MALAGIUSTIZIA

“Giustizia devastata dalle correnti, calpestati diritti e vite innocenti”   di Andrea Padalino – Lo Spiffero Padalino, tra i volti simbolo della magistratura (gip di Mani pulite e poi pm delle inchieste sui No Tav), finito nel tritacarne di alcuni suoi colleghi e assolto da accuse inesistenti, pronuncia un duro e amaro j’accuse. Nel corso di più di trent’anni ho potuto svolgere diverse funzioni: Pretore del lavoro, Giudice per le indagini preliminari, Pubblico Ministero, Giudice Civile. Ho sempre operato nella convinzione di dover fornire un servizio a tutti coloro con i quali, per una ragione o l’altra, avevo a che fare e, vi assicuro, che in tutti questi anni sono stati veramente tanti, ma non ho mai avuto problemi particolari con gli utenti del mio servizio. Anzi, devo dire che il rapporto con gli avvocati e tutti i professionisti operanti nel settore, mi ha fatto realmente crescere professionalmente, garantendomi stimoli sempre nuovi e sfide emozionanti. Ho vissuto, per quasi tutta la mia vita professionale, sotto scorta, correndo seri pericoli a causa delle attività che svolgevo e costringendo familiari e amici a comprimere le proprie libertà ed a subire delle forti limitazioni in tante piccole o grandi situazioni. Mi sono occupato di processi di grande rilievo pubblico e di vicende assolutamente minori, con lo stesso impegno e lo stesso entusiasmo che mi hanno sempre accompagnato nel lavoro fino ad un terribile momento del quale, però, vi parlerò più avanti. La scelta di fare il magistrato risaliva all’epoca della fine degli studi superiori, tanto che ricordo che all’esame di maturità, alla solita domanda dei commissari: “ma che cosa farà da grande?”, risposi con un po’ di incoscienza e tanta sicurezza: il magistrato! (naturalmente). Prima di vincere il concorso in Magistratura ero già Procuratore Legale (oggi si dice più esplicitamente Avvocato) e ho maturato una rilevante esperienza in un importante studio milanese, che ha certamente contribuito positivamente alla mia formazione professionale. Quando, però, è giunto il momento di optare per l’una o l’altra attività, non ho avuto alcun dubbio nello scegliere di fare il magistrato. Credo che poter operare delle scelte, qualsiasi sia il risultato poi ottenuto, sia comunque una grande fortuna nella vita e di questo ringrazio la mia famiglia per avermi lasciato tutto il tempo necessario per studiare e prepararmi in modo adeguato. Ho creduto in valori quali l’autonomia e l’indipendenza di una funzione, certamente delicata e da assolvere con il massimo impegno, che, nella quotidiana attività di applicazione della Legge, può contribuire allo sviluppo ed al benessere della collettività la quale, attraverso i propri rappresentanti, pone delle regole uguali per tutti e che tutti devono rispettare. Il lavoro del magistrato, perlomeno come lo intendo, può e deve essere sottoposto ad un vaglio critico esterno, positivo o negativo, e deve, per questo, essere visibile a tutti, ma, per essere conforme alla funzione dalla quale deriva, deve fondarsi solo sulla autonomia e indipendenza da ogni sollecitazione esterna, qualsiasi essa sia, traendo in questo il fondamento e la forza della propria credibilità. Ma questi valori di immediata percezione e doveroso rispetto, in una parte della odierna magistratura si sono miseramente confusi in una inaccettabile commistione con quella politica con la “p” minuscola che ha portato al dominio incontrastato delle correnti, al tradimento di principi che dovevano essere intangibili, al degenerare di un sistema, con devastanti danni per quel popolo italiano in nome del quale si celebra il rito della giustizia. Peraltro, più il potere politico ha perso il contatto con le persone ed i loro problemi e, quindi, con la nostra società, più una parte della magistratura ha occupato spazi che dovevano restarle estranei, con inaccettabili commistioni con media spesso compiacenti e asserviti, in grado, però di scatenare orchestrate campagne di stampa tali da distruggere l’immagine di chiunque. In buona sostanza, in Italia il cedimento della classe politica è stato direttamente proporzionale all’acquisizione di spazi e potere di quella parte della magistratura che, imbevuta di ideologia e bisognosa di un nemico da combattere a tutti i costi, ha finito per travalicare il perimetro nel quale il nostro ordinamento aveva collocato il terzo potere dello Stato. Quando, nel periodo di Mani Pulite, dove le luci ed anche le ombre della magistratura si sono proiettate con forza sulla società, chiuso a lavorare nel Palazzo di Giustizia di Milano sentivo fuori le grida, gli applausi, i cori delle manifestazioni in favore dell’inchiesta, rabbrividivo perché si stava materializzando l’errore più grave che i cittadini possono compiere verso la magistratura: investirla di un ruolo catartico della società e di cambiamento di un sistema che nessun processo potrà, in realtà, mai cambiare. Il processo penale, infatti, si occupa e si deve occupare solo del passato, non certo del presente e tantomeno del futuro, ma ritenere che con esso una società cambi, significa attribuirgli un ruolo che non potrà mai avere. Sarebbe come ritenere che sia sufficiente processare i trafficanti di droga per farne cessare il consumo, ma sappiamo che non è così. Le scuse Mi fermo un attimo, però, perché, proprio come magistrato, mi rendo conto che devo a tutti delle scuse. Vi chiederete perché, ma, per mia fortuna, sono qui per spiegarlo e non lancerò il sasso, ritirando poi la mano. Mi sono sempre impegnato a fondo nel mio lavoro, anche troppo, ma mi piaceva e non sentivo la fatica, a volte non ne avevo neppure il tempo, come molti di noi sanno nel proprio ambito professionale. Mi sono occupato di rapporti di lavoro, della corruzione di Mani Pulite, dei primi collaboratori di giustizia della ’ndrangheta, di traffici di stupefacente grandi e piccoli, di sicurezza urbana, di terroristi islamici, di antagonisti e no-tav, di diritto di famiglia, di persone sconosciute o più che note, con l’orgoglio e la soddisfazione di non avere mai teoremi da dimostrare, nemici da incastrare, ideologie da assecondare, innocenti da perseguitare. Ma quell’orgoglio e quel compiacimento di fare correttamente il mio dovere, mi hanno portato presto ad ignorare che le falle del sistema di cui faccio parte erano molto più profonde e gravi di …

