LA NOSTRA RISPOSTA A MARTELLI: L’IDEA SOCIALISTA E’ VIVA E NON PUO’ ESSERE RIMOSSA

    di  Silvano Veronese – Vice presidente Socialismo XXI e Alberto Leoni  Coordinatore Nazionale Unità Socialista|   Caro Claudio, il nostro Presidente compagno Aldo Potenza, trovandosi ricoverato  in Ospedale a Perugia per sottoporsi ad un delicato intervento (a Lui rivolgiamo i più affettuosi auguri di pronta guarigione), ci incarica di rispondere alla Tua cortese lettera, pubblicata anche sull’Avanti! in edicola in questi giorni. L’abbiamo apprezzata per la disponibilità al confronto, per la chiarezza delle intenzioni del Tuo progetto, ma anche per l’attenzione che hai riservato alle nostre osservazioni e per la quale Ti ringraziamo. Nello scambio di opinioni intercorso, avrai certamente compreso che non è intenzione della nostra Associazione “Socialismo XXI” né divenire nè favorire la nascita dell’ennesimo “partitino” socialista di cui non si sente il bisogno: è capitato spesso in questi ultimi vent’anni e Tu giustamente lo hai criticato nella Tua lettera. Il nostro è un tentativo  “dal basso” di vari compagni, molti compagni di base, che non nutrono ambizioni personali se non quella di rivitalizzare – come anche Tu affermi – l’idea socialista offuscata e persino rimossa da spregiudicati ed interessati commentatori politici, operatori dell’informazione, studiosi. Sembra per costoro che la gloriosa storia di un Partito che ha modernizzato l’Italia, nel progresso sociale e nella libertà, non sia mai esistita. Non è superata l’idea che il socialismo non sia solo una ideologia del secolo scorso, ma sia anche un modello di vita e di comportamenti sociali; è un modello di organizzare la società che aiuta gli ultimi ad esserlo meno;  che fa sentire, in una società più libera, ma certamente più diseguale, meno solo chi oggi lo è. Riteniamo anche che un socialismo umanitario debba valorizzare il merito, la professionalità, l’impegno della persona “liberando” le molte energie positive individuali e collettive che permettono un progresso per l’intera società. Non possiamo pensare di essere soli nel portare avanti questi intendimenti; ci sono soggetti individuali e collettivi, figli di altre culture (ma contigue e non contrastanti la nostra) che possono essere “compagni di viaggio” che arricchiscono il recinto del “riformismo”. L’unico modo per verificare la possibilità di una tale convergenza, anche organica e non solo elettorale, è rappresentato dal confronto e dalla condivisione di una piattaforma programmatica costruita sulle risposte concrete che il Paese da anni attende. Urgono  riforme e soluzioni quotidiane ai gravi problemi che investono l’Italia, anche da prima dello scoppio della grave pandemia virale. Hai elencato una serie di prese di posizione, Tue e degli amici dell’Avanti! su vari problemi ed in linea di massima esse sono in sintonia con nostre posizioni che abbiamo elaborato in 12 tesi (nella nostra Conferenza costitutiva di Rimini dell’inizio del 2019), in quattro videoconferenze organizzate dal Tavolo di confronto del C.U.S. (Comitato aperto ad altre associazioni di ispirazione socialista) sui temi della salute e del governo della pandemia, del lavoro, dello sviluppo produttivo e dell’economia reale, della scuola. Il materiale di questi lavori è raccolto nel sito web di “socialismo italiano 1892” che ha anche il ruolo di archivio delle nostre pubblicazioni e prese di posizione. Abbiamo adesso in animo di organizzare altri tre momenti di approfondimento aperto sui temi delle riforma fiscale, della riforma istituzionale, della riforma della giustizia e della Magistratura. Prendiamo atto della Tua importante iniziativa sul secondo tema che riteniamo di comune interesse sulla quale potremo dare un nostro contributo. Ci farebbe, in particolare, piacere averti come relatore sul tema, già in agenda governativa, già oggetto dell’avvio di una campagna referendaria della riforma della giustizia e della magistratura. Molte resistenze stanno cercando di affievolire l’iniziativa, in materia, del Governo Draghi e non sarebbe male che, almeno su questa battaglia, tutti i socialisti, tutti i sostenitori dello Stato di diritto e della “giustizia giusta” si ritrovassero vicini. Rimangono due aspetti sui quali Vi sono tra noi delle opinioni diverse. D’altronde non saremmo più socialisti…. Il primo aspetto: hai definito, con chiarezza, non utile la politica dei “due tempi”, cioè il nostro intendimento di “riunire prima i socialisti” poi, in seconda battuta, “ i riformisti”. Premesso che – come anche Tu hai spesso ricordato anche sull’Avanti! – non c’è mai stato un riformismo liberale, si tratta di vedere – programmi alla mano – quale riformismo intendono praticare alcuni possibili interlocutori e persino alcuni gruppi socialisti che in questi anni si sono aggregati o integrati con forze conservatrici o populiste-sovraniste. Se una aggregazione non deve corrispondere solo a calcoli elettorali o ad aspetti organizzativi che anche Tu condanni, l’unico modo di verificare le convergenze è di verificarle sui contenuti delle proposte politiche e non sugli schieramenti. Nel pieno rispetto della Tua opzione (NO ai “due tempi”), pur diversa ma non in conflitto  con la nostra, noi continueremo a covare l’ambizione di rimettere insieme i tanti, se non tutti, socialisti dispersi nella diaspora ed altri  che si sono rifugiati nella scelta dell’astensione per non abbandonare gli uni e gli altri ad un triste destino di emarginazione politica. Il secondo aspetto riguarda Carlo Calenda. Una persona di spessore, che tu hai assunto come interlocutore privilegiato. In contrasto con questa Tua disponibilità,  Calenda – come si legge dalla sua intervista a “Repubblica” – sembra ora  perseguire un disegno,  che consideriamo alternativo, di aggregazione con forze anche a forte orientamento liberista. Nessun cenno ai  socialisti né alla Tua disponibilità. Analoga “rimozione” anche nell’appuntamento di Milano con gli stessi soggetti collettivi allargato anche ai centristi di Tabacci, a “Base” di Bentivogli ed ai Verdi “riformati” di Sala. Non c’è traccia di un riferimento a Te ed ai socialisti. Ci sembra un atto di ingenerosità nei Tuoi confronti e l’ennesima manifestazione di rimozione nei confronti dei socialisti. Non trovi? Se questa posizione dovesse perdurare, non Ti sembra necessaria la costruzione a sinistra (ovviamente una sinistra “di governo”) di una “gamba” di orientamento socialista come abbiamo piu’ volte sostenuto, evitando confusioni politiche, non in nome di una purezza sterile, con chi ignora la nostra esistenza ed una necessaria omogeneità di visione del presente e del futuro con essa ? Avremo modo di continuare un nostro …

