UMANESIMO SOCIALISTA

La miopia di comprendere il presente per costruire il futuro dipende da una crisi del pensiero umano e da un certo sonnambulismo, sempre piu’ generalizzato. La complessita’ del momento, di comprendere il presente, ha determinato la vittoria delle destre in Italia e in Europa, la paura “dell’ altro”, i timori per un futuro sempre piu’ incerto, tra crisi economica e sociale, e degrado ambientale.Si tratta di una riflessione che riguarda la sinistra italiana. E non solo. La crisi dei partiti di sinistra, inarrestabile, sembrerebbe, è anche la crisi della democrazia, che imperversa in tutto il mondo. Una crisi che è dentro l’umanita’. L’obiettivo e’ un nuovo umanesimo. Un umanesimo universale, necessario per il progresso e la sopravvivenza dell’ umanita’. Un obiettivo fondamentale per civilizzare la Terra, Noi tutti. Un obiettivo indispensabile per la politica che aspiri al benessere sociale. Cerchiamo di svegliare le nostre coscienze. Prima che sia troppo tardi. La crisi dei partiti di sinistra e’ soprattutto una crisi di pensiero: in Italia oramai e’ diventato complicato distinguere la sinistra dalla destra quando si percorrono strade comuni. Quando la precarieta’ sostituisce la certezza (es.jobs act); quando i diritti sono annichiliti dal mercato e dal capitale. Quando l’individuo viene trasformato in una macchina. Quando la crescita economica e’ deregolamentata, provocando la devastazione ambientale che e’ sotto gli occhi di tutti. Una sinistra non puo’ tollerare che cio’ avvenga. E sta accadendo proprio ora. La crisi di identita’ della sinistra in Italia e’ oramai un processo irreversibile. Ma si puo’ cambiare rotta se riscopriamo e valorizziamo certi principi. Se mettiamo al centro dell’ azione politica l’uomo e l’ambiente. Appunto, abbiamo bisogno di un umanesimo universale per superare le enormi contraddizioni della nostra epoca e se riteniamo di ricostruire una identita’. Di sinistra, ovviamente. La risposta noi di Socialismo XXI l’abbiamo. Da molto tempo. Le radici del socialismo, o i suoi valori (liberta’, pace, lavoro, ecologia, pari opportunita’, lotta al precariato e alle disuguaglianze sociali, una sanita’ pubblica efficiente, un’ istruzione veramente inclusiva, tutela della democrazia, transizione ecologica) sono prodromici alla costruzione di un nuovo soggetto politico in Italia di ispirazione che racchiuda in un’unica prospettiva lavoro, ecologia,giustizia sociale. Un impegno estenuante, ma necessario, da portare avanti con tutti coloro che ritengono sia arrivato il momento di tornare all’umanesimo socialista. Di avere una identita’. Per superare la crisi dei nostri giorni. Siamo investiti tutti, nessuno escluso, di una grande responsabilita’ verso noi stessi, ma soprattutto verso il nostro Paese. Il momento e’ questo. Tutti insieme possiamo costruire cio’ che da decenni manca in Italia, ma dobbiamo essere capaci di oltrepassare quei dualismi, quelle incomprensioni, quelle pregiudiziali, che non conducono da nessuna parte e che in questi anni hanno provocato solo macerie politiche: dall’ antipolitica alla nascita di movimenti del leader, fino a rincorrere il liberismo. Occorre un nuovo umanesimo per rilanciare la sinistra in Italia con la nascita di un forte, identitario, unitario, soggetto politico di ispirazione o di orientamento socialista, con una visione internazionalista della societa’ e del mondo che aspiri al progresso e alla sopravvivenza del genere umano. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