CONSIDERAZIONI IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI JOHN LOCKE

di Giustino Languasco – Coordinatore Socialismo XXI Liguria | «Per ben intendere il potere politico e derivarlo dalla sua origine, si deve considerare in quale stato si trovino naturalmente tutti gli uomini, e questo è uno stato di perfetta libertà di regolare le proprie azioni e disporre dei propri possessi e delle proprie persone come si crede meglio, entro i limiti della legge di natura, senza chiedere permesso o dipendere dalla volontà di nessun altro. È anche uno stato di eguaglianza, in cui ogni potere e ogni giurisdizione è reciproca, nessuno avendone più di un altro, poiché non vi è nulla di più evidente di questo, che creature della stessa specie e dello stesso grado, nate, senza distinzione, agli stessi vantaggi della natura, e all’uso delle stesse facoltà, debbano anche essere eguali fra di loro, senza subordinazione o soggezione, a meno che il signore e padrone di esse tutte non ne abbia, con manifesta dichiarazione del suo volere, posta sopra le altre, e conferitole, con chiara ed evidente designazione, un diritto incontestabile al dominio e alla sovranità.» Ho voluto premettere questa considerazione di John Locke sullo “stato di natura” iniziale alla narrazione di come è andata il 3 novembre scorso la presentazione del libro del prof. Baldini a cura di “Societa’ aperta” ed “Ethos” le due associazioni sponsor della iniziativa, di cui la prima non ha nulla a che vedere con la omonima lista elettorale Lauretti. Peraltro l’ing. Lauretti è “anche” filosofo ed era presente tra il pubblico e ha partecioato al dibattito seguente, con una domanda pertinente rivolta ai relatori. Ma non era tra i responsabili organizzativi di esso. Pura omonimia , ripeto. Il prof Manti infatti ha una sua collocazione di prestigio a livello nazionale nel campo della bioetica in cui sviluppa i suoi studi e le sue pubblicazioni accademiche, che lo pone al di fuori e lontano dalla bagarre e dalla competizione elettorale imperiese e sopra le contingenze polemiche della stessa. Se ha simpatie politiche personali, esse vanno al Socialismo liberale del fratelli Rosselli e ai suoi amici di gioventu’ impegnati ancora oggi nelle idealita’ socialiste e provenienti dall’antico ” movimento dei lavoratori per il socialismo”: legami di stima, simpatia ed affetto molto dovuti a un pregresso di esperienze di vita. Il prof Manti ha poi anche un lungo trascorso di insegnante nei licei, e ha in Imperia estimatori attenti del suo lavoro accademico, fra gli ex colleghi ( fra cui lo scrivente) che erano presenti in numero significativo alla iniziativa. E’ stato un bell’incontro, sintetico il giusto, coi tempi giusti , nonostante la data e l’ora non ideali vista la contemporaneita’ di Oliooliva e il vento furibondo, nonche’ le maledette scomode sedie ottagonali della sala convegni della biblioteca, ideazione di qualche stramaledetto architetto d’arredo, e la notoria non buona acustica della rimbombante sala. ll prof Baldini e il prof. Manti avvicendandosi nella presentazione del libro, hanno con buona retorica chiarito appunto che la lettura di Locke e dei suoi ideali contendenti Hobbes e Stuart Mill, parte di necessita’ da un ” apriori” differente proprio relativo allo ” stato di natura” dell’uomo. Sono state dette dai relatori parecchie cose interessanti, sulla scaturigine e genesi dei moderni concetti di liberta’, proprieta’, diritto alla difesa di tali diritti naturali e al riconoscimento sociale degli stessi, nonche’ al governo e alla sovranita’ per diritto divino o volonta’ popolare. I temi del dibattito di fine ‘600 e prodromi del successivo secolo dei lumi, con le contese fra Rousseau e Voltaire, con quest’ultimo che si dichiarava allievo di Locke. Originale e di rilievo la notazione che per Locke la proprieta’ e’ quasi una naturale estensione del lavoro dell’uomo, concetto assai concepibile in una sociata’ ancora fondamentalmente retta da una economia a grazia preindustriale : come tale e’ vissuta e concepita come suo diritto naturale. Cosi come importante la distinzione fra diritto naturale alla liberta’ ” ristretto”, come tale non negoziabile o scambiabile contrattualisticamente, ed “allargato” con connotazioni legate al contesto sociale in cui va declinato e rientrante dunque nella sfera della negoziabilira’ politica. E’ infatti da questi insegnamenti che deriva, unico nel suo genere, il motto distintivo dei mizraimiti ” felicita’ per tutti gli esseri” e che figura in tutti i documenti del Rito: non solo per gli umani, culmine dell’onda di vita evolutiva attuale, ma anche per i non umani, animali, piante e anche il mondo minerale. Un ideale che possiamo a ragione chiamare ” edenico” e da’ nonostante tutto grande fiducia nella sorte evolutiva spirituale di cio’ che e’. Di questo e’ tracci, ed e’ stato ricordato dai relatori in chiusura dell’evento, in un appassionato, quanto poco ricordato, dibattito del Seicento e che ha interessato anche Jhon Locke. Di mio , sperando di beccare dai due severi relatori almeno la sufficienza alla sintesi fatta delle loro esposizioni, aggiungo che il primo aspetto , quello della proprietaa’ derivante dal lavoro, pone Locke all’interno della ” religione del dovere” tipica della speculazione massonica sul lavoro , e il secondo , quella della liberta’ “allargata” lo colloca nel filone della ” sociabilita’ associativa” appassionatamente affrontata e dibattuta in quel tempo, ed anche prima, dalle Logge Massoniche di tutta Europa. Da dove , infine, sottolineo, traggono tutti questi filosofi il loro ” apriori” sullo Stato di Natura umano se non dagli insegnamenti tradizionali massonici , pur di ” schole” contrapposte, che venivano tramandati dai ” riti” praticati nel mondo massonico pre costituzionale antecedente la Gran Loggia di Londra del 1717? Questo, che do’ all’amico il prof. Manti, e al prof. Baldinim come pulce nell’orecchio, qualora un domani volesse avventurarsi alla ricerca di queste fonti, posso testimoniarlo personalmente per tradizione pervenutami in differenti momenti almeno da due di queste “schole”: lo scozzese primitivo, non quello francese che ne e’ un tardo derivato, che puo’ avere come aggancio il “Teachimg Kilwinning scroll” tuttora conservato dalla Loggia di Kilwinning nelle isole Orcadi: quello scozzese di Francia “old steward” culminante negli insegnamenti di Dom Martinez de Pasqually e quello Mizraimita di Adam uomo rosso. SocialismoItaliano1892E’ un progetto …