GIUSTIZIA SOCIALE E LIBERTA’

    di  AldoPotenza– Presidente Socialismo XXI |   Il riformismo liberale non è mai esistito perchè il riformismo è sempre stato socialista | Il “progetto Avanti! e Martelli” è rinascita socialista o seduzione lib-lab? Ci riferiamo non tanto all’evento-dibattito in video conferenza che Claudio Martelli con gli “amici dell’Avanti!” ha organizzato per il 30 aprile per festeggiare il 1° maggio ed un anno di attività del nuovo Avanti!, quanto a quella iniziativa, richiamata con entusiasmo anche da Carlo Calenda (uno degli intenventori del programmato dibattito), tesa ad una rinascita del Socialismo e del Riformismo su basi — secondo i proponenti — nuove ed allargate, non “reducistiche” ed in una veste aggiornata che superi la contrapposizione tra socialismo e liberalismo. Il compagno Claudio Martelli afferma di voler ripercorrere il cammino interrotto di Carlo Rosselli, imperniato su una sintesi, da tenere in equilibrio, tra i valori dell’uguaglianza e della giustizia sociale e della libertà. Carlo Calenda gli ha risposto affermativamente con una piena disponibilità. Il percorso culturale e politico di Carlo Rosselli, chiuso drammaticamente con il suo barbaro assassinio ad opera della marmaglia fascista, è stato praticato anche da G.L. e dal Partito d’azione. Certamente non ignoriamo che in Gran Bretagna fu un grande liberale, Lord Beveridge (e non i laburisti), a promuovere lo Stato sociale (welfare state) e non possiamo nemmeno dimenticarci l’alto contributo di altri grandi liberali, come Keynes e Dahrendorf, nell’indicare e proporre al mondo dottrine economiche e sociali molto avanzate e progressiste. E per venire alle vicende di casa nostra, non ignoriamo il contributo della sinistra liberale fondatrice del partito radicale di Villabruna, Valitutti, Carrandini ed in particolare Pannunzio direttore del Mondo con la sua l’idea della “TERZA FORZA” che avrebbe voluto mettere assieme in un Partito le culture e le presenze socialiste, socialdemocratiche, repubblicane e liberal-progressiste, superando i vecchi steccati. Questa ipotesi di casa nostra, però, naufrago, come anni prima naufragò la breve esistenza del Partito d’Azione, oggi evocato da Carlo Calenda. Ipotesi di dar vita organicamente ad una “Terza forza” (tra le due “chiese” quella democristiana e quella comunista) non venne all’epoca accolta né da Nenni e Saragat impegnati, dopo Pralognan, a dar vita all’unificazione socialista né da Ugo La Malfa che con Visentini e Reale (già azionisti) avevano combattuto nel PRI il repubblicanesimo tradizionale di Pacciardi. Anche i socialisti ex azionisti come Lombardi e Codignola non la presero in considerazione. Ognuno, forse, aveva le sue buone ragioni per rifiutare l’ipotesi lib-lab o forse i tempi non erano maturi per collegare una piattaforma in cui libertà sociali e civili, eguaglianza e giustizia sociale avessero pari dignità e valore, o forse perché il riformismo liberale — come ricordava di recente lo stesso Claudio Martelli – non è mai esistito perchè il riformismo è sempre stato socialista – in quanto chiedeva che i “lavoratori e gli umili (e non le èlites) fossero protagonisti della democrazia e si facessero Stato. Oggi i tempi sono maturi per riproporla come indicano Carlo Calenda e Claudio Martelli? Non lo sappiamo, ma i proponenti ci dovrebbero spiegare prima i motivi per cui sono fallite le precedenti esperienze, da G.L., in poi. Ai socialisti, dispersi in mille rivoli in una diaspora insopportabile, chiediamo invece, pur se sono convinti della bontà di questa ipotesi aggregativa liberal-socialista, perché come primo atto non danno corpo e anima) ad una “Epinay italiana” come quella originale transalpina, la quale oltre a riunire i vecchi pezzi separati in varie correnti della tradizionale SFIO — portò nuove linfe al socialismo libertario francese come i radicali-repubblicani di Mitterand e Mendes France, i cristiano sociali di Delors, Malie e Chérèque, i giovani sessantottini socialistizzanti di Rocard? “Socialismo XXI” ha promosso un Tavolo di concertazione aperto, e senza preclusioni di sorta, senza pretese egemoniche, per discutere di queste cose e per lanciare ed attuare un progetto rifondativo di un soggetto politico di ispirazione socialista, democratica e libertaria. Perché Claudio Martelli non ritiene che, per “innestare” il socialismo in un soggetto collettivo moderno, più ampio e aperto, sia opportuno prima tentare dì rimettere insieme i “frammenti” dispersi della diaspora socialista? Saremmo interessati a confrontarci con Lui e con chi condivide la sua ipotesi. PUBBLICATO SU   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

