C’ERA UNA VOLTA L’ARTIGIANATO

Ogni anno nel nostro paese l’artigianato, fiore all’occhiello di un “made in Italy” di cui ci siamo ridotti a ricordare solo i fasti passati, perde migliaia di imprese, soprattutto al Nord dove in termini assoluti sono maggiormente presenti. La situazione per il “piccolo artigiano”, per l’impresa individuale o con un paio di dipendenti, si fa sempre più pesante: aumento del costo dell’energia elettrica, del gasolio, ritardi negli incassi dalla Pubblica Amministrazione che ha allungato i tempi di pagamento verso i propri fornitori, affidamenti bancari diventati quasi impossibili, aumento dell’imposizione fiscale e degli adempimenti burocratici. Con una pressione fiscale che supera abbondantemente il 50% ed una burocrazia che costa al mondo delle imprese oltre 30 miliardi di euro l’anno diventa difficile mantenere un’attività e in particolar modo intraprenderne una di nuova. Così si perdono posti di lavoro ma soprattutto non se ne creano. Con il perdurare della crisi le imprese, soprattutto le piccole che non godono certo di aiuti statali, faticano a stare sul mercato e chi vorrebbe entrarci non ce la fa. Lo Stato in questa situazione fa la sua parte ma anziché innescare percorsi virtuosi, attraverso una burocrazia kafkiana grava come un macigno sulle possibilità di ripresa. Facciamo alcuni esempi banali. Un carrozziere, per aprire un’attività, deve far fronte a decine di pratiche in decine di uffici diversi; stessa cosa per un’impresa edile, un fotografo 53 in 18 enti diversi (dati CNA), e lo stesso per chi vorrebbe iniziare la propria attività di estetista, idraulico, meccanico and so on. E questo è solo l’inizio. Chi ben comincia deve poi far fronte a decine di adempimenti e aggiornamenti previsti e obbligatori nel corso dell’anno. Molto spesso i miei clienti installatori idraulici mi chiedono “Ma io con tutta questa burocrazia, quando lavoro? Di notte? Dovrei assumere una segretaria, ma chi ce li ha i soldi per pagarla? Arrivo a malapena a finemese”. La burocrazia è una macchina che ruba tempo all’artigiano, ne limita lo sviluppo dell’attività e la competitività anche perché di fatto, molto spesso, risulta lentissima, macchinosa e di poca utilità pratica soprattutto per il cliente finale le cui tutele e i cui vantaggi rimangono sempre inalterati. Se a questo quadretto non proprio edificante aggiungiamo il sistema degli anticipi fiscali e dei conguagli il gioco sembra essere piuttosto chiaro. Qualche tempo fa mi trovavo all’ottavo piano di un condominio in costruzione fronte mare assieme al mio cliente idraulico. Era inverno, faceva un freddo cane, pioveva che diolamandava e noi lì a bestemmiare le nostre sfighe, le tasse e la concorrenza sleale, sventolati di bora tra le malte grezze in una babele di squadre di operai albanesi, rumeni, cingalesi che si arrampicavano sulle impalcature dalle sette di mattina alle sette di sera. Dovendo interpretare talebanamente Marx eravamo due capitalisti in quanto detentori dei propri mezzi di produzione e rispettivamente, furgone, martello demolitore, saldatrice e curvatubi lui, cellulare, pc portatile, automobile van il sottoscritto. Di fatto invece, nulla ci distingueva dalla miriade di anonime presenze che gravitavano attorno al cantiere. Respiravamo la stessa polvere, ingoiavamo lo stesso veleno. Eravamo anche noi, proletari, tanto quanto quegli operai albanesi e rumeni, vittime e complici di un sistema che soffoca il lavoro stritolandone i diritti mentre qualcun altro, sconosciuto e in quel momento assente, sarebbe arrivato solo a completamento lavori, magari atterrando con l’elicottero sull’ampio terrazzo, per prendere possesso chiavi in mano del suo attico all’ottavo piano da un milione di euro fronte mare, pagato sulla carta. Sfigati di tutto il mondo abbracciatevi che il nemico non è l’immigrato ma l’apparato elefantiaco dello Stato e il grande capitale! E tu sinistra smetti di cianciare di diritti se non conosci il valore del sacrificio. E soprattutto non girarti dall’altra parte. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LETTERA A SOCIALISMO XXI