UNA SETTIMANA PUO’ ESSERE CORTA O LUNGA

Una settimana può essere corta o lunga, l’importante è che serva a stabilizzare le pause nei combattimenti non a contare le ore del potere.    Prof. Giuseppe Scanni – Già Vicepresidente di Socialismo XXI | La settimana che si apre oggi può essere determinante per il successo o il fallimento della mediazione statunitense nel conflitto in corso.La missione del segretario di Stato Blinken è ostacolata dall’Iran, dalla Turchia, dalla Russia, dalla destra israeliana, sostanzialmente dallo stesso Netanyahu; la destra israeliana coi propositi espressi dal ministro Amichai Eliyahu della possibilità di lanciare una bomba atomica su Gaza ha costretto anche l’Arabia saudita a condannare la dichiarazione che “dimostra la penetrazione di “estremismo e brutalità” tra i membri del governo israeliano”. Sabato scorso il presidente Biden si era rallegrato per i progressi che si stavano concretizzando per l’instaurarsi di una pausa umanitaria.Nella notte tra sabato e domenica 5 novembre 2023 Erdogan, dopo il tentativo fallito di essere riconosciuto mediatore, si è eretto a salvatore dei palestinesi di Gaza, rifiutando di incontrare il segretario di Stato Blinken perché “continuerà un tour programmato nel Paese”.  Il segretario di stato americano dovrebbe atterrare ad Ankara domenica sera per colloqui con il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. I diplomatici statunitensi che accompagnano Blinken si sono dichiarati (secondo l’agenzia di stampa spagnola Efe) invece ottimisti su un possibile incontro con Erdogan. D’altronde la storia del sultano di Ankara è talmente ricca di estremismo, triplogiochismo, doppiopesismo etico, compravendita a fini utilitaristici, nel consenso maggioritario degli elettori turchi, da cercare di trarre sempre profitto da posizioni che sono dichiarate “ultimative” posizioni. Fra queste cito anche il “caldo benvenuto” organizzato nella capitale turca per il segretario di Stato Usa: marce di protestadirette, secondo il quotidiano turco “Haberturk”., alla base di Incirlik Ankara, opportunamente sedate dalla polizia in tuta mimetica. Le marce servono – assieme al richiamo dell’ambasciatore in Israele, Sakir Ozkan Torunla- a mantenere attiva la fornitura dei nuovissimi F16 promessi da Washington per pagare il ricatto sulla ammissione della Svezia nella NATO. È opportuno ricordare che la base aerea Usa di Incirlik può ospitare fino a 100 testate nucleari e l’inaffidabile Recep Tayyip Erdogan non mancherà direttamente o tramite il ministro degli Esteri di ricordare che soltanto lo scorso martedì 31 ottobre il presidente della “Fondazione turca per i diritti dell’uomo, delle libertà e l’aiuto umanitario” Bulent Yildirim aveva minacciato gli Stati Uniti. Yildirim ha chiesto a Biden di fare “pressione sul premier israeliano Benjamin Netanyahu. Se non lo farete, perderete Incirlik, perderete anche (la stazione radar) Kurecik e le vostre basi in tutto il mondo”. Quasi a dire: senza di me la Turchia vi danneggerà. Anche se Erdogan sa ne che la CIA conosce la “Fondazione turca per i diritti dell’uomo, delle libertà e l’aiuto umanitario”; una ONG di ispirazione islamista vicina al Partito Giustizia e Sviluppo (Akp) al potere, conosciuta come uno dei bracci operativi del governo (altro che organizzazione non governativa), nota per i suoi legami con la Jihad islamica palestinese ed il suo presidente, Bulent Yildirim, che è stato indagato per il finanziamento dell’organizzazione terroristica Al Qaeda. Recep Tayyip Erdogan, che ha dichiarato alla stampa:” “Netanyahu non è piu’ una persona con la quale possiamo parlare” pensa di avere più di una carta da giocare sul tavolo del potere : se Blinken riuscirà ad ottenere il difficile risultato immediato che si propone (uno spazio quotidiano di sei -dieci ore dei bombardamenti per consentire aiuti umanitari, assistenza medica e uscita dal valico con l’Egitto di un numero maggiore e continuo di stranieri e di fragili da Gaza) si intesterà, almeno sulla popolazione interna, il vanto di aver convinto gli Stati Uniti ad intervenire; il jackpot è rappresentato dall’accettazione del suo triplogiochismo come essenziale alla partecipazione al pari di altri ( tra i quali Giordania, Arabia saudita, Egitto, ANP, Qatar) al processo di mediazione. Al momento Blinken ha convinto Abu Mazen dell’impegno Usa per creare uno Stato palestinese. L’ANSA, da Washington, quindi sulla base di una nota del dipartimento di Stato, ha reso pubblico che nel loro incontro di circa un’ora, il segretario di stato Usa Antony Blinken e il presidente dell’autorità palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) “hanno discusso gli sforzi per ripristinare la calma e la stabilità in Cisgiordania, compresa la necessità di fermare la violenza estremista contro i palestinesi e di chiederne conto ai responsabili “. Lo rende noto il dipartimento di Stato americano, ricordando che il capo della diplomazia americana “ha espresso l’impegno degli Stati Uniti a lavorare per la realizzazione delle legittime aspirazioni dei palestinesi per la creazione di uno Stato palestinese”. Blinken inoltre “ha riaffermato l’impegno degli Stati Uniti per la fornitura di assistenza umanitaria salvavita e la ripresa dei servizi essenziali a Gaza e ha chiarito che i palestinesi non devono essere sfollati con la forza”. È un punto per Blinken la dichiarazione di Abu Mazen secondo la quale in presenza di un “quadro di soluzione politica globale” L’Autorità nazionale palestinese (Anp) “si assumerà tutte le sue responsabilità” per la Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza nel quadro “di una soluzione politica globale” (sempre ANSA). Il valore aggiunto dell’urgente ed imprevisto incontro tra Blinken ed Abu Mazen si è reso necessario per l’acuirsi della crisi interna israeliana che si ripercuote sulle modalità di combattimento a Gaza. Migliaia di persone, secondo l’Associates Press, si sono unite a una manifestazione a Tel Aviv organizzata dalle famiglie dei circa 240 ostaggi tenuti nella Striscia di Gaza. “Ora!” la folla ha cantato ripetutamente, chiedendo la liberazione immediata degli ostaggi dopo quasi un mese di prigionia. Molti avevano le foto degli ostaggi, tra cui bambini e anziani.  Hadas Kalderon del Kibbutz Nir Oz, i cui due figli, di 16 e 12 anni, sono stati rapiti, ha chiesto un cessate il fuoco in cambio della restituzione degli ostaggi.  La difficile situazione dei prigionieri e delle loro famiglie ha catturato l’attenzione della nazione.  Se c’è chi chiede il cessate il fuoco c’è anche chi, come Ella Ben-Ami, una israeliana di 23 anni i cui genitori sono stati rapiti, ha affermato di ritenere responsabile …

