MILANO, LA CITTA’ DELLE DONNE. PENSIERO, AZIONE, CREATIVITA’, IMPEGNO

COMUNICATO STAMPA Mostra in progress: Gennaio – Dicembre 2020 Un’iniziativa della Fondazione Anna Kuliscioff in collaborazione con Unione Femminile Nazionale Si apre il 22 gennaio alle 18.30 con un aperitivo inaugurale all’Unione femminile, in Corso di Porta Nuova 32 a Milano, la mostra in progress Milano, la città delle donne. Un’occasione per scoprire, conoscere e “vedere” alcune delle tante figure femminili, eccellenze milanesi per nascita o per adozione, che, in epoche diverse, e con ruoli differenti, hanno influito e contribuito con le loro idee, il loro talento e il loro impegno alla crescita culturale e sociale della città di Milano e in generale del nostro Paese. Organizzata dalla Fondazione Anna Kuliscioff e Unione femminile nazionale, la mostra in progress presenterà ogni mese un gruppo di protagoniste, inserite in un contesto di appartenenza per affinità e temi. L’iniziativa rientra nel Palinsesto Assessorato alla Cultura-Comune di Milano I talenti delle donne e si svolgerà – per gli appuntamenti di gennaio-marzo – tra l’Unione femminile nazionale e il Museo del Risorgimento con ingresso libero. Il percorso della mostra prevede per ogni figura femminile la posa di un pannello con foto, biografia e riproduzione di documenti, e sarà accompagnato da specifiche iniziative: esposizione di documenti d’epoca, seminari, incontri, letture sceniche e intrattenimenti teatrali. Alcune delle figure femminili saranno rivisitate dalle opere di Chiara Corio, in cui il lavoro manuale e la creatività sono preziosamente uniti: collage materici, assemblaggi di stoffa, carta e altri materiali di riuso, uniti a tecniche miste di pittura e disegno, tridimensionali. I gruppi di protagoniste che si avvicenderanno nel corso del 2020: • La passione in una penna: giornaliste, poete, scrittrici, militanti; • Le risorgimentali; • La stagione dell’emancipazionismo e del suffragismo; • Dalla parte del bisogno e dei fanciulli; • La firma e lo stile dell’imprenditoria femminile;                           • Anima e sorriso d’artista; • Libere nella ricerca e nelle professioni;                                   • L’impegno nella Resistenza, nel sindacato, nella politica Si comincia il 22 gennaio 2020, ore 18.30, all’Unione femminile nazionale, Corso di Porta Nuova 32, Milano, con un aperitivo inaugurale che introduce il primo gruppo: La passione in una penna: giornaliste, poete, scrittrici, militanti.Le  protagoniste: Anna Maria Mozzoni, Ada Negri, Ersilia Majno Bronzini, Anna Kuliscioff, Margherita Sarfatti, Neera, Marchesa Colombi, Antonia Pozzi, Alda Merini, Camilla Cederna, Anna Del Bo Boffino, Brunella Gasperini, Gabriella Parca, Fernanda Pivano, Lalla Romano. Il 30 gennaio 2020, ore 17.30 – 19.30, sempre all’Unione femminile nazionale: primo incontro  di approfondimento dedicato a Giornaliste, scrittrici, militanti tra Ottocento e Novecento. L’ incontro, organizzato da Unione Femminile Nazionale e IRIS,  prevede l‘attestato di frequenza per l’aggiornamento, valido ai fini dell’obbligo formativo. L’incontro rientra nel ciclo “Le stagioni del giornalismo milanese fra XIX e XXI secolo” nell’ambito del progetto Milanosifastoria, e tratterà di alcune protagoniste della Milano di fine Ottocento e inizio Novecento. I relatori analizzeranno che cosa significava fare la giornalista in quel tempo, quale ruolo svolsero con  la loro collaborazione a giornali maschili e/o con la realizzazione di pubblicazioni femminili, gli ostacoli incontrati e le alleanze strette per rivendicare diritti  sociali, civili e politici per le donne e, dunque, maggiori diritti per tutti. Interverranno: Stefania Bartoloni, Unitre Roma – Progettare un giornale: le redattrici dell’Unione femminile; Pietro Sarzana, Università di Pavia – Ada Negri tra scrittura e giornalismo; Nuccia Cesare e Raffaele Russo, Istituto Gaetana Agnesi Milano – Anna Maria Mozzoni e Ada Negri  Un progetto editoriale di alternanza Scuola – Lavoro.         Modera: Concetta Brigadeci, Presidente Unione femminile nazionale Scopri di più su www.milanolacittadelledonne.it Informazioni e contatti:     info@fondazioneannakuliscioff.it      segreteria@unionefemminile.it SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