DECISIONE ASSUNTA DALL’ASSEMBLEA DI SOCIALISMO XXI LAZIO

COMUNICATO STAMPA | L’Assemblea dei socialisti laziali partecipanti all’Associazione Socialismo XXI secolo, riuniti nell’unica sede romana socialista- rimasta tale a costo di straordinari sacrifici dei socialisti romani e italiani- che ha sede nella storica antifascista Garbatella, preso atto delle decisioni e delle dichiarazioni dei responsabili della Federazione romana dei socialisti del PSI, dichiarano che: a) I socialisti, impegnati alla composizione della diaspora che ha frantumato una componente essenziale alla vita democratica della nazione, respingono in toto le decisioni – contrarie a quanto precedentemente concordato con una delegazione ufficiale del PSI guidata dal suo segretario- di partecipare direttamente o indirettamente alle primarie indette dal PD per la scelta del candidato sindaco della Capitale; b) I socialisti non iscritti al PSI ma aderenti alla Associazione Socialismo XXI secolo rifiutano qualsiasi commistione presente e futura con il Movimento 5 Stelle, che nasce e si è sviluppato come alternativa alla democrazia rappresentativa; c) I socialisti, non catalogabili come cooperanti al fu renzismo o all’attuale centrismo socio-populista rappresentato dal PD, dichiarano non possibile il voto a favore della ex penta stellata Granci in primarie delle quali disconoscono in principio la illegittimità democratica perché basata su un principio pseudo maggioritario estraneo al proporzionalismo che giudicano essenziale al ben operare delle Istituzioni; d) I socialisti rilevano altresì che la partecipazione alle primarie della ex penta stellata Granci- a nome dell’onorato e storico simbolo dei socialisti- appare un camuffamento della realtà, essendo chiaro che la conclusione ovvia della consultazione è già determinata nei fatti a favore del candidato del PD. Il candidato Gualtieri, se eletto, dovrà, infatti, forzatamente accettare l’obbligata alleanza nell’Assemblea capitolina coi 5 Stelle, così che si raggiungerà il massimo possibile esito dell’equivoco politico: l’unica possibile eletta pseudo socialista, Granci (socialista per nome ex legis) voterà – dopo essere uscita dai 5 Stelle-per una maggioranza possibile solo coi 5 Stelle; e) I socialisti romani e laziali riuniti nell’associazione Socialismo XXI secolo coscienti delle loro responsabilità legate agli spazi di rappresentanza che, ben al di fuori delle loro volontà,  traggono dal mondo del lavoro, dagli spazi sociali e culturali, da parte importante e certamente non minoritaria degli eredi diretti della tradizione socialista, si riservano, dopo le primarie, di valutare le possibili convergenze al voto per liste non centriste, non legate alla destra politica, ed autonome da logiche spartitorie del potere. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LA QUESTIONE COMUNISTA E LA CRISI A SINISTRA

