GIACOMO BRODOLINI NEL TEMPO ATTUALE

di Luciano Vita – Ufficio di Presidenza Socialismo XXI | Care compagne, cari compagni, quando Rino Giuliani, in rappresentanza dell’Istituto Fernando Santi, mi propose di collaborare alla riuscita del convegno, non ho esitato a dare la mia disponibilità e quella dell’Associazione politico –culturale Socialismo XXI che ho l’onore di rappresentare nelle Marche. Ma la mia convinta presenza ai lavori odierni è dettata da un ulteriore legame con questa Città e con il suo illustre concittadino, il compagno Giacomo Brodolini. Sono ben 12 anni che, su invito dei sindaci che si sono succeduti in questo  arco temporale, e grazie alle costanti sollecitazioni del compagno Antonio Baleani, anche oggi qui presente, che partecipò, prima nella mia veste di segretario regionale del PSI, poi quale rappresentante di Socialismo XXI, alle cerimonie funebri che l’amministrazione comunale nel mese di luglio di ogni anno organizza per ricordare la morte di Giacomo, uno dei suoi più illustri concittadini, alla stessa stregua di Giacomo Leopardi e Beniamino Gigli . Non ho conosciuto di persona Giacomo Brodolini poiché iscritto per la prima volta alla CGIL nel lontano 1967 a soli 22 anni ed ininterrottamente fino ad oggi, ma fin da allora ne seguii le sue battaglie politiche. Ecco perché posso dire che vi è una duplice motivazione per cui oggi sono qui, quella  della stessa appartenenza sindacale e  politica. Ringrazio quindi l’Istituto Fernando Santi per questa pregevole iniziativa, e vi porto il convinto saluto ed augurio per la migliore riuscita dei lavori odierni, da parte del Presidente Nazionale di Socialismo XXI, avv. Luigi Ferro e dell’intera segreteria Nazionale. Il nome di Giacomo Brodolini, la sua militanza politica per il socialismo ed  il suo impegno  sindacale e parlamentare  per, e nel mondo del lavoro  sempre a fianco dei lavoratori, è strettamente legato e coerente con le finalità e gli obiettivi della nostra Associazione, la cui appartenenza ad un’area socialista, riconferma la centralità del lavoro non solo come parametro su cui costruire una nuova politica economica di moderno sviluppo, ma anche come valore della democrazia contemporanea, come fattore imprescindibile di coesione sociale e come sostanza dei principi della nostra Carta  Costituzionale. Ma la coesione sociale coerente con i principi del dettato costituzionale, non si realizza senza giustizia sociale che per noi di Socialismo XXI, significa innanzitutto superamento delle disuguaglianze nel mondo del lavoro. Socialismo e lavoro: un binomio che la storia del Movimento Operaio aveva reso iscindibile fino a farne sinonimo; che ha scritto pagine straordinarie scolpite nella Costituzione repubblicana; che ha animato le grandi battaglie di progresso sociale e civile ma che oggi, nell’era contemporanea va affrontata e risolta diversamente dal passato. Ecco quindi la domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi. Cosa avrebbe fatto Giacomo Brodolini di fronte alla crisi pandemica in atto che ha colpito tutte le economie del mondo occidentale, Italia compresa, e che è diventata crisi sociale per l’aggravarsi delle diseguaglianze e della disoccupazione? Siamo o no in presenza di un crisi di sistema determinato e voluto dalla rincorsa alle politiche neo liberiste anche da parte dei partiti della sinistra, o presunti tali, dove si è contrapposta l’economia finanziaria a quella dell’economia reale; le opportunità al posto delle sicurezze; i rapporti di forza al posto dei diritti; il consumatore al posto del produttore; il mercato al posto dello Stato; ed infine l’esaltazione delle disuguaglianze economiche e sociali come motore stesso della crescita, nell’illusoria convinzione di essere all’altezza della modernità del mondo globalizzato. Dopo lo Statuto dei lavoratori, la produzione legislativa degli anni1990/2000 è stata nei fatti di ripiegamento; quei diritti che 53 anni fa lo Statuto dei lavoratori aveva portato nelle fabbriche oggi sono sostanzialmente tornati indisponibili sul mercato del lavoro per milioni di persone; il precariato è diventato l’altra faccia di una disoccupazione endemica che da oltre un decennio viaggia ormai stabilmente su un valore a due cifre, creando nel contempo le condizioni per una concorrenza sempre più spietata del lavoro nero rispetto a quello legale. Dalla legge Biagi, al Job Act del 2014, al reddito di cittadinanza del 2018, nessun provvedimento ha permesso la consistente diminuzione della disoccupazione, ed è sbagliato a nostro avviso, difendere ossessivamente questa legge populista così come è, che non garantisce il lavoro, è diseducativa e oggetto di voti di scambio palesemente sotto gli occhi di tutti. La retorica del lavoro flessibile e dell’eliminazione del vincolo dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori o l’erogazione di sussidi a sostegno della ricerca del lavoro, hanno dimostrato che non era quella la strada da scegliere e da percorrere.   Socialismo XXI ritiene che il Job Act vada sottoposto ad una  revisione radicale, che venga reintrodotto l’art.18 dello Statuto, che venga drasticamente cambiato il reddito di cittadinanza, inefficace ed improduttivo ai fini della garanzia e dello sviluppo dell’occupazione, in particolare di quella giovanile.  Il dispositivo delle cosiddette “ tutele crescenti” combinato con l’abolizione dell’art.18 dello Statuto, si è rivelato uno strumento di potere discrezionale nelle mani dell’imprenditore. Doveva restituire una prospettiva positiva alle forme di lavoro flessibile, si è trasformato, nei fatti in un impulso degenerativo del mercato del lavoro,trasformando la flessibilità in precariato di massa. L’associazione politico culturale di Socialismo XXI, ritiene che vi sia un virtuale filo rosso che collega il vecchio Statuto dei lavoratori con il disegno di legge di iniziativa popolare “Della Carta dei diritti Universali del lavoro” e siamo convinti che Brodolini avrebbe condiviso questa nostra posizione politica. Di fatto  nell’ultima legislatura il convergere di posizioni populiste con quelle sovraniste hanno affossato i diritti costituzionali ed hanno ignominiosamente trasformato l’Articolo 1 della Costituzione Italiana da “ l’Italia è una Repubblica  democratica fondata sul lavoro”, in  una “fondata sul lavoro  PRECARIO”. La povertà non è stata abolita, ed a nostro avviso la classe politica e sindacale deve avere la forza ed il coraggio di distinguere l’assistenzialismo necessario per i meno abbienti ed i soggetti fragili della Società, dal diritto del lavoro, della sua dignità su cui si fonda la Repubblica Italiana ed il cui riferimento è stato il titolo del documento di maggioranza del recente congresso nazionale della CGIL ,” Il Lavoro Crea il …