Compagne, compagni, La decisione di assumere la forma partito non è stata facile . Da otto anni abbiamo tentato con tutte le forze che si riconoscono nel socialismo o nei valori del socialismo di costruire un soggetto politico della sinistra in Italia di orientamento o di ispirazione socialista. Nel corso di questi anni abbiamo superato molte prove dalla diaspora fino al “Tavolo Nazionale di Concertazione” per una Epinay tutta italiana. Nelle diverse fasi politiche, sovente abbiamo registrato nella nostra azione politica diffidenza, insofferenza, o meglio, una superficialità derivante anche dalla nostra attuale personalità giuridica. Superficialità manifestata da coloro che si definiscono socialisti. Da quando si è stabilito di partecipare alle campagne elettorali, non è stato semplice trovare un nostro spazio politico perchè i nostri alleati spesso ci rimproveravamo di essere una associazione ed in quanto tale priva di quei titoli necessari per partecipare agli incontri politici di carattere decisionale. Alcuni soggetti politici, specie il PSI, in Umbria in occasione delle comunali 2024, hanno minacciato di adire le vie legali ritenendo il nostro simbolo simile ad altri contrassegni politici e quindi in grado di generare confusione nell’elettorato. Sovente in campagna elettorale il nostro simbolo e la nostra denominazione sparivano dall’agone politico con grave danno per la nostra organizzazione, per la sua immagine. Le campagne elettorali servono a farci conoscere. A far conoscere le nostre proposte di cambiamento. Il nostro programma. Le aggregazioni non producono visibilità. Non sono costruttive. Il Tavolo Nazionale di Concertazione promosso da Noi, con la finalità che tutti conosciamo e auspichiamo di raggiungere, in maniera velata poneva in evidenza il nostro status di associazione, non di partito, come se la differenza in qualche modo intaccasse la nostra credibilità. Noi che in ogni occasione abbiamo sempre dimostrato capacià di idee, programmazione e senso di responsabilità dapprima verso noi stessi e poi verso il nostro Paese. Ciò premesso, a luglio 2024 veniva depositato il nostro simbolo presso uno studio notarile romano, per proteggerlo, preservarlo da fantomatiche pretese o rivendicazioni, in attesa della sua validazione presso l’ufficio elettorale del ministero dell’ interno. I nostri sforzi spesso cozzavano contro un muro, costruito da chi avrebbe dovuto discutere con noi del futuro del socialismo in Italia attraverso iniziative che parlavano del singolo e non del progetto politico. Ho girato l’Italia ed ho partecipato a molte iniziative. Gli unici a discutere del futuro in Italia di una forza improntata al socialismo per lo più siamo stati noi di Socialismo XXI. Spesse volte subendo anche scorrettezze sul piano politico. Tutto questo ha fatto riflettere il gruppo dirigente nazionale unitamente ai Coordinatori regionali in una assemblea telematica del 1° Ottobre u.s.. Non possiamo più attendere! Il passaggio da associazione a partito oramai è inevitabile. Di fronte avevamo una scelta da compiere: o rimanere una associazione culturale o diventare partito avviando il processo di trasformazione, consapevoli della portata di una tale decisione necessaria anche per la nostra stessa sopravvivenza. Abbiamo scelto responsabilmente la seconda opzione. Primum vivere. L’ Asociazione oramai aveva esaurito la sua spinta propulsiva e occorreva andare oltre. Si badi, noi non vogliamo costruire l’ennesimo partitino, ma rafforzare semplicemente la nostra posizione politica. Il nostro sarà un nuovo partito fondato sui valori del socialismo, sui nostri principi inalienabili. Il nostro obiettivo permane ovvero costruire con chi ci sta una moderna ed unitaria forza del socialismo del terzo millennio in Italia. Un partito che sappia dialogare con la gente, con i lavoratori, il ceto medio in profonda crisi, i pensionati, con le nuove generazioni. Che sappia rivolgersi al numeroso popolo degli astensionisti deluso dalla politica e dagli attuali partiti sempre più simili a comitati elettorali al servizio del segretario di turno. Un nuovo partito con una organizzazione snella e con una moderna capacità comunicativa. Un nuovo partito stabilmente collocato a sinistra dello schieramento politico. Un nuovo partito che non dimentica l’Epinay e i tentativi che saranno sempre perseguiti verso una forza unitaria di impronta socialista in Italia. Anzi, l’essere partito non può che rafforzare il percorso politico intrapreso. Il cammino non sarà semplice. Ne siamo tutti consapevoli. Ma il dado è tratto! Un diverso status giuridico ci permetterebbe di avere una azione politica più efficace, di partecipare a pieno titolo ai tavoli politici, specie in occasione di scelte segnate dal momento elettorale. Di avere un peso ed uno spazio politico diversi, di sostanza, con più slancio e maggior vigore. Senza dimenticare chi siamo, da dove veniamo e quale obiettivo intendiamo traguardare. La nostra è stata una scelta sofferta, ma inevitabile. Ponderata, ma necessaria. Compagne, compagni, Di qui si passa per parafrasare Bissolati. Ce la faremo. Insieme, possiamo farcela. Il processo è appena iniziato e con il contributo di tutti arriverà a compimento. C’è un mondo fuori in profonda trasformazione che pretende una classe dirigente responsabile e competente. Noi ci siamo. Possiamo fare la differenza, come abbiamo dimostrato in tante occasioni. Ci attendono sfide importanti che abbiamo il dovere di vincere. Il nuovo partito deve racchiudere in una unica prospettiva Lavoro, Giustizia sociale, Ambiente. E collaborare con chi vorrà come noi affrontare seriamente le grandi questioni del terzo millennio. Ovviamente rimanendo ben saldi a sinistra, il nostro alveo naturale, per storia e cultura. E ben ancorati ai nostri valori. Questa è la grande scommessa. La grande sfida che non possiamo perdere. Per il bene del nostro Paese . Sempre avanti! SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