Vertice Craxi-Berlinguer nel 1977 (al tavolo anche Manca, Pajetta e Napolitano) © LaPresse | di Rino Formica – Pubbicato su Il Manifesto | #ilmanifesto50. La pregiudiziale antisocialista non l’avete mai rimossa. Oggi il punto è: quell’eresia, la vostra eresia, trasformatasi per molti ma non per voi in abiura dell’intero orizzonte concettuale del movimento operaio, può ancora funzionare come lievito di un progetto di rigenerazione della sinistra e, ad essere più chiari, del socialismo? Cari compagni del manifesto, celebrare un assai significativo anniversario come i cinquant’anni del manifesto è soprattutto per me occasione di riflessione, mettendo a tesoro e con uno sforzo di riordino tra i ricordi, i momenti che hanno intrecciato la vostra storia con le vicende del partito socialista e i tanti momenti, anche recenti, del mio personale rapporto con il vostro «quotidiano comunista». Evitando espressamente le paludi che circondano spesso gli anniversari nelle cui acque scompare il pensiero auto-critico mentre affiorano abbondanti le nostalgie e i ricordi del passato. In primo luogo un dato emerge a partire da quel Comitato centrale dell’ottobre del ’69, denso e appassionato, nel quale il Pci discusse pubblicamente e risolse la Questione del Manifesto. Mi riferisco al dato, chiaro e chiarificatore, del rispetto e dell’attenzione che i socialisti riservarono a quel particolare e forse anche inaspettato dissenso, inaspettato per la sua valenza ideologica politica e culturale, che risaliva da quel corpo politico, il Pci, orgoglioso della sua forza e della sua «diversità» non più tale, quest’ultima, dopo quella rottura. Il corpo roccioso e unitario del Pci si apriva, sotto la forma della rottura, a quel pluralismo misconosciuto e vituperato che invece era la forma ordinaria nella quale si manifesta la complessità della politica e con la quale questa si de-ideologizza. La «questione» del manifesto fu rivelatrice di tante altre questioni. Per intanto, della produttività politica e non solo sociologica della stagione del ’68, destinata a frantumare tutte le rigidità ideologiche del mondo bipolare, mettendo in crisi il conservatorismo delle classi dominanti sia dell’occidente sia del blocco sovietico. Difficile negare il nesso tra la «questione» del manifesto e quel fermento nuovo che, in occidente prese il nome di «contestazione» e, al di là della Cortina di ferro, di «dissenso» che investì il vostro iniziale impegno e che, a ragione di quel nuovo fermento, dovette alimentare nei socialisti italiani quel filo di «simpatia», di attenta curiosità, di vigile aspettativa verso quel movimento «ereticale» che stava conoscendo, con voi, la versione nazionale del dissenso sempre più scopertocontro il sistema sovietico militare-burocratico-totalitario che dominava tutto l’Est europeo. Ma la mia amicizia, resa operosa anche dalle nostre numerose interlocuzioni e dai dialoghi ospitati dal vostro giornale, l’amicizia non strumentale dei socialisti per i compagni del manifesto e, anche, la convergenza realizzata in momenti straordinari della vita del Paese, come la lotta al terrorismo, le perplessità sulla strategia del compromesso storico, i dubbi sulla linea della fermezza durante il sequestro Moro, tutti questi momenti di contiguità, certamente segni di un comune «sentimento» non possono nascondere una estraneità di fondo delle relazioni strategiche tra «noi e voi». A dire il vero un residuo di «diversità», una alterità di antico lignaggio vi è rimasta addosso. E’ rimasto, nonostante i verdetti della storia e le determinazioni della politica, il vecchio principio secondo il quale la crisi della sinistra è risolvibile esclusivamente all’interno della «questione comunista», solo dentro il perimetro definito da quella tradizione comunque declinata anche nelle sua formula più ambigua, quella dell’alleanza «democratica», tanto indecifrabile quanto continuamente aperta a nuove trasfigurazioni, sempre centrata sul nucleo duro della alterità. Che può anche dirsi «pregiudiziale anti-socialista». La stessa pregiudiziale che agì, cento anni or sono, contro il riformismo di Turati considerato il «ventre molle» del movimento operaio, l’anello debole della «catena del valore» rivoluzionario e che l’intera esperienza del manifesto, pur con riconosciuta dignità culturale, non s’è data la pena di rimuovere. Oggi, il «ventre molle» del riformismo socialista farebbe comodo, sarebbe un solido argine e una credibile risposta alla destra vincente, anch’essa armata di quella pregiudiziale anti-socialista che viene agitata contro la sinistra, dopo averne svuotato i granai del consenso. Sul terreno di quella pregiudiziale convergono paradossalmente la destra populista e la sinistra non più popolare e fino a quando non sarà possibile la verifica storica e il recupero con il necessario aggiornamento teorico e politico del riformismo socialista, sarà difficile venire a capo della crisi sistemica e nostra, della sinistra, e si allontanerà la possibilità di riordinare il quadro politico paurosamente inclinato verso destra. Una alterità, un pregiudizio reso ancora più aspro dalla presenza di Craxi alla guida del Psi e, soprattutto, alla guida di una idea di sinistra rinnovata nel segno del socialismo europeo. L’opposizione al craxismo divenne dura e indistinguibile da quella del Pci. Non si stemperò neanche quando il dissenso degli intellettuali democratici dell’est Europa, che è stato uno dei terreni di qualificazione della vostra rupture, trovò concreta ospitalità nel Psi per un principio solidaristico e per rimettere in discussione quel modello burocratico-autoritario. Non ci fu dialogo neanche quando fu avanzata dai socialisti, alla fine degli anni ’70, la proposta della «grande riforma» istituzionale, ancorché grezza. Non riuscì a sollecitare un dibattito su una idea di riforma che era (o poteva essere) di realizzazione della Costituzione, tanto cara a Pietro Ingrao, un dibattito incagliatosi sul quel compromesso costituzionale che per gli uni era una inamovibile rendita politico-ideologica, per i socialisti un patto da rinnovare alla luce della evoluzione della democrazia repubblicana e dei nuovi rapporti che si andavano formando sul piano geo-politico. Ma questa oramai è storia. Lo scenario che si presenta davanti a noi è ancora più drammatico del tempo della fine della prima Repubblica che privò la democrazia del fondamento dei grandi partiti di massa. Ignazio Silone profetizzò che la sinistra si sarebbe orientata verso il socialismo democratico solo quando gli ex-comunisti sarebbero stati più numerosi dei comunisti, ma -oggi- tutta quella tradizione e tutte quelle «masse» sono state catturate dalla destra populista mentre la sinistra, abbandonata in quanto «novecentesca», qualsiasi prospettiva di socialismo riformista e alternativo, …