GRANDE RIUSCITA DELLO SCIOPERO UNITARIO DEI METALMECCANICI

Ieri venerdì 7 Luglio, grande e riuscita giornata di lotta unitaria dei metalmeccanici FIM-FIOM-UILM del centro-nord a sostegno di un avvio di una seria ed urgente politica industriale per consolidare in termini strutturali la ripresa produttiva in varie aziende e settori e per risolvere le crisi esistenti in altre imprese, settori e filiere. La prossima settimana toccherà ai metallurgici del centro-sud dove la crisi morde con più forza in particolare sull’occupazione. SOCIALISMO XXI è vicina e sostiene le istanze dei metalmeccanici perché ora si tratta di passare da interventi isolati o “spot” alla programmazione concertata Governo/Imprese/Sindacati di progetti mirati di politica industriale di sviluppo compatibile, di innovazione, di riconversione di attività mature in prodotti nuovi e competitivi. Una seria politica ambientalista e di riconversione energetica può essere anche una opportunità di business e di sviluppo di nuove produzioni necessarie per concretizzare obiettivi virtuosi in materia. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

DURO LAVORO E SOPRATTUTTO COERENZA

Ripropongo pensando di fare cosa utile, la sintesi, con qualche integrazione, di un mio intervento svolto a Milano nel 2017. Sono convinto che ogni azione politica è sempre riconducibile a una matrice culturale che ne condiziona l’orientamento e traccia la strada da percorrere. Anche nella confusione che caratterizza l’emergere di nuovi movimenti o partiti, che apparentemente possono indurre a credere che le categorie concettuali tra destra e sinistra siano superate dagli eventi della storia contemporanea, se non ci si fermasse alla superficie, ma si valutassero le conseguenze delle azioni compiute si potrebbe facilmente capire da quale matrice culturale queste sono ispirate. Aggiungo che alla sinistra italiana, e non solo, servirebbe una sorta di Bad Godesgerg capace di rigenerare la sinistra. I socialisti italiani fecero in due tempi la loro Bad Godesberg. Prima con il famoso saggio craxiano che rivalutò Proudhon, successivamente a Rimini dove si indicò l’obiettivo di promuovere i meriti e di sostenere i bisogni, insomma una società che non fa dell’egualitarismo una condizione che comprime e trascura le potenzialità di chi può rappresentare una grande risorsa per lo sviluppo della società in tutti i campi, ma anche una società solidaristica capace di porre al centro del suo impegno il sostegno dei più deboli. Oggi per unire la sinistra italiana occorre che i post comunisti che scelsero il PD evitando di fare i conti con la loro storia non si rinchiudano nell’adorazione degli antenati in un Pantheon dove figurano Berlinguer o Gramsci, ovviamente la stessa raccomandazione riguarda i socialisti che non possono vivere solo di ricordi, ma sappiano entrambi mettere in discussione il proprio passato per ritrovare le ragioni di una nuova unità che ponga alla base i diritti dell’uomo e sappia guardare al futuro senza nostalgie e con l’ambizione di chi sa che la sconfitta dei populismi di destra e sinistra passa anche attraverso una sinistra capace di non essere sconfitta dalle proprie antiche storie fatte di risentimenti e di anacronistiche nostalgie di un passato che appartiene nel bene e nel male alla storia. E’ frequente ascoltare interventi che sostengono superate le divisioni fra destra e sinistra. Ovviamente le caratteristiche della destra e sinistra del ‘900 oggi si presentano in forme diverse rispetto al passato, ma questa condizione non può indurci a credere che le questioni di quel tempo siano superate e tutto si risolva in un tecnicismo che non abbia alcun riferimento alle categorie destra e sinistra. La liberalizzazione dei capitali, la pressante spinta verso le privatizzazioni in ogni campo, la richiesta di sempre meno tutele per il lavoro etc, sono tutte riconducibili a precise culture di riferimento ed in particolare alla scuola di pensiero di Milton Friedman e George Stigler che hanno posto il mercato e la libera concorrenza (libera da “interferenze” della politica) come naturale regolatore dell’economia, della finanza e infine delle condizioni dell’uomo. I primi sostegni a tale politica vennero in Italia da Gianni Agnelli, che in una intervista concessa il 30 gennaio 1975 al Corriere della Sera sostenne che “Probabilmente dovremo avere governi molto forti che siano in grado di far rispettare i piani a cui avranno contribuito altre forze oltre a quelle rappresentate in Parlamento; probabilmente il potere si sposterà dalle forze politiche tradizionali a quelle che gestiranno la macchina economica; probabilmente i REGIMI tecnocratici di domani ridurranno lo spazio delle libertà personali. Ma non sempre tutto ciò sarà un male.” Forse è il caso di ricordare che in precedenza fu pubblicato a cura della Trilateral Committee un rapporto il cui titolo era “The Crisis of Democraticy” A questo proposito forse è opportuno ricordare alcune osservazioni che emersero dalla Trilaterale. Nel bel libro di Nadia Urbinati e David Ragazzoni della Columbia University si rivelano alcune “perle” del lavoro prodotto in quella occasione che dopo aver esaminato gli ordinamenti parlamentari di diversi Paesi l’attenzione della Trilaterale si sofferma anche su quello italiano. Il rapporto della Trilaterale dopo aver affermato che ” i democratici sono inclini a schierarsi con l’umanità invece che con l’autorità e le istituzioni” osserva che la governabilità è garantita solo dall’autorità e dalle istituzioni. A tal proposito aggiunge che “l’incapacità delle istituzioni democratiche di resistere alle pressioni che provengono dai cittadini organizzati” è dovuta “all’attivismo sociale che lo Stato alimenta facendosi dispensatore di servizi- il welfare state sortisce l’effetto di debilitare l’autorità dello Stato”. Dopo aver aggiunto che occorre spostare il baricentro delle decisioni dal Parlamento all’esecutivo aggiunge che è indispensabile correggere il sistema istituzionale rafforzando l’apparato repressivo. La governabilità (secondo la declinazione della Trilaterale) diventa quindi un “obiettivo ideale da imporre a una società recalcitrante, in nome di una buona democrazia contro la cattiva”. “La diagnostica si traduce pertanto nel suggerimento, rivolto ai governi quanto agli attori economici delle democrazie occidentali, di intervenire su due fronti: in relazione allo Stato (con la riduzione delle politiche sociali) e in relazione dei cittadini (per correggere l’eccesso di partecipazione e debilitare, scoraggiare o delegittimare i movimenti di protesta). L’argomento esplicitamente usato è che il declino della partecipazione non è soltanto desiderabile, ma il segno della funzionalità del sistema: l’apatia è indice di buona salute delle istituzioni democratiche!” Che dire di più? Più recentemente sono poi venute allo scoperto le “cure al sistema democratico” sostenute con gran forza dal mondo dalla finanza ovvero la necessità, in particolare per l’Italia, di modificare la nostra Costituzione considerata a forte impronta socialista e pertanto da “riformare” in modo che la cultura neoliberista possa avere pieno riconoscimento costituzionale. Il recente referendum con la vittoria del no ha momentaneamente sconfitto questo disegno, ma sia l’orientamento dell’UE, sia l’incapacità del PSE che con le politiche presentate come modernizzazioni ha lentamente smarrito le tradizionali politiche socialdemocratiche e ha favorito l’affermarsi della cultura e dell’azione di governo ispirata al neoliberismo, rendono estremamente fragile la difesa rappresentata dalla Costituzione. I socialisti e la sinistra democratica, al contrario dei neoliberisti, pur sostenendo la libera iniziativa, pongono al centro della loro azione le condizioni dell’uomo e non sono disponibili ad alienare i diritti dei cittadini e dei lavoratori in nome delle forze economiche …

