RICORDARE SERVE

da Avvenire dei lavoratori – Zurigo | IPSE DIXIT Stati Uniti d’Europa 1 – «Verrà un giorno in cui tutte le nazioni del nostro continente formeranno una fratellanza europea… Verrà un giorno in cui dovremo vedere… gli Stati Uniti d’America e gli Stati Uniti d’Europa faccia a faccia, allungarsi tra di loro attraverso il mare» – Victor Hugo (1849) Stati Uniti d’Europa 2 – «L’oceano è agitato e vorticoso e le correnti hanno due possibili fini: gli autocrati, o gli Stati Uniti d’Europa». – Carlo Cattaneo (1850) Stati Uniti d’Europa 3 – «Al fine di ottenere il trionfo della libertà, pace e giustizia nelle relazioni internazionali d’Europa e di rendere impossibile la guerra civile tra i vari popoli che compongono la famiglia europea, una sola strada è possibile: costituire gli Stati Uniti d’Europa». – Michail Bakunin (1867) Stati Uniti d’Europa 4 – «Da secoli, l’idea degli Stati Uniti d’Europa è l’aspirazione suprema di tutte le democrazie […]. Il ricordo degli orrori e delle delusioni dell’ultima guerra, la previsione certa che una nuova guerra “scientifica” sarebbe la distruzione di intere nazioni e il suicidio della nostra civiltà, la preminenza e il predominio economico ognor crescente degli Stati Uniti d’America […] fanno della Federazione Europea una questione di vita o di morte per noi». – Filippo Turati (1929) Stati Uniti d’Europa 5 – «La sinistra europea dovrebbe impadronirsi di questo tema sinora abbandonato ai diplomatici […] Popolarizzarlo tra le masse. Pensare loro sin d’ora la convocazione di una assemblea europea, composta da delegati eletti dai popoli, che in assoluta parità di diritti e di doveri elabori la propria costituzione federale europea, nomini il primo governo europeo, fissi i principi fondamentali della convivenza europea, svalorizzi frontiere e dogane, organizzi una forza al servizio del nuovo diritto europeo, e dia vita agli Stati Uniti d’Europa». – Carlo Rosselli (1935) Stati Uniti d’Europa 6 – «A tutto ciò va infine aggiunta la scomparsa di alcune delle principali dinastie e la fragilità delle basi di quelle che sostengono le dinastie superstiti. Va tenuto conto, infatti, che le dinastie, considerando i diversi paesi come tradizionale appannaggio proprio, rappresentavano, con i poderosi interessi di cui erano l’appoggio, un serio ostacolo alla organizzazione razionale degli Stati Uniti d’Europa, la quale non può poggiare che sulle costituzioni repubblicane di tutti i paesi federati». – Altiero Spinelli (1944) Stati Uniti d’Europa 7 – «La pace e la libertà non potranno essere veramente assicurate altro che nei limiti in cui si riuscirà ad estendere l’organizzazione federale. La nostra ultima meta deve quindi essere la federazione di tutti i popoli della terra. Ma una tale meta è ancora molto lontana. […] Per ora ci dobbiamo contentare di avviarci verso di essa, formando un primo nucleo federale, e ponendo le condizioni che rendano possibile il suo ulteriore sviluppo». – Ernesto Rossi (1944) Stati Uniti d’Europa 8 – «La rivendicazione dell’unità europea esprime oggi l’aspirazione molto diffusa per un ordine tra le nazioni che sia veramente atto a garantire la pace, la libertà e la giustizia». – Eugenio Colorni (1944) Stati Uniti d’Europa 9 – «Gli Stati restano sovrani per tutte le materie che non sono delegate espressamente alla Federazione europea; ma questa sola dispone delle Forze Armate, ed entro i suoi confini vi è una cittadinanza unica ed il commercio è pienamente libero[…]. La guerra non scomparirà, ma sarà spinta lontano, ai limiti della Federazione. Divenute gigantesche le forze in contrasto, anche le guerre diventeranno più rare; finché esse non scompariranno del tutto, nel giorno in cui sia per sempre fugato dal cuore e dalla mente degli uomini, l’idolo immondo dello Stato sovrano». – Luigi Einaudi (1945). SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

