I SOCIALISTI VOLLERO LO STATUTO DEI LAVORATORI

  di Silvano Veronese* – Vice Presidente Socialismo XXI |   Cinquanta anni fa, giusto il 20 maggio, venne promulgata – dopo un lungo e complicato iter parlamentare, la legge 300/70, piu’ nota con la denominazione di “Statuto dei Lavoratori”. Questa legge si puo’ considerare uno dei “prodotti” piu’ significativi sul piano sociale e civile del nostro Paese, voluti dal primo “centro-sinistra”. Lo “Statuto dei Lavoratori” chiuse un ciclo di riforme molto significative per il rinnovamento del Paese come la nazionalizzazione dell’Energia Elettrica, le prime esperienze di programmazione economica per superare gli squilibri tra Nord e Mezzogiorno, la riforma della Scuola con la istituzione della “media unica”, il superamento delle discriminazioni salariali  tra zone del Paese e tra uomo/donna ed a sfavore dei giovani, la riforma delle pensioni con l’elevazione all’80% dell’ultima retribuzione del trattamento pensionistico ma, soprattutto mise il suggello legislativo alle conquiste sindacali realizzate da una importante stagione di vertenze aziendali e contrattuali nazionali culminate nell’autunno caldo 1969/70. Vale la pena di analizzare quanto accade 50 anni fa per comprendere appieno il valore di quelle conquiste e dei contenuti di civiltà della Legge 300/70 per rinverdire una stagione politica e sindacale offuscata da tempo da una imperante cultura liberista, possibile solo per la debolezza oggi esistente nel pensiero della sinistra. Quella importante stagione riformatrice ebbe inizio a partire dai primi anni ’60 con due grandi avvenimenti di portata storica, uno sindacale e l’altro politico che misero fine al precedente periodo degli anni ’50, quello del “centrismo” dominato dagli ambienti più conservatori della D.C. del tempo. Furono gli anni della ricostruzione economica ed industriale del Paese, gli anni del c.d. “miracolo economico” che produsse un formidabile sviluppo ad una Italia uscita distrutta ed in miseria a causa della infame guerra fascista e dalla arretratezza industriale causata – anche questa dal passato regime – dalla nefasta politica dell’autarchia. Questo risultato fu, però, duramente pagato dalla classe lavoratrice sul piano sociale e delle condizioni di lavoro e con il permanere di ampie zone di sottosviluppo e di povertà diffusa, in particolare nel Mezzogiorno e nelle Isole. Le grandi migrazioni interne di disoccupati meridionali  per fornire “serbatoi di manodopera a basso costo” alle aree di grande concentrazione industriale furono causa di disagi sociali ed umani profondi  che unitamente alle condizioni” di sfruttamento intensivo” del lavoro e da bassi salari  non poteva,  alla lunga, non  determinare una “miscela esplosiva” che si manifestò nell’autunno caldo con grandi tensioni ma che ebbe un anticipazione con le lotte aziendali e categoriali  lungo tutto  il decennio degli anni ’60. Esemplare fu la vertenza degli elettromeccanici del 1960 che ebbe – per la prima volta – il conforto di una ampia solidarietà dei cittadini e delle Istituzioni civili e religiose locali. Emblematico il “Natale in Piazza del Duomo” a Milano di migliaia di elettromeccanici in lotta e delle loro famiglie con l’Arcivescovo card. Montini (il futuro Papa Paolo VI) che li benedisse e che poi si recò a celebrare la Messa di Natale all’Alfa Romeo. Questa vicenda segna l’inizio della riscossa sindacale perché da questa vicenda parte una serie di vertenze aziendali che sovvertono un precedente regime di centralizzazione della contrattazione imposta da una reazionaria Confindustria dell’epoca. Matura la consapevolezza all’interno del mondo del lavoro, da parte delle sue aree piu’ dinamiche, della necessità di un profondo rinnovamento delle politiche ma anche della cultura sindacale per dare un protagonismo ai lavoratori in fabbrica nella definizione delle strategie rivendicative e delle loro prospettive in azienda. Per la prima volta nelle piattaforme, accanto alle tradizionali richieste di carattere economico, appaiono i temi dei diritti, delle tutele e delle libertà della persona, i temi dell’eguaglianza, della sicurezza e della tutela della salute sul posto di lavoro. Temi di “civiltà” che ispirarono la promozione dello Statuto dei lavoratori e fatti propri da politici di grande sensibilità socialista in particolare, ma anche da altri di orientamento laico- progressista o cristiano-sociale. E’ in questo clima che matura quella che venne chiamata la “svolta a sinistra”, cioè l’apertura al PSI di entrare nel Governo del Paese per allargare la base sociale di riferimento dello stesso alle forze del lavoro. L’allargamento alla  presenza  dei  socialisti nel  Governo, oltre ai fermenti che cominciarono a maturare nel mondo cattolico dopo l’elezione a Pontefice di Papa Roncalli, fu determinata dalla fine tumultuosa del “centrismo” con la caduta del governo Tambroni (che per reggere aveva aperto la sua  maggioranza ai neo-fascisti del MSI) dopo le forti agitazioni da parte dei lavoratori e di democratici  che presero piede a seguito della pretesa del partito neofascista (poi annullata)  di tenere il suo Congresso a Genova, medaglia d’oro della Resistenza. La presenza del PSI nel Governo, oltre alle riforme che abbiamo ricordato all’inizio, determinò anche un “cambio di passo” nelle relazioni industriali grazie anche alla nascita di Intersind ed Asap, le nuove organizzazioni imprenditoriali di IRI ed ENI staccatesi da una Confindustria sempre piu’ retriva ed in aperta e dura ostilità verso l’avvenuta apertura ai socialisti nella guida del Paese. In questo quadro, Pietro Nenni – Vice Presidente del nuovo Governo di centro-sinistra – raccogliendo i fermenti provenienti dal mondo del lavoro incaricò il compagno Giacomo Brodolini, Ministro del Lavoro e vice segretario del Partito di predisporre uno “Statuto dei lavoratori” che consolidasse per legge ed affermasse sul piano generale le conquiste, raggiunte in importanti accordi di gruppo e in alcuni CCNL, relative ad alcune significative normative e, più in particolare, ai diritti e tutele dei lavoratori e del sindacato sui posti di lavoro per affermare la loro libertà, dignità e condizione sociale, sconfiggere le discriminazioni e i licenziamenti illegali oltre che per favorire il loro pieno esercizio della contrattazione integrativa in azienda, diritto negato duramente da Confindustria che rivendicava la totale ed esclusiva “sovranità” dell’imprenditore nella attività aziendale. La reazione della Confindustria, alla prima pubblicazione della bozza di legge, fu rabbiosa, spalleggiata dalle posizioni della destra politica, ma la fermezza e la determinazione intelligente del compagno Ministro Brodolini fece maturare il processo legislativo, malgrado le titubanze di alcuni settori moderati della …