UN PROTOCOLLO D’INTESA ESERCITO E FRIULI VENEZIA GIULIA

COMUNICATO STAMPA Mentre studenti e anziani continuano a pagare e pure salato, su proposta dell’Assessorato regionale alle infrastrutture e al territorio che fa capo alla signora Cristina Amirante, viene stanziata una cifra di poco inferiore al milione di euro affinché i militari in divisa possano circolare gratuitamente usufruendo dei mezzi pubblici. Il senso del provvedimento non chiarisce a sufficienza quale sia lo scopo, che l’Assessora collega al miglioramento della sicurezza dei viaggiatori determinata dalla presenza di personale in divisa delle Forze Armate, dal momento che il tema “sicurezza” è di competenza delle Forze dell’Ordine e non dell’Esercito. Non esplicita inoltre quali siano state le considerazioni per determinare lo stanziamento di una simile somma che, stante le numerose urgenze regionali, si sarebbe potuta destinare diversamente e più proficuamente per l’aumento e il miglioramento del servizio del trasporto pubblico, orientandolo inoltre a condizioni di gratuità per gli studenti, gli anziani e i soggetti fragili. Le tasse dei cittadini devono essere utilizzate per il soddisfacimento di bisogni reali e non usate per provvedimenti che sanno tanto di retorica e inutile propaganda politica. Socialismo XXI FVG, Circolo “Costante Masutti” di Pordenone SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

CORDENONS SOCIALISTA

Per le elezioni provinciali, nel mandamento di Pordenone il Psi elegge 5 dei dieci consiglieri provinciali complessivi. Uno è Antonio De Anna, eletto pure in Consiglio Comunale a Cordenons, dove il Psi ottiene la maggioranza, sostituendo l’amministrazione di Sebastiano Brascuglia che governa dal 1913.I popolari (che eleggono pure in Consiglio Provinciale il loro unico rappresentante del mandamento, Angelo Del Zotto) non si presentano autonomamente in Comune, ma fanno parte della lista di minoranza con i liberali.Ma l’agibilità politica della nuova Giunta socialista eletta in novembre e guidata da Alicardo Pajer, viene subito ristretta dalle autorità militari locali, che impediscono l’esposizione della bandiera rossa. Nei primi tempi una parte dell’opposizione collabora con l’amministrazione socialista.Provvedimenti della nuova amministrazione:● nel dicembre 1920 il Consiglio approva un aumento del 20% delle retribuzioni dei dipendenti comunali in pianta organica e la concessione della seconda indennità di caroviveri, nella considerazione che gli attuali stipendi di questi impiegati sono troppo modesti e non rispondenti agli odierni bisogni della vita;● nel dicembre 1920 si decide inoltre di affidare all’ing. Pasqualini (consigliere di opposizione) la progettazione, insieme ad una commissione di consiglieri, dei canaletti di irrigazione del canale principale che dal Biccon giunge alla frazione di Villasgraffa;● nel dicembre 1920, si decide la ristrutturazione della casa ex Foenis donata dalla Filatura Makò, per costruirvi dieci aule, da destinare otto a scuola elementare delle borgate di Sclavons e Romans e due ad asilo infantile. Iniziativa che per qualche mese sarà poi sospesa, per il tentativo della Filatura di imporre al comune una destinazione come Casa di Riposo, cui il Comune ha già provveduto in altro modo (destinandovi lo stabile ereditato da Luigi Martin);● sempre nel dicembre 1920 si decide di mettere all’asta la caserma comunale, per pagare i debiti contratti con i lavori per i disoccupati; nel novembre 1922, non essendo riusciti a vendere per una cifra accettabile, si decide un anno dopo di concederne in affitto la parte abitabile a varie famiglie del paese che ne hanno fatta richiesta, con precedenza per i maestri;● nel gennaio 1921 il finanziamento alla Lega dei Comuni Socialisti, per «istituire a Udine un ufficio di consulenza e di sorveglianza per tutti i comuni socialisti della Provincia» (presidente Guido Rosso; segretario per poco tempo Mauro Scoccimarro).Polemica dell’opposizione liberale e popolare, che accusano in modo razzista i socialisti di essere popolani ignoranti e privi del reddito per fare politica;● nel gennaio 1921 si vota un inasprimento progressivo di imposte per finanziare il bilancio comunale, cercando «di non gravare eccessivamente la sovraimposta sui terreni e fabbricati». Vengono invece aumentate, in forma progressiva e nella misura massima prevista, la tassa di famiglia (esentando i redditi operai) e quelle sulle vetture, i domestici, per gli esercizi e le rivendite, perché troppo basse, essendo state approvate addirittura il 17 maggio 1903. Ed infatti, le tassazioni sulle vetture aumentano fino a quattro volte, quelle per i domestici passano da 5 a 10 lire per ogni uomo e da 3 a 5 per ogni donna.Viene aumentata inoltre la tassa sugli animali: ma, per non gravare sull’agricoltura, questa viene portata al massimo solo per cavalli, muli ed asini;●nel febbraio 1921 si aumenta la tassa per i posti riservati nel cimitero lungo i muri di cinta (quindi i posti riservati alle famiglie più ricche) a lire 70 l’uno, superando le precedenti delibere del 1898 e 1899; più tardi sono approvate sovraimposte su alcool e carni;● nell’aprile 1921 si approva il nuovo Regolamento organico del personale comunale, che tiene conto delle innovazioni legislative, come l’assicurazione obbligatoria contro l’invalidità e vecchiaia introdotta per legge nel 1919;● nell’ottobre 1921 si accorda all’unanimità un contributo di 150 lire al Segretariato di Emigrazione di Pordenone, tenuto conto del lavoro utile svolto nel campo del collocamento e dell’assistenza agli emigranti, che sono ben un terzo degli abitanti del comune e che si servono della sua opera. Come nel caso di altre amministrazioni socialiste, anche a Cordenons si sostiene il segretariato di don Lozer, evidentemente riconosciuto – nonostante le feroci polemiche – uno strumento utile alla classe operaia migrante;● nel maggio 1922 il contributo di 200 lire a favore dell’Associazione Nazionale “Le Terre Sacre” con sede presso il municipio di Trieste, con lo «scopo altamente civile e patriottico della cura e sorveglianza dei cimiteri permanenti, ossari, monumenti e ricordi di ogni specie riguardanti i caduti in guerra».L’amministrazione viene ostacolata dalla burocrazia governativa, che tende ad frenare le iniziative urgenti prese per fronteggiare la disoccupazione, ed a bocciare le tassazioni che gravano sui maggiorenti del paese. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. 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L’IMPRESSIONE SU MILWAUKEE