IN RICORDO DI CICCIO BARRA

di Ufficio di Presidenza Socialismo XXI | Francesco “Ciccio” Barra ci ha oggi lasciato, dopo una lunga inguaribile malattia, ed è con profonda tristezza e commozione che “Socialismo XXI” partecipa la sua scomparsa, esprimendo tutta la nostra riconoscenza e penso di tutto il movimento del lavoro napoletano e campano per il suo generoso, instancabile ed appassionato impegno sociale e politico per il socialismo, per i lavoratori  e per il Mezzogiorno. Senatore della Repubblica e Consigliere regionale campano per il PSI, eletto a Pomigliano d’Arco che lo vide attore nelle grandi lotte operaie all’Alfa Sud e all’Alfa Avio, alla crisi e scioglimento del PSI per le drammatiche vicende del 1993/94 partecipo’ alla fondazione di “Rinascita Socialista” prima e poi della “Federazione Laburista” con il compagno Valdo Spini nelle quali profuse il suo generoso impegno per portare avanti un processo di rinnovamento della politica e del Socialismo. Con il Movimento dei Socialisti e dei Laburisti, nel quale confluì la Federazione Laburista, assieme ad altri gruppi socialisti, laici e cristiano sociali partecipo’ alla fondazione nel gennaio del 2000 dei DS, all’interno del quale nuovo partito svolse una funzione critica perché avvertì, assieme ad altri compagni socialisti, il venir meno di una funzione e di una identità socialista europea ed effettivamente unitaria delle varie istanze culturali che avevano dato vita a questa nuova esperienza politica. Non fu d’accordo con la costituzione del PD e non aderì alla stessa, partecipando con Cesare Salvi alla costituzione dell’Associazione “Socialismo 2000”, con parte della quale qualche anno dopo aderì alla nascita del nostro movimento “Socialismo XXI” del quale divenne quasi subito il Coordinatore Regionale della Campania. Tenace assertore e promotore della riunificazione delle varie anime socialiste disperse in una diaspora da superare con una rinascita in forme e contenuti moderni di un soggetto di ispirazione socialista, Ciccio Barra profuse fino a pochi giorni fa, quando le forze venutele a mancare ci chiese di essere sostituito nel ruolo di coordinatore campano della nostra Associazione, il suo instancabile impegno con grande spirito unitario. Vogliamo ricordare Ciccio Barra anche come un grande sindacalista svolto, prima del Suo impegno politico, come Segretario di Napoli e della Campania della UILM, il sindacato dei metalmeccanici che molto gli deve per il suo sviluppo e la scoperta di tanti giovani risorse che raccogliendo la Sua eredità hanno svolto incarichi di prestigio nel movimento sindacale campano e nazionale. “Socialismo XXI” lo ricorderà sempre per il contributo e per il sostegno che ci ha dato senza chiedere riconoscimenti od altro. La storia e la vita di molte organizzazioni, spesso godono del lavoro oscuro di personaggi che svolgono un lavoro proficuo ma lontano dalla ribalta. Ciccio Barra è uno di questi e lo ringraziamo con affetto nel momento doloroso della nostra separazione terrena. Ai compagni di “Socialismo XXI” di Napoli e Campania ma, soprattutto alla Sua famiglia, giungano i sentimenti piu’ profondi della partecipazione al loro dolore del Presidente Potenza e di tutto il Comitato di Presidenza. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

