 settembre 2019. Esaminare i problemi contemporanei del socialismo democratico italiano ed europeo è un’impresa molto ambiziosa e complicata. Risparmio a me stesso e soprattutto a chi mi leggerà una specie di trattato lungo, noioso, sostanzialmente inconcludente e presuntuoso. Come sappiamo la crisi del socialismo italiano (si potrebbe anche parlare di fallimento) ormai parte da lontano. Dopo le stagioni sterili e difficili degli “equilibri più avanzati” degli anni sessanta e dei primi anni settanta, la segreteria di Craxi aveva con grandi meriti promosso e realizzato un nuovo corso. I primi segnali di una controtendenza si avvertono però già alla fine degli anni Ottanta. All’inizio degli anni ‘90 la sconfitta socialista si compie. E’ così grande da escludere – come è avvenuto – repliche nel breve e nel medio periodo. In sintesi si può dire che ad essa vi abbiano concorso molti fattori. Non ci sono solo i gravi errori altrui. Non c’è soltanto la miopia dei postcomunisti i quali credevano, con iattanza e pressapochismo, che, una volta ucciso il PSI, avrebbero avuto davanti a loro la strada spianata nel campo della sinistra italiana e nella automatica conquista del governo nazionale. Non c’è solo il ruolo arbitrario e anomalo, da colpo di stato, di alcune Procure che credo si fossero poste al servizio di convincenti “suggerimenti” interni ed esteri. Pagine di storia recente ancora tutta da scrivere. Ci sono anche i nostri errori. Errori del gruppo dirigente del PSI del tempo. Abbiamo compiuto errori tattici e strategici. Quello – a mio giudizio – che ha pesato di più è non aver interrotto, a partire almeno dal ’91, l’alleanza con la DC. Un’alleanza che si era consunta, che era arrivata al capolinea. Quando c’è una crisi di sistema così evidente non serve rispondere inseguendo e difendendo posizioni di potere. Ci vuole una risposta politica netta, di vera discontinuità. Avremmo aperto una nuova fase politica e imbrigliato, sia pure nell’incertezza circa una crisi di governabilità, i giochi politici altrui, specie del PDS. Inoltre, il PSI, si era troppo appesantito. Troppi opportunisti, troppo arrivisti erano saliti sul carro socialista al punto da renderlo “invadente”, tracotante, con crescenti riflessi negativi interni ed esterni. Faccio queste osservazioni soprattutto per introdurre una cosa che credo fondamentale. La illustro prendendo a prestito un’osservazione dello storico francese René Grousset:”nessuna civiltà viene distrutta senza essersi prima rovinata da sola, nessun impero viene conquistato dall’esterno, senza che precedentemente fosse già suicida”. Lo so è una asserzione molto forte. Forse troppo. Ma c’è del vero. Da qui si apre un capitolo che ci porta più direttamente ai giorni nostri. Quello che (oggi – ammetto – è più facile dirlo) non abbiamo compiuto è uno sforzo per capire fino in fondo le ragioni del nostro tracollo. C’è chi tra di noi si è indignato; c’è chi è approdato su altre sponde; chi ha versato lacrime; chi ha legittimamente (parlo specie della base del partito) maturato la convinzione di aver subito un grave torto; c’è chi (io sono tra questi) ha cercato scorciatoie e soluzioni improvvisate quanto politicamente discutibili; c’è – ai nostri giorni – chi pensa che la Lega di Salvini sia un partito di sinistra (sic). Sia come sia bisognava piuttosto capire meglio. Diceva Baruch Spinoza: “nec indignari, sed intelligere”. Ma, a parte le citazioni, lo dico perché bisogna sempre guardarsi dalle nostalgie e dai nostalgici. E’ giusto e perfino entusiasmante ricordare una storia, valorizzarla, difenderla contro i denigratori che non hanno alcun titolo o