IL SOL DELL’AVVENIR

Semplici parole di un Compagno | Care Compagne e Cari compagni di “Socialismo XXI, chi Vi scrive ha fatto parte di quel tronco che si chiamò PCI. Quel tronco aveva, in comune con tutti i Socialisti italiani, le stesse radici che diedero vita, nel 1892, al Partito dei Lavoratori Italiani poi, Partito Socialista Italiano. Certamente, il mio tronco che nacque 100 anni fa e morì 30 anni fa, era quello di gran lunga più sbagliato ma, sono convinto, con la complicità anche del senno del poi, che anche in altri dei tanti tronchi da lì originati, errori, seppur di gran lunga minori, ce ne fossero stati. Da molto tempo sono alla ricerca di un nuovo tronco, proveniente da quelle comuni radici, su cui finalmente trovare una nuova Casa. La mia Casa, come quella per tutti Voi, non può che trovarsi nel Socialismo e, seppur ho tanto errato, non credo sia giusto il non potervi accedere. Spero dunque vivamente che la “profezia di Turati”, seppur fuori tempo massimo, almeno in parte – se non del tutto desidererei tanto – si avverasse. Eccomi dunque qui, davanti a quelle macerie di quella Casa che fu, per un certo periodo di Turati e Gramsci assieme! La mia ultima speranza siete Voi, care Compagne e cari Compagni: siete gli ultimi che possono ancora cercare di riunire tutti i Socialisti; questa grande famiglia che ha infinite sfumature e derivazioni, ma che è l’unica che anche nel XXI° secolo, di fronte a problemi vecchi e nuovi – a cominciare da quelli ambientali – può ridare la forza, la volontà, la SPERANZA, di poter credere e lottare per un mondo di gran lunga migliore. La Vostra ambizione è quella di ricreare un grande PARTITO SOCIALISTA ITALIANO. La Vostra ambizione è la mia! Ma, sono assolutamente convinto che il primo fondamentale passo per cercare di ricostruirlo non possa che passare dietro ad un coinvolgimento di tutti i vari Socialisti nelle loro differenze che però, nel pieno rispetto del loro pensiero e della loro sensibilità, devono avere un comune fine: quello di creare una DEMOCRAZIA che faccia suoi veramente i principi che stavano alla base della Rivoluzione Francese e che mai però, nessuna società e nessuna nazione, hanno saputo metterli pienamente in opera e rispettarli nella loro grandezza e pienezza. Grazie per l’attenzione e con tanto affetto Vi saluto e Vi abbraccio! Daniele Scarpetti SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

CALABRIA: IN VIDEOCONFERENZA PER DISCUTERE DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

COMUNICATO STAMPA | Giovedì 22 APRILE, alle 18.00 webinar organizzata dall’Associazione Socialismo XXI secolo, si è svolta una video conferenza sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’itroduzione è stata a cura del Responsabile economico di Socialismo XXI Renato Costanzo Gatti. Sono state proiettate e commentate delle slides che hanno disegnato, partendo dalla situazione depressa della nostra economia, gli obiettivi che il PNRR si pone per ridare sviluppo al nostro Paese. Sono stati anche illustrate le difficoltà e le opzioni politiche che il piano comporta. La discussione che è seguita ha messo in risalto il mutamento nella politica europea che questo piano comporta, così come la necessità di una visione chiara di come si vuol trasformare il Paese da lasciare alla Next Generation. L’incontro telematico ha visto la partecipazione del presidente dell’Associazione Socialismo XXI Aldo Potenza, il Responsabile comunicazione Vincenzo Lorè, gli iscritti calabri dell’Associazione con il Coordinatore regionale Santoro Romeo. Sono intervenuti inoltre, l’On. Sandro Principe, il Segretario provinciale del Psi di Vibo Valentia Gian Maria Lebrino, il Vice segretario del Psi di Catanzaro Domenico Marino, Antonio Scoditti socialisti Castrovillari, Rita Leoni in rappresentanza delle donne Psi di Catanzaro e Lamezia T., e per il Forum Riformista Francesca Straticò . Nel prossimo incontro, previsto per i primi di maggio, si getteranno le basi per un “Tavolo di Concertazione” socialista unitario per la regione Calabria. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