Italo Calvino: apologo sull’onestà nel paese dei corrotti

di Ezio Iacono – Ufficio di Presidenza Socialismo XXI | E son trascorsi poco più di 40 anni… Giusto ieri, sono trascorsi ben 42 anni dall’ articolo pubblicato su “La Repubblica” a firma di Italo Calvino, anche se, sotto taluni aspetti, appare essere attuale. Premesso che non condivido le posizioni di coloro i quali fanno del moralismo una ragione di vita, o invocano una “diversità” come se fosse un mantra che, il più delle volte, appare essere come infondata e conseguentemente ipocrita…”falsa e bugiarda“, sosterrebbe il Sommo Poeta. In nome dell’onestà, purtroppo, è spesso accaduto che si condannasse, come purtroppo è avvenuto nel corso della stagione di Mani Pulite, un sistema nel suo complesso, piuttosto che condotte personali che, in quanto tali, dovrebbero essere individuate, indagate e, solo nel caso di gravi indizi di colpevolezza, oggetto di un processo, nel pieno rispetto dell’ordinamento giuridico e della nostra Costituzione, ove viene sancito che la responsabilità penale è personale. È patente che proprio al prevenuto deve necessariamente essere riconosciuta ogni garanzia tesa a dimostrare che la presunzione di non colpevolezza (art. 27, c.2 Cost.) è un principio concreto, piuttosto che un tema da declamare a giorni alterni o, peggio ancora, secondo le convenienze, piuttosto che nei convegni o nelle aule universitarie. Eppure, c’è un chi, come il Dott. Davigo, con protervia continua ad affermare che l’assolto è un colpevole che è riuscita a farla franca(sic!) Ed invero, i ” centri di potere” citati da Calvino sono sempre presenti nella nostra società e continuano ad essere gli alfieri dell’esercizio del potere per il potere, con un approccio neocorporativista che continua ad essere teso a salvaguardare le sempre più cristallizzate rendite di posizione. Vi sono, infatti, ceti autoreferenziali che appartengono ad una certa magistratura – diventata sempre più Potere, piuttosto che ordine, come previsto nella carta fondamentale della Repubblica-, così come a taluni ambienti di Confindustria o dei Sindacati, come a certe fasce degli ordini professionali, che possono recisamente essere ascrivibili ai ” centri di potere” citati da Calvino. Non sono forse anche queste “caste” che impediscono il regolare svolgimento della dialettica democratica? Non è forse possibile riscontrare anche in talune condotte dei neocorporativisti l’emergere nel Paese del disinteresse di buona parte del corpo elettorale, come dimostrano tristemente le percentuali di astensione, con un trend sempre più in ascesa? Una buona politica degna di tal nome, ancorata necessariamente alle identità culturali, piuttosto che ad un mainstream più o meno sfumato, dovrebbe limare le distanze tra chi legittimamente esercita il potere ed i governati, i quali, a cominciare da coloro i quali sono nati indietro, devono necessariamente essere portati avanti, come sosteneva il Compagno Nenni. Credo che anche questo aspetto debba essere uno dei pilastri del Socialismo del XXI secolo, oltre che una delle ragioni di un vero partito avente un chiaro orientamento socialista. E tali ragioni dovrebbero essere ancor più concrete in un periodo così tragico, come quello che stiamo vivendo, ove alcuni ” centri di potere” stanno perdendo ogni riferimento razionale, come dimostrato da una proditoria e drammatica   invasione voluta da un autocrate come Putin. L’equilibrato rapporto tra il Potere e la Democrazia, quindi, deve necessariamente essere inteso non soltanto come l’ambito nel quale l’antagonista è costretto a retrocedere; occorre intendere la buona politica e la democrazia come valori storicamente universali, così da riprendere il sentiero et della Giustizia et della Libertà, valori imprescindibili sui quali fondare un’originale società, ove il Potere sia regolato, oltre che rispettoso dei valori democratici. Ciò costituisce forse un’utopia? È probabile! Perlomeno mi sia consentito sostenere che, nel richiamare l’onestà nel rapporto tra Potere e Democrazia, ho la fortuna di identificarmi in un filone politico – culturale che ha analizzato queste problematiche delicate e sempre attuali, oltre che consapevole della necessità di continuar ad interrogarci anche nel futuro sulle ragioni del Socialismo, inteso come anelito di emancipazione collettiva. Penose, invece, appaiono le condotte di coloro i quali invocano l’onestà come se fosse un corpo contundente, magari dopo aver proclamato da un balcone l’abolizione per decreto della povertà; come altrettanto preoccupante è la posizione di coloro i quali, interpreti di una destra becera e securitaria, proclamano l’onestà rinfacciandola agli altri, in particolar modo agli ultimi ed ai ceti popolari presenti nella società, ed anche per questo meritevoli di condizioni inumane e degradanti e passibili di pene che non rieducano. Basta” buttare via la chiave” della cella, così da risolvere ogni problema… Allegato: SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

SOCIALISMO XXI UMBRIA

COMUNICATO STAMPA | La transizione energetica Il secondo teleconvegno dell’Associazione SOCIALISMO XXI SECOLO UMBRIA – svoltasi il 24.02.22 –  ha dibattuto ampiamente le questioni connesse alla transizione energetica. Con il coordinamento del Giornalista Giuseppe Castellini, hanno risposto alle domande dei partecipanti il Prof. Luca Ferrucci dell’Università degli Studi di Perugia, il  Prof. Sergio Ulgiati dell’Università Parthenope di Napoli e il Dr. Lucio Caporizzi, noto esperto già Dirigente della Regione Umbria.Il dibattito ha evidenziato, in particolare: ● la preoccupante insufficiente chiarezza del Governo nazionale in materia di transizione energetica con riferimento al superamento dell’uso dei fossili ( gas, carbone e petrolio); ● la illogicità della tassazione dei superprofitti alle imprese italiane che producono energia alternativa e che andrebbero, invece, vincolate al reinvestimento nei settori di produzioni rinnovabili; ● la necessità di proseguire la ricerca verso tutte le nuove e promettenti forme di energia nucleare, in collaborazione con tutti gli altri paesi che già da tempo sono impegnati con ottimi risultati su questo fronte, e l’impegno per proseguire nella ricerca per tutte le forme di produzione poiché ricerca ed esperienza contribuiranno al loro ottimale utilizzo; ● l’urgenza sia di richiamare un forte impegno in Umbria in favore delle Comunità Energetiche Locali, quali soluzioni tecniche che possano contribuire al fabbisogno energetico, sia di sollecitare la Regione a provvedere quanto prima all’aggiornamento del Piano Energetico, fermo al 2009, condividendolo in un tavolo di concertazione sviluppato con tutti i soggetti interessati e portatori di interessi; ● la necessità di produzione e utilizzo di idrogeno “verde” in Umbria; ● l’auspicio che l’Università di Perugia possa sviluppare e potenziare competenze scientifiche, tecnologiche e formative su questi temi, anche utilizzando le risorse del PNRR; ● l’utilità di una campagna informativa promossa dalla Regione Umbria nelle scuole di ogni ordine e grado per far crescere nei giovani la consapevolezza d’intervento per l’energia, per l’ambiente, per le buone pratiche dei cicli sul riciclo e, laddove necessario, per lo smaltimento dei rifiuti meno dannoso possibile. . SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