COORDINAMENTO REGIONALE BASILICATA

COMUNICATO STAMPA A Policoro, (MT) il 9/12/2019 si è tenuto un incontro promosso dalla Associazione Socialismo XXI. Hanno partecipato compagni sia della provincia di Matera, sia della provincia di Potenza. Tutti hanno contribuito alla discussione e tutti sono stati concordi nell’affermare che nel Paese è necessario e urgente ricostruire una vera, autentica ed autonoma forza socialista in grado di contrastare quel grande rischio verso un altrove incognito che un sovranismo “psicotico”, lanciando allarmi continui, ma privi di soluzioni, rischia di portare l’Italia verso una crisi ancora più drammatica. Si è parlato anche delle problematiche specifiche del Sud dell’Italia che negli ultimi anni ha visto peggiorare le sue già precarie condizioni economiche e sociali, legate alla mancanza di investimenti e di lavoro e dell’altissimo numero di giovani che emigrano nel Nord dell’Italia e all’estero. Socialismo XXI si rivolge a tutti coloro che ritengono che il socialismo sia tuttora una risposta necessaria ed attuale, ai Circoli, alle Associazioni di coloro che si sentono socialisti, alle Fondazioni di area socialista affinché si rendano disponibili ad un confronto aperto ed inclusivo, per lanciare e sostenere, una campagna politica per la «EPINAY DEL SOCIALISMO ITALIANO a GENOVA 2020», che per noi socialiste e socialisti di SOCIALISMO XXI ha un solo scopo, la ricostruzione di una casa per tutti coloro che sono e saranno interessati a dare una nuova e salda prospettiva politica di orientamento socialista all’Italia. A tal fine si è stabilito di costituire il Coordinamento regionale lucano della Associazione Socialismo XXI, affidandone la guida alla compagna Anna Rito, la quale si incaricherà di promuovere tutte le iniziative utili a favorire le convergenze necessarie al fine di offrire il proprio contributo alla creazione di una forte presenza del socialismo democratico in Italia. Nella stessa assise si è anche costituito il Circolo locale che ha preso come sua denominazione “Futuro Italiano“. Per il Coordinamento Nazionale Vincenzo Lorè – Resp. Comunicazione Socialismo XXI Mail: ass.socialismoxxi@gmail.com SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

DELIBERA DELLA PRESIDENZA NAZIONALE ALLARGATA DEL 3 DICEMBRE 2019 SU ASPETTI ORGANIZZATIVI E DI AMMINISTRAZIONE

Premesso: ● che la fase attuale di organizzazione dell’Associazione si sta dimostrando problematica, impegnativa e laboriosa a causa della presenza dispersa di piccole strutture associative e di gruppi d’intenzione o culturali di ispirazione socialista; ● che taluni gruppi e associazioni hanno, nel tempo, instaurato più o meno intensamente, contatti o talvolta collaborazioni con partiti politici e/o organizzazioni politiche le cui finalità non corrispondono alle finalità della nostra Associazione, con ciò comportando chiarimenti di volta in volta con esiti positivi o negativi; ● che la Presidenza ha assunto e realizzato le iniziative organizzative nelle seguenti Regioni: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte e Val d’Aosta, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio, Puglia, Basilicata, Sicilia, Campania e sono avviati i contatti in Calabria; ● che è necessario anche rendere più semplificate e quindi più praticabili le modalità di costituzione delle strutture locali; ● che è utile che siano ribaditi nella richiesta di adesione alla nostra Associazione i pochi ma importanti punti di riferimento sui quali si esprime il consenso; ● che la Presidenza nazionale, ha preso atto delle dimissioni del Responsabile organizzativo per altro impegno nell’ambito dell’Associazione, del Coordinatore della segreteria per subentrato impegno di lavoro e trasferimento di residenza, nonché della connessa decadenza dell’intera segreteria e, conseguentemente, ha assegnato gli incarichi di lavoro di Coordinamento organizzativo provvisori ad Alberto Leoni per L’Italia settentrionale, a Luciano Vita per l’Italia Centrale, a Aldo Potenza e Vincenzo Lorè per l’Italia meridionale e le Regioni insulari; ● che è tempo di avviare il tesseramento per l’anno 2020 all’Associazione. La Presidenza nazionale allargata, composta dalla Presidenza, dal Tesoriere, dal Responsabile della Comunicazione e dai Responsabili del Coordinamento delle aree nord, centro e sud-isole, assume le seguenti decisioni organizzative: 1) Nell’attuale fase costituente è consentito costituire in ogni Regione un Circolo regionale, il cui Coordinatore svolge anche la funzione di Presidente. Il Circolo regionale viene istituito fintantoché in una data Regione non vi siano Circoli provinciali e/o Comunali ma solamente singoli iscritti residenti in più località comunali o provinciali della Regione. Nelle Regioni ove saranno costituiti più Circoli territoriali si realizza un “Coordinamento Regionale” composto da un Coordinatore e dai Presidenti dei Circoli esistenti. 2) Nelle regioni devono essere costituiti Circoli locali; 3) La Presidenza nazionale allargata, i Coordinatori regionali, i Coordinatori pluriregionali e i Promotori svolgono anche le funzioni di Coordinamento nazionale fino alla costituzione del Comitato esecutivo; 4) La Presidenza nazionale allargata svolge anche le funzioni di Segreteria fino alla prossima conferenza nazionale di organizzazione; Sul tesseramento 2020 la Presidenza nazionale decide: A – E’ avviato il tesseramento 2020. B – Gli aderenti appartenenti al Circolo regionale territorialmente competente o al Circolo locale territoriale, ove esista, e per essi è dovuta la quota annuale di € 5,00, versata dal Responsabile del Circolo regionale o locale. C – Nelle Regioni nelle quali non è ancora perfezionata la costituzione di un Circolo territoriale, gli aderenti versano la quota annuale di € 5,00. D – I versamenti vanno eseguiti esclusivamente in favore del conto corrente postale n. 001047822356, intestato a: SOCIALISMO XXI, Via Edgardo Ferrati, 12, 00154 ROMA. E’ possibile anche ordinare un bonifico bancario in favore del conto corrente postale n. 001047822356, intestato a: SOCIALISMO XXI, Via Edgardo Ferrati, 12, 00154 ROMA, indicando le coordinate bancarie: IT 39 Z 07601 14400 001047822356. E – Chiunque può effettuare un versamento quale sostenitore dell’Associazione. F – I Responsabili dei Circoli inviano tempestivamente all’indirizzo ass.socialismoxxi@gmail.com il verbale di costituzione del Circolo secondo il modello di massima qui allegato, l’elenco dei fondatori, l’elenco degli altri aderenti non fondatori, con luogo e data di nascita, indirizzo, codice fiscale, telefono/i, indirizzo di posta elettronica. G – Il Tesoriere incaricato eseguirà il riscontro dei nomi con le quote versate e certificherà alla Presidenza nazionale la regolare iscrizione. H – Per quanto d’interesse la presente decisione sarà portata a ratifica alla prima Assemblea dei fondatori. ALLEGATI: ALL 1 – Atto Costitutivo verbale ALL 2 – Atto Costitutivo firme ALL 3 – Modulo adesione individuale SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LA POLITICA ESTERA DI GIANNI DE MICHELIS