LA STRAVAGANTE ED IPOCRITA PROPOSTA DEL CAPO DELL’ESECUTIVO

di Silvavo Veronese – Ufficio di Presidenza Socialismo XXI | Il pericolo dello scivolo verso forme autoritarie ed antidemocratiche In una fase densa di rilevanti e gravi problemi, sia all’interno che a livello internazionale, la Presidente del Consiglio Meloni non ha trovato di meglio che avanzare una proposta di modifiche istituzionali riguardanti i massimi Organi dello Stato, una proposta squinternata e contradditoria che vorrebbe cambiare (nelle intenzioni) la natura parlamentare della Repubblica fondata sulla rappresentatività, anche se quest’ultimo aspetto è stato – a mio avviso – parzialmente già violato da meccanismi autoritari votati anche da maggioranze di altro colore politico. Non so se l’on. Meloni sia intimamente convinta di questo stravagante testo, anche se nel suo programma elettorale vi era una determinata volontà a rafforzare le prerogative ed i poteri dell’Esecutivo: certamente ha spinto per la sua presentazione per favorire lo spostamento del dibattito politico e dell’attenzione della gente su questo argomento e non sulle misure inique e pericolose previste dalla Legge di bilancio e non sulla condizione di regressione economica che vede l’Italia anche sul primario aspetto della riduzione del PIL fra i Paesi europei meno virtuosi. In primavera del prossimo anno, con un indebitamento mostruoso ancora in aumento perché la maggioranza delle misure della “Finanziaria” sono a debito, non so se questo Governo riuscirà a procedere senza affanni derivanti dalle risposte negative dei mercati perché le politiche della Meloni non convincono le agenzie mondiali di rating.Le difficoltà socio-economiche non possono però evitare di prendere in seria considerazione la proposta di riforma costituzionale perché essa denuncia una pericolosa vocazione della maggioranza di destra alla gestione autoritaria del Paese e delle Istituzioni. Sul piano del metodo è inaccettabile che la modifica della Carta fondamentale – strumento di garanzia per ogni cittadino, per ogni certo sociale, per ogni rappresentanza istituzionale di maggioranza e di minoranza, sia affrontata con una proposta di revisione costituzionale da parte del Governo non confrontata con l’opposizione anziché da parte del Parlamento.Certo sappiamo bene che esiste un lungo e complesso iter parlamentare e poi il ricorso al referendum popolare, ma già il fatto che il Governo non ha sentito il bisogno di un confronto con l’opposizione prima di stendere “nero su bianco” la proposta di legge fa emergere una mentalità autoritaria ed antidemocratica ereditata da questa destra tale da considerare la Carta Costituzionale “cosa propria” a tutela, nelle misure proposte, del suo potere e della sua sopravvivenza. Sul merito, la proposta punta alla elezione diretta e popolare del capo dell’Esecutivo (sarebbe l’unico caso in Europa) congiuntamente alla elezione dei parlamentari e, quindi, per assicurarsi la non sfiducia pensa di istituzionalizzare un premio di maggioranza del 55% a prescindere dalla % di consenso della sua maggioranza. Infatti non viene indicata una soglia utile ad ottenere il premio di maggioranza oppure non c’è il doppio turno come nel caso della elezione del Sindaco.A parte la bestialità di “istituzionalizzare” (mettendolo in Costituzione) il “premio di maggioranza” si istituzionalizza l’eventualità (quasi certa) di un governo di minoranza (anche estrema, se lo schieramento vincente prendesse ad esempio il 30%, stante il diffuso pluralismo politico esistente). Già ora, con un sistema elettorale in parte maggioritario, l’attuale schieramento di destra vincitore con