PER L’UNITA’ SOCIALISTA

  di Mauro Scarpellini – Resp. Amm.vo Socialismo XXI |   (FEBBRAIO 2022) Riflettevo coi parenti sulla denominazione di partiti e movimenti per capirne la ragione. Ci fu quercia e margherita, asinello e elefantino poi scomparsi, senza vita, in gran fretta o pian pianino. Quelli che vediamo adesso, e confesso, son perplesso, hanno nomi ben studiati da strateghi patentati. Forza Italia, fo per dire, ci vorrebbe far sentire e sportivi e patrioti come se fossimo idioti. Un buon nome fermo, statico, ha il Partito Democratico; via da ogni ideologia; scelse metodologia. Fantasioso a più non posso c’è un bel nome di gran lusso di un albergo a cinque stelle ed infatti fa scintille. Preparavan secessione e, guarda la contraddizione, il nome Lega, invece, unisce. Dove andran non si capisce. Come possa poi la fiamma suscitare fratellanza ? Conosciamo il vecchio dramma. Noi tifiamo Resistenza. Un’Italia tramortita dal job’s act e altri tranelli l’han chiamata Italia Viva. Ci hanno preso pei fondelli ? Or quei nomi conosciuti non trasmetton contenuti, sono privi di visioni, servon solo all’elezioni. Ci son gruppi e associazioni che dovrebbero provare ad unir le indicazioni, ad unirsi e lavorare per far bene per l’ambiente cosa che vuole la gente –, per la pace ed il lavoro son bisogni chiesti in coro –, per le fonti d’energia, per l’intera economia, per dare a tutti qualità della nostra sanità, per il clima impertinente, per quelli che non hanno niente, per rifare duratura e  sana la magistratura, per gestir correttamente gli emigrati e quella gente senza patria e con la fame che ci chiede un po’ di pane, per sancire sicurezza, per far godere la bellezza del turismo nazionale che all’Italia non fa male, per l’aiuto ai sindacati ad aumentare i tutelati, per ricerca ed istruzione servon sforzi a profusione, per i giovani nostrani il lavoro a piene mani, per gestir tutte le opzioni contro discriminazioni pei diritti nel civile, opportunità al femminile. Tutto quel che c’è da fare questo elenco può allungare; quel che conta è volontà di formare l’unità. Questa Europa, istituzione, va difesa anche nel nome, ma per noi è fuori pista ogni legge liberista. Poteri forti, prepotenti, voglion tutti soccombenti per affari poter fare ed i danni non pagare. Ora, gruppi e associazioni risvegliate i sentimenti, non restate dormiglioni, realizzate i vostri intenti. Tutto quanto c’è da fare è compreso nei valori, è socialismo popolare; non smorzate i vostri ardori. Un movimento di riscossa attende sol la prima mossa. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

“IL TAVOLO DI CONCERTAZIONE”