FASCISMI

di Franco Astengo | Per fortuna le reazioni non stanno mancando: ma l’idea del sottosegretario Fazzolari circa l’avvio al tiro a segno degli studenti la dice davvero lunga sulla matrice ideologica di molti dei componenti del governo e degli esponenti del partito di maggioranza relativa, cui il corpo elettorale ormai alla ricerca del nuovo ad ogni costo ha affidato una maggioranza sorta esclusivamente (è bene ricordarlo) dall’applicazione di una sciagurata formula elettorale escogitata da un’idea malata sorta dall’interno del PD nell’insufficienza di analisi circa la relazione tra governabilità e rappresentanza che dovrebbe intercorrere in un sistema democratico (un tema che sfugge, tra l’altro, nel dibattito congressuale di quel partito). Si discetta su “conservatorismo”, “sovranismo”, “populismo”: in realtà gli “ismi” si sprecano per non citare quello che più semplicemente racchiude tutto il resto: “fascismo”. L’allarme è già stato lanciato da tempo (anche chiamando in causa le capacità intuitive che valsero il martirio a Matteotti e a Gramsci) ma fin qui raccolto in poche sedi: auguriamoci che questi segnali rendano più evidente la gravità della situazione e che l’opposizione, in Parlamento e nel Paese, risulti capace di agire politicamente in conseguenza.  dal (Dialogo “Gramsci/Matteotti”). SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

UN NUOVO SOCIALISMO E’ POSSIBILE IN ITALIA

Dopo l’esito elettorale del 25 settembre e la disfatta del centrosinistra, ci si interroga ancora sulle cause di una sconfitta annunciata. Senza voler approfondire gli argomenti, rileva su tutti una questione non più rinviabile la sinistra deve ritornare alle sue radici. Ma quali? Di certo occorrono idee e proposte di cambiamento e di trasformazione della societa’. Ma per arrivare a tanto è necessario tornare alle nostre radici. Il richiamo ai valori della liberta’, dell’uguaglianza, della giustizia sociale, delle pari opportunita’ e del sapere che rappresentano le radici del socialismo. Nella nostra societa’ il socialismo si caratterizza anche come risposta al problematico rapporto tra l’umanita’ e la natura. Una questione globale inevitabilmente legata al futuro del nostro pianeta e, soprattutto, dei suoi abitanti.  Si tradirebbe il socialismo senza una visione internazionalista della societa’. Una societa’ sempre più complessa e sempre più connessa che ha di fatto globalizzato tutti i contrasti e le contraddizioni sociali della nostra epoca. Una complessita’ universale che le spinte neoliberiste degli ultimi trent’anni, che hanno infettato anche un certo mondo della sinistra in Italia, non possono evidentemente sciogliere. E’ fallita l’idea di un mercato in grado di risolvere i nostri problemi, che ha sacrificato i diritti della persona, dei lavoratori, anzi che ha spersonalizzato i lavoratori, trasformandoli in numeri, in macchine. E’ fallita l’idea di un mondo dove tutto può essere tollerato, anche la distruzione del nostro pianeta. La crisi climatica è un problema che va affrontato seriamente e immediatamente, ma manca la giusta sensibilita’ per trovare risposte risolutive. La guerra, la crisi energetica e dei prezzi, i fenomeni migratori, si possono superare solo con interventi e risposte globali. Il dibattito politico attuale appare privato della capacita’ di costruire il futuro, poiché manca una visione nazionale ed internazionale della societa’. Ed è qui che si annida la debolezza di una sinistra priva della capacita’ di costruire una prospettiva sostenibile per l’Italia e per il mondo. Quando manca un serio processo di rinnovamento e di cambiamento perché i tratti identitari sono finiti in un cassetto. Recuperare i valori identitari è un percorso complicato, difficoltoso, ma la risposta è nei valori del socialismo. Spesso sento dire che oggi nessuno parla di socialismo. In parte è vero, specie tra le nuove generazioni. Ma è altrettanto vero che nel nostro Paese da tempo manca un’area culturale e politica di riferimento, cui guardare e rivolgersi per ottenere le necessarie risposte alle molteplici complessita’ del nostro tempo. Discutere di stato sociale e di ampliamento dei diritti sociali, dei diritti della persona, dei temi ambientali, di lavoro, di come combattere precarieta’ e disuguaglianze sociali, è discutere di SOCIALISMO. Occorre pero’ andare oltre la discussione e costruire la casa del socialismo in Italia. Ma solo in parte, come dicevo, perché dopo la disfatta elettorale del 25 settembre la questione socialista è tornata prepotentemente alla ribalta in Italia. E’ il lavoro che l’Associazione Socialismo XXI porta avanti da alcuni anni ritenendo questa l’unica via percorribile. La vera alternativa politica per la sinistra italiana. Non a caso verra’ lanciato “il Tavolo di Concertazione” a Roma il 21 gennaio per costruire un nuovo soggetto politico del socialismo in Italia attraverso il modello dell’Epinay, come in Francia nel 1971, senza primogenitura di sorta, mantenendo ciascuno la propria autonomia fino allo scioglimento di tutti i soggetti (forze Politiche, Circoli, Associazioni etc.) e fino alla nascita di un grande partito di ispirazione socialista nel nostro Paese. Un tavolo di discussione e organizzazione “aperto” (sono state inviate circa settanta lettere di inviti alla partecipazione). Un Tavolo di libero confronto sul modello di socialismo che si intende costruire, proprio nel mese di gennaio, come allora in Francia. Un caso? Forse, ma foriero di belle speranze. Una grande opportunità che non deve e non può essere gettata alle ortiche. E’ arrivato il momento di costruire nel nostro Paese una vera alternativa politica, con idee, proposte e programmi, e con una classe dirigente qualificata, capace di affrontare le “enormità” di questo terzo millennio. Con chi ci sta, ovviamente! Si tratta di infliggere un colpo letale al neoliberismo e ai guasti prodotti. Un nuovo inizio, una nuova storia. Un socialismo capace di collocare in un’unica prospettiva lavoro, giustizia sociale, ecologia. Con una visione del futuro. In grado di ascoltare il futuro e di guidare i necessari processi di trasformazione della nostra societa’, e di essere internazionalista. Senza dimenticare le radici del socialismo, un nuovo socialismo in Italia è possibile. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