RICORDATO UN LIBRO DI NENNI BRUCIATO DAI NAZISTI

Il 22 maggio a Potsdam sarà ricordato, con una serie di video e di letture, il più grande rogo di libri, non allineati all’ideologia nazista, avvenuto nel 1933. Tra i libri bruciati, che saranno celebrati quest’anno dall’Europa Zentrum Potsdam, c’è il libro di Pietro Nenni: “Sei anni di guerra civile in Italia”.  La Fondazione Nenni ha collaborato all’iniziativa mettendo a disposizione conoscenze, testi e materiali. Edito a Parigi nel 1930 con il titolo “Six ans de guerre civile en Italie”, il libro ebbe un grande successo anche in Germania, nella versione in tedesco con il titolo “Todeskampf der Freiheit”. Fu tradotto anche in olandese. Si tratta di una narrazione molto suggestiva, commovente e densa di contenuti e rappresenta una preziosa documentazione per risalire alle cause e alle origini del regime fascista. Molto suggestivo il primo capitolo “Ultimo incontro al bivio del destino”, dove Nenni racconta il suo ultimo incontro con Mussolini nel 1922 a Cannes.  Nei prossimi giorni la Fondazione Nenni dedicherà al libro alcuni approfondimenti sulla Rivista e sul Blog. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

TAVOLO DI CONCERTAZIONE 29 APRILE 2020

PREMESSA Il primo incontro, al quale hanno partecipato: (Aldo Potenza, Vincenzo Lorè, Luciano Vita, Silvano Veronese, Alberto Leoni, Franco Lotito, Innocenzo Di Lorenzo, Tommaso Anastasio, Marco Chiauzza, Ciccio Barra, Luca Aniasi, Mario Artali, Franco Adamo, Roberto Biscardini, Maurizio Ballistreri), in linea di massima, si può affermare che ha registrato un buon grado di consenso sui seguenti argomenti: 1) in Italia le conseguenze della pandemia oltre ad aggravare i conti pubblici e a determinare un ulteriore grave arretramento del PIL, a causa della crescita della disoccupazione e dell’incremento delle famiglie sotto la soglia della povertà, creerà un forte malcontento sociale dagli esiti non facilmente prevedibili; 2) le difficoltà, già presenti prima della diffusione del virus covid-19 tre le forze politiche, aumenteranno e, tranne alcune eccezioni, le forze politiche sia di maggioranza che di opposizione si troveranno a dover fronteggiare una condizione di grave difficoltà non avendo un seguito di consenso adeguato; 3) in via non solo teorica si apriranno alcune opportunità per quelle forze politiche che sapranno offrire delle soluzioni in modo credibile. In altre parole la richiesta di cambiamento è prevedibile che sarà molto consistente; 4) sembra di poter affermare che si stia manifestando in una parte della opinione pubblica, avendo sperimentato le conseguenze della così detta seconda repubblica, l’interesse verso una forza organizzata di orientamento socialista capace di garantire lo sviluppo dell’economia senza rinunciare alla tutela dei diritti dei cittadini; analogamente si registra un interesse e una attenzione verso l’area che fu dei cristiano-sociali e quella liberaldemocratica; 5) la permanenza nell’Europa e nella moneta unica non viene messa in discussione, ma si ritiene che sia sempre più necessario affrontare la revisione dei trattati, per recuperare lo spirito dei padri fondatori, e degli indirizzi di politica economica finora prevalenti; 6) per rilanciare la presenza socialista occorre saper dimostrare la capacità di elaborare una offerta politica, non attraverso seduzioni reduciste o ideologiche, ma con risposte adeguate ai problemi dell’oggi individuando, di conseguenza, un terreno di impegno politico che renda i socialisti riconoscibili e affidabili protagonisti del cambiamento. Su quest’ultimo punto la discussione ha confermato la necessità di armonizzare gli orientamenti. PRELIMINARI IPOTESI DI INTESA A seguito dell’incontro in questione si può affermare che ci sia una buona convergenza tra tutti i partecipanti sulle seguenti questioni: 1) si condivide l’obiettivo di lavorare per la creazione di una organizzazione politica socialista in tempi ragionevolmente brevi in Italia; 2) i partecipanti al tavolo di concertazione mantengono la piena autonomia politico-organizzativa; 3) in via transitoria appare più appropriata una forma di collaborazione tra tutte le organizzazioni secondo il modello federativo. Il Presidente di Socialismo XXI Aldo Potenza SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