ASSOCIAZIONE SOCIALISMO XXI E AREA COSTITUENTE VERSO IL PARTITO DEL LAVORO DELLA TOSCANA

COMUNICATO STAMPA La riunione congiunta tra Socialismo XXI e Area Costituente “Verso il Partito del Lavoro” della Toscana, ha discusso la situazione politica nazionale ed internazionale, affrontato i problemi politici e sociali nella nostra Regione, in particolare sul lavoro, sulla sanità, nella scuola, per l’ambiente e per le autonomie differenziate delle regioni, oltre ai problemi sociali ed economici della Toscana. L’incontro, come primo elemento importante, del Paese e nella nostra regione, è stato sui problemi del lavoro che cambia, a causa delle innovazioni tecnologiche e della climatizzazione, in particolare sui diritti negati dei lavoratori, sul salario che resta il più basso in Europa e dove i lavoratori pur lavorando sono poveri, sulla dignità del lavoro elemento determinante della persona, per una legge sulla rappresentanza delle organizzazioni sindacali che sono abilitate a firmare i contratti di lavoro e abolire i contratti pirata firmati dai sindacati non rappresentativi. Sul lavoro, inoltre sono presenti le questioni della riorganizzazione industriale e della programmazione economica, sui fondi d’investimento a fondo perduto e la partecipazione dei lavoratori; su questo le due organizzazioni si sono impegnate a realizzare un convegno regionale nel mese di ottobre 2023, con l’impegno ad invitare alla discussione le forze politiche e le varie liste civiche locali, i sindacati generali, le diverse categorie imprenditoriali, le Istituzioni pubbliche, le associazioni del volontariato, l’università e alcuni economisti per il loro contributo. La riunione si è conclusa, con l’impegno delle due organizzazioni a essere presente nella politica della Regione Toscana, al fine di affrontare le tematiche sopra richiamate e congiuntamente, continuare il proprio impegno nell’azione politica locale e nazionale. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

IL VOTO AI FUORISEDE

Per poter spiegare alcune considerazioni bisogna partire, purtroppo, dai freddi numeri. In Italia è sempre più in aumento il grave problema dell’astensione al voto, sembra ormai inarrestabile il calo dei votanti ad ogni tornata elettorale, questo si sta verificando in ogni elezione, sia Nazionale che territoriale. I Candidati  ormai vengono eletti con percentuali di votanti che rasenta il ridicolo, per poi rivendicare: “abbiamo il mandato degli elettori”. Allora mi chiedo: di quanti? Di quali? Analizziamo “ i freddi numeri”: ELEZIONI PER LA CAMERA DEI DEPUTATI DEL 4 marzo 2018: Elettori 46.505.350 Votanti 33.923.321 pari al 72,94% Bianche 389.441 Nulle 1.082.296. ELEZIONI PER LA CAMERA DEI DEPUTATI DEL 25 settembre 2022 Elettori 46.021.956 Votanti 29.385.111 pari al 63,85% Bianche 493.282 Nulle 1.286.915 (Dati ufficiali del Ministero dell’Interno). Il dato che balza più agli occhi è l’aumento dell’astensionismo dalle elezioni politiche del 2018 a quelle del 2022, in quattro anni altri quattro milioni di elettori non si sono presentati al seggio. Cosa fare per emarginare, almeno in parte, questo fenomeno? Qualcuno ha fatto un timido tentativo, ma sino ad ora non si è fatto niente di concreto, forse la classe politica non ritiene importante questo grave problema. Nella ricerca dei motivi che determinano l’aumento dell’astensionismo, uno su tutti è senz’altro quello dei fuori sede (studenti universitari, lavoratori e persone in case di cura), persone che sono “momentaneamente” domiciliate in luogo diverso da quello di residenza che non possono votare. La legge attuale prevede che il cittadino italiano, che vive in Italia, per poter esercitare il diritto di voto deve recarsi nel luogo di residenza, non è prevista alcuna alternativa di legge a tutto questo. Nei paesi UE ormai vige il voto a distanza, il voto telematico, anche quello postale. Siamo in buona compagnia con Malta e Cipro. Uno studio appropriato ha rilevato che il 10% del corpo elettorale, che non si reca a votare, è rappresentato dai fuori sede, parliamo potenzialmente di 5 milioni di elettori. Nella