  di Aldo Potenza – Presidente Socialismo XXI |   (Una sede permanente d’incontro per costruire un partito di orientamento socialista e superare la diaspora). L’idea è nata circa due anni fa. Fu la risposta a una domanda: come è possibile superare la diaspora e allargare il campo delle adesioni all’idea di costituire in Italia una forza politica di orientamento socialista? Ovviamente avevamo ben presente le difficoltà. Anni di divisioni, di feroci polemiche, non si superano con accorati e generici appelli all’unità, ma occorre una paziente opera per vincere le diffidenze, avvicinare le diverse esperienze politiche, sconfiggere vecchie ruggini, armonizzare analisi e progetti sul presente e sopra tutto sul futuro dell’Italia, dell’Europa senza pretese egemoniche e con l’umiltà di chi cerca le ragioni dell’unità senza la pretesa di essere sempre stato dalla parte della ragione. Così Socialismo XXI avanzò l’dea di un tavolo di concertazione, una sede permanente d’incontro dove ciascun partecipante potesse mantenere la propria autonomia politica ed organizzativa, ma fosse disponibile, come Socialismo XXI, a compiere una esperienza utile a verificare le possibili convergenze politiche e programmatiche nell’intento di arrivare successivamente a costruire un partito di orientamento socialista. L’inizio fu promettente: circa 17/18 organizzazioni si resero disponibili e gli incontri avvennero a distanza a causa della pandemia. Il passo successivo fu la proposta che Socialismo XXI avanzò al segretario Maraio del PSI, che partecipò ai primi incontri del tavolo in questione, di organizzare una Conferenza nazionale sulla attualità del socialismo in Italia, invitando Sindacati, Fondazioni socialiste, intellettuali di orientamento socialista e i partiti di sinistra. Alla fine del mese di luglio del 2020, ne parlammo con il segretario del PSI che si dichiarò disposto a lavorare in tal senso appena terminate le elezioni amministrative. Purtroppo alle parole non seguirono le azioni. Oggi siamo di fronte a nuovi cambiamenti della politica italiana, forse potrà tornare una legge elettorale proporzionale, è quindi il momento di riprendere il lavoro politico organizzativo per dare all’Italia un partito di orientamento socialista. Socialismo XXI ha indicato e organizzato una sede di incontro con il Tavolo di Concertazione, ha suggerito, più di un anno fa l’idea di una convention nazionale per affermare l’attualità di un tal partito. Non pretendiamo che le nostre proposte siano accolte, ma se ci sono altre idee che abbiano le medesime finalità, finalmente qualcuno parli ed agisca altrimenti “domani” potrebbe essere troppo tardi.       SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

NASCITA DELLA ASSOCIAZIONE NAZIONALE SOCIALISMO XXI

di Aldo Potenza – Presidente di Socialismo XXI | Le ragioni politiche che hanno indotto diversi compagni ad abbandonare il PSI dopo le note vicende degli anni ‘90 e quelle più recenti, dovute alla disinvoltura con cui il partito si rendeva disponibile a sostenere azioni parlamentari che rinnegavano la storia politica dei socialisti italiani e che, a nostro avviso, erano in evidente contrasto con la matrice culturale del socialismo democratico, hanno disperso i socialisti in diverse organizzazioni che, pur mantenendo in vita una testimonianza della vitalità socialista, rendevano e rendono tuttora i socialisti privi di rilevanza politica. Nel 2017 tre compagni, tra cui il sottoscritto, il compianto Dario Allamano di Torino e Vincenzo Lorè di Taranto, pur consapevoli dei deludenti risultati conseguiti da chi aveva tentato la strada del superamento della diaspora, decisero di avviare una intensa campagna promozionale per organizzare un incontro a Livorno di tutti i compagni disponibili a riprendere il cammino comune. La scelta di Livorno voleva essere un chiaro segnale di unità rivolto non solo ai socialisti di più recente tradizione, ma anche a coloro che scelsero un diverso orientamento e che i fatti seguenti alla caduta del muro di Berlino a nostro avviso avevano definitivamente chiuso ogni giustificazione alla separazione. Il 24 marzo 2018 all’incontro si presentarono 249 compagni provenienti da 13 regioni. Fu un successo inaspettato anche perché a differenza delle altre occasioni, la convocazione non fu promossa da riconosciuti leader politici che ebbero un ruolo rilevante, ma da compagni privi di una storia politica di rilievo nazionale. Concludemmo con un documento, votato all’unanimità, che individuò, dopo