Le immagini televisive e i contenuti di programma della convention del Partito Repubblicano statunitense di Milwaukee danno immagine e contenuti della politica molto lontani da quella che mi piacerebbe vedere. Gridolini, coriandoli, fischi di approvazione e altre manifestazioni rumorose sono l’accompagnamento ad una promessa politica che si esibisce con muscoli e frasi ad effetto. Le previsioni danno il candidato Trump come favorito per l’elezione. Dovrebbe esprimere una visione del mondo, in particolare perché la guida degli Stati Uniti lo richiede per sé e per il mondo stesso. Una visione la possiede ed è una visione che contiene aspettative, promesse, minacce e non un’idea di cooperazione internazionale e di sviluppo. E’ impossibile comprendere quale sia la linea di pensiero per un ordine mondiale che è saltato nel vecchio assetto e andrebbe aiutato a trovarne un altro con metodi negoziali e linguaggi funzionali. Ero ospite del Partito Democratico alla sua convention del 1984 in Florida. Ricordo un altro livello di dibattito; ricordo una progettualità; ricordo l’innovazione anche rappresentandola con una candidatura femminile alla Vice Presidenza, la prima nella storia di quel paese. Walter Mondale e Geraldine Ferraro erano la coppia scelta per la candidatura. C’era Ronald Reagan in carica alla Casa Bianca e il tentativo di batterlo non riuscì. Tuttavia ricordo bene che i contenuti di programma democratico non inseguivano l’avversario esasperandoli. Mi preoccupa quel che sta avvenendo oltre atlantico, ma anche quel che non avviene ancora nell’Unione Europea che rischia molto, a breve, con Trump Presidente, qualora lo sia. L’Unione Europea è ancora in un lunghissimo rodaggio o oltre ciò che dà ed è non sa dare né essere? SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