passata legislatura ci fu un timido tentativo di portare in aula una legge per dar modo ai fuori sede di votare nel loro domicilio, ma la legge rimase nei cassetti della Commissione Affari Costituzionali della Camera. Qualcuno ci ha riprovato ad ottobre scorso con una proposta di legge: Atto Camera 115, prima firmataria l’On. Madia:” Disposizioni per l’esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura” (Presentata e annunziata il 13 ottobre 2022). Sembrava che fosse arrivato il momento tanto atteso ma il relatore della maggioranza, il leghista Igor Lezzi, ha presentato un emendamento sostitutivo del testo, che manda all’aria il tutto con una delega al Governo per la disciplina della materia. Alessandro De Nicola, fuori sede marchigiano che vive a Roma, tra i fondatori del “Comitato voto dove vivo”, ha sottolineato “che tutto ciò è una delega in bianco che avrebbe avuto senso se corredata con dei principi e criteri direttivi”. Il 22 maggio la delega del Governo è arrivata in Aula, ma non è successo niente perché i tecnici della Camera hanno sottolineato l’incostituzionalità di un testo “privo di principi e criteri direttivi”. Fra gli obiettivi del Comitato c’era anche quello di dar la possibilità di votare ai fuori sede per le Elezioni Europee del 2024, ma lo scopo della maggioranza sembra quello di “prendere tempo”, anche perché nella delega non è specificato per  quale tipo di consultazione elettorale . Secondo il mio modesto punto di vista dovrebbero essere le consultazioni per le Elezioni di Camera, Senato, Europee e Referendum. C’è da dire che tutto ciò sarebbe non solo una legge a “costo zero” , ma ci sarebbe anche un risparmio in quanto chi decide di ritornare a votare nel proprio Comune ha diritto ad un “parziale”  rimborso spese (solo per chi utilizza il treno). Tecnicamente sarebbe semplicissimo. Il fuori sede, una volta che il Governo fissa la data della consultazione, almeno 30 giorni prima del voto, con una mail informa l’Ufficio Elettorale del suo Comune di residenza di voler esercitare il diritto di voto, indicando il Comune di domicilio, l’Ufficio Elettorale invia il nulla osta al Comune interessato, ovviamente bisogna rispettare  dei termini. E’ inconcepibile che un cittadino, con passaporto italiano, che vive a migliaia di chilometri dal luogo di nascita dei suoi avi, e che forse qualche volta è venuto in Italia, ha diritto al voto (legge “Voto per gli italiani residenti all’estero”) mentre  a un lavoratore, a uno  studente fuori sede , che pagano le tasse in Italia, gli si nega il diritto di votare. A questo punto spero che intervenga l’UE per sanare questa grave anomalia, anche perché, come scrivevo prima, quasi tutti i Paesi dell’Unione ormai applicano il voto a distanza. Questo problema mi è stato sempre a cuore sin da quando ero studente universitario, vedevo miei amici che non ritornavano a votare sia per motivi economici (il rimborso per chi utilizza il treno non copre tutta la spesa per il biglietto), ma soprattutto perché le consultazioni molte volte combaciavano, e combaciano tutt’ora, con gli appelli d’esame. Basta andare nei seggi, in quei giorni, e vedere che la stragrande maggioranza degli universitari e dei lavoratori fuori sede non ritorna nel Comune di residenza a votare, e per il disagio del viaggio ed anche per affrontare una ulteriore spesa. Perché uno studente universitario da Milano, un lavoratore da Torino, dovrebbe affrontare ore di viaggio, anche a proprie spese (in auto non sono previsti rimborsi ), per poter esercitare un  diritto: quello del voto? Ricordo che alcuni giorni dopo il voto di settembre 2022, in qualche trasmissione televisiva, fu posto il grave problema. Se ne parlò per qualche giorno poi tutti muti e zitti. Il voto negato a milioni di persone è molto grave, e va incontro anche a problemi democratici. Cerchiamo di portare avanti questa battaglia nelle sedi competenti. *Claudio Tramacere – (Già rappresentante degli studenti socialisti negli organismi studenteschi dell’Università di Siena). 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LETTERA A SOCIALISMO XXI