una analisi politica generale delle condizioni dell’Italia, sia le convergenze politiche, sia l’impegno a non “costruire un recinto identitario chiuso e autoreferenziale”, non un movimento nostalgico, ma una comunità di orientamento socialista inclusiva capace di offrire un orizzonte di impegno politico a tutti gli italiani. Consapevoli che un simile obiettivo richiede la elaborazione di proposte programmatiche capaci di offrire risposte alle tante questioni poste della condizione europea ed italiana, decidemmo di organizzare, in tempi ragionevolmente brevi, una conferenza programmatica nazionale a Rimini. La preparazione su schede provvisorie, redatte dal sottoscritto con il contributo di pochi compagni, ci consentì di svolgere molti seminari con la presenza di numerosi partecipanti a Torino, Milano, Budrio (Emilia Romagna), Firenze, Roma, Napoli solo per citarne qualcuno. Infine a Roma si svolse un incontro con gli intellettuali di area socialista o di orientamento socialista come, ad esempio, il compagno Salvatore Biasco, Aldo Ferrara, Giuseppe Scanni, Felice Besostri. Così nei giorni 8, 9 e 10 febbraio 2019 allestimmo 12 tavoli tematici coordinati da diversi compagni che avevano risposto positivamente al nostro appello e tra costoro si aggiunse anche un compagno proveniente dal PCI Renato Costanzo Gatti. Si iscrissero ai tavoli per discutere ed approvare i documenti finali circa 112 compagni. Al termine, alla presenza di oltre 300 partecipanti fu approvato il documento politico generale, lo statuto della associazione Socialismo XXI e gli organi di coordinamento nazionale nelle persone di Aldo Potenza Presidente;  vice presidenti: Silvano Veronese (già vice segretario generali della UIL) Giuseppe Scanni (professore universitario e un tempo stretto collaboratore di Craxi in politica estera), Mauro Scarpellini (già segretario confederale della UIL), Vincenzo Lorè, Dario Allamano, Luciano Vita e Alberto Leoni. Successivamente si svolse una intensa campagna organizzativa al termine della quale l’associazione oggi dispone di coordinatori regionali in Piemonte/Val d’Aosta, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. A cui occorre aggiungere un importante riferimento in Molise. L’impegno successivo si è svolto su tre versanti diversi. Il primo: la ricerca di tutti i gruppi socialisti esistenti per comporre un tavolo che abbiamo denominato CUS, ovvero Comitato per l’Unità Socialista a cui oltre 17 organizzazioni, PSI compreso hanno dato l’adesione. Il secondo: ha riguardato il coinvolgimento, nelle forme possibili, delle Fondazioni socialiste. Il terzo: che rappresenta l’impegno attuale, l’istituzione di un Tavolo di Concertazione con associazioni, organizzazioni politiche e liste civiche motivate da impegni coerenti con l’orientamento politico programmatico che a nostro avviso deve avere un partito di orientamento socialista. Affidando preferibilmente il compito di favorire il processo unitario a compagni non appartenenti a Socialismo XXI che deve essere solo un organismo partecipante alle iniziative dei tavoli al pari di tutti gli altri soggetti. Il metodo che ispira la nostra azione è simile a quello che fu adottato in Francia dopo il disastro della SFIO e che ad Epinay nel 1971 portò Mitterand, che socialista non era mai stato, alla guida del PSF. Ovviamente abbiamo tratto insegnamento dal METODO che fu seguito per comporre il consenso necessario al superamento delle organizzazioni di provenienza e per la confluenza in un unico partito. Abbiamo, infatti, sin dall’inizio del nostro impegno sempre affermato che il superamento della diaspora anche se fosse stato possibile, non sarebbe stato sufficiente a restituire all’Italia un partito di orientamento socialista capace di svolgere una autorevole azione politica. Riguardo al superamento della diaspora dobbiamo prendere atto della indisponibilità di molti soggetti che pur avendo partecipato al CUS (Comitato per l’Unità Socialista) condizione che non imponeva nessuna forma di limitazione della propria autonomia, hanno preferito successivamente sottrarsi all’impegno di un lavoro di ricerca politica e programmatica comune. Resta quindi l’impegno, su cui recentemente è iniziato il nostro lavoro, di comporre un tavolo di concertazione tra soggetti anche non di tradizione socialista che abbiano finalità programmatiche affini a quelle da noi sostenute per la costituzione di un partito di orientamento socialista. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