RICORDO DEL 25 APRILE 1945 GUARDANDO AL FUTURO

  di  Luciano Vita – Coordinatore regionale Marche Socialismo XXI |   Buon anniversario della Liberazione dal nazifascismo.Lo ricordiamo in un momento anomalo per la salute e per la liberta’ individuale delle persone.Lo celebriamo con iniziative individuali e contestualmente con assembramenti virtuali, collegandoci a distanza attraverso la fervida fantasia dei nostri pensieri. Ci ostiniamo a non accettare questo perdurare dell’isolamento sociale in cui qualcuno, consapevolmente o inavvertitamente sta trascinando gran parte del mondo. Scene da apocalisse vengono richiamate da presunte “guerre biologiche” create ad arte per il dominio del mondo da parte delle potenze politiche ed economiche mondiali.Le stesse camminano di pari passo con l’era della robotica, della cibernetica dell’informatica per rendere sempre piu’ produttive le aziende con sempre minori costi e sopratutto, sempre con meno mano d’opera ed intellettuale al servizio del capitale monopolistico. A tutto ciò si deve aggiungere gli effetti che produrrà il famoso sistema di comunicazione informatica imperniato sul sistema G5, alla salute degli individui .Azioni devastanti per la liberta’ degli individui.Da ultimo la grande iniziativa dei nostri governanti sull’introduzione dell’ App “Immuni” per controllare ogni singolo movimento di ogni cittadino, in ogni momento della nostra vita (non basta dire che sarà instaurato a livello volontario e non obbligatorio). Si stanno creando i presupposti a livello mondiale per controllare tutti i movimenti degli individui e delle varie forme di organizzazione collettiva partitiche, associative, sindacali culturali, ma da parte delle forze politiche nulla, UN SILENZIO ASSORDANTE. Se penso al futuro delle nuove generazioni e sopratutto ai nostri nipoti non posso non volgere i miei pensieri su quel 25 aprile 1945 dal quale nacque quella Costituente che ci diede la Costituzione, quale alto strumento di garanzia dei diritti, della liberà e democrazia, e che oggi rischiano di essere spazzati via da questa “ordalia” di modernismo neo- liberista che passa sopra tutto e tutti sull’ altare del profitto. Le grandi nobili idee a tutela dell’ambiente, del lavoro ai giovani, della salute a tutti, della solidarietà tra i popoli tutte ipocrisie.Il mondo stà andando a rotoli ed io voglio ribellarmi a questa passività e mancanza di idealità per ricordare degnamente le radici di questa nostra Repubblica.Serve una rinnovata classe politica che si richiami coerentemente a quei valori. Serve un nuovo partito del socialismo del XXI secolo, che faccia propri i valori di quella Resistenza e di quella Liberazione, ma che sappia interpretare i nuovi bisogni e valorizzare i meriti nell’era della globalizzazione.   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