Care compagne, cari compagni, L’iniziativa del 23 Giugno u.s. è stata l’opportunita’ per affrontare un tema di grande attualita’ quale appunto è l’Autonomia Differenziata e il suo impatto nelle nostre vite . L’incontro promosso a Roma dalla nostra Associazione si è caratterizzato per partecipazione, senza retorica, e per la pregievolezza degli interventi. Come da locandina, sono intervenuti Spini, PSI, SD, Area Costituente verso il Partito del Lavoro e Domani Socialista, firmatari del comunicato stampa congiunto. Ma anche il prof. Scanni, il prof. Terracciano, Aldo Potenza, Sandro Natalini, i quali hanno fornito alla discussione un notevole contributo critico e prospettico. Anche il segretario nazionale della FGS Pedrelli, con una lettera, ha ben rappresentato tutta la sua contrarieta’ nei confronti del disegno di legge Calderoli. Durante il dibattito, sincero, franco, schietto, ricco di spunti politici e culturali, aperto dal relatore Mauro Scarpellini, e concluso dal sottoscritto, realisticamente sono state affrontate le criticita’ di una legge che annichilisce in un sol colpo valori e principi posti a fondamento delle nostre norme costituzionali: unita’ del Paese, solidarieta’, pari opportunita’, equita’, coesione sociale. Si e’ evidenziato altresì che l’Autonomia Differenziata è solo l’inizio di una nuova stagione di “riforme” tendenti alla trasformazione delle istituzioni democratiche del nostro Paese per porle sotto il controllo di un premier con ampi poteri: la riforma presidenziale annunciata dal Governo in carica. Tutti coloro che sono intervenuti hanno convenuto sulla necessita’ di una mobilitazione contro questa legge, in primis sostenendo l’iniziativa popolare legislativa finalmente al Senato (Socialismo XXI si era preventivamente mosso sottoscrivendone il proclama), che emenda sui punti contenuti nel comunicato stampa lo scellerato disegno di legge Calderoli, che spacca il Paese in due. Mi corre doverosamente l’obbligo di comunicarvi le notevoli attestazioni di stima ricevute stamani da tutti i soggetti politici che ieri sono intervenuti, i quali hanno ringraziato la nostra Associazione per il lavoro svolto, per l’organizzazione, per la partecipazione e per l’ autorevolezza di tutti gli interventi. La nostra iniziativa nazionale ha raggiunto l’obiettivo: confronto e discussione sui grandi temi sociali. E lo è anche la legge sulla autonomia regionale , che mette in pericolo i principi di equita’ e di pari opportunita’, di solidarieta’ , senza i quali una societa’ non puo’ definirsi veramente inclusiva, giusta e libera. E’ una battaglia ascrivibile esclusivamente al mondo socialista. Nel contempo, l’iniziativa ha avuto un peso politico notevole per la partecipazione dei soggetti politici che siedono intorno al Tavolo Nazionale di Concertazione, costituitosi il 21 gennaio 2023, rappresentandone la naturale estrinsecazione. Dalle parole finalmente ai fatti. La mobilitazione, la partecipazione, il confronto dialettico arricchiscono tutti noi e consentono di costruire il futuro. Di guardare al futuro con occhi gonfi di speranza. Per costruire insieme un mondo migliore. Insieme, tutti insieme, nel nome dei valori del socialismo possiamo raggiungere ogni risultato: in primis costruire un nuovo soggetto politico di ispirazione socialista, forte, autonomo, moderno, europeo. La vera alternativa alla destra oggi al Governo. La vera ed unica alternativa per gli italiani che non si riconoscono in questa maggioranza o che hanno deciso di rinunciare al voto per mancanza di una forza che tuteli e rappresenti i piu’ deboli. Questo è il progetto del Tavolo di Concertazione che vogliamo conseguire. Venerdì ho potuto riscontrare una grande disponibilita e convergenza di ciascuno che auspichiamo possa continuare per traguardare l’obiettivo. I presupposti ci sono, se pero’ accompagnati da buona volonta’ e senso di responsabilita’. Compagne, Compagni, Voglio sinceramente esprimere i miei ringraziamenti alla nostra Associazione: ai Coordinatori Regionali, a Voi Tutti, per l’impegno , l’appartenenza , l’abnegazione, il sacrificio, profusi, per la riuscita della nostra bella iniziativa. A tutti Voi, grazie! Un caro saluto SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