SOCIALISMO XXI CAMPANIA

COMUNICATO STAMPA | Aldo Potenza e p.c. all’Ufficio di Presidenza Socialismo XXI In data 14 gennaio 2022 si è tenuta una riunione (videoconferenza) del Coordinamento Regionale della Campania per programmare le attività in relazione a quanto definito dall’Ufficio di Presidenza nazionale nel mese di dicembre’21 e di procedere al riassetto della sttruttura organizzativa della Campania consapevoli del lavoro da intraprendere nelle prossime settimane. Dopo un fruttuoso dibattito, si è convenuto: ● In rimerimento alle conferenze Regionali e a quella Nazionale, il coordinamento regionale invita l’Ufficio di Presidenza nazionale a un approfondimento sulle date per consentire tali appuntamenti di tenersi in presenza per agevolare la più ampia partecipazione. ● In relazione all’assetto organizzativo del coordinamento campano su proposta del Coordinatore Regionale Francesco Barra, è stato eletto all’unanimità dei presenti, nuovo coordinatore della Campania il compagno Alessandro Zampella. Tale scelta si inserisce in una politica di investimento sulle nuove generazioni e con una forte caratterizzazione dei valori socialisti. Affettuosamente Francesco Barra SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

RAFFAELE ROMANO: INTERVISTA ALDO POTENZA

di Raffele Romano – Nuovo Giornale Nazionale Come mai in Italia non c’è traccia significativa di un partito socialista? La scomparsa riguarda tutti i Partiti, nessuno escluso, del vecchio quadro politico della 1^ repubblica, anche se il PSI – in termini di quadri dirigenti – ha pagato il prezzo piu’ salato. Potrei rispondere che in Europa non c’è una magistratura che, come ha sostenuto Palamara nel suo libro intervista, “può, con l’ausilio di un ufficiale di polizia e due giornalisti se d’accordo, distruggere qualsiasi cittadino”. In Italia ha fatto molto di più ha contribuito a cancellare, al di là di responsabilità proprie di gruppi dirigenti, addirittura i partiti che hanno scritto ed approvato la Costituzione e hanno reso l’Italia un Paese più civile, piu’ sviluppato, piu’ moderno. Alcuni settori della magistratura avevano l’ambizione di “rivoltare l’Italia come un calzino”. Tradotto significa aversi voluto sostituire alla politica dei partiti per via giudiziaria, ma, come si è visto ed era prevedibile, in tal modo si distrugge ciò che c’è, ma non si costruisce, anzi si aprono le porte a diverse avventure, non solo intrise di populismo ma anche di vocazioni autoritarie. Il risultato è che sono scomparsi negli anni 90, uno dopo l’altro per vari e diversi motivi, il PCI, la DC, il PSI (con il PSDI), il PRI, il PLI e persino MSI che, seppur fuori dal “quadro costituzionale” avrebbe dovuto beneficiare di questa disavventura. Non vi è dubbio che – prima ancora della vicenda “mani pulite” si era manifestata  una crisi di sistema in termini di assenza di  strategie di grande respiro  in tutti i partiti,  incapaci ad affrontare l’evoluzione dell’economia a livello globale, le difficoltà a competere – come sistema economico –  in questa nuova dimensione della globalizzazione dei mercati, le difficoltà di bilancio pubblico e la crisi del welfare non solo, quest’ultima, per i crescenti bisogni sociali ma anche per la sua sostenibilità. La caduta del muro di Berlino aveva aperto la strada verso un profondo cambiamento delle condizioni in cui aveva vissuto il mondo fino ad allora ed in particolare l’Europa, ma ha trovato i Partiti impreparati o indisponibili a misurarsi con una nuova realtà attraverso un loro profondo rinnovamento, anche culturale oltre che comportamentale.  Una nuova realtà che poneva nuove condizioni e nuovi rapporti sociali e nuove aspettative emergenti dalle generazioni piu’ giovani. In Europa aveva preso piede una crisi delle socialdemocrazie, anch’esse in ritardo nel capire il mondo che cambiava, paghe del fatto che negli anni post-bellici avevano costruito un modello sociale di mercato, esempio per tutto il mondo. Ma il mondo, anche nel modo di pensare nel frattempo era cambiato rispetto al dopoguerra.  Ma, specialmente in Italia, la crisi del quadro politico si è manifestata piu’ evidente, piu’ pesante, ed in questa situazione determinati grandi interessi hanno creduto di risolvere la questione per via giudiziaria, puntando a soluzioni tecnocratiche a-democratiche. Il PCI pensava di giocare la sua “golden share” quale  più forte partito comunista d’occidente legato al mondo del lavoro, che già si era  trincerato in una ipocrita diversità, non puntando alla  ricerca del superamento delle divisioni del 1921, ma pensando di salvare se stesso dimenticando le origini e la sua cultura, ponendosi come garanzia di stabilità del nuovo sistema  e trasformandosi in un contenitore senza identità se non quella di puntare e stare al governo a qualsiasi costo e per qualsiasi orizzonte sociale del Paese. Quella parte del PCI/PDS che non è naufragata nella dispersione in diverse microformazioni nostalgiche ha concorso costituire quell’amalgama mal riuscito (il PD) che ha deluso, allontanandosi da essi, i ceti popolari e sociali di riferimento della vecchia sinistra. I socialisti tentarono di percorrere la strada dell’unità a sinistra, non solo dopo l’89, ma anche molto prima senza trovare risposta. Voglio ricordare che Craxi, nel 1981, nel tentativo di superare vecchie anacronistiche divisioni e di favorire una reale svolta politica del PCI, tramite Eugenio Scalfari, fece pervenire a Berlinguer un messaggio in cui si dichiarava pronto a rompere con la DC per formare un governo con i partiti laici se c’era l’appoggio esterno del PCI. Ancora nel 1982, con il governo Spadolini, sostenne che “toccava ai comunisti muoversi nella direzione seguita dai socialisti” e nel 1983 al congresso del PCI rivolse il medesimo invito. Infine promosse anche l’ingresso dei comunisti nell’internazionale socialista. Ma con il Congresso di Bari, Bettino Craxi – forse deluso dal mancato rinnovamento di indirizzo dei giovani successori di Berlinguer, forse anche stanco e malato, malgrado le  riserve di importanti compagni  dirigenti del Partito rilanciò la scelta della coalizione – ormai logorata – con una  DC che già aveva mostrato la sua crisi non riuscendo –  da partito di maggioranza relativa –  ad esprimere per ben due volte la guida del governo ed ancora un anno dopo, nel 1993,  una terza  volta con il governo Amato.  Il PCI (ed il suo successore, come tale solo nominalmente, il PDS) ha preferito non fare i conti con la propria storia con il risultato di immergersi in una nuova realtà (con tutte le gravi contraddizioni prima descritte), una realtà   che è stata ben descritta da Barbara Spinelli nel suo bel libro “Il sonno della memoria”. Nessuno in Europa ha avuto l’avventura di avere in casa un partito comunista così forte e così ostile ai socialisti ed al rinnovamento della sinistra. Non trascurerei anche il diffondersi in Europa della cultura neoliberista che non riguardò solo la politica economica della Thatcher, fortemente avversata dai socialisti in Italia e da Craxi, basterebbe ricordare la forte resistenza contro le privatizzazioni che indebolivano l’economia italiana. Sconfiggere i socialisti quindi era un disegno politico ed economico che coinvolgeva molti grossi interessi. Così sono entrati in campo nuovi protagonisti che hanno creato contenitori senza identità rendendo più complessa la ricostruzione, su nuove basi, su idee moderne, con strategie convincenti di partiti forti e dotati di una matrice culturale, con capacità e competenze di governo adeguate al mondo in cambiamento. Purtroppo questi nuovi contenitori, o meglio  comitati elettorali e di interessi personali o di gruppo o …