“SOCIALISMO XXI” SULLE PREVISTE MANOVRE MILITARI NATO

  Comunicato di Socialismo XXI |   La NATO, forse su pressione americana, avrebbe deciso l’effettuazione di una nuova massiccia esercitazione militare con un grande dispiegamento di forze e di mezzi, definita “Defender Europe 2020” che prevederebbe l’impiego di circa 30.000 militari USA affiancati da 7.000 militari delle nazioni europee. Sembra che l’esplosione della epidemia virale avrebbe portato a decisioni piu’ limitate e piu’ ridotte nei mezzi impiegabili. Mentre Trump, dopo aver minimizzato la portata dell’epidemia che ha cominciato manifestare vari casi di contagio anche negli “States”, ora ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, anche se non sembra deciso a fronteggiarla con forti misure “modello Italia”,  chiude i voli civili verso e da l’Europa (ed in particolare con riferimento al nostro Paese), irresponsabilmente “esporta” in Europa un numero enorme di soldati che potrebbero essere portatori positivi di ulteriore infezione virale. In una Europa investita da una drammatica calamità qual’è l’esplosione della epidemia COVID-19 non c’era e non c’è proprio bisogno di programmare queste manovre militari e di queste dimensioni e nemmeno di effettuarle in forma piu’ ridotta a causa della Coronavirus dilagante in Europa, tanto piu’ che proprio il comandante delle truppe americane in Europa gen. Cristopher Covoli è in quarantena con molti militari del suo stato maggiore a causa di un possibile contagio contratto durante riunioni preparatorie delle manovre stesse. Finlandia e Norvegia si sono già sfilate e l’Italia, per bocca del Ministro Guerini ha dichiarato che l’Italia non parteciperà, tenendo anche presente che il nostro capo di Stato Maggiore è pure Lui  in quarantena e con Lui altri nostri ufficiali. Avremmo preferito nelle dichiarazioni del Ministro Guerini una dichiarazione di contrarietà molto più netta, condannando l’insensibilità del governo USA per la grave situazione in cui si trova l’Italia ed altre parti d’Europa e per un atteggiamento che ignora il rischio di ulteriore contagio con queste manovre nel mentre siamo impegnati in una dura azione di contrasto al diffondersi dell’epidemia, e per spiegare a Trump ed al mondo occidentale che c’è bisogno di impiegare ingenti risorse non per obiettivi bellici, ma per fronteggiare l’emergenza virale a tutela della salute e della vita di milioni di italiani, per far fronte ai nuovi enormi di finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale e per tutelare le imprese e le famiglie colpite anche sul piano del reddito. Vi è poi un elemento politico, sul quale “Socialismo XXI” esprime la sua forte preoccupazione e critica. La manovre avrebbero dovuto – così sembra – tenersi in territori vicini ai confini con la Russia. A noi sembra – se così fosse – una manifestazione di intimidazione provocatoria di cui non se ne sente proprio il bisogno per i rapporti e gli equilibri fra potenze in un momento che c’è invece bisogno di grande cooperazione e di solidarietà, anche per concorrere a far mettere fine a devastanti conflitti locali, in particolare nel bacino Meditteraneo e nel vicino Medio Oriente.     SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

CIAO DARIO!

Ci ha lasciato quasi improvvisamente – nel profondo dolore della Sua famiglia e di tutti noi compagni socialisti – il compagno DARIO ALLAMANO, fino a pochissimo tempo fa generoso animatore e braccio organizzativo della nostra Associazione “Socialismo XXI”. Ci lascia, ancora increduli per questa triste scomparsa, la testimonianza della Sua incrollabile fede socialista che lo portò – dopo la tragedia politica del 1994 e la conclusione del suo valido impegno sindacale nella Camera del lavoro CGIL di Torino – a promuovere ed a operare instancabilmente in varie iniziative tese a superare la diaspora socialista e a ricostruire su basi nuove un soggetto politico socialista unitario, democratico e libertario intimamente legato al mondo del lavoro. Avremo modo, nei tempi e negli spazi che ci saranno consentiti dall’auspicabile fine di questa paralizzante emergenza virale, di ricordarlo degnamente con affetto e riconoscenza per quanto ha fatto per la causa socialista. Alla Sua famiglia, i dirigenti, i coordinatori, i promotori , le compagne, i compagni di “SOCIALISMO XXI” porgono i sentimenti piu’ sentiti della vicinanza e fraterne condoglianze. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LETTERA AD ALEXANDRIA CORTEZ E LA SUA RISPOSTA