AUTONOMIA DIFFERENZIATA: QUALI PROSPETTIVE PER L’ITALIA

Si è svolto a Roma il 23 giugno 2023, presso la sezione “De Angelis” sede nazionale di Socialismo XXI alla Garbatella, l’iniziativa nazionale “AUTONOMIA DIFFERENZIATA: quali prospettive per l’Italia” con l’intervento di PSI, SD, on. Valdo Spini, Area Costituente verso il Partito del Lavoro, Domani Socialista e Socialismo XXI, i quali all’esito del dibattito pubblico, invitano il Governo attualmente in carica a riflettere su taluni punti della legge, ed in particolare: 1 – l’autonomia regionale mette in crisi l’unità politica, sociale, economica e culturale dell’Italia; 2 – sono in pericolo i principi costituzionali di eguaglianza, perequazione e solidarietà nazionale e la coesione sociale; 3 – la legge riduce le risorse finanziarie per alcune regioni; 4 – determinate materie non possono essere concesse in autonomia (rapporti internazionali, commercio con l’estero e, soprattutto, scuola e sanità); 5 – i L.E.P. (livelli essenziali delle prestazioni) vanno meglio definiti e devono essere prerogativa del Parlamento, garantendo le necessarie coperture finanziarie; 6 – rischio di un aumento esponenziale dei conflitti di attribuzione tra Stato e Regione e tra le singole Regioni; 7 – il metodo della legge rinforzata indebolisce il ruolo e il controllo del Parlamento; 8 – infine, si delinea una Costituzione materiale che prelude all’elezione diretta del Presidente della Repubblica o del Presidente del Consiglio, in un quadro costituzionale già indebolito nelle garanzie e nei controlli. Nell’interesse del Paese e nel rispetto del dettame costituzionale, la legge sull’autonomia differenziata può e deve essere migliorata, dando il pieno sostegno alla legge di iniziativa popolare in discussione al Senato, dove sono stati proposti emendamenti al disegno di legge Calderoli, che recepiscono le criticità emerse nel corso della discussione, in difesa dell’Unità del Paese, bene irrinunciabile. Per una società giusta e libera. P.S.I. SD On. VALDO SPINI DOMANI SOCIALISTA AREA COSTITUENTE VERSO IL PARTITO DEL LAVORO SOCIALISMO XXI GALLERIA IMMAGINI EVENTO SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