  di Giuseppe Scanni – Vice Presidente di Socialismo XXI |   Gianni De Michelis, Teatro dei Servi a Roma, 26 novembre 2019, un ricordo organizzato dalla Fondazione Pietro Nenni Se, come spero, il tempo futuro ospiterà altre iniziative – questa volta di studio ed approfondimento- sull’analisi della politica estera pensata, sviluppata e coordinata da Gianni de Michelis, ben altro di quello odierno sarà lo spazio che dovrà essere dedicato all’approfondimento di un tema tanto vasto quanto lo fu il bisogno culturale, ovvero razionale ed assieme sognatore, dell’intellettuale socialista al servizio della Repubblica, che volle trasformare la sua venezianità in spazio planetario di azione. Oggi, come è giusto, sarà bene concentrarsi su un periodo cruciale della storia contemporanea che coincide grosso modo col triennio che vide Gianni alla Farnesina; non dimenticando, è ovvio, quanto il suo impegno governativo come ministro delle Partecipazioni statali, del Lavoro e di vice Presidente del Consiglio abbia lasciato un segno più che evidente nella politica europea ed estera dell’Italia. Vi è per tutti un momento magico nella vita, dura un tempo indeterminato: un attimo, settimane, un tratto d’anni. È il tempo senza misura, che occupa lo spazio del ricordo comune e vivifica quello proprio. Quel momento liberò in De Michelis la energia creatrice di un modello di attività che ancora oggi affascina la diplomazia italiana. La tradizione, mai rinnegata nella Prima Repubblica, e qualche volta dimenticata in quelle strane procreazioni costituzionalmente non assistite che si sono autodefinite Repubbliche Seconde, Terze o Seconde bis, riservava l’incarico di ministro degli Esteri quasi sempre ad un ex Presidente del Consiglio o, comunque, ad un riconosciuto leader parlamentare. Fu il caso di Saragat e di Nenni. L’età stessa dei ministri degli Esteri obbligava i sottosegretari ad un importante lavoro fuori dal paese. De Michelis, con un po’ di scandalo iniziale dell’alta gerarchia, intese invece il suo lavoro come quello di effettivo “capo della diplomazia”. La sua diretta partecipazione a riunioni, incontri anche informali, divenne presto proverbiale e la capacità di districarsi tra dossier complessi e diversi fu presto vista con ammirazione e compiacimento dai governi mondiali, segnatamente quelli europei. La lingua inglese praticata da De Michelis era essenziale e comprensibile, con grande gioia dei suoi interlocutori, che non dovevano percorrere labirintici percorsi intellettuali per capire cosa intendesse il capo della diplomazia della sesta potenza mondiale. Se, apparentemente, il pragmatismo demichelisiano non aggiunse novità nella politica estera italiana, come era stata disegnata prima da De Gasperi e poi col centro sinistra da Fanfani/Moro e Nenni/Saragat e Craxi, indubbiamente Gianni ha caratterizzato fortemente il suo impegno governativo per metodo, efficacia e competenza. Accompagnando, molti anni dopo il suo impegno ministeriale, De Michelis nel Kuwait, ebbi modo di constatare quanto fosse rimasta invariata, dopo la guerra del ’90- per la quale molto si era speso per assicurare la partecipazione italiana- la simpatia, l’interesse e la gratitudine per l’Italia e per la sua personalità non soltanto dell’emiro sovrano, ma in generale del gruppo dirigente politico ed economico dell’area. Senza la mediazione di fini linguisti gli interventi del già ministro ed al momento presidente dell’IPALMO, furono assai apprezzati per la chiara indicazione di una politica che già all’epoca si poneva il problema della scommessa sostenuta dal manifesto ideologico del liberalismo, redatto da Fukuyama, secondo il quale il trionfo della democrazia liberale rappresentava con la “Fine della Storia” il mantenimento esclusivo e “perpetuo” del “Museo della Storia dell’Umanità”, dove il calcolo economico, la soluzione tecnica dei problemi, compresa quella dei bisogni sofisticati dei consumatori, avrebbero sostituito la lotta ideologica universale, il coraggio, l’audacia e l’idealismo. Quel lettore e studioso vorace che era De Michelis aveva individuato, in un poco letto paragrafo del saggio The End of History and the Last Man, pubblicato in italiano come “La fine della storia e l’ultimo uomo”, un messaggio sfuggito ad alcuni. Fukuyama sosteneva, infatti, che «questa (fine della storia) non implica in alcun modo la fine dei conflitti internazionali in quanto tali. A questo proposito, infatti, il presente contributo dovrebbe essere diviso tra parte storica e parte post storica. I conflitti potranno continuare a esserci tra Stati che “sono ancora nella Storia” e stati che “sono arrivati alla fine della Storia”». A Kuwait City, in una terra tanto ricca quanto poco abitata, al centro di una rete di reti economiche, finanziarie, tribali, che strategicamente interessano l’equilibrio del mondo, De Michelis, campione di metodo e competenza, si pose il problema di come l’unipolarismo avesse bisogno di quadri regionali di coordinamento in dialogo continuo fra loro per disinnescare la mina dei conflitti fra Stati “dentro” e  “fuori” la Storia. Pensandoci oggi scorre un brivido nell’immaginare la catastrofe ventura terrorista e finanziaria prevista da De Michelis, seppur tutti fossero allarmati dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, che avevano aperto la strada alla guerra al terrorismo, in assenza di una strategia globale e multilaterale. Già, multilaterale. Il che ci porta a riflettere su una perfetta, continua, adesione di De Michelis alle linee guida della politica estera italiana, multilaterale, europeista, strettamente atlantica nella Difesa, logicamente coordinata con la politica estera statunitense e molto attenta alla Germania, con la quale Roma ha condiviso molto più di quanto ha legato il nostro paese alla Repubblica francese. Tra il 1989 ed il 1992, nel terzo e quarto governo della X legislatura, il mondo fu agitato da eventi straordinari : la rivolta dei paesi baltici, la crisi polacca provocata da Solidarność; la caduta della cortina di ferro al confine austro-ungherese , quando la doppia barriera di filo spinato, che per decenni era stata il simbolo della tensione e della diffidenza tra Est e Ovest, fu smantellata il 3 maggio  a Hegyeshalom, Koeszeg, Ohszeg, Szentgotthard e Sopron, lungo i 345 chilometri di frontiera tra Austria e Ungheria; l’abbattimento del muro di Berlino; ed ancora , sempre nel 1989, il primo dicembre, Gorbaciov incontrò Giovanni Paolo II. Nel corso di quell’incontro, l’Unione Sovietica e la Santa Sede posero la prima pietra per avviare relazioni diplomatiche. Le elezioni parlamentari in Romania del 1990, il 20 maggio. Si trattò della prima …