merito per dare lezioni. Senza però smarrire un adeguato spirito critico. Dobbiamo farlo senza pensare che ci si possa fermare alla constatazione di quanto eravamo bravi. Sì, il gruppo dirigente del PSI (penso anche ai tanti ottimi amministratori locali) aveva qualità, competenze, passione. Penso allo straordinario uomo di governo che è stato Craxi. E Martelli alla Giustizia? A confronto coll’oggi è troppo facile avvertirne le differenze. Sì, nel complesso l’Italia ha perso molta vivacità e qualità politica. Tutto sommato è stata la nostra, la mia una “bella stagione”, ma non con queste idee (sentimenti?) si costruisce il nuovo. Tutto è ancora più difficile per le seguenti ragioni: chi, anche con qualche merito, ha ereditato la sigla PSI ha pensato a sopravvivere, soprattutto si è “coccolato” dentro ad una mediocre posizione di rendita personale e di gruppo. Nessuna vera apertura. Anzi, è stato sagomato un minuscolo partito che sembra avere l’orticaria e che espelle ogni dialettica. Un gruppo dirigente che per lo più chiude le porte anziché spalancarle. Con ristrettezze mentali conservative non si poteva né si può andare lontano. Non è poco. Oltre questo, si deve porre all’ordine del giorno la crisi profonda del socialismo europeo. Perché la crisi? Tante possono essere le spiegazioni avvalorate dagli enormi mutamenti di scenari, di modelli informativi, di modi di vivere e di pensare, di cambiamenti di enorme rilievo in tutti i campi. Negli anni ’70 e negli anni seguenti i socialisti europei erano una primavera, erano portatori di idee innovative. Erano sostenuti da leader di enorme spessore. Erano il cambiamento rispetto alla vecchia Europa conservatrice e, in parte, massimalista e filo sovietica. C’è stato un progressivo e inesorabile invecchiamento. Non c’è sinergia, non ci sono grandi idee per una nuova Europa dei cittadini. Ciascun partito si chiude nel proprio paese nell’intento di “lucrare” qualche rimanente fetta di potere, con l’idea di contenere le perdite. In Spagna c’è una rinascita credo propiziata dallo slancio di un giovane leader e, nel contempo, dalla crisi profonda del centrismo conservatore. Nel resto d’Europa c’è il silenzio a cui si aggiunge una tendenza a burocratizzarsi e a gettare lo sguardo sulle cose di tutti i giorni. Manca una strategia comune, né la si ricerca. Non si avverte che la prima grande urgenza è di tornare, su basi nuove, a caricare di significati e di contenuti il socialismo europeo. Il socialismo o ha una dimensione europea o non ha sbocchi. Occorre costruire un progetto. Che …

ASSOCIAZIONE SOCIALISMO XXI MARCHE

COMITATO PROVVISORIO DI COORDINAMENTO COMUNICATO STAMPA Anche nella Regione Marche si è costituito il coordinamento regionale dell’Associazione senza scopo di lucro “Rete di Circoli ed Associazioni per il Socialismo nel XXI secolo in Italia”, abbreviabile in “SOCIALISMO XXI”, a seguito di un percorso di approfondimento politico e programmatico, nato nel marzo del 2018 a Livorno e conclusosi a Rimini nel febbraio 2019. L’Associazione (art.3 dello statuto) ha la finalità principale, tra le altre, di agire per la costituzione in Italia di un partito del Socialismo Autonomo ed Unitario. La stessa si stà diffondendo in tutte le regioni d’Italia, attraverso la formazione di coordinamenti regionali e circoli provinciali per arrivare nel 2020 a Genova, attraverso una “ Epinay italiana” per inserire nell’ordinamento italiano, il nuovo soggetto politico, stante la crisi dei partiti e della sinistra italiana. A tal fine si è svolto a Loro Piceno (MC) il giorno 7 Settembre u.s. un convegno dal titolo:” Serve ancora per l’Italia e le