      Cara Alexandria, mi chiamo Aldo Potenza. Sono il Presidente dell’Associazione Socialismo XXI, nata a Rimini nel febbraio nel 2019 allo scopo di unire movimenti, associazioni, partiti, circoli e singoli cittadini che si riconoscono nei valori del Socialismo Democratico in un grande partito socialista. Siamo convinti che ci sia un grande bisogno di Socialismo nel mondo contemporaneo. I giovani e quanti sono rimasti indietro nelle società dove il capitalismo mostra le peggiori versioni di sé, lo sterminato terzo mondo assillato da guerre, carestie, hanno diritto ad una nuova speranza. Speranza che può essere offerta solo perseguendo gli ideali di solidarietà e di giustizia sociale, propri del Socialismo Democratico. Nel 1994 il Partito Socialista Italiano fu costretto a sciogliersi, dopo una campagna mediatica e giudiziaria che non diede scampo ai socialisti. Quasi che la responsabilità del crollo del Comunismo fosse addebitabile anche ai socialisti stessi. Da allora la famiglia socialista italiana si è dispersa i mille rivoli. Nel marzo 2018 ci siamo autoconvocati a Livorno e molti compagni hanno preso la decisione di riprendere il cammino. Abbiamo deciso di costruire un percorso, attraverso l’associazione, poi denominata Socialismo XXI, che dovrebbe portarci – questi sono i nostri auspici – a costituire una forza politica realmente e genuinamente socialista. Oggi, grazie alle nostre iniziative, vogliamo mettere intorno ad un tavolo tutti coloro che si riconoscono negli ideali socialisti, che non si sono arresi ad un futuro soffocato dal consumismo e da un libero mercato incontrollato che alimenta un crescente mercato di nuovi schiavi. In Italia come in America, occorre combattere contro queste forme precapitalistiche che vessano l’essere umano. Seguiamo ed apprezziamo la tua costante azione in America, tesa alla difesa dei più deboli e la tua ferma volontà di riconoscerti nei valori del Socialismo. Anche noi, come altri compagni nel mondo, non ci arrenderemo. È, pertanto, nostra intenzione invitarti a Genova, verso la fine del 2020 (probabilmente settembre/ottobre con date da destinare), dove contiamo, finalmente, di unire tutte le forze socialiste presenti in Italia e dare vita ad un grande Partito Socialista Italiano, nel solco della tradizione socialista italiana ultra centenaria ed europea. Per ogni ulteriore informazione siamo a tua disposizione: (mail: ass.socialismoxxi@gmail.com – sito web: www.socialismoitaliano1892.it) Un fraterno abbraccio. Aldo Potenza IN LINGUA INGLESE – TRADUZIONE a cura di Mariella Bolettieri Dear Representative Alexandria, I’m Aldo Potenza, the President of the association Socialism XXI, founded in Rimini in February 2019. Our association has the aim of connecting movements, associations, political clubs, and citizens who share the values of the Democratic Socialism in order to create a big socialist party. We are convinced we need more and more Socialism in our contemporary world. Young people and those who are left-out and marginalized by a capitalistic society, the copious developing countries tormented by wars, famine, have the right to find  new hope in precisely  those ideals of solidarity, and social justice typical to the Democratic Socialism. In 1994 the Italian Socialist Party was forced to dissolve due to a media and judicial campaign against the Socialists who were accused of being responsible for the Communism fall.  Since then, the Italian Socialist Family has broken up into little pieces and scattered in numerous small groups. In  March 2018 we summoned ourselves up in Livorno and decided to call for action by heading towards a path that we wish will lead us to the creation of a really genuine and socialist political force. These days, thanks to our initiatives, we we’ll join around a table with those who share the socialist ideals to fight against a consumer society and a free trade which is out of control and feeding a new slave trade. Both in Italy and in America, we need to fight against these precapitalistic forms that oppress human beings. We really appreciate your dedicated action in US to protect the weak and your strong membership to the socialist ideals. Thus, we will not give up like all the other comrades worldwide. We, therefore,  want to invite you to Genoa – by the end of 2020, probably in September/October – date still to be set – to make our dreams come true by creating a big Socialist Party on the basis of the centenarian Italian and European Socialist tradition. For any further information, you can contact us via email or you can visit our website. Our email address: ass.socialismoxxi@gmail.com Website: www.socialismoitaliano1892.it Best regards Aldo Potenza LA RISPOSTA       Hello Aldo Potenza, Thank you for inviting Congresswoman Ocasio-Cortez to your event, GENOVA 2020 – Epinay del Socialismo Italiano. Unfortunately, the Congresswoman will not be able to honor your request at this time. Thank you! Tanushri Shankar Scheduler, Rep. Ocasio-Cortez She/Her 229 Cannon House Office Building Washington, DC 20515 —   — Caro Aldo Potenza, Grazie per aver invitato la deputata Ocasio-Cortez al vostro evento, GENOVA 2020 – Epinay del Socialismo Italiano. Sfortunatamente la nostra deputata non sarà disponibile in quel periodo. Grazie! Tanushri Shankar Segretaria, Rep. Ocasio-Cortez 229 Cannone House Office Building Washington, DC 20515 SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. 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RINASCITA DI UN PARTITO «I SOCIALISTI FRANCESI 1971 – 1975»