Il LAVORO CHE CAMBIA: DIRITTI, SALARIO,DIGNITA’ DEL LAVORO E RAPPRESENTANZA

di Filippo Vasco – Segreteria Socialismo XXI della Toscana | La riunione, ha l’obbiettivo di definire le condizioni del pensiero del socialismo, sul problema del lavoro che cambia e la definizione da presentare nelle iniziative da fare nella nostra Regione, ai sindacati, alle associazioni degli imprenditori e alle forze dell’area progressista della Toscana. Su queste iniziative del lavoro che cambia, quanta innovazione è intervenuta, che interverrà nel mondo del lavoro e nei processi produttivi, è stato lo stimolo, per l’Associazione Socialismo XXI° della Toscana, di organizzare questi eventi, al fine di stimolare un dibattito con le organizzazioni sindacali, le categorie degli imprenditori, le forze politiche progressiste e i cittadini. Il movente è quello di conoscere lo stato delle cose di oggi, consapevoli che moltissimo è cambiato nella struttura produttiva e nella organizzazione del lavoro, ma che moltissimo è destinato a cambiare. Insieme a questo motivo, l’Associazione Socialismo XXI°, non dimentica la propria storia, che nasce con i lavoratori e per il riscatto sociale delle fasce più deboli, nel mondo del lavoro e tra i cittadini. Purtroppo, oggi stiamo attraversando una fase molto difficile, dove, le difficoltà di capire il prossimo futuro, sono alquanto incerte, sia a livello globale, in Europa e nel nostro Paese. Inoltre, insieme ai cambiamenti strutturali dell’economia, abbiamo una crisi economica e sociale che si trascina dal 2008, continua con la fase della pandemia del Covid e prosegue a causa della guerra tra Russia e Crimea,  uno scontro questo, che coinvolge tutto l’occidente, dove l’Italia e l’Europa stanno pagando il tributo maggiore, in termini economici e sociali, in particolare le fasce più deboli dei cittadini. Condizioni che aggravano ulteriormente l’asse ambientale mondiale, rallentando le difficili politiche di transazione ecologica, la quale non trovano il giusto adeguamento allo sviluppo e ammodernamento del sistema energetico globale, in particolare per il continente europeo che non ha le necessarie convergenze in termini ecologici e ambientali. Le incertezze che sono insite in una globalizzazione non regolata, con una Europa governata con molte discontinuità e diversità, tra Paesi legati solo da trattati, con un Parlamento eletto dai cittadini, ma una Commissione europea indicata dai governi e un consiglio di primi ministri, dove si può decidere solo alla unanimità e per questo ogni Paese  fa il proprio interesse, mentre in Italia, le forze politiche anziché governare, sono molto interessate ad arrogarsi, anche attraverso promesse spesso non rispettate, il voto degli italiani. Ho voluto fare questo breve passaggio, per dire che nei cambiamenti e nei mutamenti economici e sociali, è necessario avere dei governi attivi, attenti a governare i processi, ed essere uniti sugli interessi generali del Paese, questo vale per l’Italia, ma anche in Europa. Ritornando al tema del lavoro, è importante ricordare la forte limitazione  dei diritti, per i cambiamenti avvenuti nella struttura produttiva, dove si sono ridotte le grandi imprese e il 90% sono piccole e medie aziende, aspetto preoccupante rispetto al mantenimento