COORDINAMENTO REGIONALE CAMPANIA

Comunicato Stampa Napoli – Intenso il dibattito, ricco di contenuti, alla presenza del Presidente nazionale di Socialismo XXI Aldo Potenza e del vice Giuseppe Scanni. Dopo una breve relazione introduttiva di Francesco Barra, figura storica della UILM-UIL campana, ha preso la parola un compagno dell’Aeritalia, Giuseppe Biasco, non vedente, che nel suo COMUNICATO intervento ha focalizzato l’attenzione dei presenti sulla crisi della ex ILVA di Taranto, oggi Arcelor Mittal additando il Capo del Governo quale maggiore responsabile, insieme all’ex capo del Movimento 5 Stelle, Luigi di Maio, per non aver saputo gestire, fino ad ora lo stato di crisi di quest’azienda, che al momento vuole mandare a casa cinquemila lavoratori insieme ad altri dell’indotto. Infine in un passaggio significativo del suo intervento ha detto testualmente: “I socialisti continuano a litigare mentre necessita attualmente una proposta politica che contenga Lavoro, Pace e Democrazia partecipativa”. Presente il compagno Felice Besostri, da anni in prima linea contro le leggi elettorali prodotte in questi anni, il quale, con la sua verve di avvocato cotituzionalista ha ribadito che l’abbassamento dei parlamentari è stato un grande errore del Governo Conte, perchè in questo modo si ridurrebbe la presenza dei rappresentanti sia al Senato che alla Camera specie nelle regioni con basso numero di abitanti. Quindi la legge elettorale va modificata riproponendo un sistema proporzionale per permettere all’elettore di poter esprimere con la preferenza il proprio candidato. Puntuale l’intervento del prof. Giuseppe Scanni il quale faceva notare che 30 anni non sono passati invano e quindi era giunto il momento di rimboccarsi le maniche e da socialisti, insieme al popolo e al territorio creare le condizioni affinchè una socialdemocrazia vera sappia distribuire in modo equo il benessere. Ha fatto capolino in sala il compagno professore Alessandro Zampella, uno dei giovani emergenti di questo movimento e sul quale Giovanni Oranges e Aldo Potenza scommettono per un futuro socialista in Campania. Presenti in sala i compagno della UIL, Carmine Albano e Giuseppe Stellano, che da sempre sono stati vicini ai lavoratori con il loro contributo e tutti appartenenti alla stessa origine con l’Alfa Romeo di Pomigliano D’Arco, che negli anno ’70, sotto l’egida guida del PSI, del professore Francesco De Martino, ha formato tanti quadri sindacali. I compagni convenuti per l’occasione, hanno eletto all’unanimità quale Coordinatore regionale campano di Socialismo XXI, Francesco Barra, un compagno che ha fatto la storia del sindacato campano, all’epoca voluto fortemente da Giorgio Benvenuto. Accorato l’intervento dell’avvocato penalista Del Vecchio, compagno autorevole che ha infiammato la platea quando ha detto testualmente:” Il PD è in via di estinzione insieme al Movimento 5 Stelle, quindi i socialisti devono metterci il cuore, la fede e il coraggio per recuperare tutto l’elettorato che fino al 1992 ci indicava come il partito che impersonificava il Socialismo dal Volto Umano ed era accanto alle classi lavoratrici”. Il dibattito è stato arricchito dagli interventi dei Compagni Raffaele Cuorvo, Arcangelo Caiazzo, Catalano Antonio, Ferruccio Diozzi e Sorrentino Leopoldo, che hanno sottolineato con forza la necessità di continuare con forza la battaglia di Socialismo XXI. Le conclusioni affidate ad Aldo Potenza il quale nel suo intervento ha fatto gli elogi a Barra e ad Oranges, invitando gli ad organizzarsi, in vista della Conferenza Programmatica del 28 marzo 2020, ove si tracceranno le linee per la Epinay di Genova 2020. Infine ha detto testualmente:” I Socialisti del XXI Secolo necessitano di giovani ed io non ho mire ad occupare posti di prestigio perchè continuo a dare il mio contributo ad una causa giusta, da oltre 50 anni e spero di veder realizzato il mio sogno quello di un grande partito socialista sotto un’unico simbolo. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