non piu’ del 44 % gode di una discreta maggioranza in Parlamento. Perciò minoranza nel Paese e in maggioranza nel Parlamento! Se poi – sempre sulla base della proposta di legge governativa – il Governo dovesse essere sfiduciato non si andrebbe nuovamente al voto elettorale ma si incaricherebbe per formare il Governo sempre un esponente della maggioranza governativa battuta dalla sfiducia parlamentareLa proposta di legge infatti non parla dello scioglimento delle Camere né di chi lo potrebbe decidere dato che il Presidente della Repubblica da questo aborto di riforma uscirebbe pesantemente ridimensionato e con Lui il ruolo di garanzia proprio del Capo dello Stato. Stravagante ed ipocrita inoltre la proposta che prevede che il capo dell’Esecutivo – pur eletto dal voto popolare – deve essere “validato” da un successivo voto parlamentare! Una presa per i fondelli per affermare che non si vuole con questa proposta annullare – come invece sarebbe – il ruolo del Parlamento e la sua sovranità prevista dall’attuale Costituzione!Ci sono perciò vari gravi aspetti per sviluppare un dibattito nel Paese e spiegare alla gente – anche con argomenti semplici – il pericolo dello scivolo verso forme autoritarie ed antidemocratiche nel governo del Paese. Noi di Socialismo XXI dobbiamo fare con impegno la nostra parte. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA

di Luigi Ferro – Presidente Socialismo XXI | Cari compagni, il tema delle riforme istituzionali è stato sempre affrontato dalla nostra Associazione. Dalle sue origini. La nostra posizione è sempre stata chiara: SFIDUCIA COSTRUTTIVA e SISTEMA ELETTORALE PROPORZIONALE con la doppia preferenza. E’ sufficiente consultare il nostro sito. Questa è da sempre la nostra posizione!Noi contestiamo tutti i tentativi di modifica costituzionale che tendono a cancellare l’architettura istituzionale del nostro Paese e combattiamo i velleitarismi di una certa politica di procedere in questa direzione a colpi di maggioranza. Le regole si scrivono insieme a tutte le forze politiche che siedono in Parlamento. Devono essere condivise e rappresentare la volontà di una Nazione .Ma le regole devono nel contempo garantire l’unità e la tenuta democratica del nostro Paese. La riforma Meloni, come del resto la legge sulla Autonomia Regionale Differenziata, tradisce i principi fondamentali della nostra Costituzione e le scelte dei nostri Padri costituenti per garantire unità e democrazia.Questo è in discussione ed è per questo che Socialismo XXI esprime la sua CONTRARIETA’ alle riforme istituzionali proposte dal governo. Dal governo, si badi, non dal Parlamento. E cio’ rappresenta un vulnus per la democrazia parlamentare. Se non si comprende questo…Ed infine, l’astensionismo di questi anni non dipende dal tema delle riforme istituzionali, ma dalla incapacità della politica di fare politica. Un Parlamento di NOMINATI, con scarse capacità cognitive e professionali, senza specifiche competenze, eletti dalle segreterie di pseudo partiti per servire il potente di turno e non i cittadini, senza idee e progetti per il futuro del Paese, non ha alcuna attrattiva in una larga fetta di elettorato. Per tali ragioni, chiediamo la modifica del sistema elettorale e non solo questo.La riforma Meloni non deve passare. Non puo!Socialismo XXI ha da tempo denunciato il disegno politico di questa maggioranza e continuerà a farlo.Da veri socialisti combattiamo ogni tentativo che metta in discussione la democrazia in questo Paese. Lo dobbiamo, senza retorica, a coloro che sono morti per la nostra LIBERTA’ Per la democrazia in Italia. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