ALLARME COSTITUZIONALE

La Meloni ha la maggioranza assoluta per cambiare la Costituzione, per eleggere un PRESIDENTE della Repubblica alla IV votazione, le mancano 12 voti per eleggere 4 giudici della Corte COSTITUZIONALE , tutto grazie a una legge elettorale incostituzionale, contro la quale chi si lamenta di Presidenzialismo, lutto nazionale e Autonomia differenziata non ha fatto assolutamente nulla tranne qualcuno qualche decina di persone in Calabria, in Friuli Venezia Giulia, in Lombardia,  in Piemonte, nel Lazio e in Emilia Romagna e a Messina. Chi ha fatto approvare la legge con 8 voti di fiducia contro l’art. 72 c. 4 Cost e chi ha aggravato gli effetti della legge con un demenziale taglio dei parlamentari sono in competizione per la leadership della difesa passiva della Costituzione antifascista. Una Costituzione la si difende solo attuandola. Se vogliamo salvare la forma di governo Parlamentare la legge elettorale è fondamentale. Tutto il resto son chiacchere, bla-bla, una specialità a sinistra. La legge elettorale è una condizione necessaria, ma non sufficiente, ma se la legge elettorale non è costituzionale viene meno la rappresentatività del Parlamento. Senza rappresentanza non c’è democrazia rappresentativa con forma di governo parlamentare, quella scelta dai nostri costituenti. Tutto il resto sono chiacchiere per perdere tempo e non fare quello che è necessario. I difensori passivi della Costituzione sono disposti a tutto, pur di avere, piccoli o grandi che siano, le liste bloccate. Certo il costume politico la vince sulla forma, come dimostra l’esempio austriaco. L’Austria è uno stato in cui gli organi supremi del potere esecutivo sono il Presidente Federale, i ministri federali e i segretari di Stato (art. 19 BV), non è NOMINATO il Bundeskanzler, il Cancelliere federale. Il Presidente Federale è eletto dai cittadini con ballottaggio se non ha la maggioranza assoluta dei voti validi al primo turno. E’ eletto per 6 anni e può essere riconfermato per un secondo periodo consecutivo, perciò per 12 anni, mentre il Consiglio Nazionale, corrispondente alla nostra Camera dei deputati per 4 anni. Sulla carta è un sistema semipresidenziale prima che lo inventassero i francesi. Eppure finché è continuato il condominio alternativo socialdemocratico-popolare il Presidente Federale politicamente contava come il 2 di picche con la briscola a cuori, perché gli uomini politicamente forti preferivano candidarsi a Kanzler che a Presidenti Federali. Lo stesso è successo in Finlandia con la scomparsa di Kekkonen, che moderato era quello che garantiva l’imbarazzante e intrigante vicino sovietico, che era anche russo, del cui Impero zarista la Finlandia faceva parte, come Granducato. Dopo di lui il Presidente eletto dal popolo non ha contato più nulla. Tuttavia, gli austriaci e i finlandesi eleggevano un parlamento rappresentativo del loro popolo, non dei partiti al potere, che non sanno nemmeno fare le leggi elettorali. Lo sapete che si può fare il Premierato con solo la legge elettorale, basta riformulare l’art. 14 bis del T.U. Elezione Camera nel testo originario, quello del Porcellum, la legge n. 270/2005,e che rendere il Presidente della Repubblica una marionetta o un ricattato dal premier basta una sola norma costituzionale.  Con la modifica dell’art. 85 c.1 Cost., riducendo la durata del suo mandato da 7 a 4 anni, senza levargli nessun potere, compreso quello di nominare il Governo ex art. 92 Cost., abbiamo un Premierato di fatto, che altera per sempre i rapporti tra Premier e Presidente della Repubblica, rafforzando il primo e indebolendo. Due piccioni con una fava, avere un potere assoluto, ma facendo felici e soddisfatti i nemici del Presidenzialismo, che si accontentano delle parole, come dimostra la loro inerzia nella lotta al cambiamento della legge elettorale. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

FIDUCIA NEL FUTURO

Morta la politica che ha creato caporioni e servi, può iniziare un secondo Rinascimento Contrariamente a quelli che piangono per la scomparsa del loro protettore, io penso che può iniziare un periodo di rinascita della vera politica. di Luigi Mainolfi | La storia insegna che i comportamenti dei popoli sono conseguenza delle loro culture, che, a loro volta, dipendono da religioni, filosofie, ideologie, scoperte scientifiche, dal rapporto uomo–natura (società primitive) e dall’azione di uomini straordinari. Negli ultimi tempi, l’azione dei padroni dell’economia e dell’informazione (radio, televisione, giornali e i cosiddetti “social”) è diventata tanto importante da influenzare le scelte politiche, più della cultura. Le culture dei popoli non sono statiche e si influenzano, anche a seguito di invasioni economiche e di spostamento di popoli. Con il cosiddetto progresso, sono diventati influenti le scoperte scientifiche, gli stili di vita e tutto ciò che dà l’impressione di far migliorare le condizioni delle società, anche per la debolezza concettuale delle forze politiche. Eravamo abituati a giudicare importanti solo i grandi eventi e i grandi movimenti, come la scoperta dell’America, il Protestantesimo, la Rivoluzione francese, il Marxismo, il Maoismo, il Fascismo, ecc. Sono stati considerati non determinanti i fatti che non usavano le armi o che non mettevano in moto le masse. Da quando, il professore Palomba mi convinse che il Galateo era il fatto che aveva influenzato di più il mondo e la mentalità dei popoli, ho sempre cercato di valutare le conseguenze di nuove tecniche, di nuove tendenze culturali, di proposte economiche , come il Taylorismo e il fordismo, di fenomeni come “la gioventù bruciata”, il maggio francese, i movimenti femminili, i programmi televisivi libertini, come Drive in, e il movimento del ’68. Nella storia, quando i valori nobili venivano male utilizzati o venivano inquinati, il male sociale si espandeva. Gli esempi più convincenti: la Via dell’amore, che sfociò in Sodoma e Gomorra e il lassismo di Roma che portò alla fine dell’Impero. La storia si può ripetere. Gli opinionisti parlano e scrivono delle negatività della società italiana, considerandole conseguenze della politica, trascurando le azioni dei fordisti, dei massoni e dei collaboratori dei dittatori islamici. Inoltre, il culto per diritti civili, per le cose fatue, per l’apparenza e per i primati fasulli distrae le masse. Ovviamente, c’è stata la collaborazione dei populisti e dei giustizialisti, che, da utili idioti monovalenti, hanno spianato la strada ai nuovi padroni. Negli ultimi decenni, il duo Doris- Berlusconi ha influenzato il mondo dell’economia virtuale e gli stili di vita degli italiani. La televisione è stato il mezzo utilizzato per diffondere valori alternativi a quelli delle ideologie e degli ideali, al fine di costruire il mondo del futile, dell’immorale, della furbizia presentata come intelligenza e dell’idolatria della ricchezza, comunque conseguita. Chi può confrontare i prodotti televisivi attuali con quelli della prima Repubblica noterà il mostrare i corpi più dei cervelli e il servilismo dei giornalisti a differenza della serietà di Biagi, Montanelli e compagni. Berlusconi è stato coerente con la sua natura, che tutto era fuorché politica. Il politico punta a far stare bene gli altri, non se stesso. Io non l’ho mai considerato politico. Purtroppo, è stata la miopia dell’ex PCI a creare le condizioni, che hanno provocato la sostituzione dei Partiti con “caporioni” seguiti da servi. Non più DC, PSI, PRI, PCI e PLI, ma seguaci di Berlusconi, Di Pietro, Conte, Bossi, Renzi e Salvini. Contrariamente a quelli che piangono per la scomparsa del loro protettore, io penso che può iniziare un periodo di rinascita della vera politica. FONTE: www.ottopagine.it/ SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