CONVOCAZIONE CONFERENZA ORGANIZZATIVA DI SOCIALISMO XXI

La Presidenza di “Socialismo XXI”, allargata ai Responsabili della Comunicazione e alle Attività Tecniche-Amministrative e ai coordinatori organizzativi del Nord, del Centro Italia e del Mezzogiorno, ha deciso, nella sua riunione del 19 novembre, la convocazione della Conferenza di Organizzazione della Associazione per il 28 marzo del prossimo anno. In preparazione della Conferenza è stata indetta, altresì, l’Assemblea dei Soci Fondatori estesa ai Coordinatori e Promotori regionali allo scopo di definire con la Presidenza le modalità di svolgimento e il programma dei lavori della Conferenza stessa, la quale -oltre a dibattere sui più rilevanti problemi organizzativi (tesseramento 2020, andamento della costituzione dei Circoli locali e loro diffusione, rilancio della identità socialista nel quadro della scomposizione in atto del quadro politico)- farà il punto sull’avanzamento del processo, promosso dall’Associazione, di ricostituzione unitaria di una forte presenza partitica socialista e ripreciserà le proprie posizioni e proposte in ordine ai principali problemi della agenda politica, economica e sociale del Paese. La riunione della Assemblea dei soci fondatori e dei coordinatori/promotori regionali si terrà a Roma il 1° febbraio dell’anno venturo presso la storica sede socialista della Garbatella di Via Edgardo Ferrati, 12. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

AMBROGINO D’ORO A BORRELLI. COMUNICATO DI SOCIALISMO XXI

La decisione della Giunta Comunale di Milano di conferire il riconoscimento alla memoria dell’Ambrogino d’oro – che annualmente il Comune ambrosiano attribuisce a personaggi  che hanno dato lustro alla città – a Francesco Saverio Borrelli ci lascia stupiti ed amareggiati. Francesco Saverio Borrelli è stato, da magistrato, tra i protagonisti principali di una controversa ed alquanto discussa stagione giudiziaria e politica della storia della Repubblica, che ha lasciato piu’ macerie che soluzioni nella pratica del buon governo del Paese. Il conferimento alla memoria della persona del prestigioso riconoscimento riapre ferite che potevano essere risparmiate al Paese. Gli estimatori dello scomparso magistrato hanno spesso evidenziato la sua profondità ed il livello della sua “cultura giurisdizionale” e la sua fermezza comportamentale che animavano la sua azione a capo della Procura di Milano. Noi, invece, non possiamo dimenticarci che nelle indagini del “pool” di  “Mani Pulite” da lui diretto non sono mancate colpevoli reticenze ed omissioni, comportamenti persecutori a senso unico spesso immotivati (basta vedere il gran numero di assoluzioni degli inquisiti già in sede di indagini preliminari ben superiori alle condanne), carcerazioni non sempre legittime usate come mezzo per indurre in delazioni come nel tragico caso del compianto Gabriele Cagliari. Una stagione giudiziaria e politica che è in questi tempi oggetto di riflessioni assai critiche da piu’ parti  e persino anche autocritiche da parte di qualche protagonista di allora, e che ha prodotto effetti devastanti per la politica, in particolare verso vari settori di essa ed ingiustificate omissioni assolutorie per qualche altre parte. Al Sindaco Sala, perciò, non sarebbe dovuto sfuggire che una tale decisione avrebbe riacutizzato sentimenti di rancore e di risentimento di cui non si sentiva proprio il bisogno in una fase – già di per sé – delicata e complicata della vita nazionale. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