IL GOVERNO MELONI E L’ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE

di Aldo Potenza – Ufficio di Presidenza Socialismo XXI | La Meloni si è convinta di aver avuto un mandato popolare per modificare la Costituzione in senso presidenziale.Ha più volte sostenuto che avendo scritto nel SUO programma elettorale questa idea, a prescindere dalle tante proposte tradite dal suo governo, la sua elezione sia dovuta anche a questa proposta e che il Governo debba mantenere l’impegno. Voglio ricordare alla Meloni, ammesso che lo sappia, che la Costituzione “NON E’ UNO STRUMENTO PER ASSICURARE I POTERI E STABILIZZARE I GOVERNI, BENSI’ L’OPPOSTO” è, infatti, un patto per dividere i poteri e assicurare i diritti di tutti. Pertanto la modifica della Costituzione non riguarda FdI e nemmeno il suo Governo, ma tutti i cittadini e le forze politiche presenti in Parlamento. La smemorata Meloni e i suoi complici dovrebbero quindi ricordare che la elaborazione di una legge costituzionale dovrebbe essere affidata al Parlamento, non al Governo. La Meloni e i suoi complici al Governo, convinti di rappresentare gran parte del popolo italiano, si ricordano che non hanno avuto alcun mandato popolare così vasto da poter credere di rappresentare la maggioranza degli italiani? Nel 2022 si è registrata la più bassa partecipazione al voto di sempre con 9 punti percentuali in meno del 2018 e il partito della Meloni, avendo ricevuto il 26% dei voti espressi dal 64% degli italiani che si sono recati alle urne, in realtà rappresenterebbe SOLO il 15,6% degli italiani. E QUESTO SAREBBE IL MANDATO POPOLARE COSI’ RILEVANTE DA CREDERE DI ESSERE LEGITTIMATA, INSIEME ALLA SUA MAGGIORANZA DI GOVERNO, a cambiare la Costituzione, a prescindere dalle considerazioni già ricordate che riguardano il ruolo del Parlamento in materia? Siamo ormai nelle mani di gente senza scrupoli, desiderosa di acquisire sempre nuovi poteri. Non basta tentare di dividere l’Italia con l’autonomia differenziata, non è sufficiente ridurre la rappresentanza parlamentare come è avvenuto in precedenza grazie ai grillini e soci, non è nemmeno bastevole a costoro disporre di una legge elettorale che affida ad una ristretta, per giunta mediocre oligarchia, il compito di scegliersi i parlamentari, ora si vuole di più nella speranza che il popolo italiano ormai sfiduciato, distratto dalle guerre, preoccupato del proprio futuro, non abbia più la capacità di ribellarsi di fronte a tanta frontatezza. La speranza è che il disegno di legge costituzionale meloniano possa essere sottoposto a referendum e che ancora una volta i cittadini facciano sentire la loro indignazione bocciandolo. SE GLI ITALIANI NON SI SVEGLIANO ORA SARA’ IN FUTUTO DIFFICILE DIFENDERE I PROPRI DIRITTI. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

L’ETA’ DELLA INCERTEZZA

di Giustino Languasco – Coordinatore Socialismo XXI Liguria | Ho messo in pratica quanto nel post: sono andato al Congresso Provinciale di Imperia, di Verdi/ Sinistra Italiana. Ed ho diligentemente ascoltato le prolusione, gli interventi degli ospiti invitati e la illustrazione pubblica della mozione tematica 1. Congresso a Temi: 2 mozioni contrapposte: chi tira per stare col PD mozione (1). Chi vorrebbe allearsi coi 5s mozione (2) , o così mi è parso di capire. Fattore unificante: comunque una alleanza definita “progressista”. (auspicabilmente, nel caso prossimo venturo del Comune di Sanremo” non troppo conservatrice). Stimo e riconosco l’impegno militante di Lucio Sardi e Carla Nattero. Mi sembra che a loro il termine “progressista” vada stretto, e sia piu’ una accettazione, come anche e’ stato accennato, di un compromesso necessario, piu’ che di una convinta aspirazione. Mi paiono, i due, piu’ di “sinistra” ma fanno fatica a pronunciare l’unica parola DEFINITORIA davvero, cioe’ SOCIALISTA. Grande assente questa parola da tutti i discorsi fatti. Quasi fosse un tabu’. Eppure invece E’ IL FUTURO che impone” SOCIALISMO o barbarie”. Giuste analisi, giuste considerazioni ma e’ mancato CORAGGIO: il coraggio di scegliere, dopo una vita di impegno politico e sociale, generosamente speso a favore “di chi ha meno” la UNICA VIA MAESTRA che contiene i germi del riscatto e della emancipazione delle classi subalterme, nella logica intrinseca del capitalismo. Il rischio e’ quello di non avere identita’, ne’ carne, ne’ pesce e fare un piccolo partitino personalistico, dove mantenere la struttura costa piu’ della influenza che esercita. Per uscire da queso che per me è un “cul de sac” politico e di azione amministrativa, anche a “Verdi e Sinistra” verra’ chiesto a suo tempo, ufficialmente, di partecipare al Tavolo di Concertazione delle forze disperse che oggi si autodefiniscono e riconoscono “di ispirazione socialista”. Chissà se, in base agli esiti di questo congresso, potranno aderire. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LA MORTE NON DÀ FAMA E RIPOSO