ILVA: LE PROBLEMATICHE TRASCURATE ED I RISVOLTI ODIERNI

Storia vissuta ILVA e attuale ancora oggi 5 luglio 2024 , Peggiorata con ulteriori 4.400 cassa integrati. L’Ilva, in origine “Italsider” è un azienda che nasce con una logistica errata già dalle sue fondamenta. Gli impianti vengono costruiti frettolosamente su un area pianeggiante, scelta appositamente sul mare e che finisce a ridosso della città. L’impianto sotto controllo del comparto siderurgico Finsider, viene inaugurato con orgoglio nel 10 Aprile del 1965 dal Presidente della Repubblica Saragat. L’azienda garantirà all’Italia due terzi del fabbisogno nazionale di acciaio. L’ubicazione nel Mezzogiorno, afflitto dalla povertà più assoluta e dalla disoccupazione, viene scelta con la cinica consapevolezza di reperire facilmente manodopera. Il territorio di Taranto in nome dell’occupazione e nel sogno di uno sviluppo ai fini di un riconoscimento nazionale come polo industriale, rinuncia per sempre ad un area naturalistica e paesaggistica che sarà lesa e tradita nelle aspettative di occupazione, paventate in origine. L’Italsider è uno degli investimenti più convenienti mai realizzati per un ampliamento industriale. Essa costituì un prolungamento degli esistenti impianti di Piombino e Vado Ligure. I numeri dell’area compresa, sono impressionanti: vanno tra la Statale 7 Via Appia, la superstrada Porto-Grottaglie, la strada Provinciale 49 Taranto-Statte e la Provinciale 47, una superficie di 15.450,000 mq. un estensione che doppia la città, un mostro di capannoni, ferraglia e parchi minerali: 12 batterie di forni, 5 altiforni, 2 impianti di agglomerazione minerale, 2 acciaierie, 5 colate continue a 2 linee per bramme, 2 treni nastri di laminazione a caldo, 2 decapaggi ad acido cloridrico, 1 decatreno, 1 impianto di rigenerazione di acido cloridrico con 3 forni di arrostimento, 1 linea di elettro zincatura. Paradossalmente è proprio a ridosso del siderurgico che si sviluppa l’area con la più forte densità di famiglie di operai, “la Zona Tamburi” in quanto gli stessi trovavano comodo l’accesso alla fabbrica, quando all’inizi degli anni ’70 erano del tutto sconosciuti gli effetti dell’inquinamento. E’ questo il “quartiere simbolo”, in cui si svilupperà un forte degrado di salute e vivibilità. Oltre al danno ambientale, causato dall’inquinamento e dalle emissioni incontrollate, si sono sempre distinte scarsissime condizioni di sicurezza ed incuria, sia durante la costruzione dell’impianto che nel ciclo della lavorazione delle materie prime, che ha visto falcidiare tragicamente migliaia di vite, per la mancata automazione iniziale degli impianti, per la quale molti lavoratori hanno pagato con la vita. Negli anni in questione, furono proprio tali disumane condizioni a spingermi ad entrare nell’esecutivo di fabbrica, di ambiente e sicurezza, come “rappresentante sindacale”. Furono numerose le denunce in Procura nel 1987 presso l’allora Pretore Sebastio, per il degradante stato lavorativo e per l’alto numero di “morti bianche”. Tali e tanti esposti che per il pressing effettuato ed il fastidio arrecato “all’apparente buon nome dell’azienda”, subì la ritorsione del licenziamento, revocato esclusivamente per il forte supporto dei lavoratori, che cominciarono finalmente a maturare in quel frangente storico, la cultura del “diritto lavorativo”. La vita degli operai inoltre, non veniva tutelata, ma anzi lesa dalle male gestioni. L’Italsider ha inghiottito vite e ambiente della citta di Taranto e la salute dei suoi abitanti per un area vastissima che coinvolge anche la sua provincia, peggiorando la situazione con la privatizzazione avvenuta nel 1995, quando con la gestione Riva, la fabbrica venne ceduta satura di problematiche stratificate, oramai all’apice del suo impatto ambientale. Una mossa politica furba da parte dello Stato, che dopo aver depauperato le risorse della città, scaricava il fardello nelle mani dei privati. Il mancato piano di reinvestimento sul risanamento del territorio, complice una politica locale inerte e corrotta e quella nazionale cieca ed irresponsabile, oggi il caso ILVA è esploso con tutta la sua drammaticità a seguito delle denunce dei Periti della Repubblica per la grave situazione Sanitaria di Taranto, evidenziate da prove scientifiche inconfutabili, come “disastro ecologico”. Omissioni perpetrate per 50 anni, “da me segnalate assiduamente” a personaggi autorevoli che sono intervenuti negli incontri, congressi e convegni, anche presso la camera dei deputati, quando nel 2000 come presidente del Comitato Consultivo dell’ INAIL si lottava per il “riconoscimento dell’indennità” sul mesotelioma pleurico, causato dalla forte presenza di amianto nello stabilimento. Oggi abbiamo una perizia epidemiologica pari ad un bollettino di morte. L’esposizione continua agli inquinanti, liquidi, polveri ed emissioni atmosferiche hanno causato nella popolazione fenomeni degenerativi di diversi apparati che si traducono in: mortalità per patologie respiratorie, asma aggressivo sui bambini, tumori in età pediatrica, tumori maligni dello stomaco, della laringe, del polmone di reni e vescica, leucemie e linfomi, malattie neurologiche, senza dimenticare l’alto tasso di diossina, negli esseri viventi come nel latte materno delle neo mamme, e i valori spropositati presenti negli animali, caprini, ovini recentemente abbattuti con un decreto e nei pesci e mitili, di cui viene smantellato l’allevamento nel mar piccolo, altamente inquinato. Per i motivi sopracitati il 26 luglio 2012 il GIP di Taranto dispone il sequestro senza facoltà d’uso dell’area a caldo, i parchi minerali, le cokerie, l’area di agglomerazione, altiforni ed acciaierie, con arresto disposto per Emilio Riva e il figlio Nicola Riva ed altri vari dirigenti. L’accusa è “gestione con volontà inquinante perpetrata coscientemente e sulla volontà della logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza”. Oggi in queste condizioni disperate, diverse ipotesi vengono avanzate, da una parte quella dei GIP di bloccare tutta la produzione per demolire bonificando e ricostruire un’azienda che abbia caratteristiche legali di compatibilità ambientali e mano al portafoglio dell’ILVA, spetta tutto all’azienda il risanamento, sotto il profilo economico, visti gli introiti ricavati da una popolazione che ha pagato e paga con il prezzo della vita. Attualmente questa proposta, viene purtroppo strumentalizzata dalla stessa azienda “per intimidire” la magistratura e l’opinione pubblica, ma soprattutto gli operai, che mal rappresentati, si lasciano andare a scontri ideologici con altri gruppi di pensiero, presenti altresì numerosi nella popolazione. E’ necessario oggi più che mai evitare queste spaccature sociali e garantire un supporto economico e progettuale realistico e coscienzioso, affinchè i fondi stanziati dallo Stato, nella persona del Ministro Durso siano nettamente superiori a quelli proposti, sinceramente inadeguati per disporre …