di una struttura industriale, perché il piccolo e bello, può essere tale, se ci sono grandi aziende portanti per sostenere l’economia del Paese. Nella riduzione dei diritti, dobbiamo anche ricordare le politiche fatte dai governi che si sono succeduti, a partire dal 1997 Ministro Treu, dove si sono allargate le maglie del mercato del lavoro, al governo Berlusconi e Renzi, fino ai governi di oggi, che ci hanno portato al lavoro precario, meno diritti e a salari di fame. Teniamo conto, che le riforme sul mercato del lavoro, fatte fino ad oggi, hanno fatto proliferare molti tipi di contratti per l’assunzione dei lavoratori, aspetto significativo delle volontà politiche alla deregulation, invece che definire regole precise ed efficaci, ed evitare il labirinto delle assunzioni. L’idea di una riforma del mercato del lavoro per essere tale, deve contenere misure chiare è comprensibili ai lavoratori, non ci devono essere come oggi molte decine di sistemi di assunzione, ma avere assunzioni mirate alla formazione continua, prevalentemente contratti a tempo indeterminato e contratti a tempo determinato per alcuni settori specifici, senza tutti gli espedienti negativi che ci sono oggi. Il P:D: di Renzi con la sua riforma a abolito l’art. 18 della legge 300, che era soltanto un deterrente contro i licenziamenti selvaggi e non si è pensato, visti i cambiamenti strutturali dell’economia, di costruire un nuovo Statuto dei lavori, per dare garanzie ai lavoratori nei nuovi settori, dove non ci sono coperture contrattuali e dove non è chiaro se sono lavoratori autonomi o lavoratori dipendenti. Un appello al sindacato, per ricordare la genesi, dove le lotte dei lavoratori di fine ottocento, le battaglie con i partiti democratici nel ventennio fascista e dopo la seconda guerra mondiale, con tutti i travagli degli anni 50 e 60, hanno costruito elementi di unità nei decenni futuri, oggi le provenienze politiche dopo tangentopoli non ci sono più, sarebbe utile fare un passo in avanti, rivendicando autonomia, programmazione e unità dei lavoratori, al fine di una lotta sui salari e la dignità dei lavoratori e del lavoro nel nostro Paese. La crisi economica non è finita, si parla di crisi, ed in questo scenario ci sono  anche le nuove tecnologie, la robotica, dove certamente scompariranno alcuni lavori, ma molti sono nati e altri ne nasceranno, ma che certamente i nuovi lavori, forse non saranno sufficienti a dare occupazione, a quanti lo anno perso o lo possono perdere in futuro. La situazione attuale, vede oggi molti disoccupati, ma è anche vero, che molte aziende non trovano personale adeguato alle professioni richieste, questo indica che c’è una fortissima carenza, tra il mondo del lavoro e la scuola, aspetto importante che va recuperato, rispetto alle necessità delle imprese e alla formazione professionale continua da sviluppare nelle scuole. In questo contesto, la battaglia può e deve essere, anche sul riordino degli orari di lavoro, una riduzione dell’orario a parità del salario e una riorganizzazione produttiva delle aziende, in rapporto alla vita civile e sociale dei lavoratori e dei cittadini. La questione centrale che si pone, per gestire questi delicati passaggi, dovrebbe essere che il Governo, attraverso la scuola e le agenzie …