I SOCIALISTI IN PUGLIA SI ORGANIZZANO

di Fabio D’Aprile – Turi Web | Nasce il Coordinamento regionale dell’Associazione Socialismo XXI. Gianni Guerra è il referente per Turi | Si è costituito da qualche settimana il Coordinamento Regionale Pugliese del CUS (Comitato per l’Unità Socialista) che si pone l’obiettivo di realizzare un processo di riaggregazione politica ed organizzativa, dialogando con tutte le realtà dell’elettorato di sinistra al fine di costruire un nuovo progetto unitario e una piattaforma programmatica per la rigenerazione democratica e progressista del Paese. Promotore di questa iniziativa, in tutta Italia, è l’Associazione Socialismo XXI che, come si apprende dalla nota stampa divulgata, ha indicato Massimo Lotti come Coordinatore regionale. Il referente territoriale, invece, è stato individuato in Gianni Guerra, che abbiamo ascoltato per avere qualche notizia in più sulle premesse da cui parte questo progetto. «Riteniamo fondamentale – dichiara Guerra – ritornare a confrontarsi sui principi politico-ideologici e sui temi etici che imperversano nelle discussioni nazionali, partecipando in maniera attiva alle rapide evoluzioni che la società sta affrontando. Oltre al tema impellente delle drammatiche conseguenze socio-economiche dovute al Covid, non bisogna tralasciare riflessioni altrettanto importanti come, ad esempio, il disegno di legge Zan, che mira a rafforzare le misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e la disabilità». «In realtà – prosegue il referente turese – prima della pandemia, abbiamo pensato di ritornare a parlare negli spazi “vuoti”, provando a riportare la nostra comunità ad essere protagonista dei cambiamenti e non un soggetto passivo. Parlo di spazi “vuoti” poiché nella politica cittadina si avverte una forma imperante di autoreferenzialismo: si parla “a se stessi” e “per se stessi”, senza orientare la propria proposta verso la condivisione del bene comune. È il momento di uscire da queste logiche e mettere al centro i nostri giovani, promuovendo un’operazione culturale che li renda partecipi degli aspetti sociali». «Creare una forma di movimento inteso come apertura e accoglienza verso l’altro; aprirsi verso l’altro, qualsiasi sia la sua provenienza, italiana o straniera. Questo – osserva Guerra – è quello che manca nel nostro territorio: una concreta politica di integrazione che superi la paura del “diverso”; quella paura alimentata da slogan demagogici che fanno presa sulla “pancia” di un popolo vulnerabile, stanco di vedersi negare anche i più elementari diritti». «Un’altra parola chiave, assieme a condivisione e integrazione, è responsabilità. Ciascuno di noi – evidenzia il referente turese – ha il dovere e il diritto di rappresentare un paese diverso da quello che viviamo, accogliendo la sfida a mettersi in gioco in prima persona». «Prima della pandemia – conclude – ci siamo confrontati su tutti questi aspetti, ora è arrivato il tempo di metterci in cammino per realizzarli. Per seguire tutte le nostre iniziative o aderire al CUS potete visitare i siti www.socialismoitaliano1892.it e www.sempreavanti.info, nonchè le pagine e gruppi FB di Socialismo XXI e Sempreavanti». La nota del CUS: “Ripartiamo da Lavoro ed Ecologia”. «I Socialisti pugliesi che si raccolgono intorno a principi e idee dell’Associazione Socialismo XXI, alla presenza del Coordinatore Nazionale del Comitato di Unità Socialista (CUS), Franco Lotito, e del Presidente Nazionale dell’Associazione, Aldo Potenza, hanno individuato nella persona di Massimo Lotti la figura di Coordinatore Regionale dell’Associazione Socialismo XXI. L’Associazione, partecipando in maniera attiva al Comitato di Unità Socialista, intende così promuovere la sua opera di strutturazione territoriale in prospettiva della nascita di un nuovo soggetto politico che, ispirandosi alle vicende dei socialisti francesi, promuova una Epinay italiana al fine di raggruppare tutte le organizzazioni socialiste, ma anche singole personalità per riconsegnare all’Italia quella forza socialista, laica e liberale che da oltre trent’anni è assente dal panorama politico. I Socialisti dell’Associazione XXI Secolo, ritengono che oggi più che mai occorra rifondare un soggetto politico che, in continuità con i principi sanciti a Genova nel 1892 e rivendicando per intero la storia dei Socialisti italiani, sappia coniugare al futuro i valori imprescindibili dell’essere socialisti: Lavoro ed Ecologia. Il lavoro, per dirla con il Compagno Lotito, “significa rimettere al centro delle scelte politiche la ‘Persona’, rovesciando il modello di crescita neo-liberista basato sulla precarietà sociale e tornando a far crescere i posti di lavoro stabili. Questo vuol dire meno economia finanziaria e più economia reale. Il precariato ha ormai assunto i caratteri di uno sfruttamento vergognoso dei più deboli. Ne sanno qualcosa soprattutto le giovani generazioni delle regioni meridionali dove dilaga l’abbandono scolastico, il precariato più umiliante ed il lavoro nero. Vuol dire una politica retributiva che innalzi decisamente il valore dei salari e degli stipendi. Vuol dire una politica fiscale basata su una forte progressività che sposti il prelievo verso le grandi ricchezze, alleggerendo contestualmente il carico fiscale per lavoratori e pensionati”. Ecologia, significa che l’Uomo deve ritornare a “fare pace con la Natura”, ovvero ad una società che investa maggiormente nell’Innovazione tecnologica; vuol dire “più digitale”, vuol dire risparmio energetico, vuole dire una società che adotti stili di vita orientati alla sobrietà dei consumi eliminando la componente dello spreco e al riciclo dei rifiuti in una economia circolare». SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

IN VISTA DEL COMITATO PER L’UNITA’ SOCIALISTA IN CALABRIA

  di  Aldo Potenza– Presidente Socialismo XXI |   Sintesi della relazione Recentemente l’Associazione Socialismo XXI ha organizzato un incontrato telematico, grazie all’iniziativa del Coordinatore regionale Santoro Romeo, con diversi compagni ed amici per presentare il lavoro compiuto dalla Associazione. Abbiamo ricordato, vista la condizione in cui versa la sinistra italiana e l’anomalia che vede l’Italia senza la presenza di un autorevole partito socialista, che grazie ad alcuni volenterosi a partire dal 2017 si è lavorato per preparare un incontro a Livorno per il 24 marzo 2018 (data scelta di proposito dopo le elezioni politiche del 4 marzo e luogo di chiaro valore simbolico). Non avevamo alcuna certezza, nessun leader e nemmeno lo cercammo, convinti che il socialismo si costruisce con la dedizione e la passione degli eventuali aderenti e con la costituzione di un collettivo pensante al servizio dei cittadini. Quell’incontro fu un successo, 250 compagni vennero a Livorno da ogni parte dell’Italia. L’apertura dell’incontro fu assegnata a un giovane trentenne Piemontese, ad una donna ternana per il centro e a un giovane medico neolaureato siciliano. Al termine si decise di preparare un nuovo incontro a Rimini (altro luogo simbolico), per discutere e approvare i documenti programmatici, il documento politico e la costituzione della Associazione nazionale socialismo XXI. (il XXI° è in riferimento al secolo attuale). La preparazione della conferenza programmatica richiese un anno, nel corso del quale fu diramato un appello agli intellettuali di area socialista per un loro impegno diretto, furono preparate delle schede di discussione e furono promossi seminari nel Lazio, In Piemonte, Lombardia, Toscana, Marche, Umbria, Campania, Emilia Romagna. A febbraio 2019 si svolse la Convention programmatica che vide la partecipazione di oltre 300 compagni dei quali 110 decisero, su loro richiesta, di intervenire ai lavori dei 12 tavoli tematici: Europa, Sanità, Economia, Infrastrutture, Scuola, Riforme istituzionali, Fiscalità, Ambiente, e altro ancora. Tutti gli elaborati furono approvati come contributo aperto per ampliare la discussione con chiunque ne avesse avuto voglia. Al termine fui approvato un documento politico, lo Statuto e gli organi della associazione a cui si può liberamente aderire mantenendo, ovviamente, i legami politici di provenienza. L’unica condizione è la convergenza sul documento politico. Socialismo XXI sin dalla sua istituzione ha precisato che avrebbe lavorato per ricomporre la diaspora socialista, senza creare una associazione nostalgica e senza dimenticare il passato, ma proiettata ad affrontare le sfide del futuro aggiornando metodi e programmi con una chiara matrice culturale e politica avente come riferimento il socialismo democratico. Si è dato seguito allo stesso metodo che ad Epinay in Francia, consentì alla SFIO di ricostruire, con l’apporto di altre organizzazioni, il nuovo partito socialista nel 1971. Sulla base di queste premesse Socialismo XXI ha promosso un “Tavolo di concertazione” con le diverse organizzazioni e associazioni politiche di orientamento socialista, ora diventato Comitato per l’Unità Socialista. Le associazioni mantengono la loro autonomia politica organizzativa e si confrontano sul terreno politico e programmatico con tutti gli aderenti per la costruzione di un nuovo e autorevole Partito socialista italiano senza escludere chiunque sia intenzionato a lavorare per questo obiettivo. A partire dall’ottobre del 2020 la Presidenza del CUS (Comitato per l’Unità Socialista), in un primo momento affidata al Presidente di Socialismo XXI, è stata successivamente affidata al compagno Franco Lotito a garanzia di imparzialità nella gestione del CUS, poiché non aderente a nessuna associazione. E’ un progetto costruito senza prevaricazioni, senza obbedire a desideri personali, ma solo al servizio di un obiettivo molto più ambizioso: la restituzione all’Italia di un Partito socialista che riannodi il filo del dialogo con i cittadini italiani. Al termine dall’incontro si è stabilito di organizzare un successivo wibenair sulle possibilità offerte anche per il sud Italia e in particolare per la Calabria -che da sempre è stata culla del socialismo italiano, basterebbe ricordare il compagno Giacomo Mancini-, sull’utilizzo dei fondi del Recovery Plan.         SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