ALL’ONOREVOLE ANTONIO COSTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO

Roma, 29 Giugno 2024 Caro compagno Antonio Costa, siamo molto felici del tuo nuovo ruolo nell’Unione Europea e siamo convinti che la tua esperienza e le tue idealità socialiste ti faranno svolgere il ruolo stesso in modo nuovo, riconoscibile, utile.             Ti abbiamo applaudito dopo il tuo intervento al Congresso di ROMA del PSE il 2 marzo scorso. Eravamo invitati e presenti, pur non essendo membri del PSE poiché la nostra organizzazione è un’ Associazione e non un Partito, e abbiamo condiviso l’entusiastica particolare accoglienza che ti ha rivolto in piedi il Congresso.             La nostra Associazione SOCIALISMO XXI è nata per formare in Italia un nuovo Partito Socialista e sta lavorando in questa direzione.             Ci preoccupa molto lo sviluppo delle guerre. Non abbiamo apprezzato le continue dichiarazioni del tuo predecessore fatte come se fosse il comandante in capo do un esercito in guerra.             L’aggressione della Russia all’Ucraina non può risolversi sul piano militare ma deve essere messa in campo un’iniziativa di armistizio e di pace.             Gli aiuti dati giustamente al Paese aggredito non devono esaurire l’azione dell’Unione Europea. Una proposta di tregua, di armistizio, una conferenza internazionale di pace dovrebbero essere i temi all’ordine del giorno. L’Unione Europea è carente.             Tu sai quanto i popoli abbiamo bisogno di pace.             Contiamo su una tua azione nella direzione che abbiamo indicato.             Ti auguriamo buon lavoro ed inviamo fraterni saluti. Il Presidente Luigi Ferro IN PORTUGUÊS Roma, 29 Giugno 2024 Ao Honorável ANTONIO COSTA Presidente do Conselho Europeu Caro companero António Costa, estamos muito satisfeitos com o seu novo papel na União Europeia e estamos convencidos de que a sua experiência e os seus ideais socialistas o farão desempenhar o papel de uma forma nova, reconhecível e útil. Aplaudimo-lo após o seu discurso no Congresso do PSE em Roma, no dia 2 de março. Fomos convidados e presentes, apesar de não sermos membros do PSE, visto que a nossa organização é uma Associação e não um Partido, e partilhámos o particular acolhimento entusiástico que o Congresso lhe estendeu em pé. Nossa Associação SOCIALISMO XXI nasceu para formar um novo Partido Socialista na Itália e está trabalhando nessa direção Estamos muito preocupados com o desenvolvimento das guerras. Não apreciámos as constantes declarações do seu antecessor, feitas como se ele fosse o comandante-em-chefe de um exército em guerra. A agressão da Rússia contra a Ucrânia não pode ser resolvida a nível militar, mas deve ser implementada uma iniciativa de armistício e de paz. A ajuda justamente prestada ao país atacado não deve esgotar a acção da União Europeia. Uma proposta de trégua, de armistício, de conferência internacional de paz deveriam ser os temas da agenda. A União Europeia está em falta. Você sabe o quanto nós, pessoas, precisamos de paz. Contamos com a sua ação na direção que indicamos. Desejamos-lhe um bom trabalho e enviamos saudações fraternas. Presidente Luigi Ferro SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