di Marco D’Eramo | Nel 1969 Gaston Defferre, uno dei leader del partito socialista francese si presentò come candidato alle elezioni presidenziali. Il generale De Gaulle si era dimesso, battuto dal maggio ’68 e dal referendum sul senato e sulle regioni della primavera ’69. Erano in lizza Georges Pompidou, primo ministro, Alain Poher presidente del senato, Jacques Duclos del partito comunista, Gaston Defferre appunto e Michel Rocard del piccolo PSU di estrema sinistra (non comunista). Defferre ottenne appena il 5% dei voti, poco più di Rocard (3,60%). Era la fine della «vecchia casa», la vieille maison, la SFIO. La fine di 64 anni di storia, di un partito il cui leader era stato Jean Jaurès, antinterventista assassinato da un nazionalista alla vigilia della prima guerra mondiale, di una formazione che nel 1920 aveva vissuto la scissione con i comunisti a Tours. Un partito glorioso per le lotte civili, per il breve ma intenso governo del fronte popolare che in tre settimane aveva fatto più riforme di tutti i governi del mezzo secolo precedente. Ma anche un partito che si era spaccato nella seconda guerra mondiale, che aveva fatto la resistenza e vissuto la guerra fredda, con cui era iniziato il declino della vecchia SFIO (Section Française de l’Internationale Ouvrière), accentuatosi con l’approvazione delle guerre coloniali, d’Indocina e di Algeria, con l’accettazione del colpo di stato gollista del maggio ’68. Dagli anni ’50 il disintegrarsi della SFIO in una miriade di movimenti, gruppi e clubs. Il 5% di Gaston Defferre fu nel ’69 l’estrema unzione di questa forza ormai sclerotizzata, confinata in un elettoralismo senza successo. Nel marzo 1976 il partito socialista francese ha raccolto il 27% dei suffragi, ha quintuplicato i propri effettivi, è diventato il primo partito di Francia, è ormai in posizione dominante nel cartello delle sinistre. Per l’opinione pubblica l’ascesa al potere degli uomini di Mitterrand si avvicina. L’età media dei militanti (triplicati) è diminuita, altri volti sono alla testa del partito, le parole d’ordine, l’analisi sociale, la strategia politica, l’ideologia sono irriconoscibili. * * * Un partito completamente nuovo allora? No. La continuità esiste in un certo patrimonio ereditato dal passato. Un patrimonio fatto di militanti e dirigenti presenti ancora oggi, di riflessi di pensiero e di abitudini, di comportamenti politici. È questa dialettica, quest’interazione tra passato e futuro, tra continuità e rottura, è quest’insieme di aspetti assolutamente nuovi e di altri realmente vecchi, che spiega in parte ma rende enigmatico il successo del «nuovo» Partito Socialista. In parte: il contesto è mutato. Non per nulla la data critica del PS, il 1969, si situa nel declino della V repubblica e del sistema gollista. Come ogni forza nazionalista, autoritaria, legata ai grandi gruppi industriali, il gollismo aveva saputo gestire «il miracolo economico francese» col consenso di una buona parte dei ceti medi, della piccola borghesia, in nome di un generico populismo che confinava la sinistra solo nella frangia politicizzata dell’opinione pubblica. Nel ’67 le prime avvisaglie (solo cicliche) di recessione economica. Il gollismo, che aveva saputo governare l’espansione, poté rispondere solo «drogando» l’economia in una ripresa forte (dopo il ’68) ma fondata su basi instabili. Dal ’71 poi, proprio la data della fondazione del nuovo partito socialista (congresso di Epinay-sur Seine), la crisi comincia ad apparire nel marasma monetario, nella diminuzione dei profitti e dividendi delle grandi industrie, nelle misure protezionistiche di vari stati. Da allora la crisi non ha smesso di amplificarsi, interrotta solo da qualche breve estate di San Martino. Effetti della recessione: una maggiore politicizzazione del popolo francese sottoposto ai problemi eminentemente politici della disoccupazione, del mantenimento del potere d’acquisto. Effetti anche nell’apparato produttivo che ha visto morire una serie di settori industriali tradizionali (la crisi del tessile e in genere dell’abbigliamento, come quella degli elettrodomestici ne è un esempio); che ha visto una concentrazione incredibile che ha spazzato via e minacciato seriamente una larga parte dei piccoli e medi imprenditori; che ha messo sotto fallimento centinaia di migliaia di imprese. Un apparato produttivo infine in cui il controllo diretto da parte degli industriali si è sbriciolato rapidamente a favore degli istituti di credito: il capitale finanziario, attraverso i debiti delle imprese e le sovvenzioni all’investimento, padroneggia le strutture produttive. Ma proprio la non politicizzazione delle masse, i settori arretrati dell’industria, i piccoli e medi imprenditori e il capitale industriale erano le colonne del potere gollista. Da qui la crisi istituzionale, da qui il passaggio dei poteri nel 1974 al capitale finanziario di Giscard d’Estaing. Da qui il nuovo spazio politico a disposizione della sinistra. Una sinistra in profonda trasformazione. Il pessimismo diffuso negli anni ’60 era stato categoricamente smentito nel maggio ’68 quando gli eventi dimostrarono ai partiti del movimento operaio che in Francia un potenziale umano esisteva, ma che questi partiti non sapevano gestirlo. Si chiariscono allora le profonde trasformazioni avvenute non solo nel partito socialista ma anche nel PCF. Queste trasformazioni hanno lasciato per qualche anno un vuoto soprattutto all’inizio degli anni ’70, quando sono stati i sindacati a fare politica, e soprattutto la seconda centrale francese, la CFDT, ex sindacato cristiano sconfessionalizzato nel 1964 e da allora portabandiera dell’ideologia autogestionaria. Determinante, anche per i suoi effetti secondari sulla politica e l’economia interna francese, è stato il contesto internazionale. La crisi, innanzitutto, dell’economia statunitense, prodotta dal crescere di nuovi concorrenti come l’Europa e il Giappone e dal divergere degli interessi delle società multinazionali da quelli degli Stati Uniti. Questa crisi, iniziata già nel 1965, si è manifestata – tardi – prima nelle diminuzioni dei profitti cui accennavamo più su e nelle successive svalutazioni del dollaro a partire dal 1971, ed è poi esplosa in un’aspra guerra commerciale scatenata dagli USA sulle materie prime e soprattutto sul petrolio contro i loro concorrenti industrializzati, l’Europa e il Giappone, grandi consumatori di materie prime e di greggio. Gli stati arabi che hanno guidato nel 1973 il rincaro del greggio, dall’Arabia Saudita all’Iran agli Emirati del Golfo, sono infatti completamente dipendenti (sotto il profilo militare, economico e politico) dagli Stati Uniti. Da allora …