Marche un partito del socialismo nel xxi secolo?” a cui hanno partecipato in qualità di relatori, tra gli altri: Luciano Vita, referente per le Marche di Socialismo XXI; Aldo Potenza, Presidente Nazionale di Socialismo XXI; On. Luigi Giacco, in rappresentanza della Fondazione Fratelli Rosselli. Al dibattito, impossibilitati a partecipare, hanno contribuito con loro pregevoli comunicazioni scritte: l’on.Valdo Spini, l’on. Angelo Tiraboschi già sottosegretario al bilancio, e l’avv. Riccardo Morelli, segretario provinciale Ascoli Piceno di Art.1. Dopo ampio dibattito, i lavori si sono conclusi con la nomina del coordinamento provvisorio regionale Marche di Socialismo XXI. Lo stesso, riunitosi dopo la cena sociale, all’unanimità ha eletto Luciano Vita, Presidente, e ha concordato che la prossima iniziativa pubblica sarà rivolta alla drammatica situazione delle popolazioni terremotate dell’area del cosiddetto “cratere”.  Luciano Vita – Presidente Coordinamento Regionale Marche Socialismo XXI   SOCIALISMO XXI  – COORDINAMENTO PROVVISORIO REGIONALE – REGIONE MARCHE                        N° Cognome e Nome Residente in Telefono Mail Firma   1 VITA LUCIANO PORTO SANT’ELPIDIO (FM) 335 8182545 luciano_vita@virgilio.it     2 CAPORELLI PAOLO  FANO (PU) 331 1973908 paolo.caporelli@alice.it     3 CHIAPPA GIANLUCA ESANATOGLIA (MC) 3398803239       4 D’ARIENZO GIUSEPPE TOLENTINO 320 7847303       5 ELETTO SERGIO MACERATA (MC) 338 4972902 eletto solare@yahoo.it     6 FRANCI GABRIELE URBINO (PU) 349 5573365 gabrielefranci@hotmail.it     7 IACOPINI GIUSEPPE TOLENTINO (MC) 393 8197680 giuseppe.iacopini@gmail.com     8 LAVERSA GIUSEPPE SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) 393 4652873 laversa.pino@alice.it       9 LUCENTINI CESARE TOLENTINO (MC) 0733 967577       10 MENCHI GIORGIO LORO PICENO 329 4375358       11 MORELLI RICCARDO SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) 329 0083884 morelli.riccardo@gmail.com     12 MORICHETTI MAURO LORO PICENO (MC) 347 6461069 Studio.tecnico90@tiscali.it     13 RONCHETTI VENANZO SERRAVALLE DEL CHIENTI (MC) 377 4714150       14 SIMONETTI CLAUDIO TOLENTINO (MC) 333 9445782 claudio.simonetti42@gmail.com     15   TOMASSUCCI LUIGI SARNANO (MC) 329 9641790       16 TORRESI GIOVANNI TOLENTINO (MC) 328 5621005       18             19             20             21                       Loro Piceno,  7 Settembre 2019              Il Presidente f.to  SIMONETTI CLAUDIO          IL Segretario Verbalizzatore f.to SERGIO ELETTO   ATTO COSTITUTIVO Coordinamento provvisorio regionale Marche   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

NEL 50° DELLA SCOMPARSA DI FERNANDO SANTI

a destra Rino Giuliani Intervista a Rino Giuliani vice presidente dell’Istituto Fernando Santi Rino Giuliani vicepresidente dell’Istituto Fernando Santi nel 50° anniversario della morte di Fernando Santi e della costituzione dell’associazione che porta il suo nome, nella intervista a “Les frites de la Belgique: e non solo” parla di Fernando Santi sottolineando l’attualità del suo pensiero ed il suo ruolo decisivo nel movimento sindacale e socialista italiano. Rino Giuliani parla anche della vita dell’associazione che porta il suo nome, dell’impegno con i migranti, emigrati e immigrati, del segno distintivo della sua azione, l’inclusione sociale attraverso il lavoro, del protagonismo dell’Istituto Fernando Santi nell’associazionismo degli italiani nel mondo ininterrotto lungo 50 anni, che prosegue ai nostri giorni nel FAIM, il Forum delle associazioni degli italiani nel mondo che ha contribuito a fondare.   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it