DIRE “INUMANO” NON E’ ESAGERATO

di Mauro Scarpellini – Ufficio di Presidenza Socialismo XXI | Solo mediocre propaganda, favoreggiamento al lavoro nero e a operazioni in nero, provvedimenti assunti senza avere una visione complessiva e strategica, qualche piccola misera provvidenza, ignoranza delle difficoltà indotte da condoni, certificazioni e adempimenti in scadenza, aumento del debito nazionale. Questa è la sintesi delle critiche della Confindustria, delle opposizioni, delle Confederazioni dei lavoratori, dei liberi professionisti all’operato del primo mese del nuovo Governo. Un solo esempio per segnalare la disattenzione del nuovo Governo nazionale su materie per le quali la possibilità d’intervento legislativo o amministrativo è ampia, veramente ampia, si può trarre dall’accorata lettera di scuse che il Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti contabili di Palermo ha pubblicato ai concittadini. Senza ripetere gli argomenti da lui usati ripubblichiamo qui accanto l’articolo del quotidiano. Il complesso di scadenze, di adempimenti, di carta burocratica è definito “INUMANO”. Ha ragione.   La Sicilia del 23.11.2022. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LA RICOSTRUZIONE SOCIALISTA

di Luigi Ferro – Presidente Socialismo XXI | Il socialismo che intendiamo costruire deve mettere al centro dell’ azione politica tre questioni: l’individuo e il superamento dell’ idea di mercato quale soluzione a tutti i mali; Il radicamento nel mondo del lavoro contro la precarieta’ che non determina il futuro, specie dei giovani; la tutela dell’ ambiente, altro tema sociale globale non piu’ rinviabile che rappresenta oggi la vera sfida del terzo millennio . Una forza politica di ispirazione socialista che guardi al presente e soprattutto al futuro, e che contrapponga al nazionalismo delle destre e alla paura dell’ altro , un modello sociale in grado di intercettare le difficolta’ del momento, dal lavoro allo sviluppo tecnologico fino alla tutela dell’ ambiente, superandole , e fondato sui diritti dell’ individuo. Una societa’ inclusiva e non divisiva che non lasci nessuno indietro.Un socialismo vivo, presente, forte, autorevole.Questa e’ l’alternativa che dobbiamo e vogliamo costruire e che manca da oltre trent’ anni nel nostro Paese.Questo e’ la strada da seguire per ricostruire la sinistra in Italia. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