RICORDANDO IL COMPAGNO DARIO ALLAMANO

    di  Aldo Potenza – Presidente Socialismo XXI  |   Conobbi Dario in occasione di vari incontri romani. Eravamo impegnati a rilanciare il socialismo italiano. Lo ascoltai con interesse: loquace quanto basta, forse a volte tagliente, ma con una idea precisa: riordinare il mondo socialista per restituire all’Italia un partito degno della storia che lo ha caratterizzato. Seguirono altre esperienze: Area Socialista e Socialisti in movimento, entrambe senza seguito organizzativo, senza iniziative che non fossero solo il richiamo alle comuni origini politiche e, giustamente, in contrasto con le decisioni di un PSI alla sola ricerca di un seggio elettorale, per il quale era disposto a rinunciare anche ai successi conseguiti nella sua grande storia di riforme. Dario non mi sembrò molto convinto dell’utilità di quelle iniziative e mi spiegò le ragioni, anche se organizzò con successo un’iniziativa a Torino a cui presi parte. Poi, dopo due anni senza riuscire a venir a capo di nulla, Dario mi propose di lavorare insieme per organizzare a Livorno l’assemblea degli autoconvocati. Bene – gli dissi – ma mi raccomando: cerca una sala per 50 persone. No, rispose lui, devono essere 200. Fu un successo strepitoso, con 250 compagni e compagni da ogni parte d’Italia; aveva avuto ragione lui! Alle conclusioni della giornata, affidate a me per indicare le prossime iniziative, detti inizio al mio intervento affermando che “Oggi, cari compagni, non saremmo qui se due compagni, il primo con un carattere pessimo, l’altro, se fosse possibile e corretto in italiano, ancora peggiore, non si fossero strenuamente impegnati. A loro dobbiamo un grande ringraziamento. “I due compagni erano Dario e Vincenzo Lorè. Non ho mai detto chi avesse il carattere peggiore. Dario spesso lo ricordava sorridendo, considerando la mia affermazione un complimento; e infatti lo era. In un mondo politico spesso frequentato da persone insincere, Dario capì che io, come lui, appartenevamo alla stessa categoria di compagni, anche se avevamo atteggiamenti diversi. Fu poi così che potemmo discutere e financo litigare, ma senza conservare mai risentimenti; è un privilegio che hanno le persone che si rispettano, che sanno che alla base delle discussioni non c’è altro che le convinzioni politiche e non calcoli di natura diversa.E fu così che arrivammo all’appuntamento di Rimini. Dario incessante organizzatore; Lorè infaticabile comunicatore, io impegnato alla stesura dei testi provvisori dei seminari preparatori della conferenza riminese.Ovviamente Dario anche in questo campo non faceva mancare le sue osservazioni e i suoi preziosi consigli. Al termine della convention programmatica di Rimini, ero del parere che il compito di presiedere l’Associazione Socialismo XXI (che diventava un’organizzazione politica nazionale strutturata nei territori) dovesse essere affidato ad altri e non più a me. Fu Dario a decidere diversamente, malgrado la mia assoluta contrarietà. Ma si poteva dire di no a Dario? Dopo il successo di tutte le iniziative che tanta fatica avevano comportato? La risposta sta nel ruolo che ancora svolgo, grazie a Dario e alla comprensione e pazienza dei compagni di Socialismo XXI. Dario ci manca e mi manca moltissimo; parlare di Dario mi provoca sempre una incontenibile commozione, sia perché so di aver perso un grande compagno di viaggio, sia perchè mi è stato (come a tanti altri) negato, a causa della pandemia, l’ultimo saluto quando ancora era in vita. Penso, comunque, che sarebbe felice di sapere quanto è amato dai suoi familiari e quanto sia ricordato per il vuoto che ha lasciato tra i compagni che ha conosciuto; ma sono anche certo che sarebbe felicissimo di sapere che la sua opera continua e che il suo sforzo non è stato vano.Ora resta un altro impegno: la istituzione di una borsa di studio dedicata a Dario.   RICORDANDO DARIO: SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LA CAROVANA DEI “MARATONETI RIFORMISTI”