L’ITALIANO E’ SOCIALISTA E NON LO SA

di Ezio Vigorelli* | Nell’atto di consegnare il manoscritto all’editore Arnoldo Mondadori, compio sessant’anni. L’età dell’uomo che lavora per sé, per il proprio avvenire, è finita. La brevità del cammino che rimane consente una piú grande libertà: e – prima fra tutte – la libertà dalla paura, perché nulla piú, veramente, si ha da temere: non la morte che in ogni caso è vicina e appare perfino col volto della liberatrice; non la vita che per una sola ragione merita di essere vissuta: per farne dono all’avvenire dei giovani, i quali faranno quello che noi non saremo riusciti a fare. Quanti sono gli italiani di buona fede e di buona volontà che ci hanno confidato il loro turbamento? «Anch’io mi sento socialista …» «Quando vedo tante ingiustizie, sono socialista anch’io» «Se vedessi chiaro cosa volete, sarei felice di darvi il mio appoggio …» «Ma se questo è il socialismo, mi faccio anch’io socialista, al cento per cento … E quante volte siamo rimasti perplessi e turbati di fronte a questi discorsi e la nostra anima socialista avrebbe voluto trovare la forza della persuasione; e quante volte ci siamo domandati perché mai, per quali vicende e disavventure, per quali colpe di uomini, l’Italia – privata di un forte Partito Socialista – non possa camminare al passo con i piú civili paesi d’Europa. So bene: questo, di chi non ha un orientamento o non sa imporselo, è un socialismo all’acqua di rose, velleitario e sentimentale. Ma non è già un passo avanti rendere cosciente quello che è nel subcosciente? E non è nostro compito diffondere fra gli italiani la coscienza della nostra idea a cominciare dai simpatizzanti, anche se lo siano piú per intuito che per meditazione? E non è forse consolante toccare con mano che gli italiani sono socialisti, anche se non lo sanno? In tutto il mondo il socialismo si «fa» ogni giorno contro le vecchie impalcature che cadono a una a una; e lo si «fa» nei Paesi socialisti e nei Paesi che socialisti non sono, tanta è la sua forza d’attrazione; e dentro i confini si realizza con l’intervento economico dello Stato e con l’organizzazione della sicurezza sociale; e nei rapporti internazionali, con la trasformazione dei vecchi imperi coloniali in comunità e in confederazioni di popoli liberi. Questa pubblicazione vuole appagare l’attesa degli italiani che desiderano vedere chiaro: non ha la presunzione di addentrarsi nelle teorie e nelle strutture; di formulare programmi su tutte le cose che sono da fare senza indugio; di avere pronte su ogni problema le verità che non si discutono. Con la consapevolezza dei limiti delle nostre forze, abbiamo voluto tracciare uno schema, opinabile ed emendabile, da proporre per discussioni proficue, per un’azione politica attinta ai principi – vorrei dire al sentimento – del socialismo, ma aderente alla realtà viva e palpitante del nostro tempo. Su questo schema altri costruiranno, specialmente se riusciremo a portare i nostri uomini maggiori e migliori, dal chiuso delle frazioni – dove ci si logora in dispute vane – alla grande aria, dove gli italiani attendono di sapere se il nostro movimento è finalmente pronto a marciare in testa alle forze fresche del Paese. Per questo chiediamo un programma serio e concreto, che respinga nettamente le suggestioni massimalistiche e la pigra invocazione dei «sacri testi» e delle formule antiche; che ponga a fuoco i problemi essenziali e ne suggerisca le soluzioni possibili nel giro di una legislatura; che sia capace di vincere la tensione sociale prima che esploda brutalmente. Animati da questi propositi i deputati del P.S.D.I., nella seduta di Gruppo del 14 settembre 1951, deliberavano la costituzione di alcune Commissioni miste di studio, chiamando a farne parte – con criterio nuovo – anche studiosi estranei alla Camera. Queste Commissioni hanno il compito di approfondire i problemi sociali politici ed economici attuali e di proporne le soluzioni al Parlamento, che rimane pur sempre la palestra piú efficace per la difesa dei diritti e degli interessi dei lavoratori. L’attenzione dei deputati e degli esperti ha investito problemi di diversa natura, dall’attuazione della riforma agraria alla lotta contro i monopoli, dalle fonti di energia alla sicurezza sociale, dalla formazione dei giovani all’emigrazione e al turismo. Ma, in questo momento importante per la Democrazia Italiana, alla vigilia delle elezioni del 1953, mi è parso opportuno e conveniente abbozzare queste «direttive» politiche, traendole dalle annotazioni dei relatori delle singole Commissioni Parlamentari. Uomini diversi per età, cultura, esperienza, temperamento, hanno collaborato a queste pagine; ma è stato sufficiente annunziarle, perché – a conforto di tutti – alcuni compagni allontanatisi negli ultimi anni ritornassero al nostro fianco per le nuove battaglie. Certamente un libro cosí fatto, portato avanti negli intervalli di tempo tra i lavori parlamentari e le responsabilità degli uffici pubblici, è pieno di lacune e di imperfezioni. Non ci dispiace tuttavia che sia cosi, se esso saprà riflettere l’immediatezza dei moventi, la semplicità del sentire, le esperienze che abbiamo vissuto. Alcuni argomenti sono analizzati e svolti con precisione; altri appena abbozzati per additarli alla meditazione e alle critiche; altri, infine, neppure accennati, perché non abbiamo mai pensato di poter dare fondo a tutti i problemi. Una cosa però è sicura: la difesa della democrazia – di questa democrazia sia pure gracile, e per ora mediocre, che abbiamo conquistata a tanto caro prezzo – non ha senso per noi socialisti, se non come difesa di una linea raggiunta che condiziona una nuova avanzata. Vogliamo esprimerci su questo punto con estrema chiarezza, perché ogni equivoco ed ogni eventualità di equivoco siano fugati: il socialismo democratico non nasconde la testa sotto l’ala: accetta e fa proprie tutte le conquiste del progresso e della democrazia liberale; vuole anzi sottrarle al godimento di una sola classe; vuole affrancarle dai privilegi e dalle discriminazioni; vuole farne partecipi, in eguaglianza di diritti e di doveri, tutti gli italiani fino al limite consentito dalle conquiste della tecnica moderna. L’idea della libertà è per noi indissolubilmente legata al principio dell’associazione; ed in questo sta la nostra differenza dai liberali e dai …