COORDINAMENTO REGIONALE PUGLIA

Comunicato Stampa A Bari un incontro promosso il 13 novembre dalla Associazione Nazionale Socialismo XXI Hanno aderito alcuni protagonisti della politica pugliese per interrogarsi sul futuro del socialismo italiano alla luce delle grandi difficoltà che i partiti della sinistra italiana stanno da tempo attraversando. Nell’incontro, alla presenza del Presidente e Coordinatore nazionale Aldo Potenza e del vice Presidente Giuseppe Scanni, hanno partecipato, rappresentanti delle province BAT, BA, BR, TA, si è convenuto sulla necessità di riunire associazioni, movimenti e organizzazioni che siano disponibili a lavorare per costruire un approdo organizzativo alla lunga tradizione del riformismo socialista in Italia. Negli ultimi anni sono nati nel campo politico della sinistra, e successivamente scomparsi, diversi partiti e movimenti senza un comune radicamento, operando esclusivamente in funzione preminentemente elettorale, ma privi di radici e orientamenti comuni. Il socialismo italiano, malgrado ogni tentativo condotto per oscurarne i meriti, recentemente, anche da chi un tempo fu critico, viene giustamente riconosciuto come protagonista delle grandi conquiste che fu in grado di assicurare il progresso civile e democratico dell’Italia. Socialismo XXI si rivolge a tutti coloro che ritengono che il socialismo sia tuttora una risposta necessaria ed attuale, ai Circoli, alle Associazioni di coloro che si sentono socialisti, alle Fondazioni di area socialista ed al Partito Socialista Italiano affinché si rendano disponibili ad un confronto aperto ed inclusivo, per lanciare e sostenere, una campagna politica per la «EPINAY DEL SOCIALISMO ITALIANO a GENOVA 2020», che per noi socialiste e socialisti di SOCIALISMO XXI ha un solo scopo, la ricostruzione di una casa per tutti coloro che sono e saranno interessati a dare una nuova e salda prospettiva politica di orientamento socialista all’Italia. A tal fine si è stabilito di costituire il Coordinamento regionale pugliese della Associazione Socialismo XXI, affidandone la guida all’Avv. Nicola Putignano, il quale si incaricherà di promuovere tutte le iniziative utili a favorire le convergenze necessarie al fine di offrire il proprio contributo alla creazione di una forte presenza del socialismo democratico in Italia.  Per il Coordinamento Nazionale Vincenzo Lorè – Resp. Comunicazione Socialismo XXI Mail: ass.socialismoxxi@gmail.com SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

TARANTO «NOTA SULL’ARCELOR MITTAL»