  di Silvano Veronese – Vice Presidente di Socialismo XXI |   Le vicende che investono il PD ed altri movimenti politici dell’attuale quadro politico mi sono estranee, ma quando riguardono il governo del Paese, tanto piu’ in una fase assai  delicata della vita sociale, mi spingono ad alcune riflessioni. Mentre mi appare abbastanza chiaro l’assetto unitario (che non verrà compromesso dall’attuale divisione) che si è data la “destra”, cioè quella coalizione di partiti conservatori, assertori di un populismo nazionalistico con qualche tendenza xenofoba, insofferenti verso le diversità, temperati a volte da un certo moderatismo, del tutto incomprensibile mi sembra lo spazio politico antagonista, che ritengo improprio definirlo “la sinistra” anche perché parte di esso rifiuta categoricamente di essere così catalogato. Ho parlato di spazio perché parlare di schieramento mi sembra altrettanto improprio per varie ragioni. I due piu’ consistenti partiti, che fino a ieri hanno dato vita ad un loro governo, hanno accettato (o subito) la soluzione governativa di emergenza indicata dal Presidente della Repubblica ma, in previsione di un ritorno alla normalità parlamentare, sono intenzionati – anche in vista delle amministrative in grandi città – a realizzare un’alleanza per dar vita ad uno schieramento coalizionale capace di contrapporsi alla “destra”. Non si riesce a capire su quali basi e su quale piattaforma programmatica quando uno (il M5S) sembra destinato a cambiare anima, pelle e leadership, il secondo ( il Pd) – che ha da poco cambiato traumaticamente il proprio vertice è alla ricerca di una identità che non ha mai avuto, di un riferimento sociale che sia anche base elettorale consolidata, di una precisa proposta programmatica che non sia una vocazione “dorotea” governista fine a sé stessa. Mi domando, il neo segretario del PD, non nuovo come “uomo di partito” di almeno una delle due componenti di questo amalgama mal riuscito, come pensa di poter offrire in dote, in sede europea, al P.S.E., un partito alleato aggregato di populisti, giustizialisti, di refrattari al fisco, piu’ propensi alla protesta di piazza che alla buona amministrazione? Nel contempo, una “carovana” di autodefinitisi “riformisti” ha dato vita domenica scorsa ad una “maratona” orataria culminata in un appello che sembra un sostegno ad una altra “ipotesi lettiana”, indicata nel suo discorso di insediamento e cioè quella che il PD (con il M5S?) si propone di rifare una aggregazione simile al vecchio “ULIVO” prodiano, ma piu’ “largo” (cioè da Tabacci/Bonino a “Potere al Popolo” di Cremaschi e al PCI di Rizzo). In effetti, in quella carovana c’era un po’ di tutto (piddini, ex pidiessini, ex-popolari, radicali, anche calendiani e qualche renziano, un cattolico integralista come Adinolfi, qualche socialista come Martelli). Non è con queste carovane multicolore dalle ascendenze le piu’ disparate e contradditorie che si puo’ rinnovare profondamente e rilanciare uno schieramento progressista e riformista. Non è chiaro poi se lo sbocco consiste in una alleanza per il governo del Paese o la costruzione di un nuovo soggetto politico piu’ ampio. Se fosse quest’ultima ipotesi, prendo a prestito una lontana battuta del liberale Valerio Zanone quando era aperto un dibattito sulla “terza forza” : “ il rapporto fra forze che si considerano vicine ha senso se non si smarrisce nè si cancella l’autonomia e le diversità delle varie posizioni”! Il compagno Biagio Marzo si è lamentato che in questa “maratona” convocata in nome del RIFORMISMO ed in questa carovana” non sono stati invitati socialisti storici e presidenti delle varie Fondazioni socialiste e lo stesso Psi di Maraio e Nencini e nemmeno “miglioristi storici” (come Minopoli, Ranieri, Franchi e Petruccioli) che da anni rivendicano ai post-comunisti una revisione in chiave riformista del loro passato. Dato che le varie esperienze, anche culturali,  di moltissimi dei partecipanti e degli organizzatori dell’evento non hanno conosciuto il riformismo,  mi appaiono evidenti queste esclusioni che non condanno (se non l’usurpazione del richiamo al riformismo)  perché una partecipazione di socialisti  a questa “maratona” dovrebbe essere intesa come  lontana da un loro  vero primario  obiettivo che è quello di ricostruire un soggetto politico proprio, ancorato ai valori, ai principi e alla storia della interpretazione in chiave riformista (storicamente vincente) del socialismo e della sinistra, pur adeguato ai bisogni ed alle attese della gente che vive nel XXI° secolo. Percio’ piu’ che rimproverare ad “estranei” di non essere chiamati ad una “maratona riformista”, i tanti socialisti dispersi nella diaspora dovrebbero sentirsi impegnati nel dare tutti  anima e corpo ad un progetto unificatorio, così come da tempo si sentono impegnati i compagni di “Socialismo XXI” e del Comitato per l’Unità Socialista.   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it