IL PNRR NEL SOCIALE VENETO E VICENTINO

    di  Alberto Leoni – Coordinatore Socialismo XXI Veneto |   Il Piano europeo, noto come Pnrr, porta in Veneto 108 milioni per il sociale. Entro il 21 gennaio, i 21 ambiti territoriali veneti (gli attuali distretti delle 9 Ulss) dovranno inviare la propria candidatura con una idea progettuale nelle aree previste: genitorialità vulnerabile, autonomia anziani non autosufficienti, rafforzamento della rete dei servizi sociali di base, disabilità, povertà estrema. Per alcune aree ogni ambito territoriale ha concrete possibilità di avere almeno un finanziamento triennale: ad esempio nella disabilità verranno finanziati 58 progetti di accompagnamento alla autonomia, sia abitativa sia nel lavoro, con una media di 715 mila euro a progetto nel triennio 2023/2025 che sarà il presumibile arco di tempo di svolgimento delle azioni. Si tratta comunque, nel complesso, di finanziamenti che per l’80% si configurano come spesa corrente. I tempi sono strettissimi per la elaborazione dei progetti. Entro il 31 marzo 2022 vanno presentati gli “esecutivi”. I Comuni, i veri protagonisti, hanno quindi una grande opportunità: avviare nuovi servizi in aree molto complesse, rafforzare quelli esistenti, predisporre soluzioni innovative ma semplici sul piano gestionale. Questa, ad esempio, è l’occasione giusta per incentivare il cohousing come forma leggera dell’abitare, assieme, a bassa soglia di intensità assistenziale, salvaguardando spazi personali; mettere a regime reti di famiglie “tutor” che si occupano di sostenere famiglie in difficoltà edi aggredire la povertà educativa di tanti, troppi minori della nostra provincia; attivare una domiciliarità utile alle famiglie che assistono anziani non autosufficienti, anche utilizzando strumenti digitali e la telemedicina. E soprattutto costruire o rafforzare l’infrastruttura fondamentale: ovvero il servizio sociale di base preposto alla presa in carico della persona bisognosa, collegato ai servizi sanitari, a quelli educativi, a quelli del lavoro. Un Servizio Sociale nuovo, che non si limita a “rammendare gli strappi “ma cuce relazioni di inclusione sociale, sa attivare la Comunità locale ed i suoi attori. Può nascere dalla gestione del Pnrr una nuova cultura del sociale. E per farlo ha bisogno di professionisti, di associazioni, di reti. E’ questo il senso del percorso “dalla cura al prendersi cura” che potrebbe essere lo slogan del Pnrr sociale vicentino e veneto. Una nuova cultura anche nell’uso delle risorse. Qui non ci sono soldi da spendere (creeremmo solo ulteriore debito). Ci sono soldi da investire in servizi e (in misura minore in strutture e strumenti). Nel momento in cui si scrive ognuno dei 175 progetti veneti (25 stimati nel vicentino) bisogna aver chiaro come si procederà alla fine del triennio quando termineranno le risorse europee del Pnrr. Chi garantirà le risorse necessarie al funzionamento? Solo lo Stato e le istituzioni periferiche? Quali nuovi strumenti, anche di finanza etica, useremo? Quale partecipazione della Comunità locale, magari attraverso una contenuta mutualità? E le Fondazioni Bancarie e quelle di Comunità potranno giocare un ruolo molto concreto, se la Regione saprà coinvolgerle?     SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it