  di Silvano Veronese* – Vice Presidente Socialismo XXI | In una situazione di perdurante stagnazione dell’economia reale nazionale, dopo l’annuncio della fusione FCA-Peugeot (che la stampa francese definisce invece come acquisto da parte della Casa francese di quella italo-americana) che potrebbe riservare amare sorprese per la sopravvivenza di qualche stabilimento in Italia della ex-Fiat, è ri-scoppiata in questi giorni la “grana” dell’ILVA, che  assume  i  connotati del dramma per l’economia tarantina e del Mezzogiorno più in generale ma anche, con buona pace degli “autonomisti” leghisti lombardo-veneti-emiliani, di un serio colpo alle prospettive dell’industria italiana. La comunicazione di recesso da parte di Arcelor-Mittal (affittuari in attesa di divenire proprietari del centro siderurgico ILVA) è certamente un fatto di estrema gravità di cui –a giudizio di alcuni esperti giuridici– mancherebbero persino i presupposti legali. Esso è motivato dalla compagnia franco-indiana dalla decisione governativa di togliere “lo scudo penale” per le responsabilità manageriali (risalenti a precedenti gestioni) per inquinamento e danni ambientali. Tra l’altro, in contrasto –secondo Arcelor-Mittal– con il contratto sottoscritto al Ministero dello Sviluppo Economico l’anno scorso. In realtà, a molti la motivazione puo’ apparire un alibi per sfilarsi da un “affare” che la società franco-indiana sperava potesse garantirle risultati positivi che non maturano -anche per la crisi di mercato del settore-. Ma, bisogna dire con franchezza che i comportamenti del precedente governo gialloverde continuati con la recente scelta dell’attuale esecutivo (sempre a presenza antindustrialista del M5S) hanno dato –con la loro inaffidabilità– un serio pretesto ad Ancelor Mittal per sfilarsi da ILVA. Certamente fin dalla sua costruzione (a metà degli anni ’60) FINSIDER ed ITALSIDER, cioè la proprietà ed il gestore statale del grande impianto siderurgico tarantino, non hanno mai pensato di dotare la più grande acciaieria d’Europa con il suoi altoforni di un moderno ed efficace sistema di disinquinamento e di tutela ambientale dentro e fuori il Centro siderurgico, in particolare per il quartiere popolare adiacente di Tamburi. Purtroppo a quei tempi, ma anche negli anni immediatamente successivi mancavano una cultura ed una sensibilità di tutela ambientale e di protezione della salute dei cittadini, veniva trascurata l’esigenza di uno sviluppo ecocompatibile da parte di tutti, politici, aziende, amministratori locali ed anche di cittadini disoccupati per i quali ad una Azienda -che garantiva (come nel 1980)- in un Mezzogiorno disastrato – una occupazione a ben 43.000 lavoratori tra diretti ed “indotto” – non si chiedeva altro, ad esempio un piano di investimento in risanamento ambientale e di bonifica continua del sito come è stato invece giustamente chiesto ad Ancelor Mittal con l’accordo in sede ministeriale  dell’anno scorso. Per questo obiettivo, che Ancelor Mittal sta attuando, ma non ancora completato, la società franco-indiana ha stanziato 1.200 mld nel quadro di un investimento complessivo di 4 miliardi. Italsider, prima della dismissione dell’impianto ai privati e costoro, in particolare Emilio Riva, hanno fatto poco o niente in materia e sono essi i responsabili delle morti e dei malati causati dall’inquinamento del quartiere Tamburi ed anche di vari operai interni. Non mi sembra che queste morti possano essere penalmente addossabili ad Anceler Mittal, salvo che il programma di risanamento ambientale -per il quale si è impegnata contrattualmente-  non proceda. Questo dramma non puo’ essere argomento di campagna elettorale, anche perché le responsabilità sono plurime e non solo recenti. Il Governo verifichi con puntualità ed immediatezza le reali intenzioni del gruppo siderurgico franco-indiano e decida –sulla base del contratto firmato in sede ministeriale l’anno scorso– di imporre al gruppo  la continuità dell’impegno produttivo (ovviamente accelerando gli investimenti di risanamento e bonifica dell’impianto) oppure, diversamente, impegni i commissari a ricercare una soluzione  imprenditoriale alternativa che non puo’ –però – essere affidata a imprese  –come è stato nel caso di Riva, del tutto inadeguate a gestire con profitto ed impegno sociale un impianto di quelle dimensioni. Chi pensa, invece, che l’alternativa possa essere la chiusura dell’impianto per surrogarlo con improbabili attività sostitutive, purtroppo anche nel recentissimo passato vi sono state anche responsabilità a livello istituzionali che profetizzavano queste scemenze, va messo a tacere o ricoverato in clinica. Un Paese che si considera una grande realtà manifatturiera non puo’ permettersi di desertificare quel poco che rimane di produttivo nel Mezzogiorno, in questo caso la piu’ grande acciaieria d’Europa! La ricerca del massimo  sviluppo produttivo e dell’occupazione non vanno disgiunti da un impegno serio e di scelte concrete di  tutela ambientale: come dimostrano certe soluzioni di eccellenza sono perfettamente compatibili. Servono solo investimenti e volontà politiche. *Silvano Veronese – già Segretario Nazionale Metalmeccanici   SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