Prof. Giuseppe Scanni – Già Vicepresidente di Socialismo XXI | La guerra cambia natura nelle diverse realtà, che bisogna conoscere per impedire il grande misfatto che è la morte. Chi governa non deve scivolare mai perché sa che si cade sempre dalla parte da cui si pende. Ieri, domenica 29 ottobre, Israele ha avanzato nella Striscia di Gaza entrando nella “seconda fase”, con oltre 450 obiettivi militari di Hamas colpiti in diverse parti dell’area.  Il portavoce delle forze armate israeliane Daniel Hagari ha annunciato che “durante la notte abbiamo ampliato l’ingresso delle forze dell’esercito nella Striscia di Gaza ed esse si uniranno alle forze che già combattono”. “I combattimenti di terra nel nord della Striscia di Gaza continuano, stiamo avanzando nelle fasi della guerra secondo il piano, l’attività di terra è complessa e comporta rischi anche per le nostre forze”, ha aggiunto.  Una dichiarazione che segna l’inizio dei combattimenti all’interno dell’enclave palestinese, parallelamente all’intensificarsi degli attacchi aerei israeliani che non cessano dal 7 ottobre, quando il gruppo islamico Hamas ha effettuato un attacco a sorpresa che ha provocato 1.400 morti in Israele. Nell’attacco il gruppo islamico catturò 230 ostaggi, che rimangono nelle loro mani nella Striscia palestinese.Pur sfiancati dai bombardamenti mirati dell’aviazione israeliana e dalla eliminazione di almeno quaranta dirigenti di Hamas, i terroristi che si sono resi protagonisti di indicibili violenze contro neonati, bambini, giovani, donne, anziani propongono per la liberazione degli ostaggi (circa 230) uno scambio con quasi 6000 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane per atti di terrorismo.Hamas sa che valutare gli ostaggi esclusivamente come scudi umani o, in alternativa, merce di scambio per rimpolpare le sue forze combattenti, non è possibile. Come spesso accade traversiamo una fase conosciuta nella Storia. Quella del dialogo fra soggetti che per motivi diversi non possono ascoltarsi. Così nella notte tra sabato e domenica 29 ottobre, il Primo Ministro di Israele Netanyahu nel corso di un discorso alla Nazione ha dichiarato:  “Ieri sera altre nostre forze di terra sono entrate a Gaza, nella roccaforte del diavolo. Questa è la seconda fase della guerra i cui obiettivi sono chiari: la distruzione delle capacità militari e governative di Hamas e il ritorno a casa degli ostaggi”. Nella mattina di domenica il gruppo “militare” palestinese di Hamas ha risposto sostenendo di voler continuare a resistere. Il portavoce di Hamas a Gaza, Hazem Qassem, ha spiegato all’emittente “Al Jazeera” che “c’è uno stato di fermezza e coraggio tra la resistenza nel difendere la terra”. Rispetto alle trattative sullo scambio di prigionieri, l’esponente palestinese ha sostenuto che Israele “finge di non essere interessata alla questione dei prigionieri, ma alla fine dovrà affrontarla. L’occupazione vende illusioni alle famiglie dei prigionieri israeliani protetti dalla resistenza“. Rispetto invece ai raid aerei su Gaza ha aggiunto: “Il nemico sta praticando un genocidio contro il nostro popolo a Gaza con l’obiettivo di porre fine alla presenza palestinese. È necessario uno sforzo reale per aprire i valichi per portare gli aiuti e rimuovere i casi difficili da curare all’estero”.  Tralasciamo la valutazione che può apparire ridicola del termine genocidio da parte di chi sa che la “Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio” (1948), ripresa nello “Statuto di Roma della Corte penale internazionale” (1998) pone come requisito del crimine l’esistenza di un progetto per distruggere in tutto o in parte un intero gruppo etnico o una determinata categoria di persone, e che è proprio Hamas ( come anche Hezbollah) a indicare nello Statuto l’eliminazione degli “ebrei”. Non è una novità. Anzi, è un falso storico indicare il 1948 come data di inizio di una ribellione palestinese repressa nel sangue dai colonizzatori sionisti. In realtà Hamas persegue coerentemente il carattere sistematico e pianificato della “soluzione finale” progettata da Hitler e condivisa e messa in atto dal Gran Muftī di Gerusalemme, Amīn al-Husaynī sin dagli anni 30 (l’allora ministro degli Esteri italiano Galeazzo Ciano affermò, nel 1940, che Il Gran Muftī ed il suo movimento antiebreo era finanziato da anni dai servizi segreti tedeschi e italiani).A partire dal 1941 sino al 1945 la Legione Araba si distinse nella caccia all’ebreo, pianificata dal Gran Muftī il 20 novembre 1941 a Berlino col nazista ministro degli esteri Joachim von Ribbentrop e ratificata nell’incontro con Adolf Hitler il 28 novembre dello stesso anno. Messa da parte la falsità storica dell’accusa di “genocidio” rivolta ad Israele, resta l’analisi della tattica e della strategia perseguita da vari attori nelle guerre più evidenti nei nostri giorni. Dobbiamo registrare che il buon senso dell’Occidente e la prudenza cinese hanno rallentato la corsa alla catastrofe generale nonostante la confusione da stadio che banalizza la tragedia in cori urlati da avversi hooligans di due terribili guerre, quella in medio Oriente e quella che si consuma in Europa, dove il popolo ucraino, letteralmente, si dissangua per sopravvivere, resistere e riaffermare la propria identità opponendosi all’invasione russa. È vero che, come sosteneva Clausewitz (Della guerra) “la guerra rassomiglia al camaleonte perché cambia natura in ogni caso concreto”, ma tali e tante sono state le modificazioni intervenute nei corpi sociali ed economici dei paesi che partecipano alla politica socio-economica del pianeta, che è difficile, addirittura nello stesso paese, individuare con chiarezza quali siano le opinioni e quali i desideri che presidiano alla formazione di politiche , spesso così complesse da essere individuate ( figuriamoci realizzate) nei tempi lunghi. “Le madri e i padri detestano la guerra” sosteneva San Giovanni XXIII, ed io che sono nonno mi immedesimo nelle sue parole, ricordando anche quello che nella stessa epoca (quella della Pacem in terris per intendersi) ammoniva un mio professore ricordando che il demonio è l’amico che non resta mai fino alla fine. Oggi la guerra è per forza di cose sempre asimmetrica. La supremazia negli armamenti nucleari consente un limite di deterrenza alla distruzione totale; la superiorità negli armamenti convenzionali garantisce dalla sconfitta ma non assicura in quanto tale la vittoria. É questa l’epoca delle armi “intelligenti” e distruttrici, ad esempio non esclusivo i “droni”, del dominio delle comunicazioni informatizzate, dell’uso spregiudicato del web e della formazione di opinioni capaci di creare …