IL POPULISMO DELLA SCHLEIN: UNA OPPOSIZIONE SENZA IDEE

Quanto è accaduto in questi anni, ha letteralmente ridotto il profilo o l’appeal dei partiti. Da sale della democrazia oggi sono considerati un freno o, peggio, uno strumento obsoleto. Da rottamare. Ma rottamare i partiti vuol dire rottamare la democrazia. Certo è che i partiti non se la passano bene in Italia complice una classe dirigente che in questi trent’anni ne ha delegittimato la portata e la funzione. E si naviga a vista senza valori e contenuti, e conseguentemente senza idee e proposte. Ciò ha causato quella disaffezione degli elettori che si sono trincerati dietro un astensionismo senza precedenti in Italia oppure caratterizzandosi nella volatilità che porta in auge qualsivoglia movimento, di destra o di sinistra, per poi sgonfiarlo nella successiva tornata elettorale a vantaggio di altri soggetti politici. Oramai per catturare le simpatie degli elettori un po’ tutte le forze politiche si rivolgono alla pancia degli italiani. Si tratta delle solite chiacchiere da bar che nell’immediato hanno un certo effetto, senza dubbio, ma che nel tempo non producono i risultati sperati. Per parafrasare Bauman siamo passati dai partiti solidi ai partiti liquidi. E si continua su questa strada nonostante le condanne e i propositi di una necessaria inversione di rotta dei leader politici nostrani. Perseverare è diabolico soprattutto perchè il tema è significativo e minaccia la tenuta democratica del nostro Paese. Ma poco importa. Ciò che conta è portare a casa il risultato. A qualunque costo. Anche i cosiddetti intellettuali hanno la loro fetta di responsabilità pur di mantenere vantaggi e privilegi. Ma finchè la barca va… Un male che attraversa anche la sinistra e che ha portato alcune forze politiche sullo stesso terreno degli antagonisti. Parlare alla pancia dei cittadini, attraverso slogans, incuranti di una proposta politica. E’ il caso del segretario del PD Elly Schlein che dopo una certa indecisione, e nonostante i mugugni interni, ha deciso di partecipare con il M5S alla manifestazione del 17 giugno a Roma contro la precarietà nel mondo del lavoro e per un salario minimo piu’ elevato. Argomenti sacrosanti, si intende, ma tralasciando gli anni al Governo del Pd e del M5S, senza incidere sulle grandi questioni economiche e sociali sventolate come un mantra nella manifestazione di ieri, quale proposta politica è emersa, oltre gli slogans, per tentare di risolvere il problema? Nessuna! Da una classe dirigente, anche di opposione francamente mi aspettavo molto di più. Ma è quello che oggi passa il convento, direbbero i nostri nonni. Insomma, il populismo ha infettato anche il PD e il suo segretario, ma la sinistra dovrebbe rappresentare altro. Se solo leggessero sui temi di ieri la posizione ufficiale della nostra Associazione troverebbero delle formidabili soluzioni. E allora continuare su questo terreno dilata la costruzione nel tempo di una vera opposizione a vantaggio della maggioranza di governo. Il concetto è fin troppo semplice. Senza idee e proposte non si va da nessuna parte. Col populismo non si costruisce assolutamente nulla. Ed in particolare, quella opposizione in Parlamento e nel Paese contro una destra tesa a modificare in peius la nostra Costituzione e a cancellare quel principio universalistico in materie fondamentali quali scuola e sanità, dando il via alla stagione delle privatizzazioni verso una società non inclusiva né equa né giusta né libera. E può farlo in maniera indisturbata, per mancanza di una vera opposizione. Tornare ai partiti, con basi valoriali solide, significa tornare a fare politica, quella con la P maiuscola, per intenderci. E’ il messaggio di Socialismo XXI, non recepito da una classe politica sorda e disattenta, alla base della nostra azione politica per costruire la vera alternativa alla destra oggi al governo, con idee e proposte che guardano al futuro attraverso un nuovo soggetto politico chiaramente di ispirazione e/o orientamento socialista. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it