SOCIALISMO DEMOCRATICO E L’INTERMEDIAZIONE NELLA SOCIETÀ COMPLESSA

Per conquistare un destino comune di opportunità ed equità, di libertà e giustizia, di esaltazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, per allargare e difendere i diritti civili, sociali, economici di tutti i cittadini, per realizzare gli indirizzi progettuali e programmatici della Costituzione Repubblicana, per una nuova internazionalizzazione capace di rispondere mondialmente alle esigenze poste dalla Rete globale, per una democrazia rappresentativa che ricomponga la “frattura sociale”, accompagnata da “secessione sociale”, e che metta fine alla disqualità sociale in Europa e nel mondo, sono necessari nella società complessa il Socialismo Democratico e l’Intermediazione Documento-appello elaborato e scritto da Giuseppe Scanni, studiato, analizzato, approvato con l’arricchimento dei contributi del COORDINAMENTO NAZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE SOCIALISMO XXI composto da: Aldo Potenza (Presidente), Silvano Veronese (Vice presidente), Giuseppe Scanni (Vice presidente), Vincenzo Lorè (Responsabile Comunicazione e Coordinatore Italia meridionale), Alberto Leoni (Coordinatore Italia del nord), Luciano Vita (Coordinatore Italia centrale), Mauro Scarpellini (Coordinatore attività tecniche ed amministrative). Il documento è stato ulteriormente presentato il 3 novembre 2019 in un Seminario di studio e proposte del Coordinamento Nazionale allargato ai Coordinatori regionali del Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria che si è tenuto a Roma; nel corso del Seminario sono stati presentati un certo numero di nuove valutazioni. La stagione politica che stiamo vivendo è spesso definita come “Terza Repubblica”; disgraziatamente è soltanto la quinta fase della Prima Repubblica, considerando la seconda quella che va dal 1994 al 2011 (l’illusione del maggioritario), la terza quella aperta dal governo Monti e terminata con le elezioni del 2013 (il salvataggio dal default) e la quarta quella dei governi Letta, Renzi e Gentiloni (la seconda bis). Il primo nodo da affrontare è quello attorno alla natura locale, europea o mondiale della crisi. Noi affermiamo che, nonostante una peculiarità italiana e tedesca, la crisi che siamo chiamati ad affrontare e sanare è planetaria. La peculiarità tedesca italiana è legata al lento processo di formazione di uno Stato unitario, a fronte di quanto è accaduto in Europa. Gli storici definiscono la Germania e l’Italia le “nazioni in ritardo” dell’Europa, perché, nonostante le apparenze, sono nazioni che hanno conseguito più o meno negli stessi periodi e nello stesso tempo la loro unità statuale.  Il nostro paese “in ritardo” affronta un periodo di destrutturazione -che ci auguriamo breve- assai somigliante alla Seconda Repubblica francese (febbraio 1848-dicembre 1851), con la speranza che non si affacci alla ribalta un Napoleone III. C’è il rischio che la destrutturazione del sistema peggiori in decomposizione del sistema politico; c’è anche la possibilità, però, che finalmente si affaccino sulla scena italiana forze che abbiano almeno l’obiettivo della ricomposizione e del rilancio, se non proprio del Rinascimento. Insomma, la stagione che dopo aver celebrato e sperimentato al potere il populismo, lo archivi essendosi sufficientemente spaventata delle conseguenze. A favore della seconda ipotesi è possibile argomentare che il raggiungimento del potere ha corrosivamente contaminato una forza anti-politica come i 5stelle, con la conseguente crisi di consenso che ne è velocemente derivata, e che il modello nazional-populista proposto da Salvini si è platealmente svelato fragile e di impalpabile consistenza, attivando una attenzione critica e preoccupata per la irritualità di atti governativi basati spesso sulla omissione delle regole imposte dalle Leggi e dalle norme in materia di gestione dei pubblici affari; e pur tuttavia non è possibile ignorare che nonostante la plateale irrisione delle Leggi il leader della Lega gode ancora di un forte favore.   Il governo Conte2 è stato lo sbocco possibile, seppur non eccellente e tuttavia migliore rispetto a quelli che si erano profilati, della crisi dell’alleanza tra 5stelle e Lega, prodotta con incredibile imperizia sua, e fortuna nostra, da Salvini. Tuttavia anche il Conte 2 è corso, con i suoi vari componenti, ad insediarsi nel centro politico, che, con tutte le sue declinazioni: centro destra, destra centro, centro sinistra, centro nostalgico dei bei tempi che furono, occupa in Italia  uno spazio enorme, superiore al 70% dei voti espressi; chi non si riconosce nel centro è facilmente individuabile nella Destra dell’onorevole Meloni che si avvicina al 10% di consensi espressi; un area non di centro della sinistra è difficilmente quantificabile e si ri è rifugiata nell’astensione. Il tanto agognato spazio di centro, da occupare per dimostrare di saper governare o pretendere di essere ammessi al Governo, non permette la mediazione tra netti e diversi programmi, anzi, è divenuto, come dimostra la trasformazione dei 5S, un serio corroborante alla desertificazione ed alla fuga degli elettori, prevalentemente verso l’astensione, aumentando il disprezzo per un sistema politico che premia gli opportunismi, i personalismi, mentre il così agognato centro espone gli elettori alle sirene della demagogia e del populismo, mitigando qua e là la cultura della gramigna con la falce della mediazione pubblica esercitata del Presidente. Quanto ci sia di ritardo storico sulla acquisita coscienza di partecipare alla vita dello Stato, che significa (lo spirito repubblicano) comprendere ed accettare limiti, mezzi, obiettivi della nazione che agisce in quanto Stato, cioè trasformare con impegno e generosità il progetto politico in una coerente attività quotidiana, e quanto invece le interrelazioni mondiali abbiano imposto scelte che ictu oculi appaiono demotivanti e che sembrano spingere  verso sponde populiste, termine generico ma intuitivamente espressivo. La destrutturazione in corso, è nostra opinione, non può ricomporsi con furbizie tattiche; è necessaria una analisi coraggiosa delle reali motivazione della crisi mondiale e di forti ricomposizioni istituzionali su valori condivisi, chiari e non generici, di rispetto ed esaltazione dei diritti dell’uomo e del cittadino alla libertà, alla dignità del lavoro, alla parità di genere, alla eguale soddisfazione dei bisogni sociali, al comune rispetto dei diritti e dei doveri che -pur nella diversità generata dal merito- consentono l’esercizio di una effettiva eguaglianza. È evidente la necessità di rianimare e rinnovare culture politiche che hanno radici solide nella storia europea, per garantire la selezione rigorosa delle classi dirigenti. Oggi effimeri partiti personali, votati al culto del leaderismo o, peggio, al ricatto della cinica speculazione suscitata dall’indispensabilità dei loro numeri nel gioco parlamentare o, sempre peggio, entrambe le motivazioni, impediscono una coerente ricostruzione del sistema …