UNA ORGANIZZAZIONE SOCIALISTA DIFFUSA

Ho appreso la pratica volontà dei compagni Aldo Potenza, Luigi Ferro Presidente di SOCIALISMO XXI e di Vincenzo Lorè Responsabile nazionale della comunicazione, i quali consci di un intervento sull’inerzia per un innovativo corso politico hanno iniziato la costruzione di una struttura che divulga e illustra la conoscenza del socialismo e dei suoi uomini al tempo stesso hanno generato una organizzazione, la quale ha una finalità ben precisa: la ricostruzione di una forza socialista. L’Organizzazione è presente in tutte le regioni. Noi avvertiamo l’assenza della lettura, sui fatti e fenomeni della dinamica socio politica, dell’approccio socialista, eppure anche in Calabria non è lontano il periodo del modello socialista il quale tramite la programmazione oculata comprendente tutto l’intero territorio regionale ha determinato crescita e progresso. E’ necessario un ritorno a quel tipo di modello che parta dall’istruzione e formazione sviluppando un dinamismo che incide sul cambiamento. Negli ultimi tempi abbondano le promesse che si smentiscono appena dichiarate, si è persa la responsabilità del ruolo e della funzione che si svolge. Si restringe sempre più la partecipazione, siamo ancora al tutto deve cambiare per non mutare niente. Occorre coraggio, bisogna darsi da fare su livelli diversi per smuovere la stagnazione che rende arido il progresso e non concede sviluppo a chi non possiede già, sia economicamente che in rappresentanza, è indispensabile attribuire democrazia e rafforzarla per tutta la collettività se non vogliamo entrare in una fase dispotica del potere politico economico. Interessa partecipare, che si partecipi, solo così possiamo difendere la democrazia, interessa il quadro della rappresentanza politica legata al territorio, che l’espressione dello Stato sia la persona, sia il popolo, il cittadino, sia l’uomo antropologicamente inteso, chi agisce senza realizzare il progresso rappresenta il potere del controllo politico-economico e sono quelli che nascondono la realizzazione dei personali interessi prescindendo dalle necessità dei territori. Tale confusione dietro la quale in tanti si nascondono è una delle ragioni che frena l’aggregazione composita ed eterogenea di un modello unificante nelle forze progressiste in Italia. Tanti badano all’accattivante apparenza invece di cercare quanto esprime la società, la quale anela soluzioni e non apparenza. “Un uomo solo non arriva da nessuna parte se non la sua parte” che mai sarà quella della collettività perché pretende di essere sorretto nella personale manifestazione e non come persona che dà un contributo al miglioramento collettivo. Dalle lotte storiche dei lavoratori e suoi rappresentanti, le forze sociali libere e organizzate, tutti ritengono prioritario stare al passo coi tempi e quale riferimento migliore dell’Assemblea Costituente che ha generato le norme della Repubblica può raccogliere sinergicamente parti sociali e persone coraggiose impegnate nella realizzazione della legge costituzionale. Questo è il percorso per non lasciare indietro gli ultimi, nella pace, nel rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo. Agiamo affinchè la responsabilità di governo delle istituzioni deve scaturire dal contributo plurale che rappresenta il territorio, che favorisce la trasparenza e costruisce il nuovo programmandolo prima e concretizzandolo. Tale agire è anch’esso forma di progresso civile e politico. PER TALI RAGIONI NON NECESSITANO BATTAGLIE DI BANDIERA MA RISOLUTIVE CONCRETEZZE. Noi vogliamo che le cose cambino, ci stiamo adoperando acchè si inneschi un agire dinamico avendo di mira crescita e progresso. Al cambiamento stanno partecipando anche le donne, il che arricchisce l’impegno manifesto fortificando la relazione tra cittadini e istituzioni nella centralità della personae della coscienza messe a fulcro dall’agire politico. Occorre in tale contesto opporsi fermamente alla disgregazione mascherata di buonismo alla cancellazione delle garanzie costituzionali, per le quali la maggioranza di governo e lo stesso Governo, invece di realizzarle con manipolazione e demagogia vuole cancellarle. Noi evidenzieremo che questa sciagura dell’autonomia differenziata è come se ci accorciasse la vita da quanto sarà stabilito chi ha già avrà di più, diranno noi versiamo di tasse più della Calabria e quindi utilizzeremo la quota corrispettiva a quanto versiamo, la Costituzione dice tutt’altro bisognerà unirsi per arginare la deriva democratica e lo stravolgimento della Repubblica. Cosi come per gli altri settori la sanità ecc ove già adesso come regione si versano tanti denari per servizi che nei nostri ospedali non sono fatti e invece di finanziare assunzioni e miglioramenti bisogna versare agli altri e magari versare alla sanità privata. Per non dire poi del possibile stravolgimento democratico della forma di Stato e di Governo che questa maggioranza ha in testa di realizzare. Abbiamo fiducia nel popolo noi saremo con esso contro la cancellazione delle garanzie costituzionali per realizzarle e non cancellarle. Vogliamo essere il fulcro, lo stimolo che risveglia le coscienze e intanto consideri e rappresenti chi sfiduciato non va a votare, chi non trova lavoro, chi lavora e paga troppe tasse, chi lavora e non giunge a fine mese. Vogliamo che si concretizzino i diritti per tutti come i doveri e le responsabilità dei ruoli rivestiti. I compagni di SOCIALISMO XXI CALABRIA lavorano ad una organizzazione unica nella quale coabitano tutti i socialisti e soggetti di area, le associazioni che operano nella società civile per dare forza e contributo al Tavolo Nazionale di Concertazione il quale ha ripreso i lavori a Roma nel gennaio 2023 per potere guardare oltre il presente prendendo a riferimento un programma politico democratico che nasce col contributo di tutti, dal basso, alimentato dalla radice, per rimarcare la giustizia sociale e le libertà, le garanzie costituzionali. Operare sulla stessa direzione nello stesso verso, unica organizzazione pluralità di posizioni di una sintesi. Non solo potenzialità, ma empirica forza e sostanza che rilanci il socialismo nelle istituzioni. Tutto quanto detto è supportato da una organizzazione nazionale alla quale si può attingere per approfondimenti dal portale web: www.socialismoitaliano1892.it e dalle pagine social SOCIALISMO XXI e SOCIALISMOITALIANO 1892. L’organizzazione è articolata anche con una pagina Facebook regionale. IN TUTTI I LUOGHI IN CUI SI VIVE BISOGNA PARTECIPARE A GARANZIA DELLA POLITICA E DELLA DEMOCRAZIA. *Alessandro Pacifico nato il 5/11/956 a di Roggiano Gravina, laurea in Sociologia conseguita a Sapienza di Roma con professori quali Bonzanini, Ferrarotti, De Masi, Statera già tutti consulenti ministeriali e di governi, ho svolto per un decennio una stretta collaborazione con l’indimenticato …

LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

L’Art.74 Cost. rappresenta una funzione di controllo prima di promulgare la legge posta a garanzia del sistema democratico e costituzionale che la Legge Sulla Autonomia Differenziata compromette. Una legge che dissolve l’impianto democratico del nostro Paese e che cancella i valori della solidarietà e della coesione sociale. Una legge che manda in frantumi la tenuta di una intera comunità nazionale. Una legge dannosa che spinge il regionalismo verso modelli secessionisti. Una legge che non garantisce quei diritti civili e sociali (sanità, scuola, trasporti) che devono essere assicurati su tutto il territorio nazionale. Una legge che non definisce i Livelli essenziali delle Prestazioni. Una legge oggetto di scambio politico con l’altra riforma del premierato ancora in discussione. Una legge contro la quale la CEI e la Commissione Europea hanno espresso dubbi, perplessità, rilievi critici. Una legge contro la quale molti cittadini si sono mobilitati in questi mesi. La preghiamo di esercitare la Sua prerogativa costituzionale per salvaguardare l’assetto democratico ed istituzionale del nostro Paese minacciato dalla Legge Sulle Autonomie incoerente e non conforme ai principi fondamentali della nostra Carta dei Valori. SEGRETARIATO GENERALE DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA Il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica ha ricevuto, attraverso il sito web, un messaggio all’interno del quale è indicato l’indirizzo di posta elettronica utilizzato per questa risposta. <noreply@quirinale.it> SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

PREMIERATO: ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA LIBERALE, LE RAGIONI DELLA OPPOSIZIONE

Adesso che l’attuale maggioranza sta procedendo alla distruzione dei principi ispiratori della Costituzione vigente, si cerca di accusare l’opposizione di conservatorismo e di non essere capace di assumersi la responsabilità di rendere più stabili i governi. Come è noto le menzogne hanno più fortuna dei ragionamenti e delle osservazioni critiche. Mi permetto di osservare che se la questione fosse davvero la ricerca di una maggiore stabilità dei Governi, sarebbe bastato approvare una riforma che dove è stata attuata ha ottenuto il risultato in questione. Si tratta della sfiducia costruttiva che avrebbe evitato di sconvolgere il dettato costituzionale dando stabilità ai governi in carica. L’attuale maggioranza, con il pretesto della stabilità, invece ha varato un provvedimento che ha un obiettivo diverso, ovvero la umiliazione della funzione parlamentare, la cancellazione degli equilibri di potere a partire da quello della presidenza della Repubblica. In una parola l’obiettivo è la realizzazione di un regime autoritario dove tutto il potere si concentra sul capo del governo, Opporsi a questo disegno non significa essere conservatori incapaci di adottare misure più rispondenti alle esigenze della azione di governo, ma significa difendere la la democrazia liberale che ha il suo centro decisionale nel Parlamento che rappresenta, nel disegno della democrazia liberale, già purtroppo violentata da leggi elettorali liberticide e spesso anticostituzionali, la volontà popolare. Per questo motivo sia il Presidente della Repubblica che il presidente del Consiglio e il Governo, sono, nell’attuale ordinamento costituzionale, eletti dal Parlamento. Con il premierato, restano i simulacri di un modello democratico, ma in realtà si avvia la democratura, ovvero un regime che conserva le regole formali della democrazia, ma ispirato a un autoritarismo sostanziale. QUESTA E’ LA RAGIONE DELLA NOSTRA FERMA OPPOSIZIONE: LA DIFESA DELLA DEMOCRAZIA E IL RIFIUTO DI OGNI TENTATIVO DI AUTORITARISMO. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it