LA GRANDE MUTAZIONE DELLA GENETICA POLITICA

di Alberto Leoni – Ufficio di Presidenza Socialismo XXI | In Italia, dopo la scomparsa del Psi, unica vera forza di governo con una visione coerente di sinistra, quello che è restato della sinistra (gli eredi del Pci con i successivi cambi di nome e le successive entrate) ha abdicato alle tre grandi idee chiave della sinistra.La difesa dei deboli, la libertà di pensiero, l’eguaglianza attraverso la cultura non sono più un patrimonio di questa cosidetta sinistra almeno da 30 anni. Hanno cambiato aria. Ma dove sono migrate le idee di sinistra? “Alcune di queste, in particolare il perseguimento dell’eguaglianza attraverso la cultura sono semplicemente restate orfane, estranee sia alla sinistra che alla destra. Ma le altre due, la difesa dei deboli e la libertà di espressione, non si sono limitate ad abbandonare la sinistra: sono migrate a destra”…. “Da qui una mutazione strutturale del nostro sistema politico. La sinistra e la destra hanno cambiato il loro Dna”(Luca Ricolfi- La Mutazione) Ad integrazione. Quanti provvedimenti, in nome del “politicamente corretto” di cui gli eredi del comunismo furono magistrali interpreti, sono stati presi. Le liberalizzazioni e le privatizzazioni erano il Verbo per salvare il Paese, chi vi si opponeva nemico del popolo; gli aumenti salariali andavano calcolarìti sulla inflazione programmata non su quella reale…. e ci siamo trovato dopo qualche anno retribuzioni più povere e lavoratori poveri; la flessibilità del lavoro, voluta nel 1998 da Treu introdusse forme strutturali di precarietà del lavoro, poi acuite nel Jobs Act renziano, ma la precarietà è una pessima compagna della vita se dura troppo e dal 2004 è iniziato l’assalto al buon sistema sanitario del Paese, minandolo come? Nei numeri, nelle errate previsioni dei fabbisogni di personale, nel blocco dei turn over, nel taglio del 30% dei posti letto ospedalieri, tutte scelte pagate con la pandemia 2022-2022. Potrei proseguire con molti altri esempi ma è bene fermarsi a riflettere su una cosa: come si potrà riportare la difesa dei deboli ,la difesa delle libertà sociali ed economiche oltre che civili, il valore egualitario della cultura nel tradizionale alveo della sinistra? Ma certamente non sarà una sinistra generica. Sarà una sinistra con i piedi per terra, ispirata al riformismo socialista, ad un nuovo grande sforzo di mediazione tra chi produce ricchezza e al coraggio di saperla distribuire con spirito nuovo e coraggio. Chi lo potrà fare con le carte in regola senza essere accusato di aver attraversato tutte le stagioni di questo trentennio? SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

ED IO DICO: VIVA IL SOCIALISMO ITALIANO!

di Emanuele Macaluso | EM.MA in corsivo 13 Dicembre 2018 | Su “La Repubblica” s’è potuta leggere ieri una lettera del signor Gianfranco Giannetto il quale ricorda che, in “tempi di nazionalismi ed egoismi”, nell’inverno ‘19-‘20, Vienna “era in miseria, lunghe file davanti ai dormitori pubblici e alle mense benefiche…i bambini denutriti vittime di malattie. I sindaci socialisti di Milano e Bologna organizzarono dei treni carichi di viveri. Tornarono con centinaia di bambini viennesi. Furono sei mila ospitati in Italia”. Corrado Augias, rispondendo alla lettera, ha pubblicato quel che, in quella occasione, scrisse la rivista “Il Comune di Bologna”. Ecco: “La delegazione bolognese lasciò Vienna il 29 dicembre e la mattina di giovedì 1 gennaio 1920 giunse nella nostra stazione il treno speciale recando 640 bambini viennesi ospiti dei Comuni di Bologna, Reggio Emilia e Ravenna e delle locali organizzazioni operaie. Erano alla stazione, per ricevere i piccoli viennesi, i dirigenti della Camera del Lavoro. Erano pure intervenute, con bandiere, le rappresentanze delle organizzazioni operaie, alcune fanfare e bande municipali. I presenti hanno salutato con fragorosi evviva i piccoli viennesi, i quali accompagnati da apposito personale di assistenza furono fatti salire in diversi camion e condotti a fare il bagno nello stabilimento di Porta Galliera e nelle scuole di via Zamboni. A mezzogiorno tutti i bambini viennesi hanno gustato insieme una calda refezione. I piccoli ospiti si mostrarono contenti di essere venuti in Italia e grati della generosa e affettuosa accoglienza ricevuta”. Joseph Roth, scrittore da me amato e giornalista mitteleuropeo, in quella occasione scrisse un articolo – “Bambini a Milano” – raccontando la loro partenza da Vienna e come vissero la vicenda i loro genitori che alla stazione li salutarono. Un articolo commovente che lessi nel suo libro “Bolle di sapone”. L’ultimo rigo dell’articolo dice: “Il treno parte per Milano, la città mera-meravigliosa”. Questa è anche la storia del socialismo italiano. Negli Anni Cinquanta i bambini dei “bassi” di Napoli, anche loro denutriti, furono ospitati dai mezzadri emiliani e nelle colonie estive di quella Regione su iniziativa del Pci e sulla scia della storia del socialismo. Oggi si vuole cancellare proprio quella storia. Ed io dico: Viva il Socialismo italiano! SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