IO CHE INFETTO PROVENZANO DI FILOSOCIALISMO

A cura di EM.MA in corsivo | Su “Il Fatto Quotidiano” di Marco Travaglio, nella sua pagina fotografica del lunedì, c’era ieri anche una foto di Peppe Provenzano con questi riferimenti: “È ministro per il Sud, l’esponente dem è legato ad Emanuele Macaluso che fu uno dei capi della corrente migliorista del Pci e filosocialista”. Accusa pesante nei confronti di Provenzano, infettato da me per migliorismo e filosocialismo. Accusa vecchia, per me. Che ho sempre considerato un merito. Infatti, anni fa, su l’Unità scrissi un corsivo per dire che era vero; “ero stato sempre migliorista” dato che avevo speso la mia vita per migliorare le condizioni dei lavoratori. Spero, a questo punto, che Peppe Provenzano continui questa tradizione. L’altra accusa a me rivolta è essere stato filosocialista. Ed è vero. Infatti, per me l’unità della sinistra è stata una bussola che ho sempre seguito. Sono stato in rapporti amichevoli con Pietro Nenni. L’altro segretario del Psi, Francesco De Martino, quando l’università di Napoli festeggiò i suoi 70 anni, per ricordare un maestro del diritto romano, fui io invitato a parlare sul suo impegno politico, accanto a quello di studioso. Sono stato amico affettuoso di Giacomo Mancini e parlai io ai suoi funerali. Sono stato amico di Giuseppe Saragat con cui feci spesso lunghe passeggiata in Valle d’Aosta quando mi raccontava le vicende che lo spinsero a firmare l’ultimo patto di unità d’azione con i comunisti negli anni del fascismo. Sono molto amico di Rino Formica. Non ho mai incontrato e parlato con Bettino Craxi (come ricordò lui stesso in un’intervista rilasciata per un libretto a Paola Sacchi). E non perché ero direttore de l’Unità quando c’era Berlinguer segretario e polemizzavo con lui. In verità, non ci fu mai occasione per parlarci e, a ben pensarci oggi, mi dispiace. L’idea di Travaglio che il Psi sia stato non un partito che si è intrecciato con la storia d’Italia, ma un’associazione a delinquere, qualifica chi quell’idea diffonde tramite un giornale. P.S.: giorni fa mi ha telefonato il figlio dell’esponente e parlamentare socialdemocratico Averardi, per dirmi che suo padre, prima di morire, gli disse di salutarmi. Mi sono commosso. (14 gennaio 2020) SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it