SOCIALISMO XXI, ASSEMBLEA ISCRITTI TOSCANA

Filippo Vasco – Coordinatore Socialismo XXI Toscana | Carissime/i compagne/i, nella riunione del Coordinamento regionale, abbiamo concepito l’idea di fare una Assemblea regionale, al fine di verificare la nostra presenza nel nostro territorio e possibilmente, di continuare il nostro impegno sulle questioni politiche nazionali, internazionali, della Toscana, a partire dai problemi del lavoro, elemento determinante ai fini della dignità della persona. Per queste ragioni abbiamo convocato una Assemblea regionale di tutti gli iscritti e simpatizzanti per la mattina di sabato 11 novembre e nel pomeriggio un seminario per continuare la definizione e l’organizzazione dell’iniziativa sui problemi del lavoro. L’incontro si terrà sabato 11 novembre dalle ore 9,30 alle ore 18,00 presso la sede della Società Volontari del Soccorso in via delle Corollaie n° 10 Livorno, con il seguente ordine del giorno: 1 – Assemblea regionale di Socialismo XXI al fine di verificare la consistenza della nostra presenza sul territorio della Toscana, riorganizzare il Coordinamento regionale, rendendolo possibilmente più giovane, capire la volontà di proseguire nell’obbiettivo di costruire un nuovo soggetto del Socialismo nel nostro Paese; 2 – Nel pomeriggio, affrontare i contenuti e l’organizzazione per l’iniziativa sui problemi del lavoro, discutendo le strutture da invitare, quali le Istituzioni, forze politiche, sociali ed economiche, compreso l’impegno individuale dei presenti al fine della riuscita dell’iniziativa. Alla riunione saranno presenti il Presidente di Socialismo XXI Luigi Ferro e Il compagno Aldo Potenza della dell’Ufficio di Presidenza, questo al fine di dare rappresentanza all’iniziativa e cogliere tutti i contenuti e l’impegno di Socialismo XXI alla costruzione del nuovo soggetto del Socialismo in Italia. Per l’importanza della riunione, invitiamo i compagni e simpatizzanti ad essere presenti e partecipare, cogliendo l’occasione per ritirare la tessera d’iscrizione a Socialismo XXI, verificando la reale adesione e la nostra presenza in Toscana rispetto agli anni 2021/22. Nell’attesa d’ incontrarci all’iniziativa, Fraterni Saluti. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

PIU’ COMPLESSO E PREOCCUPANTE DI QUANTO SEMBRI

di Giustino Languasco – Coordinatore Socialismo XXI Liguria | Scusatemi, sul punto non sono mai intervenuto prima, ma il punto e’ estremamente delicato. Perche’ il mondo va verso la carestia. E’ un dato che dobbiamo ritenere “certo” nel senso che i dati ONU ce lo attestano. Quella della normativa europea pertanto va vista e letta in tale direzione. Non e’ una “porcata” ma una necessita’. Ed una necessita’ “solidale” nei confronti delle nazioni senza acqua (che si consuma in modo sproporzionato per produrre la carne animale) e cibo. Lo so! Non ne abbiamo ancora preso bene coscienza, anche io medesimo faccio fatica a buttarla giu’. E davvero e’ un problema serissimo. Ora i governanti tendono a “non coscentizzare il popolo” come stanno facendo con altre cose, ad esempio i campi flegrei. E non e’ nemmeno totalmente vero questo. Non sono “cose che ci vengono nascoste”. Sarei un complottista se la pensassi cosi’: non ci viene nascosto nulla. Semplicemente non lo si evidenzia (come la lettera scarlatta in Scherlock Holmes). E non ci si aiuta a fare due piu’ due. Perche’ il risultato FA PAURA e si teme che quella che viene chiamata pubblica opinione vada nel panico. Ecco, la “carne sintetica” e’ quel particolare che emerge alla vista, ma non viene evidenziato. Tanto che qualcuno, giunto al potere per i casi imprevedibili della storia ma totalmente impreparato, (come il cognato della Meloni e la Meloni medesima e in generale tutti gli esponenti del suo partito), addirittura quel particolare lo riesce a “leggere alla rovescia” di come andrebbe letto. Se in futuro non faremo carne sintetica in Occidente e quindi non lo accetteremo come cibo, automaticamente faremo morire di fame e sete milioni di persone. Forse miliardi. Moriranno in Asia Africa e sudamerica, ma moriranno. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it