TOGLIATTI GRAMSCI E…ME

di Giuseppe Tamburrano | La rottura, secondo Tamburrano, avvenne nell’ottobre del 1926 quando Gramsci era segretario del Pdci e Togliatti ne era il rappresentante in Urss. Gramsci scrisse, a nome dell’esecutivo, una dura e critica lettera sui metodi autoritari di Stalin nella lotta, dispotica, contro le minoranze. Togliatti quella lettera non la fece mai pervenire a destinazione: tra i due fu rottura politica e personale. Anni dopo, il dissidio tra Gramsci in carcere e Togliatti si aggravo’ sulla politica di unita’ dei partiti antifascisti in  relazione alla costituente democratica: Gramsci era favorevole ma Togliatti resto’ fermo alla linea del socialfascismo nei confronti dei partiti antifascisti ed in particolare dei socialisti. Gramsci fu così espulso dal collettivo del carcere di Turi, e cioe’ dal partito. Con tali precedenti, si capisce bene che Togliatti, che sta liquidando l’opposizione interna del ‘gruppo dei tre’ [Leonetti, Ravazzoli, Tresso] e poi di Silone, non ha interesse ad avere ‘tra i piedi’ un dirigente del peso di Gramsci che e’ in totale disaccordo con lui. Si puo’ spiegare cosi’, e’ la tesi di Tamburrano, il tradimento di Togliatti: sa che un Gramsci con quelle idee sta meglio nel carcere fascista che nella Russia staliniana. Finalmente ho scoperto il retroscena della violenta campagna comunista del 1963 contro il mio libro “Antonio Gramsci” e l’ho scoperto dal volume: “La Guerra di posizione in Italia” di Palmiro Togliatti, (contiene l’epistolario del segretario del PCI negli anni 1944-1964 a cura di Gianluca Fiacco e Marialuisa Righi, Einaudi 2014). Scrivono i curatori: “il 20 agosto 1963 apparve sull’Unità una recensione di Mario Spinella alla biografia di Gramsci scritta da G. Tamburrano. Spinella, pur rilevando i limiti del volume, gli riconosceva il merito di aver affrontato una “non facile impresa”, seguendo il giusto metodo di “non separare mai il pensiero di Gramsci dallo svolgimento della sua vita e soprattutto dalle esperienze che Gramsci andava via via compiendo come militante e dirigente operaio”. La recensione suscitò l’immediata reazione di Togliatti, che da Cogne dove era in vacanza, scrisse a Luca Pavolini, caporedattore di“Rinascita”, perché la rivista recensisse il libro in modo più consono: «Il libro del Tamburrano è cattivo e merita una recensione negativa vivace. La recensione dello Spinella è nettamente sbagliata: non vede che non si tratta di indicare errori e sbagli particolari, ma di scoprire la chiave di questi errori. Essa sta nel fatto che il libro è scritto per dimostrare che il nostro Partito ha avuto torto. La verità e perfino l’informazione sono trascurate e sempre contraffatte, quando provengono da noi o spiegano ciò che abbiamo fatto in una luce ragionevole. Non esiste alcun criterio di giudizio storico: si giudica del 20′-21′ con il metro di oggi et. Etc.. Anche la figura di Gramsci oggi è male tratteggiata, convenzionale, non veritiera, collocando a contorno delle cose vere un mucchio di banalità letterarie, etc. Però la recensione del Massara non va. Comincia bene, ma poi non prosegue. Sembra la recensione di uno che non ha letto tutto. Farei fare una recensione completa e seria allo stesso Massara o a Franco Ferri(criticando Spinella)». Del mio libro si occuparono Massara e l’edizione di Rinascita. Il primo scrisse numerosi articoli sul quotidiano comunista Paese Sera prendendo di mira gli errori di stampa che erano tanti per la mia inesperienza di correttore di bozze e perché il libro uscì con una piccola casa e onorata casa editrice avendo tutte le grandi case rifiutato il mio scritto. E fummo in due, io e l’editore a non curare adeguatamente le bozze. La campagna di Paese Sera provocò la reazione di Norberto Bobbio che avvertì il direttore che non avrebbe più collaborato se fosse proseguita l’opera di lapidazione del mio “Gramsci”. Il libro ottenne una lunga e positiva recensione di Spinella, che come si legge nel testo della sua lettera, fece infuriare Togliatti. Ma non finisce qui. Rinascita obbedisce a Togliatti e scrive una recensione ridondante di errori e stupidaggini. Io invio una lettera di rettifica che non vede la luce la settimana successiva. Rinascita invece pubblica una lunga errata corrige nel goffo tentativo di raddrizzare la recensione (e avrebbe dovuto annotare: il recensore era ubriaco!). E poi con molta nonchalance nel numero successivo pubblica la mia lettera con il commento : “vedi l’errata corrige pubblicata nel numero precedente”. Ma non è ancora finita. Al mio libro fu assegnato il premio Viareggio. Ma durante il viaggio per raggiungere la città telefonai a casa per chiedere notizie e mi fu detto che vi era stata una comunicazione che annunciava che il premio non sarebbe stato assegnato a me. Temo che peggio di me se la sia passata Spinella. Anni dopo- Togliatti era morto- uscì la seconda edizione del Gramsci e il Paese Sera riconobbe di avere sbagliato. Anche Marcella Ferrara della redazione di Rinascita si scusò: “ti abbiamo sulla coscienza!”. Un piccolo episodio della “via democratica del PCI, dell’etica e della cultura del migliore”. Povero Gramsci!  Pubblicato sul sito della Fondazione Nenni SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it

11 SETTEMBRE 1973: CILE LIBERO, CILE ROSSO

di Franco Astengo | In queste ore l’attenzione dei media è completamente rivolta a ricordare i 20 anni dall’attentato alle Torri Gemelle e i successivi risvolti sul piano delle dinamiche geopolitiche globali fino al recentissimo esito dell’avventura in Afghanistan. E’ il caso però di ricordare l’11 settembre 1973, il giorno della “macelleria americana”: una data fondamentale nella storia. In poche ore fu stroncato un passaggio fondamentale nella storia del socialismo e contemporaneamente fu lanciata la prima applicazione concreta delle dottrine dei “Chicago Boys” e di quella che sarebbe stata la “Reaganomics”: serviva, per farlo, una dittatura fascista. Quel giorno, quell’11 settembre, resta intatto nella nostra mente e nel nostro cuore accanto ai grandi passaggi avvenuti nella storia dell’internazionalismo: dalla Comune di Parigi alla Rivoluzione d’Ottobre, dalla guerra di Spagna alla vittoriosa resistenza al nazi-fascismo, dalle rivoluzioni cinese, cubana, vietnamita, alla liberazione dei popoli dell’Africa e dell’Asia dal giogo coloniale, alla fine dell’apartheid in Sud Africa. L’11 settembre 1973, il giorno della caduta della speranza cilena avvenuta a mano armata con l’assassinio del “Compagno Presidente” ricorda il momento di una sconfitta. Per noi che continuiamo a credere nell’ideale, è uno dei giorni di quell’“Assalto al Cielo” verso il quale dobbiamo continuare a tendere con la nostra volontà, il nostro impegno, il nostro coraggio. Finché i popoli continueranno a lottare, là ci sarà un’idea di riscatto sociale, di rivoluzione politica, di uguaglianza, di solidarietà, di riconoscimento della condizione di classe. Un’idea quella del riscatto sociale che non deve essere mai smarrita. Per questo non dimenticheremo mai il sacrificio dei compagni cileni. SocialismoItaliano1892E’ un progetto che nasce con l’intento “ambizioso” di far conoscere la storia del socialismo italiano (non solo) dei suoi protagonisti noti e meno noti alle nuove generazioni. Facciamo comunicazione politica e storica, ci piace molto il web e sappiamo come fare emergere un fatto, una storia, nel grande mare della rete. www.socialismoitaliano1892.it